https://terredicannabis.com/blogs/news.atomterredicannabis - La Pianta Madre2024-03-04T12:10:39+01:00terredicannabishttps://terredicannabis.com/blogs/news/infiorescenze-cbd-a-buon-mercato-in-confezioni-da-100g2024-03-04T12:10:39+01:002024-03-04T12:14:27+01:00Infiorescenze CBD a buon mercato in confezioni da 100g ?Marco CappielloLe infiorescenze CBD in confezioni da 100g stanno diventando sempre più popolari, offrendo non solo un miglior prezzo al grammo, ma anche la possibilità di sfruttare appieno i numerosi benefici del CBD.
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Nel crescente mercato dei prodotti CBD, la richiesta di opzioni di alta qualità ed economiche è in costante aumento. Le infiorescenze CBD in confezioni da 100g stanno diventando sempre più popolari, offrendo non solo un miglior prezzo al grammo, ma anche la possibilità di sfruttare appieno i numerosi benefici del CBD.
Perché scegliere le infiorescenze CBD?
Il CBD, o cannabidiolo, è un composto estratto dalla pianta di Cannabis Sativa. A differenza del THC, componente psicoattivo della marijuana, il CBD non produce effetti inebrianti. Invece, è apprezzato per i suoi potenziali benefici per la salute, inclusi la riduzione dello stress, l'alleviamento del dolore e il miglioramento della qualità del sonno.
Vantaggi delle confezioni da 100g
Efficienza dei costi
Uno dei maggiori vantaggi delle infiorescenze CBD in confezioni da 100g è l'efficienza dei costi. Acquistando quantità maggiori, i consumatori possono risparmiare significativamente rispetto all'acquisto di quantità minori. Questo rende i prodotti CBD accessibili a un pubblico più ampio.
Disponibilità a lungo termine
Con una confezione da 100g di infiorescenze CBD, gli utenti hanno la sicurezza di avere una scorta di CBD per un lungo periodo. Questo è particolarmente vantaggioso per gli utenti abituali che contano sui benefici continui del CBD.
Applicazioni versatili
Le infiorescenze CBD offrono numerose possibilità di applicazione. Possono essere fumate o vaporizzate, ma anche utilizzate per creare olio di CBD o tè. Le quantità maggiori aprono quindi possibilità creative di integrare il CBD nella vita quotidiana.
La nostra offerta: Gigante Buono
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Conclusione
La domanda di infiorescenze CBD economiche e di alta qualità è in costante crescita. Le confezioni da 100g offrono numerosi vantaggi, dall'efficienza dei costi alla disponibilità a lungo termine, fino alle applicazioni versatili. La nostra offerta di Gigante Buono rappresenta un'opzione attraente per tutti coloro che desiderano sfruttare appieno i benefici del CBD.
Domande Frequenti
Le infiorescenze CBD sono legali? In molti paesi, le infiorescenze CBD sono legali purché contengano meno dello 0,2% di THC. È sempre consigliabile informarsi sulle leggi locali.
Posso sballarmi con le infiorescenze CBD? No, il CBD non ha effetti psicoattivi e non produce gli effetti inebrianti del THC.
Come devo conservare le infiorescenze CBD? Le infiorescenze CBD dovrebbero essere conservate in un luogo fresco e asciutto per preservarne qualità e potenza.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/cbd-bei-schlafstorung-wirkt-es-wirklich2023-10-12T21:00:54+02:002024-02-27T18:51:30+01:00CBD per i disturbi del sonno: funziona davvero?Marco Cappiello
Il sonno riposante è fondamentale per la salute e il benessere. Purtroppo, molte persone soffrono di insonnia, che può influire negativamente sulla qualità della vita.
Il CBD, un cannabinoide derivato dalla pianta di canapa, sta diventando sempre più popolare come rimedio naturale per migliorare il sonno. Ma il CBD può davvero aiutare in caso di disturbi del sonno?
In questo articolo
Le diverse fasi del sonno
Cosa sono i disturbi del sonno
Le cause dei disturbi del sonno
Trattamento dei disturbi del sonno
Rimedi naturali per il sonno
Il CBD per i disturbi del sonno
Quale CBD è consigliato per i disturbi del sonno?
FAQ
Le diverse fasi del sonno
Mentre dormiamo, attraversiamo diverse fasi, che si suddividono in sonno leggero, sonno profondo e sonno REM. Ogni fase ha una propria funzione ed è importante per la rigenerazione del corpo e della mente.
Cosa sono i disturbi del sonno?
I disturbi del sonno sono definiti come difficoltà ricorrenti ad addormentarsi o a mantenere il sonno. Possono avere diverse cause e portare a significativi problemi di salute e benessere.
Le cause dei disturbi del sonno
Le cause dei disturbi del sonno sono molteplici e possono comprendere fattori sia psicologici che fisici. Tra le cause più comuni troviamo:
Stress
Ansia e depressione
Dolore
Disturbi come l'apnea notturna
Cattive abitudini del sonno
Caffeina e alcol
Trattamento dei disturbi del sonno
Il trattamento dei disturbi del sonno dipende dalla causa specifica. In alcuni casi bastano semplici accorgimenti come il miglioramento dell'igiene del sonno o tecniche di rilassamento. In altri casi, può essere necessaria una terapia farmacologica.
Rimedi naturali per il sonno
Oltre ai sonniferi sintetici, esistono anche una serie di rimedi naturali che possono aiutare in caso di disturbi del sonno. Tra questi ci sono:
Melatonina
Valeriana
Luppolo
Lavanda
Il CBD per i disturbi del sonno
Il CBD è un cannabinoide derivato dalla pianta di canapa che non ha effetti psicoattivi. Si ritiene che il CBD possa aiutare con i disturbi del sonno in diversi modi:
Riduzione dello stress e dell'ansia
Alleviamento del dolore
Miglioramento della qualità del sonno
La ricerca scientifica sul CBD e i disturbi del sonno è ancora nelle sue fasi iniziali. Esistono alcuni studi che suggeriscono un effetto positivo del CBD, ma sono necessarie ulteriori ricerche per valutare in modo definitivo l'efficacia e la sicurezza del CBD per i disturbi del sonno.
Quale CBD è consigliato per i disturbi del sonno?
Nella scelta dei prodotti a base di CBD è importante puntare su qualità e purezza. Esistono diversi tipi di prodotti a base di CBD, tra cui oli, capsule, tinture e creme.
L'olio di CBD è una scelta popolare per il trattamento dei disturbi del sonno. È facile da dosare e può essere assunto per via sublinguale o orale.
Il dosaggio di CBD è individuale. È consigliabile iniziare con un dosaggio basso e aumentarlo gradualmente fino a ottenere l'effetto desiderato.
FAQ
Quanto tempo bisognerebbe dormire?
La durata ottimale del sonno varia da persona a persona. Gli adulti hanno bisogno in media di 7-9 ore di sonno a notte.
Il CBD può aiutare con i disturbi del sonno?
Ci sono primi indizi che il CBD possa aiutare con i disturbi del sonno causati da stress e dolore. La ricerca scientifica è però ancora nelle sue fasi iniziali.
Cosa è meglio, melatonina o CBD?
La melatonina e il CBD hanno meccanismi d'azione diversi. La melatonina favorisce il rilascio dell'ormone del sonno e può quindi facilitare il processo di addormentamento. Il CBD, invece, ha un effetto calmante e rilassante e può quindi migliorare la qualità del sonno.
Quante gocce di CBD per dormire bene?
Il dosaggio ottimale di CBD varia da persona a persona. Si consiglia di iniziare con un dosaggio basso e aumentarlo gradualmente fino al raggiungimento dell'effetto desiderato.
Quanto velocemente fa effetto l'olio di CBD per i disturbi del sonno?
L'olio di CBD fa effetto più velocemente se somministrato direttamente sotto la lingua. In questo modo può mostrare i suoi effetti già dopo 30 minuti.
Si può assumere il CBD continuamente?
Sì, il CBD può essere assunto a lungo termine. Non genera dipendenza.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/legalisierung-segen-oder-fluch-wie-geht-deutschland-damit-um2023-09-30T19:28:12+02:002024-02-27T22:11:44+01:00Legalizzazione: benedizione o maledizione? – Come affronta la Germania questa situazione?Marco CappielloIn questo articolo esamineremo gli argomenti a favore e contro la legalizzazione della cannabis e daremo uno sguardo da vicino al progetto di legge della coalizione del semaforo.
Sommario:
Cosa si oppone alla legalizzazione della cannabis?
Quali sono gli argomenti a favore della legalizzazione della cannabis?
Come sarà la legalizzazione in Germania?
Quanto è probabile la legalizzazione nel 2023?
Conclusione
Cosa si oppone alla legalizzazione della cannabis?
Sebbene la cannabis non possa in alcun modo essere paragonata alle cosiddette droghe pesanti come l’eroina o la cocaina, fumare erba non è esente da rischi.
Il consumo di cannabis può:
Crea dipendenza.I ricercatori stimano che circail 10%delle persone che fanno uso di marijuanasviluppanoabitudini d’uso disordinate .
Aumentare il rischio di attacchi di cuore.
Portano adanni permanentifinché il cervello non è completamente sviluppato (cosa che accade intorno ai 25 anni) e, tra le altre cose,compromettonola memoria e la capacità di apprendere .
Promuovere l'insorgenza di malattie mentali e soprattuttodi psicosi.
Quali sono gli argomenti a favore della legalizzazione della cannabis?
L’attualerapporto europeo sulla drogaafferma che la cannabis è la droga illegale più popolare in Europa.Alla gente piace l'erba e la legislazione non sembra avere alcun effetto su di essa.
Ciò che potrebbe influenzare, tuttavia, è laqualitàdell'erba che arriva sul mercato.La cannabis contaminata da cannabinoidi sintetici rappresenta unpericolo da non sottovalutare.
Per i consumatori è possibile distinguere tra prodotti a base di cannabis pura e prodotti contaminati solo in misura molto limitata.Questi ultimi però hanno un effetto molto più forte e possono portare adeffetti collaterali altrettanto minacciosi.
La legalizzazionerende possibile stabilire e far rispettarestandard di qualitàe quindi proteggere la salute di migliaia di persone.
La legalizzazione della cannabis consente anche l’introduzione di un limite al THC.Negli ultimi 20 anni, ilcontenuto di THCè aumentato costantemente.Da un lato, i ricercatori presumono che ciò aumenti notevolmente ilrischio di dipendenza.D'altra parte, una cannabis troppo forte può avere conseguenze dannose per la salute,come spiega uno studio pubblicato nell'agosto 2023 dalla Yale School of Medicine.
Inoltre, la legalizzazione non sembra apportare un cambiamento fondamentale nel comportamento dei consumatori.In Canada, ad esempio, non si è registrato né un aumento né una diminuzione del consumo da quando è stata lanciata la cannabis nel 2019.
Infine, non vi è alcuna prova che l’uso di cannabis porti nel tempo al passaggio a droghe più pesanti.
Il rilascio della cannabis potrebbe anchealleggerire il peso del sistema giudiziario.Basti pensare che in Germania la polizia e la magistratura si occupano di180.000reati di droga all'anno.Sebbene non tutti siano collegati alla cannabis.Ma grazie alla legalizzazione le forze dell’ordine sarebbero senza dubbio in grado di utilizzare alcune delle loro risorse in modo più efficace.
Inoltre, la legalizzazione della cannabis potrebbe privare la criminalità organizzata di alcune delle sue risorse.
Come sarà la legalizzazione in Germania?
Per quanto riguarda l'immissione in commercio della cannabis, la coalizione del semaforo si ispira all'esempio della Spagna ed evita così gli errori commessi durante la legalizzazione nei Paesi Bassi.
Lìè stato legalizzato il consumo, ma nonl'acquisto e la coltivazione.Ciò ha portato i coffee shop a dover fare affidamento sureti opacheper rifornirsi di cannabis.
Alla fine ciò ha fatto un favore alla criminalità organizzata, che nei Paesi Bassi sta diventando sempre più aperta e aggressiva.
Le cose dovrebbero essere diverse in Germania.Secondo il progetto di legge sarà consentito coltivare l'erbada soli(massimo 3 piante) o acquistarla dai cosiddetticannabis club.
Questi dovrebbero avere unastruttura cooperativa.Ciò significa che i soci (massimo 500 per club) pagano una quota che finanzia la coltivazione delle piante di canapa e la messa in sicurezza delle serre.Il raccolto viene poi distribuito tra i soci.Si tratta pertanto diun'attività non commerciale.
Tuttavia, è consentito consumare un massimo di50 grammi di cannabisa persona al mese e non più di25 grammial giorno.Tuttavia, le persone di età compresa tra 18 e 21 anni potranno ricevere un massimo di 30 grammi di cannabis (con un massimo del 10% di THC) al mese.Il consumo di cannabis resteràillegaleper i minorenni.
Sarà inoltre vietato fumare erba entro200 metridalle scuole, dai parchi giochi e dalle strutture per bambini e giovani.
Considerate la protezione dei bambini e dei giovani, le misure sembrano sensate.Gli scienziati ritengono che il tetraidrocannabinolo (THC)inibisca lo sviluppo delle funzioni cerebrali, comeconfermato da un recente studio dell'American Addiction Center.Si consiglia quindi di non iniziare a fumare erba troppo presto.
Il modello di legalizzazione previsto offre numerosi vantaggi:
Quando i cannabis club coltivano in proprio anziché importare, è più facile per loro garantire prodotti di alta qualità e privi di tossine.
I cannabis club tenderanno ad essere strutture chiuse e non potranno fare pubblicità.Quindi non hanno lo scopo di invogliare le persone a iniziare a fumare erba.
Lo sviluppo del turismo della cannabis come nei Paesi Bassi viene impedito.
Poiché i cannabis club sono autorizzati a vendere solo marijuana coltivata in casa, non hanno alcun incentivo particolare ad attingere al mercato nero, il che può contribuire a prosciugarlo.
Ora si potrebbe sostenere che in questo modo non sarà possibile gustare prodotti a base di cannabis come il Charas indiano o il Primero marocchino.Ciò non solo è un peccato, ma potrebbe anche incoraggiare il mercato nero.
Abbastanza possibile.Ma quante persone sceglierebbero un hashish costoso e illegale quando esiste la possibilità di ottenere erba di alta qualità a prezzi accessibili?Osiamo fare una previsione: non moltissimi.
Tuttavia, a questo punto è necessario assicurarsi chevenga coltivataabbastanza erba legale per soddisfare la domanda.
Quanto è probabile la legalizzazione nel 2023?
Il governo ha già approvato il disegno di legge.Ora deve ancora essere approvato dal Bundestag.
Al momento non è chiaro quando entrerà in vigore esattamente la legge.Tuttavia, il ministro federale della sanità Karl Lauterbach è fiducioso che ciòavvenga al più tardi entroil 1° gennaio .
Conclusione
Sembra ovvio che lo status legale della cannabis abbia un impatto minimo sul comportamento dei consumatori.Tuttavia ,legalizzare la marijuanapuò rendernepiù sicuro l'uso.
Quindi, rispetto alla criminalizzazione, la legalizzazione potrebbe essere un modopiù efficace(e sicuramente più delicato) pertutelare la salute dei cittadini, che è qui il vero punto.Alleggerire il peso della magistratura e della polizia potrebbe essere un gradito effetto collaterale.
La Germania ha optato per unapproccio cautoche non sembra mirato a trasformare la cannabis in un fattore economico, masi concentra piuttosto sullatutela dei consumatori .Noi di Terre di Cannabis speriamo di poter constatare di persona al più tardi entro il 2024.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/haschisch-ein-uberblick-uber-diesen-cannabisextrakt2023-09-22T13:32:00+02:002024-02-27T19:11:47+01:00Hashish: una panoramica di questo estratto di cannabisMarco Cappiello
L'hashish fa parte da secoli di un'ampia varietà di culture: dalle montagne del Rif nel Nord Africa all'Europa e al Medio Oriente fino al subcontinente indiano. Tuttavia è molto meno conosciuta della marijuana, almeno alle nostre latitudini. Quindi in questo post daremo una panoramica di questa sostanza.
Sommario:
Cos'è l'hashish? – Una definizione
Come si prepara l'hashish?
Come si fuma l'hashish?
Quanto dura l'hashish?
Cos'è l'hashish? – Una definizione
L'hashish è fondamentalmente resina pressata in lastre o blocchi estratta dalle piante di cannabis. Potresti anche definire l'hashish il " padre di tutti gli estratti di cannabis" . La sua prima menzione scritta risale ad un opuscolo egiziano del XII secolo (Booth, M. “Cannabis: A History”, 2003).
Come si prepara l'hashish?
Nel corso dei secoli si sono evoluti due approcci principali per produrre l'hashish: setacciatura e sfregamento a mano .
Setacciatura: per fare questo, si lasciano asciugare i fiori di canapa e poi si scuotono su un setaccio a maglia fine . In questo modo si ottiene la resina, che poi basta premere insieme. Le singole infiorescenze possono essere utilizzate più volte. Tuttavia, quanto più spesso si setacciano i fiori, tanto minore sarà la qualità dell'hashish risultante.
Sfregamento delle mani: qui si strofinano prima i fiori delle piante vive con i palmi delle mani finché non diventano belli, appiccicosi e ricoperti di resina verde-marrone. Questo viene poi rimosso mediante fogli di carta ed infine trasformato in piccole barrette o palline.
Poiché l'hashish grattugiato a mano è tipico di paesi come India, Afghanistan e Nepal, è composto fondamentalmente da Cannabis Indica . Chiunque lo consumi può quindi aspettarsi un effetto calmante e rilassante .
I ceppi ottenuti tramite setacciatura , invece, sono comuni nel Nord Africa e nel Medio Oriente, dove la Cannabis Sativa è più apprezzata. Ecco perché tendono a provocare un effetto tonificante e inebriante .
Tuttavia, l'hashish può essere prodotto anche utilizzando l'estrazione con acqua . Per fare questo, posiziona i fiori di cannabis in un secchio dotato di sacchetti colino, riempilo con acqua e ghiaccio e mescola il tutto energicamente. In questo modo i tricomi vengono liberati dai fiori e vengono poi filtrati attraverso dei sacchetti a setaccio sempre più fini.
Nell'estrazione dell'acqua non vengono utilizzate sostanze chimiche. Per quanto riguarda la purezza dell'hashish, questa non è in alcun modo inferiore ai metodi descritti in precedenza.
Questa tecnica consente di filtrare i tricomi molto fini e produrre un hashish molto forte che può contenere oltre il 50% di THC . Il più grande vantaggio dell'estrazione con acqua, tuttavia, è che la bassa temperatura protegge i terpeni: le sostanze responsabili dell'odore e del gusto dei fiori di cannabis.
Come si fuma l'hashish?
Poiché l'hashish è resina, lo mescoli con tabacco o cannabis per bruciarlo. Un'opzione è quella di arrotolare questa miscela in uno spinello. Il vantaggio: puoi fumarlo comodamente e assumere il principio attivo per un periodo di tempo più lungo .
In alternativa potete utilizzare pipe, bong e chillum. Ma qui non puoi fare a meno di tiri potenti, che inevitabilmente si traducono in uno sballo più forte . Raccomandiamo cautela.
Se preferisci evitare la combustione, puoi anche vaporizzare il tuo hashish . In questo caso potete gustarlo anche puro . A livello di gusto è un'esperienza. Tuttavia, se sei abituato a fumare hashish, probabilmente troverai i tiri un po' troppo fragili.
Quanto dura l'hashish?
Qui entrano in gioco diversi fattori: assuefazione, metabolismo individuale, contenuto di THC dell'hashish. Anche la forma di assunzione non è secondaria; uno spinello è molto più innocuo di un bong.
In linea di principio, tuttavia, si può presumere che l'effetto raggiunga il suo picco circa 10-30 minuti dopo l'assunzione. Potrebbero essere necessarie più di 3 ore prima che scompaia completamente.
Se volete riprendervi più velocemente dall'intossicazione, dovreste consumare zucchero e vitamine (preferibilmente frutta e succhi di frutta) e prendere una boccata d'aria fresca.
Se vuoi provare questo delizioso e tradizionale estratto di cannabis senza dover affrontare questi fastidiosi effetti collaterali, ti consigliamo il nostro hash CBD . Contiene molto cannabidiolo ed è ottenuto da piante di canapa coltivate biologicamente .
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https://terredicannabis.com/blogs/news/hhc-vs-thc-wie-ahnlich-sind-diese-wirkstoffe-wirklich2023-09-12T14:56:21+02:002024-02-27T19:18:09+01:00HHC vs THC: quanto sono realmente simili questi principi attivi?Marco CappielloL'hype che circonda HHC non sembra voler scomparire.Questo cannabinoide è considerato da molti un'alternativa legale al THC e gode di crescente popolarità anche in Germania.Ma HHC vale tutta questa confusione?In questo post affronteremo questo argomento e risponderemo alle seguenti domande:
Cos'è l'HHC?
Cos'è il THC?
Come funziona l'HHC?
HHC ti rende dipendente?
Come funziona il THC?
Il THC ti rende dipendente?
L'HHC è legale?
Il THC è legale?
Conclusione
Cos'è l'esaidrocannabinolo (HHC)?
La storia dell'HHC inizia nel 1940 quando il chimico americano Roger Adams decise di mescolare il THC con l'idrogeno.Il risultato è un cannabinoide daglieffetti psicoattiviche è più stabile del THC e può quindi essere conservato più a lungo.
Il grande svantaggio dell'HHC è che le piante di cannabislo producono in quantità molto piccole,indipendentemente dalla varietà .Di conseguenza, l’HHC è in gran parteprodotto sinteticamente.Nella maggior parte dei casi, i fiori HHC non sono altro che fiori CBD su cui è stato spruzzato esaidrocannabinolo liquido.Ciò aumenta il rischio di contaminazione.
Inoltre si sa molto poco sugli effetti dell’HHC e quindi sui rischi legati al suo consumo.
Cos'è il tetraidrocannabinolo (THC)?
Il tetraidrocannabinolo (THC) è probabilmente il cannabinoide più famoso.Ha lapotenza psicoattiva più fortetra tutti gli ingredienti attivi presenti nella cannabis ed è il motivo per cui la cannabis viene utilizzata da migliaia di anni.I ricercatoripresumono che il consumo di cannabis sia per scopi rituali che per piacere fosse già relativamente diffuso in Cina 2.500 anni fa.
Le prove a sostegno dell'uso medicodella cannabis sono ancora più antiche.Fu introdotto 2.800 anni fa nella farmacopea dell'imperatore cinese Shen Nung, considerato il padre della medicina tradizionale cinese.
Oggi sono sempre più numerosi gli studi che sottolineano che il THCpuò essere utile controil dolore, i disturbi del sonno ela depressione , tra le altre cose.Per questo motivo, molti paesi hanno introdottoprogrammi sulla cannabis terapeutica, tra cui Germania, Italia, Uruguay, Brasile e Canada.
Come funziona l'HHC?
L'HHC ti fa sballare?SÌ.Almeno questo è certo.Sebbene manchino studi scientifici, a questa domanda è possibile rispondere senza dubbio grazie ai numerosi rapporti.
Di conseguenza, l’HHC può rilassare, rallegrare temporaneamente l’umore e possibilmente favorire il sonno.Gli effetti meno piacevoli includono:
battito cardiaco
Attacchi di panico
Stordimento
vertigini
Diarrea
nausea
Tuttavia, un effetto simile dopo il consumo non significa che gli effetti a lungo termine siano gli stessi.Mentre il THCè stato studiato per molto tempoed è quindi in qualche modo consapevole dei suoi vantaggi e svantaggi, l’HHC è un territorio scientificamente nuovo.
HHC ti rende dipendente?
Per dare una risposta chiara a questa domanda sarebbero necessari ulteriori studi scientifici.Tuttavia , poiché l'HHCdifferisce poco dal THC a livello chimico, si potrebbe supporre che abbia un potenziale di dipendenza.
Come funziona il THC?
Gli effetti del THC dipendono da vari fattori, non ultimo ilcontenuto di THCdel prodotto consumato e la quantità assunta.Anche il tipo di assunzionegiocaun ruolo.Con uno spinello gli effetti si manifestano più velocemente che con una space cake, ma svaniscono anche più velocemente.
Ma il tipo di cannabis non è irrilevante quando si tratta dell’effetto.La cannabis sativatendea produrre uneffetto euforico,mentrele varietà indica hanno un effetto più rilassante.Alla fine contano anche fattori individuali come il metabolismo e l’abituarsi al principio attivo.
A breve termine, gli effetti collaterali del THC sono abbastanza simili a quelli dell’HHC e sono generalmente lievi.Tuttavia, conl’uso continuativo,il THC può causare problemi di memoria e attenzione.Ma anche mancanza di motivazione, problemi di apprendimento o “nebbia cerebrale”.
La buona notizia: col tempo i sintomi menzionati tendono a scomparire.Per fare questo, devi smettere di consumare THC o almeno ridurlo drasticamente.
Il THC ti rende dipendente?
Sebbene il rischio sia significativamente più elevato per molte altre sostanze (come alcol o cocaina),il THC può creare dipendenza.Si stima che circa il 10% di coloro che consumano THC sviluppino una dipendenza.Vale quanto segue: più spesso prendi il THC, più è probabile che diventi dipendente.
L'HHC è legale?
L'HHC è attualmente ancora legale, o meglio non vietato, in Germania.Questo principio attivo si colloca in unazona grigia dal punto di vista legale.I cannabinoidi sintetici sono vietati in Germania.Poiché teoricamente l'HHC può essere estratto anche dalle piante di canapa, è considerato uncannabinoide semisintetico.
La situazione, però, potrebbe presto cambiare.Da un lato si sa molto poco dell’HHC e dei suoi effetti.D’altro canto, molti paesi – tra cui Austria, Belgio, Danimarca e Regno Unito – hanno già classificato l’HHC come illegale.
Il THC è legale?
Presto sarà così anche in Germania.Secondo il progetto di legge, potrai coltivare fino atre piantee acquistarefino a50 grammi di cannabis al mese .
Al momento non è chiaro quando esattamente dovrebbe avvenire la legalizzazione.Dipende dalla rapidità con cui la legge passerà al Bundestag.Tuttavia, il Ministro della Salute prevede che ciò accada quest’anno.
Conclusione
Sia il THC che l'HHCproducono uno sballo.Secondo l’esperienza dell’utente, gli effetti sono paragonabili, ma sono più forti con il THC.
Il più grande vantaggio del THC è probabilmente che, in linea di principio, è possibile acquistare o coltivarefiori di THC puried evitare così qualsiasi additivo chimico.L'HHC, invece, èprodotto sinteticamente.
Va notato che il THC è ancora illegale in Germania, mentre la distribuzione e il consumo di HHC sono attualmente consentiti.
Indipendentemente dalla situazione legale, il consumo di entrambe le sostanze comporta un certo rischio.Tuttavia, quando si tratta di THC, esistono sufficienti informazioni scientificamente fondate per, in linea di principio, prendere una decisione informata.Questo non è il caso dell’HHC.
Se non ti preoccupa il rischio di dipendenza e di effetti collaterali e vuoi comunque godertila canapa di alta qualità, puoi sceglierei fiori di CBD.Da un lato, si ritiene che il cannabidiolo (CBD) abbiapochi effetti collaterali.D’altronde noncrea dipendenza, come conferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/hhc-und-cbd-im-vergleich2023-07-05T13:47:27+02:002024-02-27T19:26:17+01:00HHC e CBD a confrontoMarco Cappiello
Sebbene il CBD goda di grande popolarità ormai da circa un decennio e sempre più studi stiano esplorando le sue proprietà benefiche, l’HHC è ancora un punto vuoto. E questo sia per quanto riguarda gli effetti che per quanto riguarda la situazione giuridica .
In questo post daremo uno sguardo più da vicino ad entrambi i cannabinoidi, li confronteremo tra loro e infine faremo una raccomandazione.
Sommario:
Una panoramica di HHC
Una panoramica del CBD
HHC: effetti ed effetti collaterali
CBD: effetti ed effetti collaterali
Il CBD è legale in Germania?
L'HHC è legale in Germania?
Qual è la differenza tra CBD e HHC?
Conclusione
Una panoramica di HHC
L'esaidrocannabinolo (HHC) è uno dei cosiddetti cannabinoidi semisintetici ed è un derivato del THC. Di conseguenza, è accompagnato da un effetto psicoattivo non dissimile da quello del THC.
L'HHC fu scoperto nel 1940; o meglio creato. Il suo inventore, il chimico americano Roger Adams, lo sintetizzò mescolando insieme idrogeno e delta-THC.
L'HHC può teoricamente essere estratto dal polline e dai semi. Tuttavia, poiché la pianta di canapa la produce in quantità molto piccole, il processo è lungo e non ne vale la pena. In pratica si tratta sostanzialmente di HHC prodotto sinteticamente . Questo potrebbe essere il motivo per cui questo principio attivo è stato ignorato per molto tempo.
Sebbene l’HHC sia noto da più di ottant’anni, i suoi effetti sono stati difficilmente studiati . C’è ancora molta incertezza, soprattutto per quanto riguarda le conseguenze a lungo termine che potrebbe avere l’assunzione regolare di HHC.
Una panoramica del CBD
Ancora una volta, dobbiamo essere grati a Roger Adams. Ha dato un enorme contributo alla ricerca sul potenziale terapeutico della cannabis , che si dice gli piacesse anche consumare, cosa che gli ha causato qualche mal di testa nonostante il suo eccezionale lavoro scientifico.
Inoltre, a differenza del THC e dell’HHC, il CBD non è una sostanza psicoattiva, il che lo rende un’opzione senza dubbio sicura.
Il CBD è anche un cannabinoide naturale che si trova in quantità elevate in alcune varietà di cannabis. Finché nella coltivazione e nell'ulteriore lavorazione della canapa non vengono utilizzati additivi chimici, il CBD è un prodotto naturale al 100% .
HHC: effetti ed effetti collaterali
Una cosa in anticipo: l'HHC è inebriante . Sebbene il suo effetto possa essere paragonato a quello del THC, generalmente si dice che sia più lieve.
Dai pochi studi sugli effetti dell'HHC e dalle segnalazioni di chi lo assume, si evince che il consumo di HHC può essere associato ai seguenti effetti:
Rilassamento fisico
Polso alto
Sonnolenza o vertigini
Voglie di cibo
Lenitivo di vari dolori
Ilarità e scoppi di risate
Attacchi di panico
A causa della sua somiglianza strutturale con il THC, si sospetta anche che l’HHC possa avere effetti terapeutici simili. Tuttavia, sembra che ci sia ancora molta strada da fare prima di poter fare affermazioni scientificamente valide al riguardo.
Poiché nella maggior parte dei casi viene prodotto sinteticamente (i fiori HHC sono spesso fiori CBD con un basso contenuto di principi attivi che vengono spruzzati con HHC liquido ), potrebbe contenere anche residui tossici.
Va infine sottolineato che l’HHC ha un potenziale di dipendenza da non sottovalutare e che non è possibile fare alcuna affermazione scientificamente fondata sulla sua sicurezza e tollerabilità.
CBD: effetti ed effetti collaterali
Il CBD è considerato sicuro e ben tollerato. Questo cannabinoide naturale sviluppa il suo effetto attraverso la sua interazione con il sistema endocannabinoide del corpo (ECS). Questo complesso sistema, che forma una rete di recettori distribuiti in tutto il corpo, è responsabile di un'ampia gamma di funzioni fisiologiche. Questi includono:
Elaborazione delle emozioni
La percezione del dolore
Il ritmo del sonno
Stimolando i recettori sopra menzionati , il cannabidiolo può influenzare positivamente questi processi. Da un lato, può contribuire al benessere generale. D'altra parte, si ritiene che questo principio attivo possa supportare l'organismo nei seguenti casi:
Disturbi d'ansia
insonnia
emicrania
fatica
PMS e dolori mestruali
Dolore cronico e acuto
Sbalzi d'umore
Se usato localmente, il CBD può anche alleviare il dolore muscolare e favorire il recupero muscolare dopo l’esercizio.
Gli effetti collaterali si verificano solo in rari casi durante l'assunzione di CBD e di solito possono essere attribuiti a un dosaggio molto elevato . Tuttavia, in genere è possibile escludere il rischio di overdose o di sviluppo di dipendenza dal CBD.
Il CBD è legale in Germania?
La risposta breve è sì. Devi però tenere conto di due cose:
Secondo l’Ufficio federale per la tutela dei consumatori e la sicurezza alimentare (BVL), i prodotti contenenti CBD non possono essere commercializzati come alimenti.
Il contenuto di THC non deve superare lo 0,2%.
L'HHC è legale in Germania?
HHC si trova in una zona grigia dal punto di vista legale e non solo in questo paese. In Germania, la nuova legge sulle sostanze psicoattive (NpSG) vieta la distribuzione e il consumo di cannabinoidi sintetici. Tuttavia, poiché l’HHC è un cannabinoide semisintetico che in linea di principio viene estratto anche dalla pianta di canapa, molti sostengono che non possa rientrare nella NpSG. Ciò è ovviamente discutibile e si può presumere che ciò accadrà.
Dal punto di vista legale, l'HHC non è considerato un narcotico in Germania, il che può sembrare discutibile visti i suoi effetti. E questo è il punto. Sembra ragionevole presumere che l'approccio del legislatore potrebbe cambiare con la maggiore diffusione dei prodotti HHC. Almeno fino a quando la sicurezza e la tollerabilità di questo principio attivo non saranno state sufficientemente indagate.
Qual è la differenza tra CBD e HHC?
Nonostante la loro struttura sorprendentemente simile, CBD e HHC possono essere descritti come antagonisti . Ciò significa che hanno sostanzialmente effetti opposti che, se necessario, possono bilanciarsi a vicenda.
Potrebbe quindi sembrare sensato combinare entrambi i principi attivi. Come con il THC, alcuni consumatori riferiscono che la combinazione di HHC e CBD porta ad un effetto rilassante e previene possibili attacchi di panico.
Detto questo, l’HHC è un principio attivo (psicoattivo) poco studiato la cui produzione, a differenza del CBD, è in gran parte non regolamentata e quindi non richiede controlli di qualità approfonditi .
La tabella seguente fornisce una panoramica delle principali differenze:
HHC
CBD
Struttura chimica
C21H32O2
C21H30O2
Effetto inebriante
SÌ
NO
Sicuro e ben tollerato
NO
SÌ
Potenziale di dipendenza
SÌ
NO
Situazione giuridica
Zona grigia giuridica
Legale
Origine
Fondamentalmente sintetico
Naturalmente
Esaminato scientificamente
NO
SÌ
Conclusione
A causa della sua somiglianza con il THC, l’HHC potrebbe avere effetti terapeutici comparabili. Nel 2023, la ricerca sull’HHC è ancora agli inizi e mancano studi sui suoi effetti a breve e lungo termine. Per questo motivo sembra ragionevole supporre che un numero crescente di paesi aggiungerà l’HHC all’elenco delle sostanze psicoattive.
La situazione è diversa con il CBD. Che si tratti di fiori CBD, hash CBD o olio CBD: il cannabidiolo è considerato un'opzione sicura, ricercata e comprovata per aumentare il benessere quotidiano. Di conseguenza, il CBD non è solo legale , ma anche disponibile gratuitamente .
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https://terredicannabis.com/blogs/news/cbd-tee-selbst-machen-der-leitfaden2023-06-01T21:22:30+02:002024-02-27T19:32:09+01:00Prepara tu stesso il tè al CBD: la guidaMarco CappielloIl tè al CBD è il modo ottimale per godere delle proprietà benefiche dei fiori di CBD di alta qualità evitando la combustione e l'evaporazione. In questo articolo spieghiamo come preparare da soli il tè ai fiori di canapa CBD e consigliamo anche tre deliziose e benefiche ricette.
Sommario:
Cos'è il CBD?
Come funziona il CBD?
Che effetto ha il tè al CBD?
Come si prepara il tè ai fiori di canapa?
Puoi bere il tè alla canapa tutti i giorni?
Il tè alla canapa ha effetti collaterali?
3 ricette per sostenerti mattina, pranzo e sera
Cos'è il CBD?
Il CBD o cannabidiolo è uno degli oltre cento cannabinoidi presenti nella pianta di canapa. Rispetto al THC, probabilmente il cannabinoide più famoso, il CBD non ha un effetto inebriante , ma possiede numerose proprietà benefiche.
Come funziona il CBD?
Una recensione narrativa sugli effetti del CBD pubblicata nel 2022 sottolinea che il CBD supporta l'organismo in numerosi disturbi attraverso la sua interazione con il sistema endocannabinoide (ECS) . L'ECS è costituito da una rete di recettori (CB1 e CB2) distribuiti in tutto il corpo. Questi sono responsabili della regolazione di vari processi biologici che possono essere influenzati positivamente dall'assunzione di CBD .
Che effetto ha il tè al CBD?
Il tè al CBD offre supporto per un'ampia varietà di disturbi e aumenta anche il benessere generale.
Allevia il mal di stomaco e favorisce una sana digestione . Il mal di stomaco è spesso causato da un’infiammazione del tratto gastrointestinale. Stimolando i recettori CB2 , il CBD può favorire la risoluzione dell'infiammazione e quindi essere utile per il dolore allo stomaco correlato all'infiammazione. Inoltre, si dice che il CBD abbia effetti rilassanti , che hanno un effetto positivo indiretto sulla digestione.
Per aumentare la concentrazione. Come già spiegato, il CBD può aiutarti a dormire meglio, il che ha un effetto positivo sulla concentrazione e sulla capacità di apprendimento . Si ritiene inoltre che il CBD possa inibire il rilascio di cortisolo, noto anche come ormone dello stress e che ha dimostrato di rallentare il cervello quando si tratta di affrontare compiti cognitivamente impegnativi.
Per potenziare una proprietà specifica del CBD, è possibile aggiungere al tè alla canapa una serie di erbe selezionate. Approfondiremo questo argomento nelle nostre ricette alla fine di questo post.
Come si prepara il tè ai fiori di canapa?
Per preparare un buon tè ai fiori di canapa CBD, vi consigliamo di procedere come segue:
Per prima cosa dovresti tritare accuratamente i fiori di canapa . In questo modo si aumenta la superficie di estrazione e si possono sviluppare meglio gli effetti benefici del CBD. Un buon dosaggio per iniziare potrebbe essere 2,5 g di fiori di CBD per 250 ml di acqua. Se l'effetto desiderato non si ottiene, la prossima volta potrete usare un po' più di cannabis.
Portare quindi a ebollizione l'acqua con i fiori tritati e lasciare cuocere a fuoco lento il tè con il coperchio per 15-20 minuti .
Quindi aggiungi un cucchiaio di legno di latte (anche il latte vegetale funziona meravigliosamente) e lascia cuocere a fuoco lento il tuo tè ai fiori di canapa per altri 10 minuti . Il CBD è liposolubile e in questo modo viene assorbito meglio.
Completare!
Puoi bere il tè alla canapa tutti i giorni?
Comunque. Da un lato, il CBD non provoca dipendenza e può quindi essere assunto senza preoccupazioni a lungo termine. D'altro canto si presuppone che il CBD sviluppi pienamente il suo effetto solo se assunto costantemente.
Il tè alla canapa ha effetti collaterali?
Se si utilizzano fiori CBD di alta qualità che non contengono più dello 0,2% di THC , in genere si può escludere il verificarsi di gravi effetti collaterali. Gli unici effetti collaterali noti sono l'affaticamento e l'aumento della stanchezza. Tuttavia, chiunque usi il tè al CBD per addormentarsi difficilmente parlerebbe di un effetto collaterale indesiderato.
3 ricette per sostenerti mattina, pranzo e sera
Per queste tre ricette consigliamo di preparare il tè al CBD come già spiegato. Le erbe aggiuntive vengono quindi aggiunte alla bevanda calda, ma non più bollente.
1. Tè al CBD per una maggiore concentrazione ( Silver Haze CBD e Yerba Mate)
Silver Haze CBD è la nostra varietà più leggera ed è anche ricca di carofillene, un terpene che si dice abbia proprietà di miglioramento dell'umore e anti-ansia . L'erba Mate, invece, ha un effetto stimolante e attivante. Se volete addolcire questo tè, potete sicuramente scegliere il miele di eucalipto. Il suo gusto speziato si sposa meravigliosamente con l'aroma amaro dell'erba mate.
Aggiungere qualche foglia di yerba mate per 250 ml di tè e lasciare in infusione per 5-7 minuti.
2. Tè al CBD per una buona digestione ( AK-47 CBD e menta)
Con un contenuto di CBD del 20%, la nostra AK-47 è una varietà molto equilibrata con cui puoi concederti tranquillamente durante il giorno. La menta ha un effetto benefico su problemi digestivi di ogni tipo e può anche alleviare il mal di stomaco e la nausea. Questo tè offre la combinazione ideale per riprendersi da un pranzo pesante. Se volete addolcirlo vi conviene sempre aggiungere un po' di miele di limone.
Aggiungere 7-10 foglie di menta per 250 ml di tè e lasciare in infusione per circa 10 minuti.
3. Tè al CBD per dormire meglio ( diesel CBD , melissa e fiori di malva)
Diesel CBD si distingue per il suo altissimo contenuto di CBD ed è ideale per favorire un sonno ristoratore in combinazione con melissa e fiori di malva . La melissa si sposa perfettamente anche con il gusto speziato e fruttato del nostro Diesel CBD. Consigliamo il miele d'arancio per addolcirlo.
Aggiungere 30 g di melissa e 30 g di fiori di malva per 250 ml di tè e lasciare in infusione per 10 minuti.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/hhc-alles-wissenswerte-uber-dieses-neue-cannabinoid2023-05-10T12:46:08+02:002024-02-27T19:40:58+01:00HHC: Tutto quello che devi sapere su questo nuovo cannabinoideMarco Cappiello
Un nuovo cannabinoide sta attualmente scuotendo l’industria del CBD: l’HHC . Sia i ricercatori che i produttori si concentrano sempre più su questo principio attivo contenuto nella Cannabis Sativa e alcuni sono già entusiasti delle sue proprietà benefiche.
In questo clima a volte euforico, l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA) ha pubblicato un rapporto che fornisce una panoramica dell'HHC ed evidenzia i rischi associati a questo mercato nuovo e ancora non regolamentato .
In questo articolo abbiamo cercato di riassumere lo stato attuale delle conoscenze e di affrontare le seguenti domande:
• Cos'è l'HHC? • Quanto è sicuro l'HHC? • Come funziona l'HHC? • Qual è la differenza tra HHC e THC? • L'HHC è legale in Germania? • Come prendere l'HHC • L'HHC risulta dai test antidroga?
Cos'è l'HHC?
1. L'esaidrocannabinolo (HHC) fu scoperto nel 1940 dal chimico americano Roger Adams . Tuttavia, non lo estrasse dalla pianta di canapa, ma lo sintetizzò combinando delta-THC e idrogeno.
2. L'HHC è un cannabinoide sintetico o semisintetico . La pianta di canapa lo produce in quantità estremamente ridotte ed è possibile estrarlo dai semi e dal polline. Tuttavia, poiché questo processo è complesso e non conveniente, le persone tendono a produrlo in laboratorio.
3. Sebbene sia stato scoperto più di 80 anni fa, gli effetti dell’HHC sugli esseri umani sono poco conosciuti .
4. La struttura chimica dell'HHC è molto simile a quella del THC: il cannabinoide inebriante classificato come sostanza psicoattiva.
5. L'HHC è commercializzato come alternativa legale al THC.
6. C’è ancora molta incertezza riguardo alle conseguenze sia a breve che a lungo termine del consumo di HHC.
Quanto è sicuro l'HHC?
Il numero di studi sull’HHC è attualmente ancora gestibile. Tuttavia, i primi risultati suggeriscono cautela.
Ad esempio , questo studio ha esplorato gli effetti di vari cannabinoidi sintetici simili all’HHC sugli animali. È stato scoperto che alcuni hanno dimostrato di avere effetti antidolorifici. Altri, invece, hanno portato allo sviluppo della depressione .
In un articolo pubblicato su Cannabis and Cannabinoid Research, i ricercatori hanno espresso preoccupazione per il crescente utilizzo di HHC nonostante la mancanza di prove scientifiche sui suoi effetti, effetti collaterali e sicurezza.
Ciò è, si legge, dovuto alle lacune nelle legislazioni dei rispettivi paesi. Secondo gli autori, i nuovi cannabinoidi dovrebbero essere sottoposti agli stessi test come ad es. B. Oggetto THC, CBD e CBG. Solo allora dovresti iniziare qualsiasi attività di marketing. In questo modo si potrebbero escludere rischi per la salute , compreso il possibile rischio di dipendenza .
Come funziona l'HHC?
I prodotti HHC sono disponibili in Europa da maggio 2022 e ne vengono costantemente aggiunti di nuovi, come: B. HHC-O o HHC-P.
Come spiegato in precedenza, alcuni studi suggeriscono che il THC e l’HHC hanno effetti simili . Le segnalazioni di chi ha assunto HHC vanno nella stessa direzione.
Di conseguenza, puoi aspettarti i seguenti effetti dopo aver usato HHC:
Rilassamento
Stordimento
battito cardiaco
fame
sonnolenza
Ilarità
Allevia qualsiasi dolore
Per alcuni, questo sembra essere un sogno diventato realtà: proprio come il THC, solo sicuro e legale. Ed è esattamente ciò su cui ci concentriamo quando commercializziamo HHC.
Tuttavia, va notato che solo pochissimi prodotti HHC sono fabbricati in conformità con le linee guida di garanzia della qualità come GACP, GMP, HACCP . Tuttavia, questi sono particolarmente importanti per i prodotti destinati al consumo finale, poiché garantiscono qualità e trasparenza durante l’intero processo produttivo.
Inoltre, la ricerca sui cannabinoidi prodotti sinteticamente, soprattutto per quanto riguarda gli effetti a lungo termine, non è nemmeno agli inizi e la loro distribuzione è ancora in gran parte non regolamentata .
Tuttavia, questo viene spesso tenuto segreto.
Qual è la differenza tra HHC e THC?
Proprio come il THC, il CBD e molti altri cannabinoidi, anche l'HHC sembra interagire con il sistema endocannabinoide del corpo .
Sebbene la sua struttura chimica sia simile a quella del THC, esistono alcune differenze nelle proprietà di questi due cannabinoidi:
Sebbene esistano molte varietà di canapa che hanno un contenuto di THC molto elevato, l’HHC si trova naturalmente in quantità molto piccole . Di conseguenza, i produttori optano generalmente per la produzione sintetica mediante idrogenazione . A livello strutturale, l’HHC ha atomi di carbonio idrogenati e una molecola di estere, cosa che manca al THC.
L'HHC sembra avere una struttura più stabile del THC. Di conseguenza, si degraderebbe più lentamente e resisterebbe meglio alle influenze esterne. Sia i produttori che i venditori potrebbero trarne vantaggio in quanto renderebbe più semplice lo stoccaggio e prolungherebbe la durata di conservazione.
Sia la vendita che il consumo di THC sono vietati in molti paesi. In HHC, tuttavia, mancano leggi che regolano il marketing e il consumo. Ciò potrebbe rappresentare sia un ostacolo per i produttori che un rischio per i consumatori .
Alcuni produttori commercializzano l'HHC come sicuro e ben tollerato. Ma mentre esistono numerosi studi sui rischi (e sugli effetti positivi) del THC, permangono ancora molte incertezze nel caso dell’HHC.
L'HHC è legale in Germania?
Dato che questo cannabinoide ha un effetto psicoattivo , proprio come il THC , sembrerebbe logico vietarlo. Tuttavia, questo non è il caso. Né si può dire con assoluta certezza che sia legale. Qui siamo in una zona grigia dal punto di vista legale .
Secondo il New Psychoactive Substances Act (NpSG), i cannabinoidi prodotti sinteticamente sono vietati. Tuttavia, l’HHC è un cannabinoide che si trova anche nella pianta di canapa. Molti produttori sostengono quindi che l’HHC dovrebbe essere considerato un cannabinoide naturale. Inoltre, l’HHC non è legalmente classificato come narcotico.
Quindi puoi ancora presumere di poter acquistare e consumare legalmente HHC. Tuttavia, la situazione potrebbe presto cambiare.
Come viene assunto l'HHC?
HHC è disponibile in molte forme diverse: HHC Vape, Olio, Capsule, Hash e Fiori. Dovresti sapere che i fiori e l'hashish sono solitamente prodotti a base di THC o CBD su cui viene spruzzato l'HHC liquido .
L'HHC risulta dal test antidroga?
Questa è una domanda complicata. Poiché l'HHC presenta grandi somiglianze con l'HHC, in linea di principio potrebbe essere rilevato mediante un test antidroga particolarmente sensibile . D’altro canto questi cannabinoidi sono chimicamente molto simili, ma non esattamente uguali. Di conseguenza, l'HHC potrebbe convertirsi in metaboliti che non determinano un risultato positivo del test.
Tuttavia, il fattore decisivo non dovrebbe essere la questione se potresti essere sorpreso a prendere HHC. Si tratta piuttosto di decidere se si vuole assumere un principio attivo appena studiato.
Noi di Terre di Cannabis siamo sempre interessati ai nuovi cannabinoidi e alle loro potenziali proprietà benefiche. Ma ciò che per noi conta più di ogni altra cosa è il benessere e la sicurezza dei nostri clienti.
Continueremo a monitorare da vicino gli sviluppi riguardanti l'HHC e vi terremo aggiornati.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/yoga-zur-entspannung-bringe-ruhe-in-deinen-alltag2023-03-22T17:28:55+01:002024-02-27T19:54:02+01:00Yoga per il relax: porta la calma nella tua vita quotidianaMarco Cappiello
2. A cosa dovresti prestare attenzione quando fai yoga? 3. Chi respira bene vive meglio 4. 3 esercizi di yoga per combattere lo stress 5. Yoga e CBD: una combinazione perfetta?
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“Voglio iniziare lo yoga domani!” Chi non l’ha pensato o addirittura detto senza mai farvi seguire dall’azione?
Poiché tutto richiede tempo, pazienza e perseveranza, si potrebbe trovare lo yoga un lavoro ingrato.Questa disciplina offrenumerosi vantaggie non necessariamente richiede molto tempo.
Conuna sola posizione yogaal giorno puoi ottenere risultati sorprendenti sia a livello psicologico che fisico.
In questo articolo approfondiremo i seguenti aspetti:
1. 10 benefici dello yoga 2. A cosa dovresti prestare attenzione quando fai yoga? 3. Chi respira bene vive meglio 4. 3 esercizi di yoga per combattere lo stress 5. Yoga e CBD: un binomio perfetto?
10 benefici dello yoga
Nel 2016, l’UNESCO ha dichiarato lo yogapatrimonio culturale mondiale: per una buona ragione.Da un lato ha influenzato “numerosi ambiti della cultura indiana, tra cui l’istruzione, l’arte e la medicina”.D’altro canto, promuove “l’unione di corpo, anima e spirito”.
Questa disciplina ha senza dubbio il potenziale per migliorare radicalmente la qualità della vita di chi la pratica.Ciò è particolarmente vero nei momenti difficili e stressanti.
Lo yoga fa bene allamente, che è focalizzata sullarespirazioneesull'equilibrio: qui e ora.Ma anche per ilcorpo, che diventa piùforteedelastico.Posizioni che all’inizio sembrano irraggiungibili, col tempo diventano parte di una comoda routine, che a sua volta aumenta la fiducia in se stessi.
Di seguito abbiamo elencato i dieci benefici più importanti dello yoga:
• Aumenta la capacità di concentrazione • Rafforza il corpo • Aiuta a ridurre lo stress • Migliora la circolazione sanguigna • Allena il volume polmonare • Rafforza la fiducia in se stessi • Può contrastare i disturbi d'ansia e gli attacchi di panico • Favorisce un sonno sano • Previene il mal di schiena • Può contrastare lo stomaco legato allo stress problemi e mal di testa
Esistono molte forme diverse di questa antica tecnica.L'Hatha yogaè probabilmente il più conosciuto ed è particolarmente adatto a chi vuole staccare dalla frenesia della vita quotidiana.
L’Hatha yoga si concentra su esercizi di respirazione (pranayama) e posizioni del corpo (asana), che aiutano aridurre specificamente lo stress.
Cosa dovresti tenere a mente quando fai yoga?
Se ancora non ne sai molto, i seguenti suggerimenti potrebbero esserti utili:
• Optare per abiti comodi: qui la libertà di movimento è essenziale • Evita di mangiare poco prima dell'allenamento • Vacci piano, soprattutto all'inizio • Sii coerente: una nuova abitudine richiede circa due mesi per stabilirsi • Prova la consapevolezza del corpo eseguendo i movimenti più lentamente , consapevolmente e precisamente possibile. • Se un movimento provoca dolore, interrompere l'esercizio. • In caso di problemi articolari, ossei o muscolari, è necessario consultare un medico prima di iniziare lo yoga.
Altro consiglio: la musica giusta può aiutarti a concentrarti su te stesso e sul tuo corpo, soprattutto all'inizio.
Dovreste scegliere la musica strumentale: va bene la musica classica,le composizioni indiane per sitarsono ancora migliori perché favoriscono particolarmente il rilassamento e la pace interiore.Uno studiopubblicato nel 2021, ad esempio, mostra che alcune scale della musica indiana hanno un effetto rilassante e anti-ansia.
Chi respira bene vive meglio
Prima di iniziare gli esercizi, dovresti prenderti qualche minuto per respirare con calma.
Lo stress, la tensione e una postura scorretta portano a respirare troppo superficialmente e quindi a non assorbire abbastanza ossigeno.Ciò a sua volta porta ad affaticamento, difficoltà di concentrazione e irritabilità.
Da un lato , attraversola respirazione yogapuoiapprofondire la consapevolezza del tuo corpoe quindi prepararti per gli esercizi.D'altra parte, ti aiutaad abituarti a una respirazione sana.
Ecco un suggerimento:
1. Sdraiati sul tappetino e allunga le braccia lungo il corpo. 2. Inspira lentamente: attraverso il naso e nello stomaco.Tira le braccia dietro la testa. 3. Rimani disteso per circa 5 secondi. 4. Espira attraverso il naso e riporta le braccia nella posizione iniziale. Ripeti 6-12 volte.
3 esercizi di yoga per combattere lo stress
1. L'angolo limite
Questa posizione è ottimale per allungare la schiena e aprire i fianchi, il che aiuta a rilasciare la tensione emotiva.
Descrizione:
1. Sedersi sul tappetino e unire le piante dei piedi.Tieni la schiena dritta. 2. Afferra i piedi e spingili verso l'osso pubico. 4. Rilascia anche e ginocchia e mantieni la posizione per 5-10 respiri. 5. Piega la parte superiore del corpo in avanti ed estendi le braccia nella stessa direzione.Mantieni la posizione per 10-20 respiri.
2. Il cane a testa in giù
Questaclassica posizione yogaè una delle cosiddette posizioni di inversione, in cui la testa si trova sotto il cuore.Ciò facilita l'espirazione e quindi aiuta ad abbassare la frequenza cardiaca.Puoi pensarla in questo modo: mentre espiri, lo stress scivola lungo la schiena e le braccia e infine scompare nel pavimento.
Descrizione:
1. Mettiti a quattro zampe. 2. Metti entrambi i piedi dietro di te e spingi il sedere verso l'alto.La schiena e le braccia dovrebbero essere allungate. 3. I talloni dovrebbero tirare verso il pavimento, anche se non devono necessariamente toccarlo. 4. Mantieni la posizione finché non ti senti davvero a tuo agio.
3. Esercizio isometrico del collo
Questo esercizio è ideale per rilassare il collo e le spalle, parti del corpo dove la tensione tende ad accumularsi.
Descrizione:
1. Siediti sul tappetino e mantieni la schiena dritta. 2. Espira e inclina lentamente la testa verso sinistra. 3. Ora posiziona delicatamente la mano destra sull'orecchio sinistro senza esercitare pressione.Mantieni la posizione per 5-10 respiri. 4. Ripeti la procedura con la mano sinistra sull'orecchio destro. 5. Espira e inclina la testa in avanti.Posiziona i palmi delle mani sulla parte posteriore della testa.Anche qui vale lo stesso: nessuna pressione, solo gravità.Mantieni la posizione per 5-10 respiri.
Yoga e CBD: una combinazione perfetta?
“Perfetto” potrebbe essere un po’ esagerato in questo contesto: il CBD e lo yoga stanno davvero bene insieme.
Puoi usarlo prima dello yoga peraumentare la concentrazioneerilassare il corpoper prepararsi agli esercizi. Dopo lo yoga, è ottimale per prolungare il rilassamento efavorireil recupero muscolare .
Se sei interessato, ti consigliamoDiesel CBDeCritical Mass CBD: due varietà di cannabis super rilassanti.Potresti anche provare il nostrohashish Primero CBD.Non solo è fresco e fruttato, ma è anche profondamente rilassante.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/ecco-come-comprare-hashish-online2022-10-02T12:40:02+02:002023-11-08T14:19:25+01:00Ecco come comprare hashish onlineMarco Cappiello
Piccolo spoiler: in questo articolo non ci addentreremo nei meandri del dark web. Non ci soffermeremo nemmeno sui numerosi canali Telegram, nei quali persone con nomi fittizi offrono prodotti di provenienza ignota.
Prodotti per cui spesso viene richiesto un pagamento in anticipo. O che in alternativa possono essere ritirati in garage, scantinati o atri luoghi che tendenzialmente si preferirebbe evitare.
Si tratta qui di canali illegali e servirsene significa esporsi a dei rischi. A seconda della legislazione vigente e della quantità in questione, vanno da un lato messe in conto conseguenze penali. Dall’altro c’è la possibilità di spendere bei soldi per vane promesse.
E se anche andasse tutto per il meglio, ti ritroveresti con un tocco di fumo non certificato. Fumo che in linea di principio viene comprato per poi essere fumato, del quale però non si sa che cosa esattamente contenga.
Infine, converrebbe anche considerare la questione del THC. Della legalizzazione di questo principio attivo bisogna assolutamente discutere. Su un piano sia economico che sociale ci sono infatti solidi argomenti in suo favore.
Detto questo non si può però ignorare che la percentuale di THC della Cannabis Sativa e Indica acquistata illegalmente è notevolmente aumentata. Si tratta di una tendenza preoccupante, le cui potenziale conseguenze non andrebbero sottovalutate. L’assunzione regolare di grande quantità di THC può avere infatti ripercussioni di ampia portata sulla salute psichica.
Se avessi quindi intenzione di comprare hashish o marijuana online ti consigliamo di non impelagarti in offerte di questo tipo e optare piuttosto per l’hash legale o la Cannabis light.
Acquistare hashish online non è semplice come sembra
Negli ultimi anni la domanda di prodotti al CBD è aumentata notevolmente, e non è certo un caso. Il CBD ha infatti molteplici proprietà benefiche ed è privo di effetti collaterali rilevanti. In relazione alla percentuale di principio attivo e al profilo terpenico che lo accompagna, i prodotti che lo contengono possono avere un effetto rilassante, antidolorifico e antiinfiammatorio. Inoltre, possono stimolare l’appetito e favorire un sonno sano e profondo.
Di conseguenza il mercato pullula di offerte e sempre più aziende si gettano nella mischia. Che tu voglia acquistare erba, hashish,olio di CBD o un qualsiasi altro prodotto derivante dalla canapa, ti troverai di fronte a un’innumerevole quantità di varietà, marchi e offerte speciali.
Il rischio è quindi scegliere prodotti che con la qualità non hanno niente a che vedere. Hashish mal conservato, oli di CBD con troppo THC, o infiorescenze raccolte prematuramente sono in agguato dietro ogni angolo.
Comprare marijuana e hashish online non è mai stato così semplice. Eppure, sono sempre più le persone che si chiedono come diavolo ci si dovrebbe orientare in questo guazzabuglio.
Come si trova uno shop affidabile?
Prima di scegliere uno shop converrebbe farsi un’idea generale dell’azienda.
Potresti iniziare dal sito web, senza tralasciare le recensioni. Prese singolarmente non saranno sempre affidabili. Nella loro insieme sono però uno strumento utilissimo per decidere dove acquistare hashish e Cannabis online.
Durante questo primo passaggio potrebbero sorgere domande che potresti poi discutere col servizio clienti. Un’azienda seria dovrebbe poterti spiegare come vengono realizzati i prodotti, che cosa contengono e quali sono i loro effetti.
È inoltre importante assicurarsi che i metodi di pagamento offerti siano sicuri e certificati.
A chi fosse alla ricerca del luogo ideale per rifornirsi di canapa light e hashish legale consigliamo infine di orientarsi ai seguenti criteri:
Come vengono coltivate le piante di Cannabis legale? L’hashish al CBD si ottiene dalla parte più pregiata della canapa legale, i tricomi. Questi pelucchi fini e collosi ricoprono le infiorescenze femminili e sono responsabili di tutti i loro effetti benefici. Vale quindi la pena chiedersi se queste infiorescenze siano state esposte a insetticidi, contengano metalli pesanti, o abbiano ricevuto fertilizzanti chimici.
Si tratta davvero di marijuana legale? Il THC ha da un lato numerosi effetti collaterali, che vanno dalla nausea fino alla paranoia. Dall’altro è illegale, anche secondo la legge italiana. Conviene dunque acquistare hashish regolarmente testato da laboratori indipendenti. Questo è infatti l’unico modo per essere sicuri che il valore limite dello 0,2% di THC non venga superato.
Il processo produttivo è ecosostenibile? Oggi più che mai sono necessari modelli produttivi sostenibili. Modelli che si basino su un utilizzo consapevole delle risorse naturali, sulla riduzione delle emissioni di CO2, e sul il miglioramento della fertilità del suolo. Scegliere prodotti realizzati in accordo con questi principi non salverà il mondo. Può però senza dubbio contribuire a lanciare un messaggio chiaro: non a spese dell’ambiente.
A questo punto ti starai probabilmente chiedendo se i nostri prodotti per caso non corrispondano proprio a questi criteri.
Si, lo fanno. Ma non è un caso, bensì il frutto di una scelta consapevole. Il nostro obbiettivo è infatti offrire prodotti che siano all’altezza della nostra responsabilità, tanto verso l’ambiente quanto verso i nostri clienti.
Se hai dubbi e domande oppure vuoi condividere con noi desideri, consigli o critiche, non esitare a contattarci direttamente su WhatsApp al 349 82 68 779.
Non vediamo l’ora di aiutarti nella ricerca del prodotto più adatto a te.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/blunt-cose-e-come-si-fa2021-05-11T10:26:41+02:002023-11-08T14:19:00+01:00BLUNT: cos'è e come si fa?Marco CappielloAltro]]>
L’arte del rollare è sempre stata un elemento affascinante per i consumatori di cannabis sativa, un vero e proprio rituale che ha la capacità di rilassare e di dare conforto, come tutti i rituali. Uno dei primi gesti di chi si avvicina alla cannabis o alla cannabis light, a meno che non ci si diriga direttamente verso un vaporizzatore per erba, è quello di rollare un joint d’erba.
Oltre al rollaggio con le classiche cartine, è possibile utilizzare altri materiali per fare una canna, per esempio le cartine di tabacco o più semplicemente l’involucro di un sigaro sapientemente svuotato. In questo articolo scopriremo che cos’è un blunt e se vale la pena introdurlo nella nostra routine per consumare cannabis sativa. Ecco che cosa vedremo:
Blunt: origini
Che cos'è il blunt?
Come si fa un blunt?
Quali sono gli effetti del blunt
Blunt Vs joint
Blunt Vs vaporizzatore
Altri modi per assumere cannabis
Blunt: origini
La cannabis sativa è una pianta antica, utilizzata a scopo ricreativo, religioso, curativo, artigianale o pre-industriale (pensiamo alla canapa coltivata per la produzione di fibra, corda e carta) da diverse popolazioni fin dal lontanissimo 500 a. C.
La sua versatilità e le sue proprietà benefiche hanno fatto sì che si diffondesse rapidamente di continente in continente e mantenesse la sua popolarità intatta fino a oggi, nonostante polemiche, pregiudizi e avversità.
È presumibile che la cannabis fosse consumata tramite pipe costruite artigianalmente, per esempio narghilè fatti da noce di cocco e canna di bambù.
Il passo successivo, almeno a partire dal 1574, momento in cui il tabacco fu introdotto abitualmente tra le coltivazioni, ma presumibilmente anche prima seppur in modo non ufficiale, fu quello di rollare la cannabis in cartine di tabacco, ovvero foglie di tabacco lavorate, prima in modo grezzo, poi sempre più raffinato.
Le prime testimonianze arrivano dal 1800, sembrerebbe che i primi a usare il tabacco per rollare furono gli abitanti delle isole del Mar dei Caraibi: nello specifico gli abitanti di Cuba, Portorico, Giamaica e Repubblica Domenicana.
Alcune teorie sostengono che l’abitudine di rollare in cartine di tabacco sia nata proprio in queste isole, perché c’era una grande abbondanza di cannabis sativama una certa penuria di carta per rollare.
All’epoca in effetti per questa regione era verosimilmente difficile approvvigionarsi dei beni di prima necessità, figuriamoci delle cartine per farsi una canna…
C’è anche chi sostiene che il forte odore di tabacco contenuto nelle sue foglie nascondesse o aiutasse quantomeno a camuffare l’odore di cannabis. Per fumare quindi ovunque senza preoccupazioni di natura legale, avrebbero iniziato a rollare in cartine di tabacco.
Altri ancora sostengono che fumare cannabis sativa in cartine di tabacco fosse un’esperienza più potente. In ogni caso, questa pratica prese piede molto velocemente e altrettanto in fretta fu esportata nel mondo intero.
Qualche tempo dopo e probabilmente non in modo casuale, l’industria del tabacco americana mise in commercio un nuovo prodotto: un sigaro dalla punta arrotondata, molto più sottile del classico sigaro.
Arrotolati in una foglia spessa di tabacco ben lavorata, tra l’altro molto più economici dei sigari normali, questi sigari contenevano tabacco ma avevano lastessa forma del blunt nato tra le coltivazioni.
Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 l’azienda di tabacco White Owl Blunts cominciò a produrre in serie questo tipo di sigaro sottile e rotondo. C’è chi sostiene che il nome Blunt venga proprio dal nome dell’azienda che lo fece diventare un trend in tutto il mondo.
Chiunque a quel punto ebbe la possibilità di acquistare un sigaro e fumarlo, oppure acquistarlo, svuotarlo e riempirlo di cannabis. Questo è quello che successe pian piano nel mercato underground di New York. Rapidamente l’abitudine al blunt d’erba si diffuse in tutto il mondo insieme al sigaro legale.
In fondo, che cosa c’era di meglio che svuotare il sigaro di papà per riempirlo di ganja?
Che cos'è il blunt?
Come avrete ormai capito, il blunt non è altro che una canna, solitamente di erba pura e non miscelata con tabacco, rollata con delle apposite cartine di tabacco lavorate ad hoc.
Nello specifico, le foglie di tabacco vengono prima essiccate e poi macinate e unite a una polpa di cellulosa e acqua. Ne viene fuori una specie di pasta malleabile, che viene successivamente spianata, fatta asciugare e tagliata in diverse dimensioni per avere cartine di tabacco piccole, medie o grandi.
In commercio è possibile trovare cartine di tabacco da rollare o blunt già rollati e pronti per essere riempiti.
Dal 2000 in poi la moda del blunt ha letteralmente spopolato, quindi al momento è possibile trovare blunt di tutti i tipi.
In alcuni casi vengono aggiunti alle cartine di tabacco degli aromi, dalla frutta al cioccolato, dal pistacchio al biscotto, dalla pizza ai gamberetti, le varietà sono tantissime proprio come per le “Gelatine tutti gusti più uno” del carrellino dei dolci nel treno di Harry Potter.
In altri casi, ad esempio, le cartine di tabacco vengono imbevute in miscele particolari come whisky e miele, vodka e pepe rosa, latte e biscotti, birra artigianale, succo di frutta, tisane particolari e così via.
Fortunatamente, oltre a sperimentare sul lato dell’aroma e del gusto, c’è chi ha pensato di produrre dei blunt a base di canapa, così da evitare tutti gli effetti collaterali del tabacco e della nicotina.
Come si fa un blunt?
Per prima cosa è necessario procurarsi tutto l’occorrente:
1 grammo o un grammo e mezzo di cannabis o cannabis light organica e biologica
cartine di tabacco o cartine di canapa, oppure un involucro di cartine di tabacco o di canapa già pronto per essere riempito. In alternativa un sigaro da svuotare con cura.
una ciotolina d’acqua
Ecco come preparare un blunt passo per passo:
Per prima cosa preparate la vostra erba. A differenza di come fareste per un joint d’erba o per preparare la cannabis per una sessione di vaporizzazione, non dovrete triturare troppo finemente le cime. Le cartine di tabacco sono abbastanza spesse e bruceranno meno velocemente con all’interno dell’erba troppo raffinata.
Se non volete rovinare il vostro blunt evitate assolutamente di aggiungere il tabacco alla mista. Le cartine di tabacco contengono già abbastanza aroma, oltre che abbastanza nicotina.
Se non state utilizzando delle cartine di tabacco o di canapa, ma un sigaro, la prima cosa da fare sarà tagliarlo al centro verticalmente in modo da svuotarlo agevolmente dal tabacco e avere a disposizione la vostra cartina di tabacco.
Intingete le dita nella ciotolina d’acqua e accarezzate la vostra cartina di tabacco. Inumidirla con un po’ d’acqua via aiuterà a lavorarla meglio.
Appoggia la cannabis o a cannabis light tritata sulla cartina considerando che non avrai un filtro come nel classico joint d’erba. Distribuiscila quindi su tutta la superficie della cartina.
Inizia a rollare come faresti con un joint d’erba. Quando ti sembra che il blunt abbia assunto la forma giusta (praticamente quella arrotondata del sigaro) piega al suo interno la parte di cartina di tabacco più vicina a te e chiudi il blunt, proprio come faresti rollando un joint d’erba.
Asciuga il blunt soffiandoci su e poi “tostalo” scaldandolo a debita distanza con un accendino. Assicurati che evapori tutta l’umidità.
Il blunt è pronto. Ovviamente se ne hai uno pre-rollato, non dovrai fare altro che infilarci dentro l’erba e pressare delicatamente con l’aiuto di una bacchetta lunga e sottile.
Un blunt contiene molta più erba di quella contenuta in una canna normale. Se ci pensate i sigari e le relative cartine di tabacco sono molto più grandi. Fumare un blunt equivale a fumare circa sei canne normali. Ai consumatori più agguerriti potrà sembrare un bene, ma è meglio andarci piano, soprattutto se non si è abituati ad assumere joint d'erba uno dietro l’altro.
I sigari e le cartine di tabacco sono altamente tossiche. Anche se non c’è presenza di tabacco nella mista per la canna, nelle cartine c’è un’altissima concentrazione di nitrosammine e nicotina. Inoltre, con le cartine da tabacco la combustione non è completo e quindi nel fumo c’è un maggiore rilascio di tossine.
Per chi è abituato a una classica canna normale, il blunt potrebbe risultare troppo forte e anche poco piacevole da fumare.
Consumare cannabis con un blunt rollato con il tabacco aumenterà o creerà una dipendenza da tabacco.
Blunt Vs joint
Il joint d’erba fatto con cartine normali e un mistura di tabacco avrà il problema delle sostanza nocive rilasciate dal tabacco e dalla nicotina. Un joint d’erba puro avrà il problema della combustione. Nessuno dei due joint, a meno che non acquistiate cartine aromatizzate, altererà il sapore della vostra canna.
Un blunt rollato con cartine di tabacco avrà il problema della combustione e delle sostanze nocive rilasciate dal tabacco pur non mettendolo nella mista. Per chi apprezza gli aromi particolari però, il blunt può esaltare il sapore della cannabis per il suo profilo aromatico caratteristico ma anche grazie ai vari “bagni aromatici” che vengono fatti alle cartine di tabacco.
Tra blunt e joint, il meno nocivo è senz’altro il joint d’erba puro. Dal punto di vista aromatico dipende davvero dai gusti, perché il sapore del blunt è particolare e deciso: c’è chi lo ama ma anche chi lo detesta e preferisce mantenersi sugli aromi naturali della cannabis.
Una buona soluzione potrebbe essere quella di preparare dei joint d’erba o dei blunt alternativi, chiamateli come volete, usando le cartine di canapa, che si possono trovare anche in versione aromatizzata, al posto delle cartine di tabacco e la cannabis light nella mista, al posto del tabacco per rollare.
Blunt Vs vaporizzatore
Il miglior blunt che possiamo scegliere è quello fatto di canapa, tuttavia neanche questo eviterà il processo di combustione, che, come sappiamo, può essere molto dannoso per il nostro organismo.
In questo senso il vaporizzatore vince la battaglia senza troppa difficoltà, non solo perché permette di evitare completamente la combustione, ma anche perché se siamo fan degli aromi (uno dei principali motivi per cui potremmo voler scegliere un blunt) potremmo, regolando la temperatura del vaporizzatore, assaporare nel dettaglio tutto il profilo terpenico della varietà di cannabis o di cannabis light che abbiamo scelto.
Come sappiamo, ogni varietà di cannabis possiede un profilo terpenico complesso, composto da due o più terpeni, che assaporati singolarmente, variando la temperatura, vi regaleranno un’esperienza sensoriale irripetibile e naturale.
Altri modi per assumere cannabis
Il modo più salutare per assumere cannabis o cannabis light per via inalatoria è come abbiamo visto, senza dubbio il vaporizzatore. Esistono però anche altri modi per assumere cannabis.
Ci sono i bong, che sono delle pipe ad acqua o a ghiaccio, che permettono di inalare una buona quantità di principi attivi facendo qualche danno in meno dal punto di vista della combustione, oppure i narghilè, strumenti antichi ma sempre efficaci. Anche una semplice pipa può essere utilizzata tranquillamente per consumare cannabis o cannabis light.
La cosa più importante è triturare finemente le cime d’erba o l’hashish (che è sempre meglio mischiare con cannabis light, ottima alternativa al tabacco) prima dell’utilizzo.
Se invece l’inalazione non fa per voi, esistono altre alternative per consumare cannabis o cannabis light: le tisane, i decotti e gli edibili.
Con l’erba (meglio che con l’hashish) potete realizzare diverse preparazioni culinarie, dalle torte ai biscotti, dal gelato ai cioccolatini, dalle torte salate alla pasta all’uovo.
Inoltre, sempre con le cime della vostra erba preferita, potrete realizzare delle ottime tisane rilassanti o dei decotti dal concentrato maggiore di principio attivo.
L’unica accortezza da avere quando si realizzano cose da mangiare con la cannabis sativa, è accertarsi della provenienza della sostanza.
L’effetto del principio attivo è molto più rapido e soprattutto la sostanza entra rapidamente in circolo. Meglio evitare prodotti di cui non conosciamo l’origine o prodotti coltivati con additivi chimici.
Se avete voglia di sperimentare in cucina, provate con la nostra cannabis light, coltivata in Italia in modo naturale, senza l’utilizzo di fertilizzanti chimici e metalli pesanti.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/thc-che-cose2021-05-04T14:37:33+02:002023-11-08T14:19:21+01:00THC: che cos'è e come agisce?Marco Cappiello
La maggior parte dei consumatori di cannabis conosce bene il THC, cosa può provocare con i suoi effetti psicoattivi e quali possono essere i potenziali effetti collaterali. Un approfondimento però è sempre importante e può essere utile a chi si avvicina alla cannabis sativa per la prima volta, a chi vuole saperne un po’ di più e anche a chi cerca informazioni per farsi un’idea su un tema sempre tanto dibattuto come quello dei reali effetti di questa sostanza psicotropa tutta naturale.
In questa mini-guida, approfondiremo diversi punti su quello che può essere considerato il cannabinoide per eccellenza. Nello specifico vedremo:
Che cos'è il Thc?
Chi ha scoperto il THC?
Cannabis e Thc: le varietà
Piante che contengono THC
Effetti del THC
Attenuare gli effetti del THC
L'impiego del THC in medicina
THC e Cbd
Eliminare il THC dall'organismo
Che cos'è il Thc?
Il tetraidrocannabinolo, in breve THC, è uno dei fitocannabinoidi prodotti dalle piante di cannabis sativa e anche il più popolare tra i consumatori e gli amanti della cannabis. Questo perché è il THC è la sostanza psicotropa che rende la cannabis in grado di provocare effetti psicoattivi in chi la assume.
Come sappiamo infatti, esistono diversi tipi di cannabinoidi, alcuni dei quali completamente privi di effetti psicoattivi, come per esempio il CBD o il CBG, i due cannabinoidi alla base della cannabis light.
Il THC può essere considerato il re dei cannabinoidi per via della sua popolarità tra i consumatori, ma anche un povero esiliato, vittima di incomprensioni e polemiche suscitate dal suo essere considerato una sostanza psicoattiva e quindi pericolosa al pari di sostanze decisamente più pesanti.
Quel che è certo è che, come vedremo, il THC è stato fondamentale nel progresso della ricerca scientifica, non solo per le sue numerose proprietà terapeutiche ma anche perché proprio grazie agli studi sul THC, si è arrivati a conoscere la presenza del recettore cb1 e degli altri recettori cannabinoidi presenti nel nostro organismo.
Il THC, come il CBD e il CBG, è in grado di interagire in modo diretto sia con il recettore cb1 che con altri recettori prodotti dal nostro corpo. È questo che li rende capaci di rafforzare il nostro sistema immunitario e di contrastare diverse patologie.
Tuttavia, come i consumatori di cannabis sapranno, se assunto in quantità eccessive, il THC può avere effetti collaterali, non pesanti ma comunque evitabili.
Chi ha scoperto il THC?
A scoprire il THC è stato Raphael Mechoulam, un medico e ricercatore israeliano, che può essere a giusta ragione considerato il padre della cannabis. Conosciuto anche per aver svelato alla comunità scientifica l’esistenza del sistema endocannabinoide presente nel nostro organismo, il sistema di fatto responsabile di gestire e regolare la maggior parte delle nostre attività fisiologiche.
A dire il vero, il Dottor Mechoulam fece questa scoperta proprio grazie al THC.
Iniziò i suoi studi a partire dalla convinzione che come a suo tempo, circa 150 prima, si fosse riusciti a isolare la morfina da una sostanza psicoattiva come l’oppio, si dovesse provare anche a isolare la sostanza psicotropa contenuta delle piante di cannabis sativa.
Affinchè possa essere fatta una scoperta scientifica, è necessario guardare le cose in profondità. Così la pensava il Dottor Mechoulam, che dedicò molti anni della sua carriera a identificare la struttura della cannabis sativa e a isolarne le componenti.
In quegli stessi anni c’erano state altre ricerche sulla cannabis, ma ci si era concentrati perlopiù sugli effetti collaterali, sull’onda del proibizionismo dilagante. Inoltre, proprio per lo stesso proibizionismo, era abbastanza complicato reperire quantità di cannabis sativa sufficienti per isolare i singoli principi attivi.
Mechoulam però sapeva bene che fino a quando non avrebbe isolato la sostanza psicotropa, non avrebbe saputo se avesse o meno potenzialità in campo farmacologico, fatto comprovato dall’esperienza della morfina appunto.
Una volta riusciti a isolare il THC, Mechoulam e il suo team si resero conto che oltre agli effetti psicoattivi, il THC era in grado di interagire con determinati recettori presenti nel nostro organismo.
Da qui la scoperta del recettore cb1 e degli altri recettori cannabinoidi, ossia cannabinoidi prodotti internamente dal nostro organismo e responsabili di far funzionare correttamente il nostro sistema endocannabinoide, che può essere considerato una specie di altro sistema immunitario, deputato a regolare alcune delle nostre principali funzioni psicologiche tra cui mangiare, dormire, avere fame e persino essere felici.
Cannabis e Thc: le varietà
Esistono numerosissime varietà di cannabis sativa, alcune che crescono naturalmente in determinate zone della terra, altre, più o meno la maggior parte ormai, frutto di ibridazioni e ricerche tra diverse strain.
Le varietà di cannabis sativa si differenziano per colore e forma, per profilo terpenico, quindi aroma e sapore e per livelli di THC.
Alcune varietà sono state create apposta per avere livelli di THC altissimi, mantenendo comunque un bilanciamento dato dalle caratteristiche della varietà. Pensiamo per esempio a tutte le Haze, all’Amnesia o all’Ak-47.
La principale differenza tra le varietà di cannabis sativa sta nella dominanza del ceppo, che può essere a dominanza sativa o a dominanza indica. Nel primo caso, l’erba avrà degli effetti psicoattivi più euforizzanti e tendenti all’attività e al buonumore. Nel caso di una dominanza indica, la sostanza psicotropa può provocare maggiore rilassatezza, ma anche più sonnolenza, intorpidimento e introspezione.
Le migliori varietà, quelle che hanno fatto la storia della cannabis vincendo numerosi premi e restando popolari nel tempo, sono quelle che riescono a bilanciare bene i due ceppi pur mantenendo i livelli di THC nei limiti del naturale (20-22%).
Le varietà che superano questi livelli di THC sono prodotte in modo artificiale e seppure possano garantire uno “sballo” maggiore, hanno anche una maggiore probabilità di provocare effetti collaterali.
Il consiglio è di partire con l’assumere varietà con livelli di THC intorno al 9, 12%, per poi eventualmente, salire in modo graduale.
Piante che contengono THC
Tra le diverse varietà di cannabis che crescono in natura, la maggior parte contiene discreti o alti livelli di THC, che possono arrivare fino al 22% e in alcuni casi qualcosa di più.
Le piante coltivate a scopo terapeutico invece contengono livelli di THC che possono arrivare fino al 19%.
L’erba non legale, che può essere reperita per strada o da persone di fiducia, conterrà livelli di THC che possono andare dal 4 al 30-40%. Tutto dipende dai semi e dalla varietà di cannabis.
Purtroppo, al momento in Italia non è possibile coltivare piante con livelli di THC superiori allo 0,2%. Per chi coltivasse un esiguo numero di piante con livelli di THC più alti da quelli previsti dalla legge vigente, potrebbe esserci una sanzione amministrativa e nulla di più, ma al momento non c’è ancora chiarezza sull’argomento e sulla legalizzazione del THC.
Le piante di cannabis light contengono THC?
Questa è una delle domande che viene posta più frequentemente da chi conosce ancora poco l’argomento. La risposta è sì, contiene THC, ma in quantità talmente irrisorie che è come se non lo contenesse.
L’ 0,1% di THC contenuto in tutte le varietà di cannabis light non è abbastanza e neanche si avvicina lontanamente alla quantità necessaria per provocare proprietà psicoattive, motivo per cui la cannabis light è legale.
Tuttavia, non è semplice, anzi è forse impossibile distinguere cannabis da cannabis light senza assaggiarla, soprattutto perché esistono varietà di cannabis light che dal punto di vista terpenico e quindi aromatico sono identiche a quelle ad alto contenuto di THC.
Prima di assaggiarla per esempio, non potrete indovinare che la nostra Diva, ispirata all’Amnesia, sia priva di THC.
Ed è questa la rivoluzione della buona cannabis light, essere fruibile anche a coloro che amano l’aroma e le proprietà terapeutiche della cannabis sativa, pur volendone evitare gli effetti psicoattivi.
Effetti del THC
Gli effetti del THC dipendono dalla varietà di cannabis che stiamo assumendo e naturalmente dai livelli di THC che contiene, che può variare e andare dal 10 fino al 35, 40%, quantità effettivamente molto alte e poco naturali, con cui può essere più facile sperimentare gli effetti collaterali.
Ma vediamo quali sono gli effetti base del THC utilizzato a scopo ricreativo, presupponendone un uso equilibrato e consapevole. Il THC può provocare:
Un leggero senso di euforia
Un senso di rilassatezza fisica e mentale
Un miglioramento del buon umore
Una leggera alterazione spazio-temporale
Improvvisa ilarità e attacchi di risa
Una migliore capacità di concentrazione
Stimolazione della creatività
Stimolazione della socialità
Occhi arrossati
Bocca secca
Essendo uno stimolante dell’appetito, il THC può provocare la cosiddetta ‘fame chimica’
Vediamo invece, per imparare a riconoscerli, quali possono essere i potenziali effetti collaterali del THC:
Una forte alterazione spazio-temporale
Tachicardia
Paranoia e sensazione di panico
Difficoltà a comunicare con l’esterno
In alcuni casi, se non si è mangiato o se si è bevuto troppo in concomitanza all’assunzione di una cannabis ad alti livelli di THC, succede che la vista possa essere annebbiata.
Debolezza
Sonnolenza
Apatia
Difficoltà di deglutizione
Nausea e vomito. Questo solo in alcuni casi, nello specifico se insieme alla cannabis sativa si è assunta un’altra sostanza psicotropa o un’eccessiva dose di alcool.
Questi effetti collaterali si risolvono in poco tempo e sono prevenibili. È fondamentale ricordare che per quanto naturale, alti livelli di THC rendono la cannabis sativa una sostanza psicoattiva, che nonostante sia inoffensiva e quasi sempre benefica, deve essere usata senza cadere nell’abuso.
Infine, uno degli effetti collaterali più contestati quando si parla di cannabis sativa è relativo alla concomitante assunzione del tabacco, quindi della nicotina e alla combustione che avviene con le cartine che usiamo per rollare le canne.
C’è chi sostiene che la maggior parte degli effetti collaterali provengano non dalla sostanza psicotropa, ma dall’unione con elementi nocivi. E non si può non concordare con questa tesi.
E come in tutte le cose c'è l'uso e c'è l'abuso!
Attenuare gli effetti del THC
Per evitare gli effetti collaterali associati all’uso di tabacco e nicotina, la soluzione è semplice ma richiede uno sforzo iniziale. Smettete di rollare e iniziate ad usare unvaporizzatore per erba. Smettete di usare il tabacco per la mista e sostituitelo con la cannabis light.
Se invece avete esagerato con una cannabis sativa ad alti livelli di THC e percepite uno o più effetti collaterali, potete aiutarvi con alcuni semplici rimedi che in breve tempo vi faranno tornare come nuovi.
Ricordate: se avete assunto solo cannabis sativa potete stare tranquilli e seguire i consigli indicati qui di seguito.
Se invece avete assunto una sostanza psicoattiva chimica o esagerato con l’alcool al punto da sentire che state perdendo i sensi, non esitate a chiamare il 118, che vi aiuterà tempestivamente.
Se invece avete solo fumato troppo, ecco qui:
smettete subito di fumare, aprite le finestre e prendete aria
razionalizzate, ora vi sembra di morire, ma è solo cannabis sativa. Non è tossica. Passerà.
sciacquate il viso con acqua fresca
mangiate della frutta e qualcosa di salato ma sano. Un carboidrato semplice, pane e pomodoro, pane e avocato, pane e tonno.
bevete dell’acqua
respirate profondamente e lentamente per 10, 20 volte
vaporizzate cannabis light. Il CBD è in grado di attenuare gli effetti del THC
se non vi gira la testa, provate a distendervi e dormire. Al risveglio, sarà tutto passato.
L'impiego del THC in medicina
La cannabis sativa è una vera e propria officina per la farmacologia e infatti le ricerche, quando ci sono i finanziamenti, non si fermano e illuminano.
Il THC viene impiegato in medicina per il trattamento di numerose patologie.
La distribuzione di cannabis terapeutica è autorizzata dall’Organismo statale per la cannabis, attivo presso il Ministero della Salute. Si tratta di prodotti con livelli di THC che possono arrivare fino al 19%.
La cannabis terapeutica può essere prescritta per alleviare il dolore, per trattare la sclerosi multipla o disturbi cronici legati alle lesioni del midollo spinale.
Inoltre, il THC viene utilizzato per contrastare alcuni degli effetti più disturbanti della chemio e della radioterapia o di alcune terapie per l’HIV, ma anche per malattie reumatiche come la fibromialgia o delle forme più gravi di artrite.
Il THC viene impiegato anche nel trattamento del glaucoma e per ridurre i movimenti involontari nella sindrome di Tourette.
Statisticamente, se utilizzato in trattamenti a base di cannabis terapeutica, il THC ha un effetto migliore e meno invasivo rispetto agli oppiacei e ai farmaci derivati dagli stessi.
Vediamo nello specifico, di cosa è capace il THC e perché può essere considerato un principio attivo rivoluzionario per la medicina moderna.
Gestione del dolore:
se usato con consapevolezza può essere uno degli antidolorifici più potenti e naturali allo stesso tempo. Tutti gli studi sul THC hanno dimostrato la sua efficacia nel trattare il dolore cronico e il dolore acuto.
È un antidolorifico talmente potente da essere in grado di alleviare gli spasmi muscolari, rivelandosi così utile anche a gestire il dolore emovimenti involontari anche nei pazienti affetti da sclerosi multipla e spasticità muscolare.
Questo è il motivo per cui il THC viene utilizzato come principio attivo per produrre farmaci naturali in grado di trattare sclerosi multipla, epilessia, fibromialgia e sindrome di Tourette.
Stimolante dell'appetito:
quella che tra i consumatori di cannabis a scopo ricreativo, viene chiamata “fame chimica” può essere una risorsa molto utile nei pazienti affetti da inappetenza o per tutti quei pazienti che fanno chemioterapia, che può provocare nausea e conati di vomito.
Antinfiammatorio:
il THC viene utilizzato da sempre, anche dalle popolazioni più antiche come antinfiammatorio, perché come rese pubblico il dottor Ethan Russo nel 2011, il THC può essere considerato l’antinfiammatorio per eccellenza. Ha proprietà antinfiammatorie venti volte maggiori dell'aspirina e quasi il doppio di quelle dell'idrocortisone.
Neuroprotettore:
il THC é in grado di lavorare sull’estinzione dei ricordi spaventosi e traumatici. Sembra quindi che possa essere molto utile nel disturbo post traumatico da stress, in particolare nei casi molto gravi, in cui flash back improvvisi possono apparire e intromettersi brutalmente nella vita quotidiana.
THC e CBD
THC e CBD hanno molte caratteristiche comuni. Sono entrambi due fitocannabinoidi presenti sulle piante di cannabis sativa. Entrambi sono in grado di interagire con i nostri recettori cannabinoidi contribuendo a riequilibrare e a stimolare il nostro sistema endocannabinoide.
Entrambi hanno proprietà terapeutiche e vengono utilizzati in campo farmacologico per la cura della sclerosi multipla e di altre patologie umane. Il Sativex, per esempio, è un farmaco a base di un estratto naturale di THC e CBD, che l’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato e autorizzato dal 2013 e che viene utilizzato per trattare i sintomi dolorosi della sclerosi multipla.
THC e CBD sono stati impiegati anche nella preparazione di un altro farmaco, Epydiolex, usato per trattare i sintomi dell’epilessia nei bambini.
L’unica differenza sostanziale tra THC e CBD è che il THC è una sostanza psicotropa per via dei suoi più o meno leggeri effetti psicoattivi. Per questo motivo in alcuni casi, se utilizzato in dosi massicce il THC può avere effetti collaterali anche in forma farmacologica, proprio come tutti i farmaci.
Il CBD no, non ha effetti collaterali neanche in dosi massicce.
Questo è uno dei motivi per cui THC e CBD vengono utilizzati insieme, in proporzioni diverse a seconda della patologia da trattare.
Ovviamente possono essere utilizzati insieme anche nell'uso quotidiano e non medico, sostituendo una cannabis light biologica e certificata al tabacco di ogni mista.
Eliminare il THC dall'organismo
Il THC viene metabolizzato nel fegato dove viene scomposto in circa 80 metaboliti che, per così dire, viaggiano nell’organismo prima di essere pian piano espulsi.
Il THC viene rilevato nei fluidi come urina e saliva fino a 30 giorni dal consumo, nei capelli invece può restare mesi e mesi, soprattutto se a fare il test è un soggetto che consuma abitualmente e più volte al giorno cannabis sativa.
Per quanto riguarda l’uso sporadico, il THC viene rilevato fino ai 7,10 giorni circa.
Tuttavia, l’assimilazione e lo smaltimento del THC dipendono da tre fattori sostanziali:
il nostro metabolismo
la quantità di cannabis sativa ad alta concentrazione di THC che siamo abituati ad assumere
il tipo di test e la sua sensibilità
È chiaro che maggiore sarà la quantità assunta, più complicato si rivelerà lo smaltimento.
Nei soggetti con un metabolismo veloce, il THC viene eliminato più in fretta che nei soggetti con il metabolismo lento. Determinati test sono talmente sensibili da rilevare il THC nei capelli anche dopo un anno e non si può sapere quale test verrà effettuato.
In generale è sconsigliato provare a diluire le urine o assumere strani intrugli che promettono di alterare il test. Il rischio è che il test possa essere considerato truccato e falsato.
Meglio concentrarsi sulla depurazione e lo smaltimento delle tossine, come dopo le vacanze di Natale.
Ecco cosa può essere utile:
Sauna: se ne abbiamo la possibilità, una sauna può essere molto utile a rilasciare tossine e metaboliti.
Acqua: l’acqua ci aiuterà a drenare molto e anche a diluire le nostre urine. Meglio bere tanto nei giorni precedenti al test ma non in modo eccessivo il giorno stesso, così da evitare che l’urina venga troppo diluita e sia sospetta.
Tisane drenanti: andate in erboristeria e chiedete di farvi preparare una miscela dalle proprietà drenanti e assumetela almeno una volta al giorno prima del test.
Attività fisica: aumentiamo le nostre ore di attività fisica. Correre, nuotare, qualsiasi tipo di sport può essere fondamentale per accelerare il processo di smaltimento di THC dal nostro corpo. Facciamo attività fisica almeno una volta al giorno prima del test.
Carbone attivo: anche il carbone attivo può essere un valido alleato nel processo di eliminazione del THC. Riesce infatti a legarsi ai metaboliti eliminandoli rapidamente e definitivamente dal nostro corpo.
Zinco: c’è chi sostiene che lo zinco possa essere utile per dare un falso negativo, essendo un alterante delle urine. È facilmente reperibile sotto forma di integratore.
Per l’utilizzo di zinco e carbone attivo, meglio rivolgervi prima al vostro medico per assicurarvi che non interagiscano con altri farmaci che state assumendo o con eventuali problematiche.
Anche per la sauna fate attenzione, per evitare effetti collaterali, non fatela se soffrite di pressione bassa
Per l’attività fisica procedete con cautela se solitamente siete dei sedentari. Ritrovarvi con il colpo della strega non vi aiuterà a eliminare il THC dal vostro corpo.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/semi-di-canapa-come-si-usano-in-cucina2021-04-12T17:26:25+02:002023-11-08T14:19:00+01:00Semi di canapa: come si usano in cucinaMarco Cappiello
Oltre ai suoi straordinari principi attivi, la pianta di canapa sativa ci offre la possibilità di scoprire dei super alimenti di origine naturale: i semi di canapa. Conosciuti soprattutto per essere impiegati nella produzione di olio di canapa, questi semi, tra l’altro squisitamente saporiti, possono essere consumati crudi ma anche cotti, fanno bene al sistema immunitario e possono essere un vero e proprio toccasana nei momenti di stress e per ricaricare mente e corpo.
In questo articolo li scopriremo meglio, ecco che cosa vedremo:
Origine botanica dei semi di canapa
Semi di canapa da coltivazione e semi commestibili
Come si ricavano i semi di canapa eduli
Le proprietà nutrizionali dei semi di canapa
Come usare i semi di canapa in cucina
Farina di semi di canapa
Dove è possibile acquistare semi di canapa
Una ricetta
Origine botanica dei semi di canapa
I semi di canapa o semi di cannabis provengono dalle piante di cannabis sativa o meglio sono quelli che permettono la nascita delle piante di cannabis o canapa sativa, una pianta dell’origine delle Cannabinacee diffusasi naturalmente in tutto il mondo fin dall’antichità e successivamente “addomesticata” dall’uomo al fine di creare numerose e diverse varietà con differenti caratteristiche.
Canapa sativa e cannabis sativa sono varietà diversedella stessa specie. La macro-differenza con la quale siamo abituati a distinguere i due termini, sta nella percentuale di principio attivo e nella destinazione di utilizzo.
Con cannabis sativa ci riferiamo soprattutto alle varietà con modeste o alte percentuali di THC (tetraidrocannabinolo) un principio attivo in grado di provocare effetto psicoattivo, oppure alle varietà di cannabis light, che pur avendo un contenuto di THC inferiore allo 0,2%, hanno alte percentuali di altri principi attivi non psicotropi come il CBD (cannabidiolo) e il THC (cannabigerolo).
Pur essendo parte integrante delle piante di cannabis sativa, conosciuta dai più soprattutto per gli effetti alteranti del THC, i semi di canapa, esattamente come la cannabis light, non hanno alcun effetto psicotropo, non provocano quindi alcuno “sballo” e possono essere consumati tranquillamente da tutti. Anzi, diciamo pure che dovrebbero essere consumati da tutti per via del loro sorprendente valore nutrizionale.
Rispetto ad altri alimenti di origine vegetale infatti, i semi di canapa hanno un valore nutrizionale decisamente più alto e contengono sostanze molto utili al benessere del nostro organismo e del nostro sistema immunitario.
Una delle storie della tradizione buddista racconta che durante il suo cammino verso l’illuminazione, Buddha sarebbe sopravvissuto mangiando semplicemente un seme di canapa al giorno.
Che questo aneddoto sia vero o no, ci racconta di una lunga tradizione, che non si è smentita.Si tratta di un prodotto utilizzato da sempre come rimedio naturale e riscoperto in anni più recenti da tutti coloro che prestano attenzione alla propria alimentazione e prediligono una dieta quanto più possibile consapevole e sostenibile, magari vegana o vegetariana.
Si tratta di semi grandi circa 2 mm di colore marroncino chiaro se con guscio e bianchi se decorticati. Il sapore è quasi neutro, ma è possibile notare un piacevole sentore di nocciola e pinolo.
Semi di canapa da coltivazione e semi commestibili
Dalla legge 242 del 2016, la coltivazione della cannabis sativa a scopo industriale è stata finalmente disciplinata e dunque consentita a patto che il contenuto di THC delle piante si mantenga inferiore allo 0,2% e che i semi di cannabis siano certificati e registrati nel Registro Europeo delle sementi. Oltre a questi accorgimenti, i coltivatori devono rispettare una serie di standard che garantiscano il possibile utilizzo alimentare e cosmetico dei principi attivi della pianta e anche dei semi di canapa.
Ecco che nel momento in cui i semi di cannabis di partenza sono certificati, i semi di canapa possono essere commestibili.
I semi quindi sono gli stessi, all’interno delle aziende vengono poi selezionati e divisi a seconda della destinazione finale e nel caso di quelli destinati al consumo alimentare, vengono messi in commercio solo dopo essere stati ulteriormente lavorati e aver passato determinati controlli che ne assicurano qualità e integrità.
Fanno differenza i semi di cannabis ad alto contenuto di THC, che al momento vengono venduti esclusivamente per la coltivazione (non ancora consentita in Italia). Pur contenendo il principio attivo psicoattivo, se ingeriti non provocano alcun effetto psicotropo, tuttavia il loro utilizzo di destinazione non è quello alimentare, ecco perché è meglio scegliere semi di canapa biologici, destinati proprio a questo utilizzo specifico.
Come si ricavano i semi di canapa eduli
I semi canapa commestibili vengono ricavati da piante di canapa con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%, quindi da piante di canapa sativa legale.
Le piante di cannabis sativa femmina producono semi solo nel momento in cui vengono impollinate da una pianta maschio. In natura questo accade normalmente e chi coltiva alcune varietà di cannabis sativa destinate all’uso ricreativo tende ad evitarlo.
Le aziende specializzate in semi di canapa invece, creano delle varietà ibride apposta per questo scopo, in modo da avere un approvvigionamento di semi di canapa in grado di soddisfare la grande domanda dei consumatori.
I semi di canapa possono essere visibili sulle piante di canapa sativa dopo circa 4-6 settimane dall’impollinazione, li troviamo nascosti tra le infiorescenze e possono essere raccolti dopo circa 8-10 settimane dalla loro comparsa. Capiamo che sono maturi perché dal verde assumono il loro colore caratteristico, un marroncino chiaro.
Vengono raccolti manualmente o con l’ausilio di una mietitrebbia per canapa. Prima di essere confezionati e di passare per i controlli di sicurezza agro alimentare, i semi di canapa vengono divisi tra quelli da decorticare e quelli da lasciare intatti, così da garantire al consumatore entrambe le qualità.
Le proprietà nutrizionali dei semi di canapa
Che le proprietà dei semi siano numerose e che garantiscano un grande valore nutrizionale non è una novità. Sono decenni che conosciamo le proprietà benefiche dei semi di girasole, dei semi di chia, dei semi di sesamo, dei semi di zucca, delle noci e chi più ne ha più ne metta.
Anche i semi di canapa, come tutte le specie di semi oleosi, sono molto utili da integrare nella propria dieta per rafforzare il sistema immunitario. I semi di canapa in particolare contengono tutti gli amminoacidi essenziali che l’uomo non produce autonomamente ma di cui ha bisogno di integrare con la dieta.
Gli amminoacidi essenziali costituiscono anche un grande apporto di proteine, pensate che a circa 30 grammi di semi corrispondono più o meno 9 grammi di proteine buone. È per questo motivo che i semi di canapa possono costituire un ottimo integratore in una dieta vegetariana o vegana.
Non a caso, esiste il tofu di canapa, una variante al classico tofu, molto apprezzata da tutte quelle persone che sono intolleranti alla soia o non ne gradiscono il sapore.
Inoltre, tra gli amminoacidi essenziali presenti nei semi di canapa, è presente e in grande quantità, l’arginina, una sostanza che può essere molto utile per proteggere l’attività cardiovascolare e le funzioni del cuore.
I semi di canapa contengono anche grassi polinsaturi, indispensabili per il benessere del nostro organismo. In particolare, sono ricchi di omega 3 e omega 6, che favoriscono la concentrazione, potenziano la memoria e rallentano lo stress ossidativo.
Da quando sono comparsi sul mercato, i semi di canapa sono stati inseriti nella lista dei “superfood” perché oltre ai grassi polinsaturi e agli amminoacidi essenziali, contengono anche una straordinaria varietà di vitamine e sali minerali. In particolare: la vitamina E, che rende i semi di canapa molto utili anche nella preparazione di trattamenti cosmetici anti-rughe e anti rossore.
E ancora magnesio, potassio, calcio, ferro, zinco e fosforo, indispensabili per il benessere del tono muscolare e per prevenire anemia o fastidi dovuti al cambio stagionale.
Infine, i semi di canapa possono essere molto utili a stimolare l’apparato intestinale favorendone le funzionalità, a stabilizzare lo zucchero del sangue e a migliorare il metabolismo. Questo perché contengono una grande quantità di fibre, presenti soprattutto nei gusci. Nel caso di necessità di un grande apporto di fibre sarà meglio acquistare semi non decorticati. Due cucchiai di semi contengono circa 1 grammo di fibre del tutto naturali, che basteranno al nostro fabbisogno giornaliero.
Insomma, un vero e proprio cocktail di benessere tutto naturale.
Ricapitolando sinteticamente quindi, i semi di canapa aiutano a:
rafforzare il sistema immunitario
ridurre lo stress ossidativo
favorire memoria e concentrazione
fornire un apporto di vitamine e sali minerali
fornire un adeguato apporto di fibre
stimolare e regolarizzare l’apparato intestinale
migliorare la salute della pelle, prevenendo l’invecchiamento cellulare e le infiammazioni cutanee
integrare le proteine buone nelle diete povere o prive di proteine animali
A dimostrazione dell’incredibile valore nutrizionale dei semi di canapa, è molto interessante questo esperimento green. 980 galline, che vengono chiamate Sibille perché nate nei monti Sibillini cresceranno in ampi spazi aperti, libere di scorrazzare e verranno nutrite solo ed esclusivamente con semi di canapa. La cosa carina è che ogni sibilla avrà una carta d’identità e potrà essere adottata a distanza.
Il progetto è nato dopo che l’Istituto zooprofilattico di Teramo ha approvato l’efficacia di questo regime alimentare dopo aver analizzato per sei mesi le uova di 3 gruppi di galline. Il primo gruppo era alimentato solo con semi di canapa con THC inferiore allo 0,2%, il secondo con semi di lino e il terzo con cereali misti.
Le uova delle galline alimentate con semi di canapa non solo erano più grandi e meno caloriche, ma presentavano anche un valore nutrizionale esponenzialmente più alto. Erano più ricche di grassi polinsaturi e di omega 3 e presentavano una percentuale minore di grassi totali. Insomma, un vero e proprio tocco magico, che dimostra chiaramente il valore nutrizionale dei semi di canapa.
Come usare i semi di canapa in cucina
Come la maggior parte dei semi, anche i semi di canapa possono essere consumati crudi, quindi si prestano a essere aggiunti a praticamente tutte le pietanze a seconda dei nostri gusti.
È possibile aggiungerli all’insalata, possono essere impiegati al posto del pan grattato nella panatura della nostra carne, del nostro pesce o delle verdure. Possono essere aggiunti anche ai gelati, alle macedonie e alle zuppe come guarnizione.
Oltre a essere consumati crudi, i semi di canapa possono essere impiegati nella preparazione di altre lavorazioni come salse, pesti, frullati e gelati. Vi basterà inserirli insieme agli altri ingredienti alla fine e procedere con la preparazione normalmente.
Possono essere inseriti nella pasta frolla per fare i biscotti e nell’impasto del pane insieme ad altri semi per una ricetta leggera e ricca di vitamine e sali minerali.
Utilizzando un estrattore per frutta, dai semi di canapa può essere ottenuto anche dell’ottimo latte vegetale dal sapore dolce e fresco, che può essere un buon sostituto del latte per i vegani e per gli intolleranti al lattosio.
Dai semi di canapa viene anche ricavato il tanto famoso e apprezzato olio di canapa, che viene ottenuto tramite la spremitura dei semi e contiene anche dopo la lavorazione fino al 90% dei grassi polinsaturi e tutti e 9 gli amminoacidi essenziali.
Viene utilizzato abitualmente in cucina per condire soprattutto verdure, insalata e pane. È sconsigliato utilizzarlo per friggere. Dopo l’apertura può essere conservato per diversi giorni in frigorifero. Pur se prodotto in cucina, l’olio di canapa può essere molto utile anche se utilizzato per uso cosmetico.
I semi di canapa possono essere impiegati anche nella produzione di un alimento di recente invenzione, che sta già spopolando nelle cucine vegane e non.Stiamo parlando del tofu di canapa, che è possibile acquistare già pronto nei principali negozi biologici ma che può essere preparato con un po’ di manualità anche a casa.
Di fatto si tratta di “cagliare” il latte di canapa (anche questo possiamo acquistarla o ottenerlo dalla spremitura dei semi) come faremmo con un formaggio, e poi inserirlo nell’apposita fuscella da formaggio o da tofu per dargli una forma.
È un’ottima alternativa sia al formaggio che al classico tofu di soia.
Infine, se lavorati molto finemente, dai semi di canapa è possibile ricavare la farina di semi di canapa, una farina utilizzata fin dall’antichità ma riscoperta solo in tempi più recenti.
Farina di semi di canapa
Dalla macinatura dei semi di canapa sativa è possibile ottenere la farina di semi di canapa, una farina che mantiene intatte le proprietà dei semi durante la macinatura e possiede un valore nutrizionale molto più alto delle farine tradizionali.
È una farina priva di glutine, quindi può essere la giusta soluzione per chi soffre di celiachia o ha un’intolleranza al glutine, è sempre importante però verificare che la confezione riporti la dicitura “senza glutine” in quanto potrebbe essere mischiata con altri tipi di farina.
Contiene inoltre il 20% in meno delle calorie contenute nelle altre farine, quindi può essere utile a chi sta seguendo una dieta ipocalorica. Ha un basso indice glicemico, quindi va bene anche per chi soffre di diabete.
Mantenendo intatte le proprietà dei semi, la farina di canapa contiene vitamine, sali minerali, tutti gli amminoacidi essenziali, calcio e magnesio. Essendo ricca di grassi polinsaturi, quindi grassi buoni, può essere una valida alternativa ad altri tipi di farine, più pesanti e più ricche in carboidrati.
La farina di canapa ha un leggerissimo retrogusto alla nocciola, che la rende un vero e proprio must have nella preparazione di torte, biscotti e pancake. Aggiungendo però un pizzico di sale, diventa in un attimo perfetta per preparare pane e pizze e anche dell’ottima pasta fatta in casa.
Il processo di lavorazione della farina di canapa è un po’ diverso da quello delle altre farine ed è più simile al metodo per ottenere olio di canapa. I semi di canapa vengono pressati in un torchio e poi vengono macinati finemente fino a ottenere una polvere, che viene ulteriormente macinata e filtrata per eliminare eventuali residui di guscio dei semi. Tutto il processo di lavorazione è molto delicato e avviene sempre a basse temperature proprio per preservare il valore nutrizionale dei semi.
È possibile reperirle la farina di canapa in tutti i negozi biologici e naturalmente anche ordinarla su internet facendo attenzione che sia realmente biologica e certificata.
Dove è possibile acquistare semi di canapa
Negli ultimi anni i semi di canapa sono diventati un vero e proprio must have. Possono essere reperiti facilmente in tutti i negozi che vendono prodotti organici come ad esempio Natura sì, ma si trovano facilmente anche nei grandi supermercati come l’Iper-Coop o il Conad, nel reparto semi, cereali e legumi.
Naturalmente è facilissimo trovarli anche su internet, da Amazon a piccole realtà aziendali specializzate in cibo organico e naturale, sono molti i rivenditori di semi di canapa.
È possibile acquistarli decorticati, quindi senza buccia oppure non decorticati, quindi ancora intatti. Se dovranno essere impiegati per la produzione di latte vegetale, olio di canapa o farina, il consiglio è di acquistarli decorticati. In alternativa, può essere una buona scelta quella di acquistarli integri, così da beneficiare anche delle fibre e dei sali minerali presenti in quantità importanti proprio sul guscio.
Il prezzo medio è di circa 10 euro per 250 grammi, ma durano abbastanza perché un solo cucchiaio di semi fornisce il giusto valore nutrizionale giornaliero. Prima di acquistare i semi di canapa assicuratevi che il prodotto sia biologico e certificato.
Sugli stessi siti e negli stessi shop in cui troverete i semi di canapa, è solitamente possibile acquistare anche i suoi derivati principali, latte e olio di canapa e tofu di canapa, ottimi prodotti che è consigliabile provare anche in sinergia con i semi.
Una ricetta
Con i semi di canapa possono essere realizzate tantissime ricette dolci o salate, dal risotto alle panature, dal pesto agli hamburger vegetali fino, come abbiamo visto, al tofu di canapa.
Per concludere questo articolo però ne abbiamo scelta una veloce, sfiziosa e poco impegnativa.
Ecco la ricetta per preparare uno snack leggero, energetico e ricco di calcio, magnesio e sali minerali. Un’ottima alternativa ai dolci da supermercato, un vero e proprio apporto di energia istantaneo da consumare in qualsiasi momento della giornata.
Barrette al cioccolato bianco e semi di canapa
La ricetta è versatile, possiamo arricchirla con la frutta secca che preferiamo e sostituire quello che non ci piace con gli ingredienti che preferiamo. Possiamo sostituire il cioccolato bianco con quello fondente o al latte o anche con solo miele.
Oltre agli ingredienti di seguito elencati, vi serviranno due ciotole, un pentolino, una padella, una teglia, della carta da forno e un minipimer o un pestello a mano.
Ingredienti:
100 grammi di semi di canapa
50 gr di nocciole
50 gr di mandorle
50 gr di mirtilli essiccati
50 gr di farro soffiato
50 grammi di riso soffiato
200 grammi di cioccolato bianco
Procedimento:
Triturate grossolanamente o finemente, a seconda del vostro gusto, nocciole e mandorle. Mettetele in una ciotola insieme ai mirtilli essiccati e al farro e al riso soffiato. Tostate per due minuti in padella e rimettete nella ciotola.
Nel frattempo, utilizzando un pentolino e l’altra ciotola, mettete il cioccolato sul fuoco basso in modo che possa sciogliere a bagnomaria.
A questo punto i semi di canapa possono essere aggiunti alla ciotola con cereali e mirtilli. Mescolate bene e appena è pronto, aggiungete il cioccolato continuando a mescolare.
Stendete la carta da forno sulla teglia, rovesciateci sopra il composto e modellatelo con una spatola fino a ottenere un rettangolo abbastanza spesso.
Mettete in freezer per due o tre ore, poi tirate fuori e tagliate in barrette.
Il fatto che le barrette prendano forma in freezer fa in modo che il valore nutrizionale e le proprietà dei semi restino inalterate.
Queste barrette energetiche si conservano per 5 o 6 giorni all’interno di barattoli di vetro o scatole di latta.
Sono molto utili come snack mentre siamo a lavoro, ottimi per reintegrare i sali minerali dopo una sessione di sport ma vanno benissimo anche come ricca colazione per una giusta e bilanciata dose di energia e vitamine.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/amnesia-e-la-cannabis-piu-potente-al-mondo2021-04-02T17:05:58+02:002023-11-08T14:19:20+01:00Amnesia è la cannabis più potente al mondo?Marco Cappiello
C’è chi è pronto a giurare che l’Amnesia Haze sia la varietà di marijuana in grado di offrire la migliore esperienza di “high” a chi la consuma. Si tratta di una delle poche varietà di cannabis conosciute in tutto il mondo, una di quelle che non passerà mai di moda.
Vale davvero la pena approfondire l’argomento e dedicare a questa specie di mito una delle nostre mini-guide.
Ecco che cosa vedremo:
Amnesia tra leggende e malattia, miti e falsità
Origini della strain
Una varietà psichedelica?
Odore, gusto, sapore
Coltivare Amnesia
Amnesia al CBD: Diva
Effetti Amnesia Cannabis
Effetti Amnesia cannabis light CBD
Vaporizzare Amnesia CBD contro ansia
Amnesia tra leggende e malattia, miti e falsità
Alzi la mano chi non ha mai provato l’Amnesia Haze. Se non l’avete provata è il momento di rimediare, se invece la conoscete già sapete perché la si ama così tanto.
L’Amnesia Haze è una potente e leggendaria varietà di marijuana a predominanza sativa con un elevato contenuto di THC (tra il 22 e il 24%) apparsa per la prima volta in Europa negli anni 90. Immediatamente apprezzata dai consumatori di cannabis, che non faticarono a definirla la varietà in grado di provocare la migliore esperienza possibile con il THC, l’Amnesia Haze fu presto candidata ai più importanti premi per cannabis della storia.
Vinse più e più volte il Cannabis Cup e venne e viene tuttora riprodotta dalle più grandi banche di semi di cannabis presenti nel mondo.
La sua popolarità è data in primo luogo dall’effetto potente ma energizzante e in secondo luogo dall’aroma e dal sapore, tipici di una cannabis profumata e naturale.
Le note agrumate di questa varietà di marijuana, che sono il preludio di quella che sarà poi un’esplosione di agrumi nella sorella Lemon Haze, vengono in questa strain sapientemente miscelate con terpeni dai profumi terrosi e muschiati.
L’effetto dell’Amnesia Haze rese indimenticabili quegli anni 90 e segnò un nuovo punto di arrivo o di partenza per i grower più ambiziosi. Venne definita la varietà più potente al mondo.
Possiamo affermare che è in parte così, anche se certamente non è l’unica. Anche la Purple Haze o l’Ak-47 ad esempio, sono varietà incredibilmente potenti e a loro volta leggendarie.
In breve tempo, comunque, come accade per qualsiasi varietà di marijuana d’eccezione, intorno all’Amnesia Haze cominciarono a nascere diverse leggendesia per quello che riguarda la sua creazione sia per i suoi effetti.
C’è chi sostiene sia una varietà di cannabis nata, così com’è, insieme a tutte le altre sorelle Haze negli anni 70. Secondo questa teoria, alcuni semi di cannabis cresciuti sotto una pianta di cedro, diedero vita a questa varietà così spiccatamente agrumata, che fu poi riprodotta ad hoc.
C’è poi chi sostiene che questa varietà di marijuana sia nata dal lavoro comune di due aziende statunitensi, che negli anni 90 erano specializzate in produzione di semi di cannabis nuovi: Paradise Seeds e Chong’s Choice, azienda di Tommy Chong, leggendario grower e creatore di diverse varietà di cannabis.
La teoria più concreta, come vedremo meglio dopo, è che l’Amnesia Haze sia arrivata dagli Stati Uniti all’Europa e più precisamente ad Amsterdam negli anni 90. Se sia stato poi il famoso ma forse solo mitologico grower David Paul Watson a perfezionarla o un coltivatore con un altro nome non fa differenza.
Un’altra leggenda legata all’Amnesia Haze è relativa al suo nome. Si narra che il grower che la creò, volle provarla per primo una volta pronta. Si chiuse in casa con degli amici e restarono lì per tre giorni, continuando a utilizzare nient’altro che questa varietà di marijuana.
Secondo questa bizzarra storia il terzo giorno il grower perse completamente la memoria per 24 ore. Una specie di amnesia temporanea, che lo spinse una volta tornato in sé a chiamare questa varietà di cannabis Amnesia e Haze.
C’è chi pensa che possa esserci un fondo di verità in questa storia. Ovviamente non perché l’Amnesia Haze sia in grado di provocare amnesie o irreparabili perdite di memoria (non esistono casi del genere nella letteratura scientifica).
Piuttosto qualcuno sospetta che il grower abbia finto l’amnesia per fare uno scherzo agli amici, già sbalorditi dalla potenza di questa nuova creazione. Recitò talmente bene la parte che lo scherzo riuscì alla perfezione e alla fine decise di chiamare l’erba Amnesia in memoria di quello scherzo esilarante.
È reale invece il fatto che l’Amnesia Haze sia stata una tra le prime varietà di marijuana a essere impiegate nei trattamenti a base di cannabis terapeutica per trattare il dolore cronico, i reumatismi e i disturbi dell’umore.
La predominanza sativa in combinazione con l’alta percentuale di THC rende questa varietà in grado di aiutare persone affette da lieve depressione e dall’ansia cronica.
Origini della strain
Le origini reali dell’Amnesia Haze risalgono agli anni 90, quando un ibrido composto da una varietà di cannabis afgana, una giamaicana e una hawaiana, prodotto dagli stessi creatori della Haze, arrivò in Olanda dagli Stati Uniti. Una volta lì questa varietà di marijuana della famiglia Haze fu ulteriormente ibridata e stabilizzata per ottenere una varietà di cannabis nuova, dall’effetto spaziale e dal sapore inconfondibile.
Che vanta, come sappiamo di aver vinto numerosi Cannabis Cup come migliore varietà di marijuana a predominanza sativa.
Sia la varietà giamaicana che quella hawaiana presenti nell’amnesia originale erano a dominanza sativa, la piccola componente indica viene apportata dalla strain afgana e da quel tocco di Kush aggiunto una volta arrivata ad Amsterdam.
Durante questa fase di stabilizzazione europea, infatti, si cercò di valorizzare il profilo terpenico della strain e stabilizzare l’effetto e la genetica della pianta stessa, così da garantirne una riproduzione reale, fedele e duratura nel tempo.
Una varietà psichedelica?
Il nome stesso “Amnesia” (da amnesia come perdita di memoria) rimanda a uno stato di notevole alterazione, provocato dall’elevata percentuale di THC di questa varietà di cannabis.
Quando si pensa all’Amnesia Haze, la si associa subito a un effetto potente, quasi psichedelico. Per quanto una varietà di marijuana possa essere potente però, è inverosimile che raggiunga la psichedelia. Più probabile è che in quegli anni l’Amnesia Haze fosse associata ad altre sostanze fortemente psicoattive, come ecstasy o LSD, ecco spiegato l’effetto realmente psichedelico.
Se per psichedelico poi intendiamo un “allargamento della coscienza” e non semplicemente gli effetti psichedelici e visionari in senso visivo che possono essere provocati da ecstasy o lsd, allora sì, l’Amnesia Haze può essere considerata una varietà di cannabis psichedelica.
Se abbinata alla musica giusta può accompagnare momenti meditativi e di contatto interiore. Di certo, con un quantitativo di THC così alto, bisognerà aspettarsi un effetto potente e immediato, che sarebbe meglio non sottovalutare se si è alle prime armi con la cannabis.
Inoltre, l’effetto euforizzante dato dal ceppo a predominanza sativa di questa strain, è talmente forte che non andrebbe mai mischiato con quello dell’alcool o di sostanze stupefacenti.
Come la maggior parte delle Haze, l’Amnesia è una varietà ottima per essere utilizzata da soli e restare attivi.
È possibile assumerla anche nelle ore del mattino senza temere sonnolenza o intorpidimento. Per valorizzarla al meglio, potete provare ad associarla ad attività creative o a lavori particolarmente complessi che richiedono un pensiero aperto ed empatico.
Purtroppo, il fatto che sia stata così a lungo associata alla psichedelia, a sua volta associata a sostanze pesanti e pericolose, fa sì che oggi in articoli come questo l’Amnesia Haze venga descritta come un’erba nuova, potentissima e letale in grado persino di uccidere perché spruzzata con metadone, eroina e sostanze chimiche per essere potenziata.
È chiaro che informazioni come queste contribuiscano ad allontanare l’opinione comune da un’idea di legalizzazione, per di più si tratta di informazioni fuorvianti, che non corrispondono a verità.
È senz’altro vero che spesso nel mercato nero hashish e tutte le varietà di marijuana vengono compromesse con sostanze chimiche, molto raro però che si tratti di metadone ed eroina, che provocherebbero effetti devastanti e del tutto diversi da quelli provocati dalla cannabis, seppur non totalmente naturale.
L’Amnesia Haze non è una varietà di cannabis nuova dato che è in circolazione dagli anni 90 ed è stata creata in modo del tutto naturale a partire da strain già esistenti. Come varietà in sé quindi non si può affermare che sia un’erba nuova, diversa o potenziata o che abbia contenuti di THC superiori ad altre varietà del presente e del passato.
Varietà di marijuana ad altissimo contenuto di THC (anche molto più alto di quello dell’Amnesia Haze) sono sempre esistite e tra gli anni 70 e gli anni 90 hanno cominciato a diffondersi in tutto il mondo, di pari passo con la politica proibizionista. Quest’ultima non ha fatto che aumentare la produzione e la vendita di hashish e marijuana da parte del mercato illegale, con il conseguente rischio di compromettere la purezza e la naturalezza non solo dell’amnesia originale ma di tutte le varietà di cannabis.
Un altro problema è legato alle sostanze chimiche utilizzate da coltivatori che non optano per un’agricoltura biologica. Pesticidi e fertilizzanti chimici sono spesso responsabili dell’effetto poco piacevole dell’erba e possono provocare fastidiosi mal di testa.
Odore, gusto, sapore
I consumatori di cannabis doc scelgono la loro varietà di cannabis ideale non solo in base agli effetti, ma anche in base a sapore, odore e gusto dell’erba. In Olanda e in alcuni paesi degli Stati Uniti esistono addirittura dei corsi di degustazione della ganja, proprio come accade per il vino e per la birra. In questo modo è possibile imparare a riconoscere i propri terpeni preferiti, le combinazioni che fanno per noi tra varietà a predominanza indica e varietà a predominanza sativa.
L’Amnesia Haze è conosciuta e apprezzata per avere il profumo naturale di terra e legno tipico della cannabis, ha quel profumo universale che di solito si associa ad ogni varietà.
Il suo profilo terpenico è estremamente complesso. Su questa base naturale si innestano delle note decise di agrumi, in particolare arancia, cedro e limone. Possono essere riconoscibili sentori di incenso e muschio che aggiungono un tocco particolare e che rendono l’Amnesia Haze immediatamente riconoscibile.
Il risultato è un mix perfetto e fresco, chiaramente percepibile anche al sapore, che risulta dolce e fruttato con un retrogusto piacevolmente agrumato.
L’odore è davvero penetrante, è consigliabile spalancare le finestre per evitare un gran cappone, che per quanto seducentemente profumato, potrebbe destare curiosità indiscrete.
Dato il suo gusto così pregiato, un ottimo modo per valorizzare questa varietà di marijuana, nonché l’Amnesia al CBD, di cui parleremo tra poco, potrebbe essere quello di prepararci delle tavolette di cioccolato o dei cioccolatini.
Oltre a essere entrambe buonissime, cioccolata e Amnesia Haze hanno in comune il fatto di essere in grado di stimolare la serotonina e provocare il buonumore.
Ecco la ricetta. Si tratta di una preparazione semplice, che non richiede abilità da chef e che vi darà molta soddisfazione.
Ingredienti:
3 grammi di Amnesia Haze o di Amnesia Haze al CBD triturata finemente
120 grammi di cioccolato fondente o al latte (barretta o gocce)
una punta di aroma di vaniglia
una formina per cioccolato o per ghiaccio
un pentolino
un recipiente di vetro
Procedimento:
- Innanzitutto, dovrete fare in modo che il principio attivo della vostra varietà di marijuana si sprigioni. Questo processo si attiva a una certa temperatura e si chiama decarbossilazione, solitamente avviene quando fumiamo o vaporizziamo la cannabis. In questo caso dovremmo, prima di utilizzare la nostra cannabis, metterla in forno per circa 30 minuti a 120 gradi.
- Riempiamo il pentolino di acqua e mettiamolo sul fornello a fuoco basso. All’interno appoggiamo il pentolino di vetro con dentro il cioccolato spezzettato. Lasciamo sciogliere lentamente a bagnomaria mescolando di tanto in tanto.
- È il momento di tirare fuori l’Amnesia Haze ormai decarbossilata dal forno e tritarla finemente, meglio se con un tritaerba.
- Aggiungete l’erba tritata e la vaniglia al cioccolato fuso e mescolate.
- È importante non smettere di mescolare per evitare che il cioccolato si attacchi e che si creino grumi. Una volta che il composto sarà ben amalgamato, potrete trasferirlo nelle apposite formine. Se non avete delle formine apposta per il cioccolato, potete usare anche la formina per i cubetti di ghiaccio, oppure mettere tutto in una teglia sottile (tipo da pizza) e tagliarlo in pezzetti successivamente.
- Mettete il vostro cioccolato fuso in freezer per qualche ora. Potrete toglierlo una volta che sarà solidificato.
- Il cioccolato è pronto. Durerà diversi giorni se tenuto in frigorifero. Non eccedete con la quantità, ricordate che se mangiato il principio attivo entra in circolazione più velocemente e più potentemente che se fumato o vaporizzato. Un cioccolatino a testa basta e avanza.
Coltivare Amnesia
L’Amnesia Haze è una varietà di marijuana abbastanza semplice da coltivare, adatta sia a coltivatori esperti che a coltivatori principianti. È una varietà di cannabis versatile e molto resistente, che cresce bene con climi temperati e mediterranei ma riesce ad adattarsi facilmente anche alle temperature più rigide.
I semi di cannabis dell’Amnesia sembrano magici. Se coltivata all’interno non cresce tantissimo in altezza, ma al contrario si sviluppa in folti rami cespugliosi e arriva a rendere circa 800 grammi per pianta. Questo la rende particolarmente comoda per la coltivazione indoor.
Se seminata invece in un setup outdoor i raggi del sole diretti faranno crescere questa varietà di cannabis tanto in altezza quanto in larghezza. Le piante possono raggiungere fino al metro e mezzo di altezza e rendere fino a 1500 grammi per pianta.
Il periodo di fioritura dell’Amnesia Haze è abbastanza lungo, si va dalle 11 alle 13 settimane, ma ne vale davvero la pena perché il raccolto è decisamente più abbondante rispetto che quello prodotto da altre varietà di cannabis.
Vediamo quali sono i passaggi essenziali per coltivare l’Amnesia Haze:
Stabilire se la coltivazione avverrà indoor o outdoor:
Nel caso in cui avessimo la possibilità di coltivare all’aperto assicuriamoci che il terreno sia sufficientemente drenante e facciamo delle verifiche preventive su eventuali erbe infestanti. Per drenare il terreno possono essere utili perlite e argilla espansa.
Nel caso si opti invece per una coltivazione indoor, il terreno dovrà essere ugualmente drenato. Esistono terricci già pronti oppure si può scegliere la tecnica dell’idroponica, una ottima soluzione per tutte le piante delle quali necessitiamo monitorare il grado di umidità. Per un set up indoor completo serviranno anche delle lampade led da circa 600 watt e un adeguato sistema di ventilazione che terrà lontani umidità e muffe e ridimensionerà l’odore penetrante delle piante in crescita.
Semi di cannabis:
procurarsi dei semi di cannabis che siano il più possibile puri in modo da essere sicuri di coltivare amnesia originale e non una varietà di marijuana ibrida.
Germinazione:
far germogliare i semi avendo cura di idratarli tenendoli a bagno nell’acqua per le 24 ore precedenti alla germinazione. Una volta messi a germinare ci vorrà qualche giorno, viaccorgerete che sono pronti perché potrete vedere i primi 2-3 cm di stelo. A questo punto potrete spostare i vostri semi germogliati nel terreno di destinazione finale.
Fase vegetativa:
Inizia la fase vegetativa che durerà circa 10 settimane.In questa fase è importante assicurarsi che la pianta abbia abbastanza azoto. Bisognerà poi sospenderlo all’inizio del periodo di fioritura e se necessario aggiungere potassio, calcio e magnesio. Qualsiasi tipo di nutrimento andrebbe aggiunto solo ed esclusivamente in caso di carenze del terreno e tassativamente sospeso nell’ultimo mese del periodo di fioritura in modo da non compromettere l’aroma delle infiorescenze. Meglio scegliere nutrienti biologici e naturali e abolire quelli chimici, anche per trattare eventuali parassiti.
Controllo costante:
è importante monitorare le piante in tutte le fasi della loro crescita in modo da intervenire tempestivamente in caso di necessità. È fondamentale non abbondare in acqua prima di aver controllato l’umidità del terreno e non eccedere con eventuali nutrimenti o fertilizzanti, che se in quantità eccessiva, potrebbero danneggiare in modo permanente le radici di questa varietà di cannabis ma in generale di tutte le piante.
Fioritura:
riconoscere che il periodo di fioritura è terminato è determinante per raccogliere le infiorescenze al momento giusto. Vi accorgerete che le piante sono pronte quando le infiorescenze saranno molto resinose, quasi appiccicose. Sui fiori potrete osservare i tricomi, che si presentano come piccoli puntini di colore bianco e sono i principali contenitori di principio attivo.
Lavorazione:
dopo aver raccolto i vostri fiori, non vi resterà che procedere con l’essiccazione e il trimming che renderanno la vostra erba raffinata e squisita.
È importante precisare che in questo momento in Italia coltivare Amnesia Haze o qualsiasi altra varietà di marijuana con un contenuto superiore allo 0,2% è illegale. Una sentenza della Cassazione afferma che in presenza di un basso quantitativo palesemente riconoscibile all’uso personale si si sia in presenza di un reato amministrativo e non penale, ma le conseguenze ci sono comunque e possono essere sgradevoli, perciò sarebbe prudente evitare.
Per fortuna tutte le indicazioni di coltivazione valgono anche per le varietà di marijuana light ad alto contenuto di CBD o CBG, la cui coltivazione è assolutamente legale.
Amnesia al CBD: Diva
Data l’attuale impossibilità di reperire legalmente Amnesia Haze, Terre di Cannabis ha creato la versione legale di questa varietà di marijuana così ricercata. Dopo anni di ricerca, il mastro canapicoltore dell’azienda è riuscito a produrre una varietà sorprendentemente simile all’amnesia originale, di cui l’azienda non può che essere fiera.
Questa varietà di cannabis light sviluppa dei fiori abbastanza grandi di colore verde bosco scuro, con sfumature che vanno dall’ocra al dorato. Sono estremamente morbidi e appiccicosi per via della significativa presenza di resina generata dalla grande quantità di tricomi.
L’aroma di questa varietà di marijuana legale è inconfondibile e penetrante, proprio come quello dell’amnesia originale.
La nota dominante è senz’altro naturale e legnosa, sono poi riconoscibili i sentori agrumati, immediatamente percettibili nel sapore fresco e intenso della nostra Diva-Amnesia Haze. Il retrogusto al palato è dolce, piacevole e duraturo.
Perfetta per essere vaporizzata a tutte le ore del giorno, è una varietà di cannabis progettata soprattutto per aiutare chi la assume per contrastare ansia, disturbi dell’umore e dolore cronico.
La nostra Diva-Amnesia Haze cresce a circa 365 metri d’altezza, sulle colline di Tocco di Casauria, in Abruzzo. Le piante di questa varietà beneficiano di un clima temperato, le molte ore di sole e il terreno naturalmente ideale, garantiscono la crescita di piante forti e profumate in grado di offrire raccolti abbondanti con un periodo di fioritura di circa 10 settimane.
Diva- Amnesia Haze è una varietà di marijuana light e pertanto è completamente priva di effetti psicoattivi. Contiene infatti una percentuale di THC inferiore allo 0,2% ma una percentuale di cannabidiolo (CBD) estremamente elevata. Con il 22% di CBD, Diva è ufficialmente parte dei prodotti Top Quality della nostra azienda.
Diva è disponibile anche nel formato XL da 10,20,30 o 60gr
Gli effetti di Amnesia
I semi di cannabis di questa strain possono arrivare a produrre THC fino al 24%. Si tratta di una percentuale molto alta. Il fatto poi che si tratti di una varietà a dominanza sativa rende questa varietà di marijuana una vera e propria bomba.
Il suo effetto è energizzante e provoca una quasi immediata scarica di serotonina. È per questo motivo che l’Amnesia Haze è stata tra le prime a essere oggetto di interesse della comunità scientifica. Molte persone, soprattutto negli Stati Uniti, utilizzano questa varietà di cannabis per contrastare disturbi dell’umore, dolore cronico, ansia o stress.
L’Amnesia Haze è in grado di riportare il buonumore e abbassare i livelli di cortisolo, l’ormone responsabile dello stress, dando una grossa mano anche al disturbo post-traumatico da stress. La stessa varietà di marijuana è in grado fin dal primo tiro di alleviare spasmi muscolari, reumatismi e qualsiasi trauma o infiammazione a carico dei muscoli.
Finora abbiamo parlato degli effetti dell’Amnesia Haze facendo riferimento soprattutto al suo utilizzo come cannabis terapeutica, ma come ben sappiamo, questa incredibile strain, è particolarmente apprezzata anche da chi utilizza la cannabis a scopo ricreativo.
Il suo “high” piace molto, soprattutto perché non provoca sonnolenza o stordimento, ma anzi mantiene la mente attiva e a lavoro per quasi tutta la durata dell’effetto.
Vediamo quali sono i principali effetti “ricreativi” dell’amnesia haze:
immediato buonumore
rilassamento dei muscoli
percezione più intensa di se stessi e della realtà circostante
allegria immotivata e attacco di risa, chiamata dai consumatori di cannabis “stupideira”
sensazione di leggerezza
energia fisica immediata
capacità creativa potenziata
Contenendo una quantità di THC molto elevata, l’Amnesia Haze può, come tutte la varietà di cannabis molto potenti, provocare degli effetti collaterali, che vale la pena riconoscere e prevenire.
Ecco i più comuni:
tachicardia
sudorazione delle mani
sensazioni simili a quelle provocate da un attacco di panico
pensieri paranoici su noi stessi o sulle persone presenti
secchezza della bocca
visione offuscata
debolezza nelle gambe
pensiero annebbiato
È importante ricordare che è sempre possibile evitare gli effetti sgraditi. Come? Semplicemente facendo dell’amnesia haze un uso consapevole e oculato e soprattutto evitando di sovrapporla ad altre sostanze.
In presenza di effetti collaterali, è importante mantenere la calma e tenere presente che l’effetto svanirà nel giro di un paio d’ore.
Se non siete già a casa vostra, cercate una bottiglietta d’acqua e un luogo poco affollato e tranquillo. A meno che non sentiate di voler dormire, evitate di sdraiarvi e chiudere gli occhi perché potrebbe farvi girare la testa.
Ci si può aiutare bevendo qualcosa di zuccherato o mangiando un po’ di frutta, meglio se una banana, che vi aiuterà a reintegrare immediatamente il potassio oppure un kiwii, carico di vitamine.
Evitate, in presenza di effetti collaterali, di fumare tabacco, bere caffè o bibite gassate e di mangiare prodotti a base di zuccheri raffinati come dolciumi. Potrebbe provocare ulteriore nausea.
Se vi sentite deboli, masticare un po’ di liquirizia può essere un buon metodo per tirarsi su.
Va da sé che se avete assunto sostanze stupefacenti pesanti e vi sentite poco bene, la cosa migliore è andare al pronto soccorso ed evitare complicazioni.
Se invece avete assunto solo Amnesia Haze e in generale solo cannabis, potete stare tranquilli perché l’effetto, seppur spiacevole svanirà, bisogna solo avere pazienza.
Effetti Amnesia al CBD
Per comprendere gli effetti di questa varietà di marijuana al CBD in tutto e per tutto ispirata all’amnesia originale, è opportuno accennare qualcosa sul cannabidiolo o CBD. Il CBD è un cannabinoide non psicoattivo, che proprio come il THC, ma senza i suoi effetti collaterali, riesce a interagire con il nostro sistema endocannabinoide apportando una serie di benefici per il nostro organismo.
La sua efficacia è già stata ampiamente provata da chi si occupa di cannabis terapeutica e dal settore farmacologico, che a oggi, ha potuto ricavare già due farmaci a base di CBD, uno destinato ai pazienti epilettici farmaco resistenti e un altro per trattare la fibrosi cistica.
Diva- Amnesia Haze può essere utilizzata per diverse esigenze:
alleviare il dolore cronico
distendere le tensioni muscolari
combattere emicrania e dolori mestruali
stimolare l’appetito
alleviare i dolori da reumatismi
contrastare l’insonnia
ridurre le infiammazioni
combattere i disturbi dell’umore come la lieve depressione, l’ansia e gli attacchi di panico
placare i possibili effetti collaterali del THC
sostituire il tabacco
Continuando a utilizzare Diva-Amnesia Haze nel lungo periodo, sarà possibile notare dei benefici proprio a livello del sistema immunitario, che ne risulterà rinforzato grazie alle proprietà antiinfiammatorie e antibatteriche del cannabidiolo.
Per una migliore esperienza con questa pregiatissima varietà di cannabis light, è consigliabile utilizzare un vaporizzatore per erba, con il quale potrete evitare gli effetti collaterali della combustione ma anche regolare la temperatura per sprigionare il massimo di principio attivo.
Se siete amanti del tè potrete utilizzare le infiorescenze di Amnesia al CBD anche per preparare un ottimo infuso alla cannabis da consumare sia caldo che freddo per tonificarvi e rilassare i muscoli.
Ecco che cosa vi servirà per preparare il tè per una persona:
mezzo grammo di Amnesia al CBD
mezzo bicchiere di latte
mezza tazza d’acqua
un cucchiaio del vostro tè preferito
cannella se gradita
zucchero o miele a piacimento
Procedimento:
preparate le vostre cime triturandole adeguatamente.Assicuratevi di eliminare tutti i rametti.
versate il latte in un pentolino, metteteci le cime tritate, la cannella e il tè e mescolate.
mettete il pentolino sul fuoco e continuate a girare a fuoco lentissimo per circa venti minuti, assicurandovi che il latte non raggiunga mai l’ebollizione.
aggiungete al latte la mezza tazza d’acqua e continuate a girare per cinque minuti.
filtrate con cura, in modo da eliminare tutte le infiorescenze e i residui di tè, dolcificate a piacimento e bevete caldo o se preferite lasciate raffreddare, mettete in frigo e bevete entro 24 ore.
se volete evitare il latte, vi basterà scaldare le infiorescenze in forno a 120 gradi per circa 30 minuti prima di iniziare la preparazione.
Vaporizzare Amnesia CBD contro ansia
Ansia, attacchi di panico e disturbi dell’umore possono essere davvero invalidanti. In un periodo storico come questo poi, come conseguenza degli ultimi lockdown e della sensazione di incertezza e di paura che ci circonda, è facile che l’ansia, se già presente nella nostra vita si acuisca o che compaia per la prima volta nella nostra quotidianità provocando sensazioni di profondo disagio.
L’ansia può manifestarsi in diversi modi, vediamo quali sono i principali:
attacco di panico:
è uno dei peggiori modi in cui l’ansia si può manifestare. Caratterizzato da uno o più dei seguenti sintomi: apparente difficoltà di deglutizione, emicrania, sensazione di respirare a fatica, dolore al petto, sudorazione delle mani, paura di morire.
ipocondria:
in questo caso l’ansia si manifesta facendo identificare al soggetto ogni piccolo cambiamento del corpo come un potenziale sintomo di un immaginario disturbo fisico. Il soggetto passa da un inesistente sintomo all’altro, auto provocandosi una grande quantità di stress e convincendosi di essere affetto da diverse patologie.
tachicardia:
non serve spiegare cosa sia. È uno dei principali sintomi di un attacco d’ansia.
fame compulsiva:
spesso associata a una sensazione di vuoto emotivo. Il soggetto è agitato e mangia in modo compulsivo per provare a placare lo stato d’ansia.
stomaco chiuso:
al contrario della sensazione di fame compulsiva, il soggetto non sene
elucubrazione mentale:
il soggetto fa pensieri perlopiù impossibili su eventuali situazioni pericolose che possono riguardare lui o un suo caro. Oppure il soggetto rimugina insistentemente su eventi negativi della propria vita, provocandosi agitazione.
rabbia:
l’ansia a volte si manifesta anche come rabbia e nervosismo. La momentanea incapacità di gestire l’ansia, fa sì che l’energia si incanali in una rabbia improvvisa e immotivata.
blocco fisico ed emotivo:
quando l’ansia è tanta, è possibile rimanere come paralizzati in un’immobilità che impedisce di fare qualsiasi cosa, persino di muoversi o fare piccoli movimenti.
L’ansia può manifestarsi anche in altri modi, alcune persone sviluppano sintomi psicosomatici come la psoriasi, il mal di stomaco o l’emicrania. È importante intervenire celermente in modo da tenere a bada il disturbo ed evitare che l’ansia aumenti esponenzialmente.
Come per altri disturbi dell’umore, spesso vengono utilizzati farmaci chimici, che però possono avere effetti collaterali pesanti. Pensiamo banalmente allo Xanax, che viene prescritto anche dal medico di famiglia con una estrema felicità per l’insonnia e gli attacchi di panico. Spesso se ne abusa e viene mischiato con alcool provocando così ulteriori effetti collaterali.
L’Amnesia al CBD è un rimedio naturale contro l’ansia, che si presta a sostituire i farmaci chimici o le soluzioni improvvisate. Esattamente come l’amnesia originale, Diva è in grado di dare tono all’umore ed energizzare mente e corpo. Al contrario dell’amnesia originale invece, Diva non ha proprietà psicoattive ma possiede una elevatissima percentuale di cannabidiolo.
Come evidenzia questa ricerca, il cannabidiolo (CBD), è un principio attivo ad ampio spettro farmacologico che negli ultimi anni ha suscitato grande interesse per le sue potenzialità nel trattare diversi disturbi, tra cui alcuni di tipo neuropsichiatrico. Allo scopo di determinare il potenziale del CBD come trattamento efficace per alcuni disturbi legati all'ansia, la ricerca citata evidenzia le prove prodotte dagli studi preclinici e quelle prodotte dagli studi sperimentali, clinici ed epidemiologici.
Data la sua capacità di interagire con il nostro sistema endocannabinoide e in particolare con i recettori cb1 e cb2 è stato scoperto che il CBD è in grado di contrastare il disturbo d'ansia generalizzato, l’agorafobia, gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo e persino il disturbo da stress post-traumatico.
Alla maggior parte dei pazienti è stato somministrato in acuto, ossia nel momento di manifestazione del sintomo, ottenendo un’immediata sensazione di sollievo. Altri studi però hanno studiato il dosaggio di CBD anche sui disturbi di ansia cronici, dimostrando degli effettivi benefici sulla gestione dello stress sulla lunga durata.
Come già detto, per una migliore esperienza, è importante scegliere la vaporizzazione. Scegliere di utilizzare Amnesia al CBD contro l’ansia significa utilizzare il cannabidiolo per diverso tempo. Continuando a utilizzare CBD con cartine e tabacco però non ci aiuterebbe. Un vaporizzatore per erba invece, meglio se portatile così che possiate averlo con voi dappertutto, potrebbe essere la soluzione ideale.
Tutti i vaporizzatori per erba, anche quelli portatili, permettono di regolare la temperatura. Per vaporizzare al meglio Diva, la nostra Amnesia al CBD, basterà impostare la temperatura tra i 160 e i 180°gradi. Per assaporare invece il terpinolene, ossia il terpene principale all’interno di questa strain, responsabile oltre che di conferirle il suo incredibile aroma, anche di potenziare le proprietà terapeutiche del cannabidiolo, vi basterà regolare il vaporizzatore intorno ai 175°.
Per far arrivare Diva direttamente a casa vostra, non dovrete fare altro che andare sul nostro sito web, all’interno del quale utilizziamo i cookie nel massimo rispetto della privacy e solo per garantire all’utente una migliore esperienza.
Consegniamo le nostre infiorescenze in forma completamente anonima per tutelare ancora una volta la privacy dell’utente.
Sul nostro sito web potrete trovare le migliori varietà di marijuana light 100% italiane, sia al CBG che al CBG.
Tutte le nostre piante sono completamente organiche e vengono coltivate senza l’utilizzo di pesticidi e metalli pesanti. Abbiamo scelto di portare avanti un’agricoltura biologica e consapevole che tenga conto dei ritmi e delle esigenze della natura e gestiamo ogni singolo step di tutta la filiera produttiva per garantire un prodotto finale di grande qualità a un prezzo estremamente competitivo.
In questo film potrai vedere come lavoriamo:
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https://terredicannabis.com/blogs/news/draghi-shock-legalizziamo-la-cannabis2021-04-01T09:02:39+02:002023-11-08T14:18:59+01:00Draghi shock: Legalizziamo la cannabisMarco Cappiello
Colpo di scena clamoroso durante i lavori dell'ultima commissione parlamentare, Draghi spiazza tutti “Il nostro esempio sarà New York”.
“L'Italia ha bisogno di crescere e questa pandemia non ci dà tregua, mettiamo da parte personalismi politici e pensiamo al futuro di questo paese. L'Italia ha un drastico bisogno di uscire da questa crisi? La soluzione me l'hanno suggerita gli ultimi eventi da oltreoceano, una nuova rivoluzione verde: legalizziamo la Cannabis”
Questo è quello che ha dichiarato il Presidente del Consiglio Mario Draghi alla fine di una seduta alla camera estenuante, durata più di 12 ore e con un finale a gran sorpresa. Ha poi aggiunto:
“Il nostro esempio sarà New York culla della democrazia, della civiltà e che in questi giorni ha ufficializzato l'uso ricreativo della marijuana. Come hanno fatto tanti altri Stati americani negli ultimi tempi. E come hanno fatto tante altre Nazioni.”
Dal 1 maggio 2021 il consumo di Cannabis sarà quindi legalizzato in tutta Italia.
Il 28 aprile 2021 sarà data comunicazione istituzionale tramite la Gazzetta Ufficiale e dal 29 aprile sarà possibile presentare la domanda per ottenere il permesso per il patentino da consumatore.
Concludendo i lavori il Presidente del Consiglio ha chiosato:
"Abbiamo un disperato bisogno di aumentare il nostro PIL, la nostra economia è in fase di stagno da tanto, troppo tempo. Serve un'inversione di tendenza e non importa se qualcuno non sarà d'accordo perché questo provvedimento è per il bene dell'Italia"
Se sei arrivato fin qui, vuol dire che sei minimamente curioso e probabilmente avrai già capito che oggi è il 1aprile.
Allo stesso tempo: ieri New York ha legalizzato l'uso ricreativo della cannabis, ma quanto sarebbe giusto, nella realtà, che succedesse una cosa del genere anche in Italia?
Se invece sei arrivato fin qui allora ti meriti uno sconto!
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https://terredicannabis.com/blogs/news/purple-haze-coltivazione-caratteristiche-ed-effetti2021-03-22T09:35:03+01:002023-11-08T14:19:00+01:00PURPLE HAZE: coltivazione caratteristiche ed effettiMarco CappielloAltro]]>
La Purple Haze è sicuramente la più famosa tra le varietà di marijuana viola, ma non è l’unica. Il grande successo della Purple Haze è dato dalla potenza del suo effetto, ma anche dal suo irresistibile aroma di fragola. Certamente, il fatto che abbia gradevolissime sfumature di colore viola contribuisce a dare ulteriore fascino a questo tipo di cannabis sativa.
Vista la sua popolarità e dato che siamo freschi di studio perché Terre di Cannabis ha creato da pochissimo la prima Purple Haze al CBD, eccoci qui con una mini-guida completa sulla marijuana viola.
Ecco che cosa vedremo nello specifico:
Origine della strain
Il nome tra miti e leggende
Coltivare Purple Haze
Purple Haze al Cbd: Stella
Caratteristiche della strain
Caratteristiche di Stella
Effetti Purple Haze
Effetti Purple Haze Stella
Le migliori genetiche di Purple
Origine della strain
Tra gli anni 60’ e 70’ la cannabis sativa ebbe il suo momento di maggiore splendore in tutto il mondo ma soprattutto negli Stati Uniti. Proprio in California, vennero ibridate e create tantissime varietà di marijuana, la maggior parte delle quali ancora famose e apprezzate oggi.
La Purple Haze affonda le sue origini proprio in quel periodo e in quel contesto, in cui insieme alle varietà di marijuana fiorivano miti e leggende sulla loro origine.
Si tratta di un ibrido a dominanza sativa estremamente potente con un contenuto diTHC che può arrivare fino al 30%.
Non essendoci dei documenti storici specifici in merito, l’unica possibilità per sapere qualcosa in più sulla provenienza di questa strain, è affidarsi ad alcune testimonianze ritenute attendibili.
Uno dei migliori resoconti al riguardo ci viene fornito dalla Humbold Seed Organization, la quale racconta che il mistero più grande relativo alla Purple Haze è proprio quello intorno alla sua origine.
La narrazione più gettonata racconta che a creare questa favolosa varietà di marijuana siano stati tre ragazzi: i fratelli Haze e il famoso Sam The Skunkman, personaggio al quale viene attribuita la creazione di tantissime varietà.
Questi tre ragazzi avrebbero deciso di viaggiare in lungo e in largo per cercare le migliori varietà di marijuana da ibridare al fine di creare una nuova strain ad alto contenuto di THC.
A quanto pare riuscirono nell’impresa arrivando a combinare una straordinaria sativa messicana con una sativa colombiana e un’indica indiana. Raccolte le migliori piante femminili di queste strain, le avrebbero ibridate con una pianta maschio di origine thailandese, la famosa Purple Thai, ottenendo una varietà di marijuana originale ed estremamente potente.
Da quel momento avrebbero continuato a lavorare per creare varietà più stabili e con diverse caratteristiche. La prima fu proprio la Purple Haze, ma sono note anche la Lemon Haze, la Silver Haze e l’Amnesia Haze.
Tra gli appassionati di cultura di cannabis sativa, ci si chiede se Sam the Skunkman e i fratelli Haze siano realmente esistiti. Poco importa. Quel che è certo è che qualcuno piantò realmente un nuovo seme di cannabis, frutto dell’ibridazione di queste genetiche.
Del resto, come vedremo tra un attimo, sul nome di questa varietà di marijuana è stato scritto un mondo.
Il nome tra miti e leggende
Nei blog che trattano la cannabis sativa capita spesso di imbattersi in articoli che presentano la Purple Haze come quella varietà di marijuana alla quale Jimy Hendrix si ispirò per il titolo della sua celebre canzone.
Si tratta di un’idea senz’altro affascinante, che però non corrisponde a realtà. Seppure infatti, Jimy Hendrix fosse noto per non disdegnare alcuna sostanza stupefacente e amasse fumare ganja, non ha chiamato così la sua canzone per via di quella specifica varietà di marijuana.
A quanto pare Jimy Hendrix aveva un’attività onirica molto sviluppata ed era solito utilizzare i contenuti dei suoi sogni per le sue canzoni. Per quanto riguarda Purple Haze, in più di un’intervista, anche sulRolling Stones, Charles Cross, il biografo personale di Jimy Hendrix, afferma che il titolo della canzone arrivò al chitarrista proprio dopo un sogno, in un periodo in cui stava leggendo un particolare romanzo di fantascienza.
Nel sogno Jimy Hendrix camminava sul fondo del mare e veniva improvvisamente travolto da un’ondata viola. Purple Haze uscì come singolo nel 1967, stesso anno in cui Jimy Hendrix diventava famoso per aver dato fuoco alla sua chitarra al Monterey Pop festival in America.
Negli stessi anni in cui Jimy Hendrix diventava una star, alcuni celebri growers stavano creando delle varietà di marijuana che sarebbero passate alla storia. Non è un caso che scelsero il titolo di una canzone così celebre, composta da un grande innovatore della musica, per dare il nome a una varietà di marijuana tanto potente.
C’è infine chi pensa che Haze sia appunto il cognome dei due fratelli growers, che ebbero in mano il primo seme di cannabis di Purple Haze da loro ibridato. Secondo la stessa teoria si chiamerebbe Purple perché il colore viola sarebbe stato un colore molto importante per la cultura colombiana e indiana, da cui provenivano le varietà di cannabis con cui è stata ibridata.
È molto più probabile che per Haze ci si volesse riferire alla "foschia, nebbia” (è il significato della parola in inglese) intesa come la confusione provocata dall’effetto estremamente potente di tutte le varietà di Haze. Haze potrebbe essere una metafora dello “sballo” potente e a tratti psichedelico provocato da questa varietà di marijuana.
Per quanto riguarda il colore viola invece e la parola “Purple”, la risposta è semplice. La pianta di Purple Haze, come altre varietà di cannabis Haze, presenta sulle foglie delle sfumature violacee, che possono essere più chiare e più scure e che derivano dalla genetica della Purple Thai, che pure presentando delle sfumature di colore viola tendenti la malva.
Questa sembra essere la teoria più logica. Va inoltre ricordato che nello stesso periodo storico, probabilmente gli stessi growers, stavano creando diverse varietà di Haze. È altamente probabile quindi che abbiano scelto di dare loro dei nomi basandosi su alcune differenze sostanziali. Il colore nel caso della Purple Haze, il profilo terpenico nel caso della Lemon Haze e l’effetto rilassante, distensivo e potente nel caso dell’Amnesia Haze.
Coltivare Purple Haze
Uno dei punti di forza della Purple Haze è dato dalla sua resistenza e dalla sua flessibilità in termini di coltivazione. Questa varietà di marijuana si presta ad essere coltivata a bassissime temperature ed è proprio in quel caso che rilascia più facilmente le sue sfumature violacee.
Tuttavia, questo tipo di cannabis sativa è in grado di dare un raccolto ricco anche in presenza di un clima mediterraneo e soleggiato. Nel caso vogliate velocizzare i cicli di raccolto, sappiate che la Purple Haze è perfetta anche per l’indoor e rende particolarmente bene in idroponica.
Vediamo quali sono i principali step per coltivare Purple Haze e qualsiasi altra varietà di marijuana ma anche di cannabis light:
Scegliere e preparare il terreno:
la composizione del suolo è determinante per la crescita di tutte le piante. La cannabis sativa in particolare però, per crescere al meglio e offrire una buona resa, ha bisogno di un terreno ben drenato. La cosa migliore è preparare una miscela di terriccio, che contenga un po’ di argilla, un po' di sabbia e dei nutrimenti organici come l’hummus di lombrico o il compost.
Esistono ovviamente dei terricci già pronti, ma è importante verificare la percentuale delle singole parti in modo che siano bilanciate. Alla cannabis sativa serve un terreno sufficientemente argilloso in grado di garantire un buon drenaggio e un’adeguata ossigenazione.
Nel caso coltivaste indoor è preferibile l’idroponica. Il terreno in questo caso sarà un materiale inerte come la perlite o l’argilla espansa. È molto importante che le radici non siano a diretto contatto con l’acqua.
Nutrimento:
spesso il problema con chi coltiva cannabis sativa è l’idea che sovra concimare le piante possa fare miracoli come aumentare la grandezza del fiore, triplicare la quantità del raccolto finale e velocizzare la fioritura.
Non c’è nulla di più sbagliato. Ogni seme di cannabis è stato creato per avere e mantenere determinate caratteristiche, che non verranno magicamente potenziate con l’utilizzo di litri e litri di fertilizzanti. Nutrendo più del dovuto le nostre piante potremmo addirittura rischiare la combustione delle radici, che si ritroverebbero a bruciare a causa dei fertilizzanti, soprattutto se di natura chimica.
È importante invece osservare la pianta con attenzione di settimana in settimana ma anche di giorno in giorno se vi è possibile in modo da potersi adeguare tempestivamente alle sue esigenze.
Se la pianta è verde e rigogliosa, priva di foglie gialle e di foglie malate, significa che sta bene così e non ha bisogno di ulteriore nutrimento.
Per fornire alle piante di cannabis sativa il giusto apporto di vitamine e nutrienti bisogna accertarsi di poche cose. Prima di tutto che abbia sufficiente azoto durante la fase vegetativa. In secondo luogo, che dall’inizio della fioritura è necessario ridurre l’azoto o eliminarlo completamente dalla routine della pianta.
È il momento di introdurre nel terreno potassio, fosforo, calcio e magnesio o manganese. Molti terricci contengono così tanti nutrienti da non aver bisogno di ulteriori aggiunte, ma nel caso dell’idroponica qualche nutriente vi servirà.
Esistono anche delle miscele di nutrienti già preparate, sia per la fase vegetativa che per la fase di fioritura. È consigliabile utilizzare miscele biologiche e iniziare con la metà della quantità suggerita dalla confezione.
In alternativa si può optare per dei preparati fatti in casa come il tè ottenuto dalle bucce di banana, che fornisce un alto contenuto di potassio oppure dei gusci d’uovo tritati, che rilasciano calcio. In fase vegetativa invece, potrebbero fare comodo i fondi del caffè, particolarmente ricchi di azoto.
A un mese dal raccolto, potreste vedere delle foglie gialle. Non temete perché è assolutamente normale che le prime foglie della pianta inizino a ingiallire. È importante però interrompere ogni tipo di concimazione per evitare odori sgradevoli sulla vostra erba, che è ormai quasi pronta per essere raccolta. Una sostanza che è possibile aggiungere tranquillamente al terreno in quel periodo è un cucchiaio di melassa d’uva e cenere, che aiuterà le cime a diventare ancora più dense e saporite.
Controllo dei parassiti:
come ogni pianta, anche la cannabis sativa è soggetta all’aggressione da parte di parassiti di vario tipo: afidi, acari, mosche bianche e funghi di vario genere sono in grado di attaccare la pianta e comprometterne la crescita.
Se non presa tempestivamente, sia in outdoor che in indoor, un’infestazione può sfuggire presto di mano e mandare alle ortiche il raccolto. Ma a proposito di ortiche, ecco che ci vengono in soccorso alcuni rimedi naturali per preparare degli antiparassitari naturali. Una buona pratica è quella di preparare un macerato di ortica da spruzzare sulle piante ogni settimana. Se usato con costanza, il macerato di ortica diventa un alleato potente e infallibile.
Ecco come prepararlo in modo semplice e veloce: basterà procurarsi circa un chilo di piante di ortica ben lavate e tagliate alla base, Bisognerà poi lasciarle macerare per 48 ore in circa 10 litri d’acqua.
L’ideale sarebbe utilizzare l’acqua piovana, ma può andare bene anche l’acqua di rubinetto purché sia filtrata. In alternativa alla pianta di ortica fresca, è possibile macerare anche ortica secca, in questo caso utilizzeremo circa 100 grammi per 10 litri. Trascorse le 48 ore, il composto va filtrato per bene e poi è pronto per essere utilizzato sulle piante tramite l’utilizzo di uno spruzzino.
Anche l’olio di neem è un ottimo pesticida naturale. Entrambi possono essere utilizzati durante tutta la fase vegetativa. Durante la fioritura sarebbe meglio evitare qualsiasi tipo di antiparassitario perché qualsiasi cosa spruzzeremo sulla nostra marijuana viola o verde che sia, resterà anche sui fiori, che poi verranno fumati o vaporizzati.
È chiaro che se utilizziamo pesticidi chimici, ingeriremo particelle anche di quelli ed è il motivo per cui è altamente sconsigliabile.
In fase di fioritura olio di neem e macerato di ortica potrebbero al massimo lasciare un odore poco gradevole sulle cime, ma almeno non sono tossici. Si può ovviare spruzzando il macerato solo sulla parte bassa della pianta, oppure poco vicino. È anche possibile realizzare delle candele ortica e citronella da posizionare intorno alle piante.
L’odore dell’ortica e dell’olio di neem è così penetrante che scaccerà i parassiti anche se il composto non verrà spruzzato direttamente sulla pianta.
Raccogliere la marijuana viola:
come per qualsiasi altra varietà di marijuana, è importante aspettare che la fase di fioritura sia giunta a termine per raccogliere le infiorescenze di cannabis sativa. Un segnale inconfondibile ci viene dato dai pistilli e dai tricomi presenti proprio sulle infiorescenze.
I pistilli sono come dei filamenti presenti sui fiori, che durante la fase vegetativa sono di colore molto chiaro, mentre invece durante la fase di fioritura cominciano a colorarsi di un colore che va dal giallo al dorato fino ad arrivare al marrone. Quando i pistilli sono bruni, è il momento di raccogliere la marijuana. I tricomi invece, che sono delle piccole capocchiette sempre presenti sul fiore, nel momento in cui la cannabis sativa è pronta, da trasparenti diventano visibili assumendo un color bianco latte.
Luci e sistema di ventilazione in coltivazione indoor:
se scegli di coltivare Purple Haze in indoor, saranno necessarie le giuste luci. Le migliori sono quelle a neon, magari anche a risparmio energetico. La cosa importante è che non rilascino calore, che potrebbe bruciare le piante o renderle eccessivamente fragili.
La chiave vincente è posizionare le luci in un punto in cui illuminino bene le piante senza essere troppo vicine, soprattutto se utilizziamo luci potenti.
Alcuni coltivatori preferiscono utilizzare una luce fredda in fase vegetativa e una luce calda durante la fioritura. Ricordate che la fioritura inizierà non appena modificherete il ciclo luce-buio. Meglio non anticiparla troppo se vogliamo che la cannabis sativa cresca rigogliosa e sviluppi il massimo del suo principio attivo.
Per qualsiasi coltivazione indoor è indispensabile avere un adeguato sistema di ventilazione che eviterà il ristagno dell’umidità con il conseguente formarsi di muffe. In questo senso la cannabis sativa è particolarmente delicata. Il sistema di ventilazione può essere molto utile anche a camuffare l’odore forte e penetrante della Purple Haze, che potrebbe facilmente insospettire i vicini e non solo.
Piccola ma fondamentale postilla legale:
in questo momento in Italia la cannabis sativa con un contenuto di THC superiore allo 0,2%, è considerata una sostanza stupefacente. È vietato coltivare qualsiasi varietà di marijuana, quindi ahimè, anche la marijuana viola. Sebbene ci sia una sentenza della cassazione che fa rientrare in illecito amministrativo e non in reato penale la coltivazione di cannabis sativa in piccole quantità (fino a tre piante) non c’è ancora una legge chiara al riguardo e sarebbe prudente evitare.
Per ovviare a un’irrefrenabile voglia di Purple Haze, Terre di Cannabis ha progettato e creato una varietà di cannabis light ispirata e del tutto simile alla celebre marijuana viola.
Purple Haze al Cbd: Stella
Terre di Cannabis produce da molti anni cannabis light del tutto organica e naturale. Oltre alla creazione di strain al CBD e al CBG assolutamente nuove progettate dal mastro canapicoltore dell’azienda, uno degli obiettivi è sempre stato quello di poter ricreare il profilo terpenico e gli effetti migliori delle più grandi varietà di marijuana della storia e renderle accessibili a tutti. Anche a chi desidera evitare gli effetti psicotropi del THC.
È seguendo questo obiettivo che sono nate alcune delle nostre migliori infiorescenze. Abbiamo quindi sperimentato a lungo per ricreare una varietà di marijuana che riprendesse il meglio di Purple Haze.
Abbiamo così il piacere di presentarvi Stella, la prima Purple Haze al CBD, una delle ultime novità di Terre di Cannabis.
Si tratta di una varietà di cannabis light con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%, quindi perfettamente legale e un contenuto di CBD (cannabidiolo) molto alto.
Questo principio attivo, privo di effetti collaterali e di effetti psicoattivi, è in grado di interagire con il nostro sistema endocannabinoide, procurando al nostro organismo una serie di benefici sia a breve che a lungo temine.
Caratteristiche della strain
La Purple Haze è un ibrido di più genetiche sative (colombiana, messicana, thai) che presentano diverse percentuali di THC e una sola genetica a dominanza indica (indiana) sempre ad alto contenuto di THC.
La genetica a dominanza sativa conferisce a questa varietà di marijuana un particolare effetto psicotropo, così potente da sfiorare, se assunta in grandi quantità, la psichedelia. Tuttavia, la componente indica aiuta a mantenere lucidità e a rilassare i muscoli per tutta la durata dell’effetto.
Si tratta di piante molto note nel mondo della coltivazione della cannabis per via della loro resistenza. Riescono a crescere a temperature molto basse, proteggendosi cambiando colore (stratagemma che spesso utilizzano anche per arginare gli attacchi di alcuni parassiti) fino a diventare di quel bel viola che ci piace. Crescono bene anche in climi miti e mediterranei e rendono al massimo anche in outdoor.
Le cime di questa popolare marijuana viola sono di grandezza medio piccola. Al tatto risultano estremamente soffici e appiccicose, sono molto ricche di tricomi bianchi e pistilli bruno dorato, che è possibile vedere chiaramente ad occhio nudo. Di colore verde muschio, sia cime che foglie possono presentare striature che vanno dal lilla, malva al viola intenso.
Le infiorescenze di questa varietà di marijuana sono anche estremamente resinose e c’è bisogno di un trita erba per lavorarle al meglio.
L’aroma di Purple Haze è dolce e terroso, spiccano note di fragola e frutti di bosco. Il sapore rispecchia l’aroma, lasciando in bocca un retrogusto piacevole e fruttato.
L’alto contenuto di THC e la dominanza sativa provocano un effetto energizzante, che stimola la conversazione e la creatività. Purple Haze però è anche molto efficace nel contrastare il dolore cronico e la tensione muscolare.
Caratteristiche di Stella
Stella-Purple Haze al CBD è una strain di cannabis light ispirata in tutto e per tutto alla famosa marijuana viola. È progettata per essere profumata, saporita, stabile, resistente e particolarmente ricca di principio attivo.
Con la sua percentuale di CBD è in grado di innescare numerosi effetti benefici nel corpo umano, che la rendono irresistibile sia per i consumatori di cannabis light che per quelli di qualsiasi varietà di marijuana.
Stella cresce in un terreno naturalmente drenato e ossigenato, sulle colline abruzzesi della valle Subequana, lungo le rive dell’Aterno. Beneficia di molte ore di sole e di un clima favorevole, che di inverno può raggiungere anche temperature molto basse.
L’aroma è inconfondibile perché il suo profilo terpenico è pressoché identico a quello della Purple Haze. Assaporandola è possibile distinguere chiaramente le note di fragola e di frutti rossi e un piacevole sentore di erba fresca e muschiata.
Il sapore è incantevole e lascia un retrogusto molto dolce e fresco in bocca.
Stella - Purple Haze è una varietà di marijuana che si presta a essere consumata sia al mattino che alla sera. Aiuta a contrastare il dolore cronico, gli effetti collaterali del THC, la nausea e i disturbi dell’umore.
Stimola e rigenera il sistema immunitario e aiuta nei cambi stagionali e ad affrontare piccole infiammazioni. Stella-Purple Haze, proprio come tutte le infiorescenze di Terre di Cannabis, viene coltivata seguendo ritmi naturali e tutte le linee guida per un’agricoltura sostenibile.
L’azienda abolisce l’utilizzo di fertilizzanti chimici, metalli pesanti e pesticidi e gestisce l’intera filiera produttiva, dalla fase di creazione della strain, fino alla sua distribuzione, passando per la coltivazione.
Questa gestione integrata e interna dell’intera filiera ci permette da un lato di monitorare costantemente il prodotto, offrendo elevatissimi standard di qualità e sicurezza. Dall’altro di offrirlo ai nostri clienti a un prezzo estremamente vantaggioso e competitivo per il mercato della cannabis light.
Effetti Purple Haze
La Purple Haze con normali contenuti di THC, parliamo quindi di percentuali che vanno dal 22 al 30%, provoca effetti molto potenti, che si manifestano appena dopo pochi tiri. Come tutte le varietà di marijuana a dominanza sativa, la marijuana viola quando sale va dritta alla testa, provocando immediatamente una sensazione di euforia, associata in alcuni casi a un arrossamento degli occhi e delle guance e a una leggera tachicardia.
Pian piano il pensiero si fa più intenso e percettivo e la capacità creativa viene stimolata. In alcuni casi, può provocare un’intensa e insolita parlantina o una inspiegabile ilarità.
Per qualcuno la Purple Haze è un ottimo energizzante in grado di aiutare a svolgere con più leggerezza mentale un lavoro pesante o particolarmente noioso, ma anche di stimolare idee per un progetto creativo e addirittura di agevolare la risoluzione di complicati compiti analitici.
È una delle pochissime varietà di marijuana, che se utilizzata in grandi quantità, arriva a provocare effetti psichedelici come la distorsione delle forme o dei colori e una percezione molto più profonda di sé stessi e della realtà circostante. Nulla a che vedere con gli effetti psicotropi che possono essere provocati da una sostanza stupefacente come un acido naturalmente, ma di sicuro l’effetto è più strong di quello provocato dalla maggior parte delle varietà di marijuana.
Sugli effetti della Purple Haze è stato detto di tutto, c’è addirittura chi sostiene che possa avere degli effetti afrodisiaci se usata in giusta compagnia della persona giusta. Quel che è certo è che questa varietà di marijuana non ha effetti rilassanti o sedativi e non facilita il sonno o l’abbiocco, al contrario è in grado di renderci più attivi e recettivi che mai.
A livello fisico riesce a contrastare sia il dolore cronico che il dolore provocato dalle infiammazioni minori come il mal di testa, i crampi e i dolori mestruali.
La sua capacità di alterare positivamente l'umore e far rilasciare serotonina può migliorare temporaneamente i sintomi di stress e di lieve depressione e alleviare altri disturbi dell’umore. Tuttavia, in caso si sia predisposti ad attacchi di panico o a pensieri paranoici, la Purple Haze va utilizzata con attenzione e in piccole quantità, perché potrebbe provocare effetti collaterali come tachicardia, sudorazione e aumento delle pulsazioni accentuando l’agitazione alla base dell’attacco di panico.
È consigliabile utilizzarla da sola, senza mischiarla con l’alcool o qualsiasi altra sostanza stupefacente. L’effetto dura diverse ore. Per chi è alle prime armi meglio iniziare gradualmente con pochi tiri,
Effetti Purple Haze Stella
Stella-Purple Haze è una varietà di cannabis light con un contenuto di CBD molto alto, tra le varietà prodotte da Terre di Cannabis è decisamente la più potente.
Completamente priva di effetti psicotropi, la nostra marijuana viola è legale è ricca di effetti benefici, provocati dalla capacità del CBD di interagire con il nostro sistema endocannabinoide. Non solo, questa varietà di marijuana light beneficia anche di tutti i principi attivi contenuti nel complesso e ben selezionato profilo terpenico della strain. In particolare, l’alta percentuale di mircene potenzia una per una, tutte le proprietà terapeutiche del cannabidiolo.
Questo principio attivo, ormai apprezzato dalla comunità scientifica e utilizzato per la produzione di nuovi farmaci a base naturale, è in grado di contrastare ildolore cronico e i dolori da infiammazioni minori, proprio come la Purple Haze. Il cannabidiolo però fa ancora di più e provoca piacevoli effetti rilassanti, aiutando anche chi combatte contro lo stress cronico e l’insonnia.
Stella- Purple Haze aiuta a contrastare ansia, stress e lieve depressione. È in grado di stimolare l’appetito e di rilassare i muscoli. Se utilizzata con regolarità, Stella aiuta a rafforzare il sistema immunitario.
Stella-Purple Haze può essere utilizzata fin dal mattino perché non provocherà sonnolenza. Se utilizzata in un contesto di attività anzi, potrebbe aiutare a essere più incisivi e produttivi perché ha proprietà energizzanti, tonificanti e stimolanti, proprio come l’originale.
La capacità del CBD di interagire con i recettori presenti nel nostro sistema endocannabinoide, infatti, fa sì che eventuali disturbi di concentrazione vengano alleviati e che la capacità di attenzione venga potenziata.
Molti studenti affermano di studiare meglio vaporizzando con Stella Purple-Haze.
È consigliabile utilizzarla con un vaporizzatore per erba e senza l’aggiunta di tabacco. In questo modo, oltre a evitare la combustione, è possibile regolare la temperatura del vaporizzatore per assumere tutto lo spettro di principio attivo. Il CBD va vaporizzato tra i 160 e i 180 gradi.
Stella è una varietà di marijuana ottima anche per essere sostituita al tabacco nelle miste per un joint ma anche nella vita quotidiana al posto delle sigarette o del tabacco rollato.
Potrebbe essere un’ottima alleata nel trasformare abitudini nocive in abitudini salutari. In questo caso il CBD può aiutare anche a regolare gli eventuali effetti collaterali dati dall’astinenza da nicotina o da THC e aiuta a combattere la nausea che potrebbe essere generata dalla mancanza della sostanza.
Le migliori genetiche di Purple
Dal primo seme di cannabis di Purple Haze gettato negli anni 60’ sono stati fatti moltissimi passi avanti nella canapicoltura e sono state create centinaia e centinaia di varietà di marijuana, alcune delle quali ibridate proprio a partire dalla Purple Haze e dalla Purple Thai.
La maggior parte delle genetiche di marijuana viola create nell’ultimo decennio, sono ad alto contenuto di THC e vanno maneggiate con cura. Presentano tutte sfumature che vanno dal lilla al colore viola intenso passando per il porpora e il color vinaccio.
Vediamo quali sono le genetiche Purple meglio riuscite e più popolari degli ultimi tempi:
Purple black water: questa varietà di marijuana nata in California è un ibrido tra la San Fernando Valley OG Kush e Mendocino Purps, vincitrice di numerosi Cannabis Cup. È una varietà a dominanza indica, utilizzata anche nei trattamenti a base di cannabis terapeutica per trattare disturbi come la sclerosi multipla. La Blackwater aiuta a rilassare muscoli e mente e a dormire meglio. Il contenuto di THC va dal 20 al 28%.
Purple skunk: questa marijuana viola ha un profumo fresco, fruttato e inconfondibile. Si tratta di una varietà sativa particolarmente indicata per stimolare memoria, concentrazione e lavoro analitico. È particolarmente resistente, può essere coltivata sia outdoor che indoor. Aroma e sapore ricordano molto la Purple Haze e Stella per il sentore di frutti rossi, che è possibile avvertire anche sulle infiorescenze appena scartate.
Purple Kush: è una varietà di marijuana a dominanza indica, che contiene fino al 27% di THC nelle sue resinose infiorescenze. È una strain particolarmente adatta a combattere l’insonnia. È stata prodotta negli Stati Uniti e contiene una buona percentuale delle famose indiche che crescono naturalmente sulle catene montuose dell’Indu Kush.
Purple Diesel: tra tutte le varietà di marijuana viola, questa è quella più utilizzata al mattino. Definita dai critici e dagli amanti della cannabis sativa “la colazione ideale”, contiene un 70% di sativa, che fa da caffeina e un 30% di indica che ne bilancia l’effetto. Proprio come un diesel, l’effetto di questa ganja inizia lentamente e poi prende quota fino a stabilizzarsi in un mood pacifico ma attivo e creativo. L’aroma è un misto piacevolissimo tra muschio e lavanda.
Purple Blue Knight: questa strain è veramente ben bilanciata. È un ibrido tra Purple Thai, Blueberry e Kryptonite, ha un aroma legnoso e fruttato in cui è possibile riconoscere note di mirtillo. Le percentuali di indica e sativa sono miscelate in un rapporto 50-50. Questo equilibrio si traduce in un effetto estremamente rilassato ma lucido, che ne permette l’utilizzo a qualunque ora del giorno. Le infiorescenze sono particolarmente resinose. In Olanda viene spesso utilizzata come base per la space cake ai mirtilli.
Grandaddy Purple: questa varietà di marijuana è stata progettata negli Stati Uniti in tempi relativamente recenti (2003) appositamente per gestire e contrastare ansia e depressione anche negli anziani. Si distingue per le sue cime molti grandi, che possono presentare sfumature color arancia e per la ricchezza del raccolto. L’aroma è fresco e naturale e il contenuto di THC medio (tra il 12 e il 15%) così che possa adattarsi anche a chi è alla prima esperienza.
Purple Obama Kush: questo tipo di marijuana viola è stata creata nello lo stato del Michigan. È a dominanza indica e racchiude le migliori varietà delle catene montuose dell’Hindu Kush. Nonostante la dominanza sativa, questa varietà contiene abbastanza genetica sativa da rilasciare anche un effetto energizzante. È un’erba ben calibrata con un contenuto di THC del 18%. Ideale per essere utilizzata la sera e nei momenti di particolare stress.
Purple Dream: è una varietà di marijuana statunitense apprezzata soprattutto per il suo sapore intenso e ricercato, che ricorda l’uva appena spremuta. Con un 70% di genetica sativa, questa marijuana viola si avvicina molto alla Purple Haze per i suoi effetti euforizzanti. Migliora il tono dell’umore e può aiutare sensibilmente i soggetti timidi a trovare sicurezza nei momenti di socialità e nelle occasioni di conversazione.
Purple Pineberry: una strain di origine canadese particolarmente amata dai coltivatori di cannabis sativa per la sua facilità di manutenzione, la sua resistenza e la sua capacità di sviluppare cime molto grandi e rigogliose. Questo tipo di marijuana viola è in grado di crescere anche in condizioni molto difficili come climi molto rigidi o climi troppo caldi. L’aroma è leggero e delicato, un mix ben bilanciato tra freschezza di pino e di profumo di bacche fresche.
Ayahuasca Purple: una speciale varietà di marijuana viola creata a partire dalla genetica della Red River Delta e donata successivamente alla Barney's Farm Seeds, che la ibridò con la celebre master Kush. Questa varietà è molto bella da vedere perché oltre a evidenti striature di colore viola, presenta sfumature di color rosso rubino. È una genetica indica quasi al 100% pura, che cresce meglio in coltivazioni indoor o in zone con climi particolarmente caldi. Le piante rimangono alte da 40 a 60 centimetri ma hanno un periodo di fioritura molto veloce, che non arriva ai 50 giorni. Il contenuto di THC è del 21%. Ottima per combattere l’insonnia e l’ansia.
Purple Shaman: un ibrido californiano di marijuana viola a dominanza sativa prodotto dall'incrocio di una Purple Thai con una Early Skunk. Progettata per coltivazioni outdoor, a differenza della maggior parte delle varietà di marijuana, è molto resistente alle muffe e all’umidità. Si adatta quindi facilmente a qualsiasi tipo di clima. La Purple Shaman produce piante molto robuste, che si sviluppano soprattutto in altezza. L’aroma di quest’erba ricorda l’erba appena tagliata. Sono evidenti le note di mango e i sentori agrumati. Con un contenuto di THC del 22%, quest’erba fa venire il buonumore e ricorda i profumi tipici delle atmosfere tropicali.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/cannabis-italia-quello-che-bisogna-sapere2021-03-11T14:37:01+01:002023-11-08T14:19:03+01:00Cannabis Italia: quello che bisogna sapereMarco CappielloAltro]]>
Il consumo di cannabis è un tema molto discusso, che patisce parecchi problemi, sia in ambito politico, che in ambito culturale che naturalmente in ambito legislativo. C’è chi sostiene da anni battaglie a favore della cannabis sativa.
A volte sembra però che nonostante le evidenze scientifiche sulla cannabis terapeutica, nonostante siano circa sei milioni i consumatori di cannabis e nonostante la legalizzazione della marijuana light, ci sia ancora una forte resistenza al pensiero di legalizzare la cannabis e depenalizzarla.
Come mai e a che punto siamo davvero in Italia? In questo articolo proveremo a fare chiarezza. Ecco che cosa vedremo:
La cannabis in Italia nel 2021
Cosa dice la legge
Si può vendere la cannabis in Italia?
Si può coltivare la cannabis in Italia?
Si può coltivare marijuana in casa?
Posso aprire un cannabis social club in Italia?
La cannabis in Italia nel 2021
In Italia il fatturato proveniente dal consumo di cannabis rilevato dagli studi ISTAT e dai dati ottenuti dalle relazioni della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) che stima la quantità di cannabis che gira nel paese in base ai sequestri, si aggirerebbe intorno agli 11,6 miliardi di euro.
E si parla solo di quella sequestrata, che sempre secondo la DDA è circa il 20% di quella realmente sul mercato.
Sono circa sei milioni i consumatori di cannabis sativa italiani, tra chi ne fa uso a scopo ricreativo, chi è in cura con trattamenti a base di cannabis terapeutica e chi consuma marijuana light.
Di questi sei milioni, la maggior parte fa uso sia di cannabis legale, quindi con un contenuto di THC inferiore allo 0,2% che di cannabis "normale", che è al momento reperibile solo presso il mercato nero.
Un terzo degli studenti delle scuole superiori l’ha già usata. Il 58% degli arresti per droga riguardano proprio la cannabis.
Si tratta di un fenomeno di massa e come ha più volte affermato il senatore Matteo Mantero, continuare ad accanirsi contro la legalizzazione della cannabis, che sia per ideologia o per poca lungimiranza, non fa che arricchire i portafogli della mafia, che di fatto ne controllano il mercato.
Legalizzare la cannabis in Italia significherebbe, in base all’aliquota, spiazzare il mercato illegale e riempire le proprie casse, risanando anche il debito pubblico.
Eppure, non sembra esserci ancora una vera e propria forza sociale che spinge verso la legalizzazione delle cosiddette “droghe leggere”.
Il punto è capire che la cannabis sativa è una risorsa non solo per i consumatori e non solo per i pazienti in cura con la cannabis terapeutica. La cannabis sativa è una risorsa economica per tutti e per comprendere meglio di cosa stiamo parlando basta analizzare la situazione degli Stati Uniti, che in modo razionale, ha saputo fare un bilancio tra costi e benefici, tra vantaggi e svantaggi e ha scelto di legalizzare la cannabis sativa.
Dal 2014 infatti, ben 15 stati degli Stati Uniti hanno deciso di legalizzare la cannabis sia ad uso ricreativo che ad uso medico, in 36 stati invece è possibile solo l’utilizzo della cannabis terapeutica.
Al momento, oltre cento milioni di abitanti statunitensi usano cannabis liberamente. I dati raccolti in questi anni sono strabilianti: sono diminuiti tantissimo gli arresti e soprattutto gli arresti di adolescenti per detenzione e spaccio di droghe leggere.
Nel 2019, il guadagno complessivo proveniente dalla coltivazione di cannabis e dalla relativa vendita delle infiorescenze è stato di circa 14 miliardi di dollari con un aumento di circa 3 miliardi nel 2020. Inoltre, più di 340.000 lavoratori sono stati impiegati nella filiera della cannabis sativa e aumentati di circa 82.000 in un solo anno.
Si parla di una tendenza in crescita esponenziale.
Oltre all’analisi degli economisti, che spingerebbe verso la legalizzazione della cannabis per ragioni economiche, anche La DDA nelle sue relazioni dice la sua.La Direzione Antimafia afferma chiaramente che la politica proibizionista italiana ha speso tantissime risorse per ottenere risultati poco soddisfacenti e di fatto ha fallito.
La DDA si dichiara a favore della legalizzazione delle droghe leggere, ritenendo più opportuno concentrare le proprie risorse nella lotta contro gli stupefacenti pesanti e contro altri tipi di reato. Suggerisce inoltre che le politiche di prevenzione e formazione sugli stupefacenti proseguano e vengano e potenziate, proprio grazie a parte dei proventi ottenuti dalla legalizzazione della cannabis e dalla sua vendita.
Anche in questo caso gli Stati Uniti fanno da modello. Molti dei guadagni ricavati dalla coltivazione di cannabis in Colorado, ad esempio, sono stati investiti in programmi di prevenzione per sensibilizzare al tema della guida sicura o nella lotta contro le droghe pesanti.
Probabilmente è questa l’unica direzione tramite la quale possono essere realmente contenuti gli effetti del mercato illegale e salvaguardata la salute pubblica.
A livello politico si è tornati a parlare proprio di recente del grande dilemma: legalizzare la cannabis o non legalizzarla.
Da oltre 20 anni il senatore Benedetto della Vedova, sta provando a portare avanti il problema. Negli ultimi anni della Vedova è riuscito a creare un intergruppo parlamentare trasversale, costituito su base volontaria da parlamentari anche appartenenti a fazioni politiche diverse, allo scopo di occuparsi di legalizzazione e depenalizzazione della cannabis.
Come Benedetto della Vedova fa notare non si tratta più di decidere se legalizzare la cannabis oppure no. Il punto è capire che è arrivato il momento di regolamentare un mercato già libero.
L’intergruppo, di cui anche Matteo Mantero fa parte, ha ben presente l’esperienza degli Stati Uniti e anche quella spagnolo, il parere della Direzione Antimafia e l’analisi dei dati rilevati in Italia sul consumo di cannabis. È proprio sulla base di questi elementi che l’intergruppo propone una possibilità per regolamentare e legalizzare la cannabis in Italia, provando davvero ad occuparsi di salute pubblica.
Il testo della proposta, che vedremo meglio nel dettaglio nei paragrafi successivi, si propone di legalizzare la cannabis, permettendone il possesso e la coltivazione ad uso personale presso il proprio domicilio o con altre persone all’interno di un’associazione costituita. L’idea è ispirata ai Cannabis social Club già presenti in Spagna e negli Stati Uniti, all’interno dei quali, previo tesseramento, è possibile coltivare e fumare cannabis sativa.
Per Matteo Montero e Benedetto della Vedova, questo modello sembra avvicinarsi alle esigenze italiane più che il modello olandese del coffee shop in cui può essere meno semplice controllare la quantità di sostanza acquistata da ogni singolo consumatore.
La proposta di legge, tuttavia, è solo uno dei primi passi verso la legalizzazione della cannabis. Un traguardo che per l’Italia non sembra essere ancora troppo vicino.
Cosa dice la legge
È lungo e complesso il processo legislativo che ha riguardato la cannabis sativa. Proveremo a fare un quadro semplice e chiaro della situazione attuale basandoci delle fonti preziose (oltre all’articolo, è stata illuminante la conferenza presente sempre nel link, tenuta da Meglio Legale, da un ricercatore dell’Università di Messina, due avvocati penalisti e due economisti) che affrontano il tema dal punto di vista legale.
Dopo la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini Giovanardi del 2006, che aboliva la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, è tornata in vigore la legge del 1990, modificata ulteriormente nel 2014.
È tornata ovviamente la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, la cannabis sativa di origine naturale è tra le prime, quella di origine sintetica nelle seconde (a stabilire la natura naturale o sintetica della cannabis è il contenuto di THC).
È stato però reintrodotto il criterio della dose massima detenibile al di sotto della quale si rientra in un illecito amministrativo e non un reato penale.
Parliamo nello specifico della distinzione tra l’articolo 73 (Detenzione ai fini di spaccio) che costituisce un reato penale punibile con pena detentiva e multa e l’articolo 75 (Detenzione ad uso personale), che costituisce solo un illecito amministrativo.
Purtroppo, dire “solo” un illecito amministrativo può essere fuorviante perché l’illecito può comportare dei fastidi non indifferenti, che ledono, anche se in misura minore, la libertà individuale. Le conseguenze possono essere l’immediato sequestro della sostanza, la segnalazione per un consulto psicologico, il ritiro della patente o il ritiro del passaporto.
La dose massima detenibile sarebbe di 5 grammi, con una tolleranza di una moltiplicazione per 10, quindi un limite massimo di 50 grammi.
Tuttavia, la dose massima viene individuata e stabilita attraverso alcuni criteri indiziari, tra i quali la quantità reale o il quantitativo di THC non sono gli unici criteri.
Le procure utilizzano criteri precisi per determinare se si tratta di uso personale oppure di spaccio, quindi se si tratterà di una sanzione amministrativa o di un reato pensale.
Vediamo quali possono essere alcuni tra i principali criteri indiziari:
la presenza di bilancini
la ripartizione della sostanza in piccole dosi
precedenti penali
il reddito. Se si ha un’entrata fissa si può dimostrare che quella quantità è stata acquistata per uso personale. In assenza di reddito sarà più facile pensare che si sia in possesso di cannabis sativa per spacciarla.
la presenza o meno di debiti comprovati.
Nell’aspettare una riforma e una regolamentazione sul consumo di cannabis non si può che fare affidamento sulla magistratura, che di caso in caso, dovrebbe fare luce e giustizia e saper distinguere senza troppa difficoltà tra spaccio e uso personale della sostanza, anche in presenza di quantità maggiori di quelle consentite.
Si può vendere la cannabis in Italia?
In Italia è possibile vendere canapa light a scopo industriale purché la percentuale di THC sia a norma.
È possibile vendere marijuana light a patto che ci sia un contenuto di THC inferiore allo 0,2% e sono tantissimi i controlli che vengono effettuati ogni anno per controllare che i parametri siano effettivamente rispettati.
Quando nel 2016 è nata la legge 242 allo scopo di valorizzare la canapa light, è sbocciato automaticamente anche il mercato della cannabis light perché qualcuno ha deciso di provare a vendere anche le infiorescenze della pianta di canapa legale.
Nonostante CBD (cannabidiolo) e CBG (cannabigerolo), i due principi attivi alla base della cannabis legale, siano totalmente privi di effetti psicotropi, alcune sentenze in Parlamento hanno ritenuto che vendere infiorescenze fosse un illecito. Le sezioni unite si sono trovate d’accordo con le sentenze e si sono schierate contro la cannabis legale. Questo è il motivo dei controlli a tappeto mirati a verificare il contenuto di THC e gli eventuali effetti psicotropi delle infiorescenze.
Per quanto riguarda la cannabis sativa classica invece, quindi con un contenuto di THC superiore allo 0,6% e oltre, non è possibile venderla dato che non sarebbe possibile neanche consumarla.
Vendere cannabis significa infrangere l’articolo 73 (Detenzione ai fini di spaccio) che è punibile con detenzione dai 6 ai 20 anni oltre che con salatissime multe in denaro.
Tutto il mercato della cannabis in Italia è in mano alle mafie e alla criminalità.
Questa è la conseguenza più grave della scelta proibizionista, che alla base delle sue scelte, rivendica la tutela della sicurezza pubblica, dell’ordine pubblico e della salute pubblica.
Tutti e tre questi bene ma soprattutto il terzo, vengono seriamente compromessi nel momento in cui al mercato nero è lasciato libero arbitrio. Se si parla di salvaguardare la salute pubblica e quindi quella dei singoli cittadini, infatti, non possono non essere prese in considerazione le sostanze nocivecontenute nell’erba o nel fumo venduto senza controllo per strada e non può essere lasciata carta bianca alla criminalità.
Spesso, inoltre, l’ideologia paternalista si basa sulla teoria che la cannabis sativa è il primo step per passare ad altre droghe. È stato ampiamente dimostrato che si tratta di una teoria fallimentare, che può però diventare reale in alcuni casi, dal momento che è proprio il mercato nero a decidere consapevolmente di ritirare la cannabis per orientare il consumatore, magari giovane e disinformato, verso altri tipi di droghe dalle quali potrebbe fare difficilmente ritorno.
Anche di questo bisognerebbe tenere conto nel fare un bilancio tra pro e contro e vantaggi e svantaggi nel legalizzare la cannabis o meno.
Quel che è certo è che fino a quando venderla sarà illegale, qualcuno la venderà e qualcuno la acquisterà comunque.
Sempre parlando di salute pubblica poi, esistono altre situazioni nocive in cui la legislazione non si pronuncia, pensiamo all’alcool e al tabacco. Questo nonostante la cannabis sativa non abbia una pericolosità in sé, ma sia la sua associazione con la nicotina o ancora una volta l’uso eccessivo e quindi l’abuso o ancora l’assunzione precoce in preadolescenza a renderla potenzialmente dannosa.
C’è da chiedersi quindi (e in molti in politica lo stanno facendo) se l’intervento del diritto penale o di quello amministrativo siano davvero così necessari ma soprattutto se siano davvero leciti o se invece non minino, in modo incoerente e poco lungimirante la libertà individuale e il potenziale di una sostanza dalle mille risorse.
Si può coltivare la cannabis in Italia?
Nel 2016, con la legge 242, si è deciso di valorizzare finalmente la canapa legale a scopo agro-industriale. Da quel momento e per la prima volta, è possibile coltivare la cannabis sativa, con un contenuto di THC inferiore allo 0,6%, senza alcuna autorizzazione ma solo con determinate regole da osservare da parte dei coltivatori.
Le regole sono poche e semplici, nello specifico:
per tutta la crescita della pianta va mantenuto un contenuto di THC inferiore allo 0,6%
è necessario acquistare semi certificati e mantenere il cartellino delle sementi per un periodo di 12 mesi
Per quanto riguarda invece piante con un contenuto di THC superiore allo 0,6% e oltre, iniziano i problemi. Se in Italia la legislazione è sempre stata fortemente repressiva per detenzione, acquisto e importazione, lo è stata ancora più drasticamente per la coltivazione della cannabis, quasi sempre punita duramente con diversi anni di detenzione.
A Dicembre 2019 le Sezioni Unite della Cassazione, hanno sostenuto come viene ben riportato da questo articolo, che la coltivazione della cannabis costituisce un reato a prescindere dalla percentuale di principio attivo rilevabile sul momento, essendo sufficiente la presenza della pianta stessa, data la sua attitudine a produrre infiorescenze dagli effetti psicotropi.
La stessa sentenza della Cassazione precisa però che non possono essere riconducibili a reato penale, attività di coltivazione della cannabis rudimentali, domestiche e di piccole dimensioni, il cui prodotto non supera le quantità previste per l’uso personale. La quantità massima consentita è variabile e ancora una volta non chiaramente regolamentata, si parla comunque di non più di due o tre piantine.
Tuttavia, al momento è solo una sentenza della Cassazione e non una legge e il fatto che non sia un reato penale non vuol dire che non possa costituire un illecito amministrativo e compromettere ugualmente alcune delle libertà individuali come, per esempio, il ritiro della patente, del passaporto o addirittura l’obbligo di presentarsi a colloquio psicologico per consulti di cui non si sente alcun bisogno.
La coltivazione della cannabis non è consentita autonomamente e privatamente neanche per chi è in cura con la cannabis terapeutica. Anche la cannabis ad uso medico inspiegabilmente, trova ancora difficoltà e resistenza nonostante sia sul mercato dal 2006.
Oggi l’Istituto Nazionale di Firenze può coltivarla liberamente certo, ma non riesce a garantire l’intero fabbisogno per il paese. Nonostante questo, chiunque provi a coltivarla per conto proprio, viene ostacolato duramente.
La cannabis terapeutica, inoltre, può essere utilizzata solo se i farmaci classici non vengono tollerati o non hanno successo, rallentando così la potenziale guarigione del paziente. Infine, non è presente nell’elenco del Servizio Sanitario Nazionale, quindi arbitrariamente alcune regioni decidono di adottarla e altre si rifiutano. A volte addirittura nelle stesse regioni ci possono essere province favorevoli e province contrarie.
È facile capire che se neanche per la cannabis terapeutica si riesce ad avere una posizione lineare ed omogenea, la strada per la legalizzazione è ancora lunga e difficile, ma non impossibile.
Si può coltivare marijuana in casa?
Nel caso foste interessati alla coltivazione della cannabis light, non avrete problemi. Come abbiamo visto infatti, è possibile coltivare canapa legale, anche a casa propria. Le uniche regole da rispettare sono scegliere semi certificati e mantenere un contenuto di THC inferiore allo 0,2%.
Per quanto riguarda la coltivazione della cannabis ad alto contenuto di THC invece, non c’è ancora una legge che la renda possibile.
Esiste la sentenza della Cassazione del dicembre 2019 che, come abbiamo visto, tiene conto della quantità del prodotto finale. La sentenza dice chiaramente che, se non si è in presenza di altri criteri indiziari (bilancini, ripartizione in dosi, etc.) una coltivazione della cannabis in piccole quantità (2, 3 piante) non costituisce reato penale, ma potrebbe costituire illecito amministrativo.
Non essendoci però una legge precisa al riguardo, ogni caso va analizzato in base alle sue peculiarità e in definitiva è la magistratura a decidere e rimettere ordine tra i buchi e le distorsioni legislative.
Prendiamo per esempio il caso di due imputati processati a Messina con l’accusa di essere in possesso di 1700 gr di cannabis sativa tra piante, infiorescenze e hashish e quindi per aver violato l’articolo 73 (Detenzione ai fini di spaccio).
Dopo l’analisi delle infiorescenze, la posizione è stata rivalutata in appello. Metà delle infiorescenze risultavano essere di marijuana light, quindi non erano più oggetto né di reato né di illecito. L’altra parte, seppur consistente per essere considerata d’uso personale, che ricordiamo essere di 5 gr con una tolleranza fino a 10 volte il limite massimo consentito per uso personale (50 Gr), era da dividere in due. In casa c’erano bilancini. Entrambi non avevano precedenti e potevano dimostrare un reddito medio annuo.
Il tutto è finito con sei mesi di domiciliari e il ritiro della patente.
Altro caso a Roma. Un ragazzo di 19 anni viene fermato con più di 5 grammi d’erba mentre guida il motorino. La polizia lo segue a casa e trova 8 piantine di cannabis sativa più circa 300 grammi d’erba. Il ragazzo viene portato in questura e il caso viene preso in carico dall’avvocato di famiglia, il quale riesce a dimostrare che il ragazzo non aveva alcun bisogno di spacciare per vivere, avendo un reddito famigliare molto alto e che la cannabis serviva a uso personale.
In casa non c’erano bilance né tracce di porzionamenti, inoltre e questo è stato l’elemento che ha fatto la differenza, le piante non erano ancora mature e il contenuto di THC rilevabile era davvero modesto.
In seguito ad un forte stress psicologico il ragazzo aveva tratto giovamento nell’assumere cannabis sativa e invece che comprarla per strada, preferiva coltivarla per conto proprio.
Il caso si è risolto con un mese di domiciliari e il sequestro delle sostanze.
Ovviamente non si può essere sempre così fortunati. Fino a quando non ci sarà una legge chiara a regolamentare la coltivazione della cannabis per uso personale, è meglio non rischiare.
Nella proposta dell’intergruppo parlamentare per legalizzare la cannabis e depenalizzarla, è prevista la possibilità di coltivare fino a tre piante per uso personale, con la possibilità di detenere fino a 15 grammi di sostanza nel proprio domicilio e 5 grammi fuori, purché sia destinata ad uso personale.
La proposta dell’intergruppo prevede anche di regolamentare meglio il mercato della cannabis legale a favore dei coltivatori e di chi ha investito in questo nuovo business, consentendo la vendita per uso alimentare e innalzando il contenuto di THC delle infiorescenze fino all’1%.
Alla base della proposta di riforma, c’è ancora una volta l’analisi dei dati, per esempio delle detenzioni in carcere.
Circa 21.213 detenuti sono in carcere per coltivazione di cannabis (anche in modeste quantità) o per possesso di droghe leggere a fronte di circa 3000 detenuti che sono in carcere per stupro (ma liberi sono molti di più), un reato che a quanto pare la legislazione non riesce a tenere sotto controllo come dovrebbe.
È una fortuna che senatori come Benedetto della Vedova e Matteo Mantero abbiano costruito un intergruppo in Parlamento e continuino a battersi per la causa di anno in anno. Spesso purtroppo quando in politica si parla di tematiche scottanti come legalizzare la cannabis, il diritto penale subisce strumentalizzazioni da parte delle classi politiche.
Quindi magari per attrarre un certo elettorato sensibile a certe tematiche, si improvvisano dei pacchetti sicurezza lampo che oltre a mettere in crisi il lavoro di chi per anni ha creduto di poter gettare le basi per una riforma sulla cannabis sativa, non offrono soluzioni reali e anzi finiscono per provocare conseguenze evitabili.
Per esempio, una distribuzione sbagliata delle risorse di controllo e sicurezza, come sottolinea la DDA o un sovraffollamento delle carceri, popolate da piccoli e inoffensivi criminali invece che da pezzi grossi da fare fuori dal mercato per sempre.
Possiamo sperare che il lavoro dell’intergruppo alla lunga trovi una strada per legalizzare la coltivazione della cannabis, anche in casa. In attesa di una legge chiara e favorevole, meglio fare pratica con la marijuana light, che essendo priva di effetti psicotropi, non sarà mai oggetto di reato.
Vi consigliamo di coltivare le vostre piante senza l’utilizzo di additivi chimici, proprio come noi facciamo con le nostre infiorescenze. Se siete alla ricerca di canapa light completamente organica, potrete trovarne diverse varietà sul nostro sito web.
Posso aprire un cannabis social club in Italia?
In questo momento esistono pochissimi cannabis social club, probabilmente solo due, uno a Bolzano e uno a Milano. Sono stati creati entrambi solo ed esclusivamente per l’utilizzo di cannabis terapeutica.
È quindi possibile accederci e fare uso di cannabis sativa solo dietro prescrizione medica e come sappiamo nonostante la cannabis terapeutica possa essere efficace per numerose patologie, al momento può essere prescritta solo per pochissime di queste.
Se invece ci riferiamo a un cannabis social club dedicato al consumo di cannabis ad uso ricreativo come quelli che esistono in Spagna e negli Stati Uniti, non è ancora possibile.
Tuttavia, il testo della proposta di depenalizzazione dell’intergruppo per legalizzare la cannabis prevede anche la possibilità di coltivazione della cannabis in forma associata, quindi in un cannabis social club di massimo 30 soci.
L’associazione, una volta costituita, avrebbe l’obbligo di comunicare l’attività di coltivazione della cannabis alla prefettura e ciascun socio potrebbe coltivare fino a tre piante e detenere a casa propria fino a 15 grammi di cannabis e fino a 5 grammi in giro.
Matteo Mantero è particolarmente favorevole all’esperienza del Cannabis Club, perché accessibile solo ai propri membri tesserati e perché offre la possibilità di vigilare sulle quantità di cannabis sativa utilizzate da ciascun membro.
Questa riforma parte dall’idea di salvaguardare realmente la salute pubblica, mettendo da parte ogni ideologia paternalista e facendo i conti con la realtà.
Permettendo la coltivazione della cannabis direttamente ai coltivatori sotto un controllo statale, si eviterebbe qualsiasi rischio di sostanze nocive aggiunte alla sostanza, oltre al fatto che si verrebbe a creare un luogo di aggregazione e socializzazione in un’area verde, pratica già in uso in molte città, ad esempio con l’attività degli orti urbani.
Nel presentare la propria proposta, l’intergruppo fa presente che nella storia, scientifica e no, non è mai stata registrata alcuna morte per l’uso di cannabis e l’erba non fa male come invece fanno tabacco e alcool, sui quali non vi è alcun intervento repressivo.
Inoltre, più del 70% degli italiani è favorevole a legalizzare la cannabis come già è stato fatto in molti paesi, la cui esperienza è stata significativa e decisamente positiva. La loro esperienza dimostra che il numero di consumatori di cannabis sativa non cresce dopo la legalizzazione ma anzi porta a un lieve calo. In effetti, più del 50% degli olandesi dichiara di non essere interessata al consumo di cannabis.
Negli Stati Uniti il numero di consumatori ad uso ricreativo è rimasto invariato mentre sono calati i consumatori di droghe più pesanti, soprattutto tra i più giovani.
L’intergruppo parlamentare prova a rassicurare ulteriormente chi si schiera contro, ponendo di nuovo ad esempio, il modo in cui la legislazione tratta l’alcool.
Viene venduto liberamente lasciando alla responsabilità individuale la scelta di non abusarne e per quello che riguarda il potenziale verificarsi dei cosiddetti effetti criminogeni indiretti, come per esempio mettersi alla guida in stato di ebbrezza e provocare un incidente, vengono ovviamente regolati da materia penale come è giusto che sia.
Allo stesso modo si dovrebbe fare con la cannabis sativa, lasciando ai consumatori la possibilità di responsabilizzarsi.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/canabis-le-5-domande-a-cui-saper-rispondere2021-03-08T14:13:12+01:002023-11-08T14:19:16+01:00Canabis: le 5 domande a cui saper rispondereMarco CappielloAltro]]>
La cannabis sativa viene utilizzata da migliaia di anni sia a scopo medico, pensiamo all’antica medicina cinese, che a scopo ricreativo.
C’è chi è convinto che possa essere chiamata droga e abbia tanti effetti negativi, chi invece pensa che abbia solo effetti positivi.
Ma è una droga oppure no? In questo articolo proveremo a rispondere a questa e ad altre domande. Ecco che cosa vedremo:
La cannabis è una droga?
La cannabis è dannosa?
Ci sono sintomi che dicono che la cannabis è dannosa?
Quante persone usano cannabis?
Perché si usa la cannabis?
La cannabis è una droga?
Nonostante parte dell’opinione pubblica la consideri tale e nonostante nel 2021 sia ancora illegale in diversi paesi compreso il nostro, la Cannabis Sativa non è una droga.
Anche l’Onu, il 2 dicembre 2020, si è pronunciata in merito, riconoscendo ufficialmente le proprietà medicinali della cannabis ed eliminandola dalla lista delle sostanze narcotiche.
La Cannabis è una pianta che appartiene alla specie delle cannabinacee e in molte zone del mondo cresce in modo naturale. Al suo interno ci sono diversi principi attivi, alcuni dei quali possono creare delle alterazioni dello stato mentale. Alterazioni leggere, va precisato, che nulla hanno a che vedere con gli effetti collaterali, psicoattivi o allucinogeni delle droghe sintetiche.
Il principio attivo più utilizzato a scopo ricreativo dalla maggior parte dei consumatori di cannabis è il THC (tetraidrocannabidiolo) ed è l’unico tra quelli individuati fino ad oggi ad avere effetti psicoattivi.
L’effetto provocato dal THC non è altro che una impercettibile alterazione che può provocare effetti rilassanti e distensivi, nel caso di una varietà a dominanza indica ed effetti più euforizzanti, che stimolano creatività e socialità nel caso delle varietà a dominanza sativa.
Dopo aver fumato, un consumatore di cannabis che abbia utilizzato una varietà ad alto contenuto di THC, manterrà comunque il controllo e sarà lucido, seppure magari leggermente rallentato. Si tratta però di un effetto che non può essere paragonato né a quello provocato da altre droghe, né a quello del “semplice” alcool, che pur non essendo considerato una droga, ha numerosi effetti negativi e diversi effetti collaterali.
Per quanto riguarda invece gli altri principi attivi e nello specifico gli altri cannabinoidi contenuti nella cannabis, il problema non si pone. Cannabidiolo (CBD) e cannabigerolo (CBG), i due principi attivi alla base della cannabis light, non provocano alcun effetto psicoattivo.
La cannabis è dannosa
La cannabis sativa è una pianta che offre numerosi principi attivi, che vengono impiegati anche in uso medico per le loro potenzialità.
In questo senso sia il THC, che il CBD e il CBG, trovano spazio nei trattamenti a base di cannabis terapeutica. Pensate che per la manovra finanziaria 2021 sono stati stanziati 2,6 milioni di euro per l’incremento della produzione di cannabis per uso medico e 1,7 milioni per assicurarne la disponibilità sul territorio nazionale.
Inoltre, da qualche anno la cannabis light viene utilizzata quotidianamente da persone che, stufe degli effetti negativi dei farmaci sintetici, cercano rimedi naturali privi di effetti psicotropi per trattare alcuni disturbi. Da quelli più semplici seppur fastidiosi come l’insonnia e il dolore muscolare a quelli più complessi e delicati come, ad esempio, il glaucoma o l’epilessia.
È chiaro che in questo senso la cannabis non solo non è dannosa, ma è addirittura benefica.
Nel caso della cannabis ad alto contenuto di THC utilizzata a scopo ricreativo o quotidiano vanno fatte delle precisazioni.
Quando ci si chiede se la cannabis è dannosa o meno, è importante saper operare una distinzione tra uso e abuso, come sarebbe opportuno fare con qualsiasi sostanza. Anche il cioccolato può diventare dannoso se ne mangiamo dieci tavolette al giorno o se è l’unico cibo di cui ci nutriamo durante il giorno. Persino le banane possono provocare effetti negativi se mangiate in eccesso per via dell’alto contenuto di potassio in esse contenuto
Fare uso di cannabis in modo consapevole non è dannoso, abusarne invece può essere controproducente e influire magari negativamente sul nostro stile di vita quotidiano, sulla resa nel lavoro e persino nei rapporti sociali.
È una questione soggettiva: ognuno di noi dovrebbe essere in grado di fare un uso della cannabis controllato. Una volta compreso l’effetto della cannabis sul nostro organismo, dovremmo essere in grado di auto-regolarci in modo da prevenire eventuali effetti collaterali.
L’ aspetto senz’altro dannoso del fumare cannabis, è relativo al problema della combustione e dell’assunzione reiterata di tabacco (nel caso adoperassimo una mista con tabacco).
Sono combustione e tabacco a provocare i maggiori danni all’apparato respiratorio. Non è quindi la cannabis ad essere dannosa ma il modo in cui siamo abituati ad assumerla.
Una scelta intelligente può essere quella di scegliere un vaporizzatore per erba e sostituire completamente il tabacco con la marijuana legale.
Un’altra cosa a cui fare attenzione sono le sostanze che possono essere contenute nella cannabis. È importante che le infiorescenze non provengano da terreni coltivati con pesticidi o fertilizzanti chimici, che possono effettivamente rendere dannose le piante di cannabis e comprometterle a nostra insaputa.
La stessa cosa vale per l’hashish, che può essere tagliato con sostanze nocive.
Purtroppo, quando si tratta di varietà di cannabis ad alto contenuto di THC, stiamo parlando di mercato nero e salvo qualche rara eccezione di audaci coltivatori, è difficile garantirsi la stessa qualità che è possibile assicurarsi acquistando erba legale coltivata biologicamente.
Infine, è consigliabile non guidare dopo aver fumato soprattutto se abbiamo fumato un’erba che contiene una massiccia quantità di THC, e in generale non fumare durante le attività lavorative. Meglio iniziare dal tardo pomeriggio o limitare l’utilizzo di cannabis al momento prima di andare a dormire, così da conciliare il sonno in modo naturale.
Nel caso voleste vaporizzare anche di giorno, meglio scegliere una cannabis sativa e lasciarci della rilassante cannabis indica solo per la sera.
Anche mischiare cannabis e alcool non è consigliabile e qualora dovesse accadere, sempre meglio essere cauti e farlo in piccole dosi.
Ovviamente questo non vale per la marijuana legale, che non provoca effetti collaterali né alterazioni psichiche.
Ci sono sintomi che dicono che la cannabis è dannosa?
Come abbiamo visto, la cannabis può essere dannosa dal momento in cui se ne abusa o quando diventa occasione per assumere troppo tabacco o ancora se la sua origine non è controllata.
Per quanto riguarda i sintomi che dovrebbero aiutarci a riconoscere che la cannabis sta avendo effetti negativi sul nostro organismo, non esistono sintomi standard, perché, ognuno di noi reagisce diversamente agli effetti della cannabis.
Tuttavia, può essere utile osservare se e in che modo ha cambiato le nostre abitudini. Se lo ha fatto e sta provocando caos e disagio nella nostra routine quotidiana, dovremmo accorgercene. E se siamo troppo immersi per rendercene conto, qualcuno ce lo farà notare.
Se fare uso di cannabis ci impedisce di svolgere al meglio le nostre attività lavorative, se dopo aver fumato cannabis ci sentiamo angosciatie non abbiamo voglia di interagire con il mondo o se la cannabis sativa è diventata l’unica priorità nella nostra vita, stiamo andando nella direzione sbagliata.
Ancora una volta dipende da come scegliamo di utilizzarla.
Per quanto riguarda i sintomi fisici, spesso tra gli effetti collaterali attribuiti alla cannabis ci sono asma, bronchite, tosse e altri disturbi dell’apparato respiratorio.
Come già detto però, sono tabacco e combustione a provocare disturbi di questo tipo e non la cannabis in quanto tale.
Allo stesso modo, anche il colore e il tono della pelle possono risentire della combustione e della nicotina. Un vaporizzatore eviterà questo tipo di effetti collaterali.
Va da sé, che il consumo di cannabis non deve degenerare in abuso. In quel caso, le infiorescenze potrebbero realmente irritare i nostri bronchi e il THC compromettere la nostra stabilità psicologica e sociale.
Quante persone usano cannabis?
Si stima che in Italia, circa 6 milioni di italiani facciano uso di cannabisregolarmente e che sia un trend in costante crescita da decenni.
Nell’ultimo anno poi, il lockdown ha fatto registrare una crescita ulteriormente rilevante nel consumo di cannabis. La fascia d’età che utilizza maggiormente la cannabis sativa è quella compresa tra il 15 e i 64 anni.
Si tratta di un numero davvero consistente. È un vero peccato che il l’uso di cannabis debba spingere le persone ad acquistare dal mercato nero.
Un’eventuale legalizzazione farebbe molto di più che riempire le casse dello Stato e darebbe una grande mano in un momento di crisi economica come quella che l’Italia attraversa da diversi decenni.
Da quando è entrata in commercio, la cannabis light ha avuto molte soddisfazioni e sono in molti gli ex consumatori di cannabis ad alto contenuto di THC che hanno rivolto le loro attenzioni ai nuovi principi attivi.
È un’ulteriore prova che i pregiudizi verso la cannabis sativa cominciano ad assottigliarsi e che la maggior parte delle persone ha potuto sperimentare personalmente gli effetti della cannabis, quelli benefici, riabilitando così una sostanza considerata ingiustamente pericolosa per troppo tempo.
Perché si usa la cannabis?
L’uso di cannabis può essere imputato a diverse ragioni, tutte assolutamente lecite.
C’è chi la utilizza per uso medico perché è in cura con un trattamento a base di cannabis terapeutica.
C’è chi utilizza la cannabis sativa ad alto contenuto di THC prevalentemente a scopo ricreativo, per rilassarsi, in situazioni di aggregazione con gli amici (quando si poteva) o semplicemente al posto di un paio di bicchieri di vino.
L’uso di cannabis è così popolare perché sia nelle sue varietà di cannabis sativa, che in quelle di cannabis indica, ha molti effetti positivi, apprezzati in tutto il mondo da persone di diverse fasce d’età.
Ecco i principali effetti positivi che tutti i consumatori di cannabis riconosceranno:
genera una sensazione di relax
aiuta a controllare l’umore
stimola la serotonina e quindi il buonumore
può amplificare la capacità creativa e la socialità
innesca una percezione più profonda delle proprie emozioni e di quelle degli altri
aiuta a concentrarsi
Come vedremo dall’elenco però, gli effetti negativi generati dall’abuso di cannabis a base di THC sembrano quasi essere gli opposti degli effetti positivi.
Vediamo i principali in modo da riconoscerli, evitarli e prevenirli:
può rendere apatici e svogliati
può provocare attacchi di panico
può abbassare il tono dell’umore
può rendere chiusi e asociali
può rendere sospettosi e paranoici
può rallentare i riflessi
può provocare tachicardia
La cannabis legale invece, viene utilizzata sia per contrastare alcuni disturbi, tra i quali il dolore cronico, l’insonnia, i disturbi dell’umore e anche la dipendenza da THC, sia a scopo ricreativo in sostituzione o in associazione alla cannabis con elevate quantità di THC.
Coltivare cannabis light è legale purché la quantità di THC non superi lo 0,2%.
Nel caso vogliate provare delle varietà di marijuana light, date un’occhiata al nostro sito web. Potrete trovare diverse varietà al CBD, delle imperdibili novità al CBG e dei vaporizzatori per erba di ultima generazione.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/gli-effetti-dellhashish2021-03-04T13:46:53+01:002023-11-08T14:18:58+01:00Gli effetti collaterali dell'hashishMarco CappielloAltro]]>
Ci si chiede spesso se gli effetti dell’hashish possano essere paragonati agli effetti della cannabis, in cosa il fumo sia differente dalla ganja e se sia migliore o peggiore della classica erba.
Partendo dal presupposto che non è una gara e non c’è un vincitore, questo articolo può essere utile per capire quale sia il prodotto che ci è più congeniale. Ecco che cosa vedremo:
Tra gli estratti che è possibile produrre a partire dalla cannabis sativa, l’hashish può essere senza dubbio annoverato come il più popolare. L‘hashish è una sorta di resina ottenuta a partire dalla lavorazione delle infiorescenze femminili ed è un prodotto molto apprezzato tra chi fa uso di cannabis.
Dal punto di vista della forma, può essere un panetto rettangolare, oppure un ovulo o una sfera.
Tendenzialmente, le forma tondeggianti sono tipiche delle varietà più morbide e malleabili. Per quanto riguarda il colore, si va dal marrone scuro al marrone chiarissimo, che può arrivare fino al quasi miele o cannella.
La consistenza può essere più dura e friabile (le varietà di questo tipo possono essere utilizzate facilmente, basterà scaldarle leggermente prima di sbriciolarle) o morbida e di facilissima lavorazione.
Proprio come la cannabis sativa, anche l’hashish ha origini antichissime. Veniva prodotto a partire dalla canapa indiana con la tecnica dello sfregamento a mano e utilizzato abitualmente anche nelle cerimonie religiose, nei riti di passaggio e nelle cerimonie festive.
Il diffondersi della cannabis sativa dall’India al Marocco, fino al Nord Africa e poi negli Stati Uniti e in Europa, ha fatto sì che nascessero diverse metodologie di lavorazione per la produzione di questo tipo di concentrato.
Dalla setacciatura a secco all’estrazione a freddo, esistono numerosi metodi a partire dai quali possono essere prodotti diversi tipi di hashish.
Proprio come accade con la ganja, a diverse varietà corrispondono diverse percentuali di principi attivi, che determinano la potenza degli effetti del prodotto. In generale, gli effetti del fumo si presentano nel breve termine e trattandosi di un concentrato di tricomi, possono essere più forti di quelli dei fiori.
Nonostante in Italia e in altri paesi sia ancora illegale proprio come la cannabis, perché considerato al pari di sostanze stupefacenti molto pericolose, l’hashish che tutti conosciamo è quello al THC.
Con la recente legalizzazione della cannabis light però, anche l’hashish legale è diventato una possibilità reale per tutti quelli che vogliono evitare gli effetti psicotropi del THC ma scoprire lo stesso le proprietà terapeutiche della cannabis sativa.
Comunque la si metta, l’hashish è una vera e propria tradizione nella storia della cannabis e va provato almeno una volta nella vita, oppure usato in sinergia con la marijuana per una vera e propria bomba di gusto.
I principali effetti
Gli effetti dell’hashish possono essere più incisivi e potenti di quelli della cannabis, a patto che la qualità dell’hashish sia realmente alta. Solitamente, l’hashish sale più in fretta dell’erba.
L’effetto si manifesta nel breve termine, circa dieci minuti dopo averlo assunto e dura nel lungo termine, fino alle due o tre ore.
A seconda della varietà specifica e della componente indica o sativa presente in maggior percentuale, gli effetti possono essere più rilassanti o più stimolanti.
Vediamo quali sono in generale i principali e potenziali effetti effetti che l’hashish provoca in noi dopo aver fumato:
Sensazione di rilassatezza fisica e psicologica
Sensazione di leggerezza
Ilarità
Percezione leggermente alterata delle proprie emozioni
Sensazione di fame, la classica fame chimica
Reattività più limitata rispetto al normale
Arrossamento degli occhi
E quali sono le sue proprietà terapeutiche in quanto estratto della cannabis sativa:
Capacità di contrastare il dolore cronico, le tensioni muscolari, i dolori mestruali e l’emicrania
Proprietà antinfiammatorie
Capacità di contrastare l’insonnia e i disturbi dell’umore
Capacità di interagire con il nostro sistema endocannabinoide
Vediamo quali possono essere invece gli eventuali effetti collaterali, se l’hashish viene consumato in eccesso o se è di cattiva qualità o addirittura tagliato (vedremo che è possibile) con altre sostanze non naturali:
Mal di testa
Bocca impastata
Secchezza delle fauci
Intorpidimento generale
Nausea
Tachicardia
Ansia
È più facile che gli effetti collaterali si manifestino se l’hashish viene consumato a stomaco vuoto o insieme ad altre sostanze come per esempio l’alcol.
Come abbiamo accennato all’inizio, oggi insieme alla cannabis light esiste anche l’hashish legale.
A differenza dell’hashish a base di THC, quello legale è privo di effetti psicoattivi e non ha effetti collaterali. Assumendolo si godrà solo delle proprietà benefiche.
L’hashish legale proviene da piante di cannabis sativa legale, contiene una quantità di THC inferiore allo 0,2%. Come principio attivo, può essere a base di CBD (cannabidiolo) e a base di CBG (cannabigerolo), due cannabinoidi che hanno tutte le proprietà terapeutiche del THC ma = effetti collaterali.
Come riconoscere una persona che ha usato hashish
Riconoscere una persona che fa uso di hashish o che ne ha appena fatto uso può essere complicato. Pur essendo annoverata tra le sostanze stupefacenti, l’hashish è una sostanza che non provoca alterazioni talmente importanti da essere visibili a occhio nudo.
Tuttavia, per aiutarci a capire, possono essere presi in considerazione dei segnali.
Prima di tutto, dopo aver fumato, la persona potrebbe avere gli occhi rossi e a meno che non abbia appena fatto uno shampoo, quello potrebbe essere un buon segnale.
Un altro segnale importante potrebbe essere una fame eccessiva e sproporzionata. E ancora: se la persona che abbiamo di fronte non è reattiva come al solito, si incanta facilmente e ha difficoltà a concentrarsi (a meno che non sia un’abitudine) può essere un ulteriore segnale.
Anche l’odore è un elemento fondamentale. Il profumo di hashish, esattamente come quello della cannabis sativa, è inconfondibile. Anche per chi non lo conosce, può essere facile avvertire un sentore differente da quello del tabacco.
Quindi nel caso in cui qualcuno stesse fumando un joint davanti a noi, ce ne accorgeremmo. Spesso, l’aroma è talmente intenso che può essere percepito anche sui vestiti di chi ne fa uso abitualmente.
Chi fa uso abituale di hashish, spesso in stanza ha una mistiera dove conserva la mista di tabacco e hashish o erba e hashish, pronta per essere fumata.
Per quanto riguarda l’hashish legale, capire se qualcuno ne fa uso e se abbia appena fumato un joint di marijuana light, è quasi impossibile. Non contenendo THC, non provocherà né arrossamento degli occhi né rallentamenti percepibili.
Una persona che ha appena assunto hashish legale può essere estremamente rilassata ma nulla di più.
Effetti hashish Vs Effetti cannabis
In generale, gli effetti dell’hashish sono gli stessi effetti della cannabis. Del resto, parliamo solo di una forma concentrata della stessa sostanza. Certo, in alcuni casi possono essere più potenti. Sostanzialmente l’erba ha per natura un effetto più aeroso, l’hashish proprio per la sua natura di concentrato, ha un effetto massiccio.
In ogni caso esistono varietà di erba che non hanno nulla da invidiare all’hashish, sia in termini di principi attivi che in termini di effetti.
Nonostante abbiano tanto in comune, ci sono delle piccole differenze che possono essere prese in considerazione prima di scegliere se orientarci sul fumo o sull’erba. Fermo restando che insieme stanno benissimo.
La prima differenza è sulla durata degli effetti. Gli effetti della cannabis solitamente si presentano un po' più in ritardo che quelli dell’hashish che invece si manifestano a breve termine, anzi brevissimo.
Inoltre, ma questo capita solo con hashish di scarsa qualità, gli effetti a lungo termine dell’hashish possono manifestarsi sotto forma di mal di testa del mattino dopo. Questo accade raramente con le infiorescenze.
Un’altra differenza è data dal fatto che è più complicato controllare la qualità dell’hashish. Non è raro che l’hashish venga tagliato con altre sostanze come hennè, sabbia o gomma. Purtroppo, una volta impastato con altre sostanze, può essere difficile, anzi è quasi impossibile analizzarlo.
Con le infiorescenze è un po' più semplice stabilire la qualità e determinare il grado di naturalezza dell’erba.
Da questo punto di vista quindi, meglio scegliere hashish solo si è sicuri della provenienza delle piante di cannabis da cui è prodotto.
Se vogliamo, possiamo individuare un’altra variabile nella modalità d’uso. L’erba, opportunamente triturata, potrebbe essere pronta per essere fumata così com’è. L’hashish invece, per bruciare al meglio, richiede di essere mischiato con tabacco, cannabis o cannabis light.
Inoltre, una canna di fumo è una canna a lungo termine, nel senso che brucia meno in fretta di un joint d’erba e quindi dura di più.
Dal punto di vista del sapore, molte varietà di cannabis sativa e hashish possono essere simili. Tendenzialmente però l’hashish ha un profilo terpenico più terroso, pungente e incensoso mentre l’erba un profilo terpenico più fruttato e muschioso.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/charas-cose-e-come-si-fa2021-02-23T10:47:02+01:002023-11-08T14:19:09+01:00Charas: cos'è e come si faMarco CappielloAltro]]>
I consumatori di cannabis sono giustamente alla ricerca della migliore qualità per i loro prodotti, anche tra i concentrati di cannabis.
Eppure, tutti conoscono gli hashish marocchini, gli afghani o il popolare ‘cioccolato’, ma in molti non conoscono il Charas, il più pregiato tra i derivati della cannabis.
L’hashish prodotto dalle piante di cannabis che crescono spontaneamente sulle catene montuose a nord dell’India esiste da migliaia di anni e deve essere provato almeno una volta nella vita. In questo articolo approfondiremo alcuni punti sull’argomento. Ecco che cosa vedremo:
Charas origini storiche
Come si fa
Malana cream
Come si usa
Charas origini storiche
La prima volta che il Charas viene menzionato ufficialmente nella letteratura scientifica, era il 1874. Compariva nella “Pharmagographia”, un libro di consultazione botanica che catalogava piante e derivati vegetali usati nella medicina vittoriana.
Copriva la materia britannica, ma anche quella indiana di cui gli inglesi gestivano le colonie. Questo è l’unico il motivo per cui le piante di cannabis e i suoi derivati erano presenti nel catalogo.
Al Charas viene addirittura dedicata un’intera sezione. In fondo rappresentava una sostanza molto importante e sacra per la maggior parte della popolazione asiatica, che ne aveva ideato la metodologia di produzione e lo consumava abitualmente nei rituali religiosi, durante le cerimonie e per favorire la meditazione.
All’epoca, veniva consumato esclusivamente nei chilum e rappresentava un momento cruciale all’interno di alcuni rituali religiosi praticati in diversi villaggi dell’India.
L’abitudine alla produzione di Charas si era poi diffusa rapidamente in Nepal, Afghanistan e Pakistan, l’India tuttavia ne ha sempre rivendicato la paternità, un po' come farebbe un viticoltore toscano con il suo vino.
Dagli autori del manuale scientifico “Pharmagographia”, del quale va tenuto conto lo spirito colonialista del tempo, il Charas veniva descritto come una droga disgustosa e grezza, il cui uso era categoricamente escluso dalla medicina civile.
Circa un secolo dopo, intorno al 1970, l’hashish ebbe il suo meritato boom insieme a diverse varietà di cannabis storiche come l’Ak-47 o l’Amnesia.
In quegli anni il Charas era diffusissimo, al punto che Charas e hashishfurono addirittura sinonimi per un certo periodo. Con la successiva andata proibizionista, il Charas insieme ad altri tipi di fumo pregiato, sembra quasi sparito dalla circolazione, almeno in Italia.
Come si fa
Nonostante quel giudizio per niente positivo su uno degli hashish di migliore qualità prodotto nel nord dell’India, gli autori di “Pharmacographica” furono così scrupolosi da riportarne esattamente la metodologia di produzione, che è la stessa ancora oggi.
Mentre molti tipi di hashish, per esempio gli hashish marocchini, vengono prodotti a partire dalle piante di cannabis precedentemente seccate per un periodo, il Charas viene prodotto dalla pianta ancora fresca.
Un’altra cosa importante, specificata dal manuale, è che le piante di cannabis destinate al Charas non possono essere piante da canapa industriale qualsiasi, ma devono essere coltivate ad una certa altitudine.
Per quanto riguarda il processo di lavorazione parliamo di una tecnica antica e utilizzata da migliaia di anni: il metodo dello sfregamento delle mani.
Le infiorescenze vengono selezionate, raccolte e strofinate delicatamente tra i palmi delle mani per un tempo molto lungo. Sui palmi delle mani si formerà uno strato di resina lucido, bruno e scuro.
A questo punto, raccogliendo la resina dai palmi con un raschietto, otterremo la nostra morbida pallina di Charas. In alternativa, basterà strofinare di nuovo le dita energicamente e il charas si formerà automaticamente.
Esiste anche un secondo metodo descritto dal manuale. Consiste nel camminare ripetutamente tra le piante di cannabis con dei vestiti di pelle, che raccogliendo la resina, fanno quello che farebbero i palmi delle mani ed è da lì che andrà poi raschiato l’hashish.
Metodo interessante in caso avessimo a disposizione distese di piantagioni, ma poco comodo per sperimentazioni casalinghe.
Come avrete intuito, la metodologia di produzione del Charas è semplice ma il processo può essere molto lungo. Possono servire fino a otto, nove ore per produrre sette o otto grammi di fumo.
È importante prendersi tutto il tempo necessario, ricordate che più è lungo il tempo di sfregamento, migliore sarà la qualità del Charas.
È fondamentale, nel caso utilizzassimo la tecnica dello sfregamento dei palmi delle mani, avere le mani molto pulite.
Se in questo periodo in cui abbiamo un po' più tempo del solito, voleste provare a realizzare dell’hashish legale a casa, fate un salto sul nostro sito web.
Potrete dare un’occhiata alle nostre varietà di cannabis light. Diva, per esempio è un’ infiorescenza al CBD (cannabidiolo), coltivata a più di 300 metri di altezza, perfetta per sperimentare una piccola produzione di Charas.
Se invece aveste voglia di provare a produrre un Charas a base di CBG (cannabigerolo) un nuovo cannabinoide ricco di proprietà terapeutiche, provate Fatale. Coltivata a circa 700 metri di altezza, è una varietà ispirata alle migliori piante di cannabis coltivate sui monti del nord dell’India.
Tra quelle montagne e nelle valli limitrofe, le piante di cannabis crescono ancora oggi libere e rigogliose.
Nonostante a differenza di allora, oggi in India la cannabis sia illegale, esistono villaggi in cui il Charas viene ancora utilizzato all’interno del rito religioso e per favorire la meditazione.
Luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato e l’hashish prodotto dalla cannabis viene realizzato esattamente come migliaia di anni fa.
Ma questa è un’altra storia.
Malana cream
Quella che viene considerata la migliore qualità di Charas, è una pasta di fumo estremamente morbida e malleabile chiamata Malana Cream.
Il Malana Cream può essere a forma di sfera oppure di ovulo. È di colore marrone castano fuori e marrone molto chiaro all’interno. È molto facile da lavorare, ha potenti effetti psicotrope, proprietà rilassanti ed euforizzanti e un sapore inconfondibile e naturale.
È un tipo di hashish prodotto dalla lavorazione a mano delle piante di cannabis che crescono spontaneamente in un villaggio indiano chiamato appunto Malana.
Come questo articolo ci racconta bene, si tratta di un villaggio indipendente, che ha una sua religione, una sua lingua e una sua organizzazione sociale, diverse da quelle del governo indiano.
Ci sono molte leggende sugli abitanti di Malana. Per qualcuno sarebbero i discendenti del Jamlu Rishi, una divinità locale. A dar retta ad altri sarebbero gli eredi dei soldati di Alessandro Magno.
E ancora: l’imperatore Akbar giunse a Manala e lì, grazie all’hashish prodotto dalle piante di cannabis, riuscì a guarire da un male e per ringraziare gli abitanti del villaggio, decise di concedere l’esenzione fiscale e l’indipendenza.
Per molti anni questo villaggio è rimasto come sospeso nel tempo. Mentre il resto del mondo avanzava verso la modernità, Malana è riuscita a mantenersi a lungo autonoma conservando le proprie tradizioni e i propri rituali, vivi ancora oggi.
Se fino a poco tempo fa, scambi e contatti con culture esterne erano praticamente nulli, oggi Malana è una vera e propria calamita, che attira persone da tutto il mondo proprio per l’hashish che viene prodotto.
Beh, può essere visitata? Certamente (magari non in questo periodo) ma è necessario essere cauti e rispettosi delle leggi e delle tradizioni del luogo. Può essere facile infrangere inconsapevolmente dei divieti, gli animali per esempio sono considerati sacri e non li si può toccare.
Meglio stare lontani anche dalle piante di cannabis, a meno che non si sia in una condizione estremamente protetta.
Oltre alle leggi locali, è importante badare alla propria sicurezza. Malana da fuori sembra un umile e sicuro villaggio, in realtà il traffico dell’hashish prodotto genera grandi ricchezze ma anche tanti problemi.
Ci sono state diverse sparizioni a Malana e molte avevano a che fare con le piante di cannabis.
Come si usa
Charas e Malana Cream possono essere utilizzati alla stessa maniera e in modo piuttosto easy.
Questo tipo di hashish, a differenza per esempio degli hashish marocchini, non deve essere scaldato. È talmente morbido che può essere lavorato direttamente.
Ecco come lavorarlo: staccate un pezzettino di Charas e stendetelo con le dita fino a formare un filo sottile.
A questo punto avrete diverse opzioni:
potete stendere su una cartina un tappeto di cannabis light tritata e adagiarci su il filetto di Charas.
il filetto può essere spezzettato in piccolissimi pezzettini, unito poi a della cannabis light o a del tabacco e inserito nell’apposita camera di un vaporizzatore.
sempre spezzettato e ben amalgamato in una mista, può essere inserito in un chilum o in un bong.
può essere anche inserito all’interno di una ricetta, per esempio una torta come la classica Space Cake oppure dei biscotti.
Sappiate che l’hashish prodotto da una pianta ancora fresca è molto più potente di quello di altri tipi di hashish, quindi ricordate di assumerlo in modo graduale e di idratarvi con acqua e tisane. Un altro consiglio è di evitare di usare il tabacco per preparare la mista. Meglio utilizzare cannabis light.
Tra i nostri fiori, tutti coltivati rigorosamente in modo naturale, potrete trovare diverse varietà con varie gradazioni di CBD.
E per i più curiosi anche delle nuovissime infiorescenze a base di CBG, che si sposa molto bene con il Charas e con gli hashish marocchini.
Provare per credere.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/cannabis-cbd-e-sport-un-connubio-vincente2021-02-19T09:14:24+01:002023-11-08T14:19:08+01:00Cannabis, CBD e sport: un connubio vincenteMarco CappielloAltro]]>
BioTabs, Enecta Bike Tour e Terredicannabis insieme per un contest targato sport
Abbiamo deciso di organizzare un contest in cui si vincono prodotti unici! Lo abbiamo fatto mettendo lo sport in primo piano.
Intorno allo sport ci sono aziende sensibili, che sostengono lo sport, lo praticano e hanno la volontà di diffonderne le buone pratiche che solo lo sport può dare.
Sono anni che sosteniamo Enecta Bike Tour, un tour in bicicletta, non competitivo tra le splendide vallate dell'Abruzzo, facciamo questo perché crediamo nel valore dello sport prima di tutto ma anche del rapporto tra l'uso di Cannabis o CBD in relazione allo sport stesso.
Il CBD è molto apprezzato ed utilizzato per le sue proprietà antinfiammatorie. Nate Diaz, campione di MMA, è un abituale consumatore di CBD: al termine di un incontro si è presentato in conferenza stampa svapando CBD, sostenendo, a precisa domanda di un giornalista, che ”aiuta il processo di guarigione, le infiammazioni e tutto il resto. Quindi fumo prima, dopo l’incontro e durante gli allenamenti”.
L’assunzione del CBD al termine dello sforzo fisico può aiutare ad ottimizzare il recupero dell’organismo.
Similmente ad un integratore naturale, agisce attivamente sull’organismo modulandone le risposte attraverso un’azione sui recettori innati del nostro sistema endocannabinoide.
Per ogni sportivo dormire bene è fondamentale, dalla qualità del sonno dipende la qualità degli allenamenti, un discorso che in generale potremmo applicare alla quotidianità di qualsiasi essere umano. Le qualità ansiolitiche e muscolo-rilassanti del cannabidiolo possono aiutare a distendere e calmare il nostro sistema nervoso, riequilibrando, se assunto con regolarità, il nostro equilibrio psicofisico.
Il Cannabidiolo può svolgere un'azione positiva verso il dolore, per questo è indicato per persone che soffrono di dolori cronici o malattie infiammatorie, causate ad esempio da traumi sportivi, frequenti in discipline come il rugby o il football americano.
Il CBD non è doping
Se da un lato gli atleti sono sempre più consapevoli, segnali importanti arrivano anche in ambito regolatorio e legale, con importanti organi di controllo come la WADA che hanno recentemente depennato il CBD dalla lista delle sostanze dopanti.
“Il cannabidiolo non è più vietato” ha afferma un documento redatto dalla WADA e intitolato "Riepilogo delle principali modifiche e note esplicative, 2018 Prohibited List".
Dietro prodotti di qualità ci sono Brand ed Aziende che lavorano quotidianamente per assicurare agli utenti benessere, professionalità e sicurezza.
BioTabs è la prima azienda in Europa nella produzione di prodotti biologici dedicati alla coltivazione di Cannabis. BioTabs è in grado di proporre e supportare aziende e coltivatori con prodotti dal valore qualitativo molto alto, che permettono di valorizzare al meglio le colture di Cannabis.
L’Enecta Bike Tour è un evento no Profit sponsorizzato da Enecta, azienda leader nell’estrazione del CBD. L’Enecta Bike Tour propina i principi dello sport, del benessere, della valorizzazione del territorio, soprattutto nelle aree più marginalizzate, oltre alla diffusione della conoscenza sul mondo della Cannabis.
Terredicannabis è un’azienda specializzata nella coltivazione della cannabis. Nata nel 2018, impegna oltre 10 ettari di terreni coltivati in varie regioni italiane: Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto, Puglia e Toscana. Nel tempo ha creato una community composta dei migliori growers, genetisti ed esperti della cannabis per offrire la migliore Cannabis Legale.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/hashish_come_si_fa2021-02-15T10:12:06+01:002023-11-08T14:18:59+01:00Hashish: come si fa?Marco CappielloAltro]]>
Tra i derivati della cannabis l’hashish è il più antico e famoso.
Negli anni 60 e 70 è stato un vero e proprio fenomeno ed è uno di quei prodotti, seppure ancora ingiustamente considerato sostanza stupefacente, che non passerà mai di moda.
Ma come si fa? Quanti tipi di hashish possono essere prodotti? In questo articolo approfondiremo alcune curiosità, ecco cosa vedremo:
Cos'è l'hashish
Come si produce
Come si consuma
Tipi di hashish
Effetti hashish
Hashish Vs Cannabis
Cos'è l'hashish
Quando i tricomi presenti sulle infiorescenze delle piante di cannabis sativa vengono concentrati tutti insieme si viene a creare una sorta di blocchetto ceroso e solido: l’hashish, il re tra i derivati della cannabis.
In tutte le varietà di hashish è presente un concentrato di principi attivi, principalmente cannabinoidi e terpeni, molto maggiore di quello presente nelle infiorescenze ed essendo un concentrato, è anche molto più potente
L’hashish classico, quindi con normali o alti livelli di THC, ha effetti psicotropi e proprio come la cannabis classica, è considerato una sostanza stupefacente.
Da quando la cannabis light è entrata nel mercato però, esistono diverse varietà di hashish legale a base di CBD (cannabidiolo) o CBG (cannabigerolo), due principi attivi privi di effetti psicoattivi e di effetti collaterali.
Come si produce
L’hashish è l’unico derivato della cannabis, che viene prodotto da migliaia e migliaia di anni. Esistono quindi diversi modi per produrlo, alcuni più antichi e altri più moderni. Tutti metodi sempre validi e attuali, che possono essere applicati per produrre diversi tipi di hashish.
Vediamo i tre più popolari.
Metodo dello sfregamento tra i palmi delle mani:
questa tecnica ha origini antichissime. Si tratta probabilmente di una delle prime tecniche che gli esseri umani hanno utilizzato per produrre hashish dalla pianta di cannabis.
Il metodo consiste nello sfregare per un lungo periodo (15, 20 minuti ma anche di più a seconda della quantità di materia vegetale) le infiorescenze tra i palmi delle mani.
A quel punto lo strato di resina che si è formato sui palmi viene raschiato e poi compresso in una sorta di pallina. Lo sfregamento può essere effettuato sia con infiorescenze fresche che con infiorescenze essiccate.
La concentrazione di THC, di CBD o di CBG, a seconda che si tratti di hashish classico o di hashish legale, è molto elevata essendo il passaggio diretto da fiori a resina, tuttavia si tratta di un metodo estremamente artigianale.
C’è da considerare che insieme alla resina verrà raschiato via anche il sudore oltre che qualsiasi cosa abbiamo sulle mani, motivo per cui è molto importante avere le mani più che pulite.
Metodo della setacciatura a secco:
può essere definito il secondo metodo più antico per l’estrazione di hashish dalle piante di cannabis, subentrato quando fu introdotto l’utilizzo del setaccio.
È una tecnica abbastanza semplice che può essere sperimentata anche a casa. Bisognerà lasciar seccare le infiorescenze, a quel punto basterà prendere il setaccio (può essere utilizzato anche un telaio da serigrafia o un filtro a maglia fina) e sbattere le infiorescenze.
Più piccoli sono i fori del setaccio, più alte saranno la qualità e la purezza del prodotto finale. C’è chi consiglia di tenere le infiorescenze qualche ora in freezer prima di procedere con la setacciatura, in effetti così può essere meno complicato separare i tricomi dai fiori.
Metodo di estrazione a freddo:
è uno tra i metodi moderni più apprezzati per ottenere hashish dalle infiorescenze della pianta di cannabis.
I tricomi vengono separati dal resto della materia vegetale dall’acqua ghiacciata. A quel punto, la stessa acqua viene filtrata attraverso filtri a maglia finissima.
Si ottiene un prodotto estremamente puro, che trattiene la massima concentrazione di THC.
Come si consuma
Per essere consumati, tutti i tipi di hashish devono essere preventivamente sbriciolati in modo da poter essere facilmente inseriti in una mista per un joint. Alcune varietà di hashish hanno bisogno di essere un po' riscaldate per essere sminuzzate meglio.
Nel caso in cui utilizzaste un vaporizzatore, è importante che l’hashish venga ben miscelato al tabacco o scelta ancora migliore alla cannabis light ben triturata. Meglio ancora se avete a disposizione un vaporizzatore adatto anche a concentrati e cere.
Ovviamente può essere utilizzato anche in un bong o in un narghilè, sempre all’interno di una mista di tabacco o di cannabis light.
Per gli amanti degli alimenti, è possibile anche fare dei dolci con l’hashish, purché sia di buona qualità.
Nel caso di hashish a base di THC, è importante ricordare che mangiare cannabis sativa ha un effetto molto più potente di quando la vaporizziamo o la fumiamo, quindi attenzione ai possibili effetti collaterali. Meglio non esagerare con le dosi.
Nel caso di hashish legale non ci sono pericoli di effetti collaterali ed essendo privo di effetti psicoattivi, non si dovranno temere brutte sorprese neanche mangiandolo.
Tipi di hashish
Cioccolato:
tra i tipi di hashish è quello più diffuso. Viene prodotto con la setacciatura a secco di piante di cannabis sativa e di cannabis indica.
A seconda della finezza delle maglie del setaccio può essere più puro e contenere una maggiore o minore concentrazione di THC. È appunto di color cioccolato fuori e un po' più chiaro all’interno.
Ha una consistenza semi dura e necessita di essere leggermente scaldato prima di essere utilizzato.
Marocchino:
anche questa varietà di hashish viene prodotta con la setacciatura a secco.
Si tratta di una varietà di un tipo di hashish molto raffinato, che può arrivare ad avere altissime concentrazioni di THC al punto da “friggere” quando viene scaldato.
Charas:
questa varietà di hashish era originariamente utilizzata nelle pratiche religiose induiste e veniva prodotta dai fiori freschi della canapa indiana con il metodo dello sfregamento delle mani.
Ha un’elevata concentrazione di THC ed è molto potente anche in termini di effetti psicoattivi.
Si presenta sotto forma di palla o di panetto e ha una consistenza morbida e malleabile.
Nepalese:
tra i vari tipi di hashish anche questo si distingue per concentrazione di THC.
È una varietà di hashish prodotta da piante di cannabis a dominanza indica, coltivate sui monti Nepalesi.
È un fumo che è stato molto popolare negli anni 70, quando è scoppiato il boom dell’hashish e quando non era vissuto come oggi come una sostanza stupefacente. Ancora oggi è piuttosto apprezzato per la piacevolezza dei suoi effetti psicoattivi.
Viene prodotto con il metodo dello sfregamento della mano seguito da un’accurata lisciatura. Si presenta sotto forma di una palla di resina lucida.
Afgano:
questa varietà di hashish proviene dalle piante di cannabis a dominanza sativa che crescono tra le catene montuose dell’Hindu Kush.
Viene ottenuta con la tecnica dello sfregamento a mano e successivamente lavorato con acqua e tè.
Ha un’alta concentrazione di THC e un sapore intenso e pungente.
Bubble Hash:
se prodotto con fiori di qualità, questa varietà di hashish può essere molto potente, arrivando a contenere livelli di THC molto alti, fino circa all’80%.
È di colore brunastro e può essere più chiaro o più scuro.
Viene prodotto utilizzando il metodo di estrazione con acqua fredda e ghiaccio per separare i tricomi dalla materia vegetale.
È totalmente privo di effetti psicoattivi e non dà effetti collaterali. Può essere a base di cannabidiolo (CBD) o di cannabigerolo(CBG) e può essere prodotto con tutti i metodi che abbiamo descritto.
Effetti hashish
Gli effetti psicoattivi di questo concentrato dipendono dalla varietà dell’hashish e dai livelli di THC, tendenzialmente però possono essere molto più forti di quelli provocati dalla cannabis.
Questo per la stessa natura dell’hashish: è un vero e proprio concentrato di tricomi e quindi una bomba di principio attivo e una goduria per i consumatori di cannabis sativa classica.
Va detto che se gli effetti collaterali di una cannabis a base di THC (tachicardia, ansia, secchezza delle fauci) possono essere a breve termine, quelli dell’hashish possono protrarsi nel lungo periodo e sono più intensi.
Hashish Vs Cannabis
Sia la cannabis che l’hashish sono due derivati della cannabis e nonostante il titolo di questo paragrafo non sono mai antagonisti, anzi, possono essere complementari e formare un mix formidabile.
Le principali differenze possono essere individuate nella lavorazione pre-assunzione: la cannabis va triturata con un trita erba o tagliuzzata con delle forbicine.
Alcuni tipi di hashish invece possono devono essere scaldati prima di essere triturati, altri ancora sono così morbidi e malleabili da poter essere lavorati a mano.
Un’altra differenza è data dagli effetti, che come abbiamo visto si manifestano sono più intensi quando si tratta di hashish.
A seconda delle varietà di hashish possono cambiare i livelli di THC, il tipo di effetto benefico del principio attivo ma in fondo l’hashish è solo un modo più intenso per gustare la cannabis.
Se siete interessati a gustare cannabis light di qualità, venite a scoprire le nostre nuove infiorescenze a base di CBG e le nostre varietà a base di CBD.Noi di Terre di Cannabis ci stiamo appassionando all’ hashish legale e potremmo decidere di stupirvi con sorprese a breve termine.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/la-cannabis-legale-si-trova-ovunque2021-02-11T11:58:36+01:002023-11-08T14:19:00+01:00La cannabis legale si trova ovunque?Marco CappielloAltro]]>
La cannabis light è uno dei prodotti, per non dire fenomeni, più discussi degli ultimi cinque anni.
Non c’è dubbio che possa essere trovata facilmente e un po' dappertutto, ma parliamo davvero sempre di marijuana legale di qualità?
Sono quasi cinque anni che l’erba legale è entrata nelle nostre vite, ma ci sono ancora delle cose che chi acquista il prodotto non sa e che meritano di essere approfondite.
In questo articolo scorreremo alcuni punti fondamentali, ecco che cosa vedremo:
Cannabis legale cos'è?
Dove posso comprare cannabis legale?
Dove si può coltivare la cannabis legale?
Come coltivare cannabis legalmente
Cannabis legale cos'è?
Quando si pensa alle piante di marijuana può essere automatico associarle al THC (tetraidrocannabinolo) e al suo effetto psicotropo.
La marijuana legale però, pur avendo numerose caratteristiche in comune con la marijuana classica, non ha alcun effetto psicotropo, quindi non provoca nessun tipo di sballo.
Proprio per questo motivo in Italia (e non solo) dal 2016 è possibile acquistare, coltivare e vendere cannabis light restando nella più completa legalità, a patto che i contenuti di THC non superino lo 0, 2%.
Andiamo un po' più a fondo. La Cannabis Sativa è una pianta appartenente alla specie delle Cannabinacee, che durante la sua fase di crescita produce fitocannabinoidi e terpeni.
Se i terpeni si occupano di conferire alla marijuana il suo tipico aroma, i fitocannabinoidi sono i principali vettori di principio attivo.
Tra i principali cannabinoidi possono essere citati il THC (tetraidrocannabinolo), il CBD (cannabidiolo) e il CBG (cannabigerolo).
Il principio attivo alla base dell’erba legale è il CBD (cannabidiolo), un cannabinoide che ha il merito di aver fatto scoprire gli effetti benefici della marijuana a tutti coloro che volevano avvicinarsi a prodotti naturali dalle grandi proprietà terapeutiche, evitando l’alterazione data dall’effetto psicotropo.
Il CBG (cannabigerolo) invece è un cannabinoide di recente scoperta, che sta facendo proprio in questo periodo il suo ingresso nel mondo della cannabis light.
Questi due cannabinoidi non psicoattivi hanno in comune molti effetti benefici, il più importante: la capacità di interagire con il nostro sistema endocannabinoide. È proprio grazie a questa capacità che il nostro organismo può beneficiare delle proprietà terapeutiche della cannabis sativa.
La marijuana legale può essere utile a contrastare attacchi di panico e disturbi dell’umore, ma anche dolore cronico, tensioni muscolari, disturbi intestinali, glaucoma e psoriasi. L’erba legale può essere utile anche a chi soffre di insonnia, a chi vuole eliminare il tabacco dalle proprie abitudini e a chi desidera rafforzare il proprio sistema immunitario.
È possibile assumerla sotto forma di infiorescenze per chi ama vaporizzare, ma esistono diversi prodotti a base di CBD e a base di CBG, per esempio i cristalli, l’olio, oppure gli e-liquid. Sono tutti prodotti legali, adatti a chi ama prendersi cura di sé utilizzando solo prodotti naturali.
La marijuana legale è un successo tangibile soprattutto nel mondo farmacologico: proprio di recente è stato brevettato Epydiolex, il primo farmaco antiepilettico a base di CBD.
È stato anche e soprattutto grazie alla sinergia tra cannabis light e cannabis terapeutica che dopo tanti anni,l’Onu ha finalmente deciso di rimuovere la Cannabis sativa dalla lista delle sostanze narcotiche.
Dove posso comprare cannabis legale?
Da quando è nato, nel 2016, il mercato della cannabis light ha preso il via e non si è mai fermato. L’erba legale può essere reperita facilmente in qualsiasi città, gli shop dedicati sono tantissimi, ci sono persino dei distributori automatici.
E naturalmente è possibile acquistare marijuana legale online e farsela recapitare comodamente a casa propria.
Quindi non ci sono particolari difficoltà nell’acquistare cannabis legale, quello che può essere complicato è avere la certezza di acquistare erba legale di qualità.
Non è sempre facile, infatti, stabilire la provenienza della marijuana legale o di tutti i prodotti a base di CBD, ma sapere esattamente da dove arrivano e da che tipo di coltivazione provengono è fondamentale.
Al di là della qualità specifica della varietà che abbiamo scelto non si può non ricordare che anche il tipo di coltivazione incide sul prodotto finale.
Un terreno coltivato con pesticidi e additivi chimici, per esempio, può essere molto dannoso sia per le piante di cannabis che per chi poi si trova ad assumerne le infiorescenze prodotte da quelle piante.
Allo stesso modo, fertilizzare chimicamente le piante di marijuana significa non solo alterarne il principio attivo, ma anche trasformarle da prodotti naturali dai grandi effetti benefici a prodotti nocivi e tossici.
Un’altra cosa a cui bisogna fare attenzione è il post lavorazione. A volte capita che degli shop acquistino erba legale all’ingrosso e poi si accorgano che l’erba profuma poco.
Purtroppo alcuni scelgono di spruzzare dei profumanti artificiali sulla marijuana legale per renderla più aromatica e appetibile. Così le infiorescenze possono essere addirittura pericolose, proprio a causa dell’aggiunta di un additivo chimico.
Insomma, è importante acquistare marijuana light o prodotti a base di CBD e altri cannabinoidi solo se abbiamo la certezza che provengano da un’agricoltura biologica e certificata.
Basterà fare prima una ricerca approfondita. Sul nostro sito web, per esempio, oltre che i nostri prodotti naturali e 100% made in Italy, potrete scoprire che coltiviamo le nostre varietà di erba legale in modo totalmente biologico, abolendo l’utilizzo di pesticidi, additivi e metalli pesanti. E che gestiamo l’intera filiera produttiva per garantire un monitoraggio costante su tutti i nostri prodotti dalla semina fino alla distribuzione.
Questo ci permette di mantenere degli standard di qualità molto alti ad un prezzo competitivo.
Dove si può coltivare la cannabis legale?
In quanto Cannabis Sativa, l’erba legale può essere coltivata indoor ma anche outdoor.
La cosa importante è scegliere la giusta varietà in base alle condizioni climatiche e ambientali con cui dobbiamo confrontarci.
Se abbiamo poco spazio a disposizione, può essere adatta una varietà più bassa e cespugliosa e resistente all’umidità, ideale per essere coltivata indoor. Se invece abbiamo la possibilità di coltivare all’aperto, opteremo per una varietà resistente sia a climi rigidi che a climi estremamente caldi, che cresce molto anche in altezza.
Qualsiasi sia il tipo di coltivazione prescelto, può essere utile ricordare che le piante di marijuana hanno bisogno di un terreno ben drenato. Durante la fase vegetativa bisognerà assicurarsi che non manchi azoto, successivamente fino alla fioritura serviranno come nutrimenti il fosforo e il potassio.
Possono essere utilizzati nutrimenti naturali come il compost, il letame e il liquame.
Se le piante di marijuana light vengono coltivate all’aperto, un buon momento per iniziare la semina è maggio, avrete così il vostro raccolto a settembre. Se invece l’erba legale viene coltivata indoor, la fioritura andrà avviata a vostra discrezione, riducendo le ore di luce e aumentando le ore di buio.
Anche se anticiparla può essere una tentazione, è consigliabile aspettare che la pianta abbia completato la sua fase vegetativa e radicato delle radici forti e sane prima di avviare la fioritura.
Infine, è importante aspettare che tutte le infiorescenze siano pronte prima di procedere alla raccolta e alla successiva essiccatura.
Dopo aver seccato a sufficienza i fiori prodotti dalle nostre piante di marijuana light, può essere utile tenerle in un barattolo di vetro per qualche settimana, così da stabilizzarne e intensificarne l’aroma.
Come coltivare cannabis legalmente
Coltivare canapa light in modo legale è possibile e abbastanza semplice. Come sancito dalla legge 242 del 2016, è importante però rispettare determinate condizioni:
acquistare dei semi certificati iscritti nel Registro delle sementi dell’Unione Europea
conservare i cartellini dei semi e le relative fatture per i dodici mesi successivi alla semina
il contenuto di THC non deve mai superare lo 0,2%
Acquistare dei semi certificati ci dà diverse garanzie, tra le quali quelle di essere sicuri dal punto di vista legale anche quando le nostre piante di marijuana saranno cresciute.
Per essere certificate infatti, le sementi devono avere determinate caratteristiche: per esempio l’alto tasso di germinazione, a garanzia della buona resa della varietà.
La stabilità, che ci dà la sicurezza che le nostre piante non cambieranno in termini di principio attivo o di profilo terpenico e che i livelli di THC resteranno inferiori allo 0, 2 % anche quando le piante saranno adulte.
Attenendovi a queste condizioni, le vostre piante di marijuana light potranno essere coltivate anche in bella vista sul balcone di casa. Non avrete nulla da temere perché sarete nella più completa legalità.
Sul nostro sito web, oltre alle nostre infiorescenze e ai nostri prodotti naturali a base di CBD, potete trovare anche dei semi che potrebbero fare al caso vostro.
Ricordate che qualsiasi sia il prodotto che acquisterete sul nostro sito web, arriverà a casa vostra in un pacco anonimo. La cura che abbiamo per la privacy dei nostri clienti è la stessa che abbiamo nella tutela dei dati personali di chi visita il nostro sito.
Se mentre aspettate che la vostra erba legale cresca, aveste voglia di assaggiare delle vere chicche, provate le nostre nuovissime infiorescenze al CBG e date un’occhiata alle numerose varietà di fiori a base di CBD, che variano per profilo terpenico e per percentuale di principio attivo.
Avrete solo l’imbarazzo della scelta.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/novita-fiori-di-cannabis-al-cbg-e-nuove-strain-al-cbd2021-02-06T10:43:56+01:002023-11-08T14:19:07+01:00Novità: fiori di cannabis al CBG e nuove strain al CBDMarco CappielloAltro]]>
L’ultimo anno è stato molto importante per noi in termini di sperimentazione, ci siamo voluti tenere al passo con le ricerche, che hanno saputo dare la giusta luce alle numerose proprietà terapeutiche della cannabis light.
Siamo finalmente pronti ad annunciare l’uscita dei nostri fiori di cannabis, rigorosamente organici, certificati e coltivati in modo biologico, senza pesticidi e metalli pesanti.
In questo articolo vi presenteremo le nostre nuove strain ad altissimo contenuto di CBD e due assolute novità ad alto contenuto di CBG.
Come coltivatori di cannabis, queste varietà rappresentano una grande vittoria.
La qualità della Cannabis light
Le qualità della canapa industriale sono sempre state indiscusse. Il discorso è stato diverso per la marijuana light.
Ma finalmente il fatto che possa essere utilizzata come rimedio naturale per il trattamento del dolore cronico e di molte altre patologie e che non abbia gli effetti collaterali e psicoattivi del THC, insomma la sua qualità comincia a essere data per scontata, come è giusto che sia.
CBD, CBG e altri cannabinoidi hanno incredibili proprietà terapeutiche che possono essere d’aiuto per trattare diversi problemi.
È importante scegliere cannabis light di qualità e naturalmente è il tipo di coltivazione a fare la differenza.
CBD come antidolorifico naturale
Sia il cannabidiolo che il cannabigerolo sono due cannabinoidi formidabili, completamente privi di effetto psicoattivo ma estremamente potenti in termini analgesici e antinfiammatori.
Come la maggior parte delle persone vicine al mondo della cannabis light sapranno, numerosi studi sul CBD hanno dimostrato che, grazie alle sue spiccate proprietà antinfiammatorie e alla sua sorprendente capacità di interagire con il nostro sistema cannabinoide, potrebbe essere una valida alternativa a farmaci molto pesanti nel trattamento del dolore cronico e altre patologie.
Diva-Amnesia
Diva Amnesia è una delle tre nuove varietà di cannabis legale che Terre di Cannabis ha il piacere di potere offrire ai suoi clienti e arriva a coronamento di un intenso processo di ricerca, selezione e ibridazione, condotto all’insegna di un’agricoltura completamente naturale e biologica.
Aspetto: infiorescenze di media grandezza, lunghe e strette, di un verde bosco con sfumature che vanno dal giallo ocra all’oro scuro e lunghi pistilli arancione tenue che in alcuni casi possono arrivare ad avvolgerle.
Aroma e sapore: l’aroma è legnoso con forti note erbacee, che lasciano poi spazio a vaghi sentori agrumati. Questi si fanno più decisi all’assaggio e danno il tono a un sapore dolce e rinfrescante con un lieve retrogusto legnoso e vagamente zuccherato.
Proprietà: grazie alla notevole concentrazione di cannabidiolo, Diva spicca per il suo effetto energizzante e al contempo piacevolmente distensivo. Può avere numerosi effetti benefici. Interagendo con il nostro sistema endocannabinoide il CBD può infatti contribuire a scogliere le tensioni muscolari, stimolare l’appetito e favorire la produzione di serotonina, contribuendo a riequilibrare l’umore e conciliare il sonno. Questa varietà di cannabis light può inoltre essere efficacie contro il dolore cronico, i reumatismi, l’emicrania e i dolori mestruali. Infine, il Terpinolene, al quale Diva deve la sua fragranza legnosa, può avere proprietà antimicotiche e antibatteriche. Diva-Amnesia è priva di effetti collaterali, dal momento che il contenuto di THC, in rispetto della legge vigente, non supera lo 0,2%.
Stella Purple Haze
Stella-Purple Haze è una delle tre nuove varietà di cannabis light al CBD che Terre di cannabis ha creato attraverso un accurato percorso di selezione.
Siamo particolarmente fieri dell’alto contenuto di CBD raggiunto, il 22%. Questo rende Stella la nostra varietà di cannabis light con la maggiore concentrazione di principio attivo.
Aspetto: le infiorescenze sono ariose, di grandezza media e di forma vagamente piramidale. A seconda della fioritura possono arrivare a sviluppare tonalità che vanno dal viola carico al magenta ed essere coronate da pistilli delle più diverse sfumature di rosa.
Odore e sapore: questa varietà di marijuana legale colpisce per il suo pungente aroma di muschio che cede il passo a un complesso bouquet di bacche, uva rossa e frutta matura accompagnato da un lieve riverbero di erba appena tagliata. Al palato Stella è molto morbida con un vago retrogusto dolciastro che ad alcuni potrebbe ricordare certe varietà di charas.
Proprietà: l’alto contenuto di cannabidiolo – il 22% - garantisce un effetto senza eguali, estremamente rilassante e distensivo. Stella Purple Haze può infatti rivelarsi efficacie in caso di stress, tensioni muscolari e disturbi del sonno. A queste proprietà si aggiungono quelle contenute nel mircene – il terpene responsabile delle inconfondibili note di muschio di questa varietà di cannabis light – particolarmente apprezzato per le sue proprietà antiinfiammatorie.Stella-Purple Haze ha un contenuto di THC di 0,2% ed è quindi priva di qualsiasi effetto psicoattivo o drogante.
CBG un nuovo rimedio naturale
Il cannabigerolo è il più importante cannabinoide contenuto in una pianta di cannabis perché è quello tramite il quale vengono sintetizzati tutti gli altri cannabinoidi, compresi THC e CBD.
Recenti studi ne hanno dimostrato le innumerevoli proprietà terapeutiche, secondo la comunità scientifica potrebbe essere un valido sostituto di alcuni farmaci eccessivamente pesanti e diventare la molecola portante per nuovi farmaci su base naturale per il trattamento di numerose patologie.
Un sostanzioso contenuto di CBG comincia ad essere presente anche nelle varietà di cannabis destinate alla cannabis terapeutica.
Terre di Cannabis è orgogliosa di annunciare di essere tra le primissime e pochissime aziende ad aver creato delle nuovissime varietà di cannabis light ad alto contenuto di cannabigerolo.
Signore e Signori, siamo lieti di presentarvele.
FataleWhite CBG
Fatale, è una varietà esclusiva ad alto contenuto di cannabigerolo, parliamo del 18%.
È stata creata con sapienza, selezionando uno i terpeni, per valorizzare le proprietà terapeutiche del CBG.
Aspetto: con le sue cime piene e compatte a grandezza mista, si presenta di un colore verde chiaro luminoso con sfumature che vanno dal bianco al dorato fino all’arancione.
Odore e sapore: questa varietà di marijuana light si contraddistingue per il suo aroma naturale e legnoso con note di pino e cedro e un retrogusto morbido al palato
Proprietà: può essere utilizzata per il trattamento del dolore cronico, dei reumatismi e dei dolori mestruali. Può essere utile anche per distendere i muscoli e alleviare le tensioni muscolari. Stimola l’appetito ed è un vero e proprio must have per combattere l’insonnia. Non ha effetti collaterali né psicoattivi e contiene una percentuale di THC inferiore allo 0,2% come previsto dalla legge vigente.
Briosa Jack Frost CBG
Briosa, è una varietà TOP Quality, con un alto contenuto di CBG, il 20% e una miscela di terpeni di grande pregio, che le conferiscono il suo inconfondibile aroma di fragola.
Aspetto: le sue cime a grandezza mista ricordano la forma di un ovale e sono di colore verde bosco con sfumature più o meno accentuate dall’albicocca al rosa chiaro.
Odore e sapore: il profumo di questa strain ha note legnose con sentori di fragola, che diventano più evidenti all’assaggio. Il sapore è fresco e gustoso con un retrogusto dolce e piacevole al palato.
Proprietà: con il suo 20% di CBG, interagisce in modo veloce e diretto con il nostro sistema endocannabinoide. Aiuta a regolare il tono dell’umore, gli attacchi d’ansia, lo stress e i sintomi da lieve depressione ed è un vero e proprio antidoto contro gli attacchi di panico. Potrebbe essere un valido e profumato alleato per rafforzare il sistema immunitario in vista dei primi freddi. Ideale per essere accompagnata con una tisana calda, per un momento totalmente cosy.
Comprare marijuana online non è mai stato così semplice. Scegli una cannabis light 100% made in Italy, coltivata in modo biologico e certificato…sul nostro sito web non avrai che l’imbarazzo della scelta.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/marijuana2021-02-01T16:12:13+01:002023-11-08T14:19:12+01:00Marijuana: miti leggende e curiositàMarco CappielloAltro]]>
Sappiamo tutto sulla cannabis sativa, sulle piante di cannabis e su quelle di cannabis light.
Sappiamo che il thc è una sostanza psicoattiva e che invece il cbd non ha alcun effetto psicotropo e può essere legalmente acquistato e distribuito purché i contenuti di thc non superino lo 0,2 %.
Conosciamo diverse varietà di cannabis, ci destreggiamo tra la coltivazione indoor e l’outdoor. Insomma, di marijuana sappiamo quasi tutto ma non c’è marijuana senza leggende, miti e storie vere di vita vissuta.
Ed è proprio di chicche, curiosità ed esperienze dirette che ci occuperemo in questo articolo. Ecco che cosa vedremo:
Cannabis sativa: i miti da sfatare
Le leggende più incredibili sulle piante di cannabis
Marijuana senza limiti: le curiosità più curiose
Marijuana legale: quello che ancora non sai
Le parole della cannabis sativa
Cannabis e cinema
Cannabis e musica
La cannabis sativa secondo alcune persone
Cannabis sativa: i miti da sfatare
Le piante di cannabis sono sempre state oggetto di conversazione nel dibattito pubblico e con il tempo alcune informazioni inesatte o incomplete si sono trasformate in veri e propri miti, che poco hanno a che fare con i principi attivi contenuti nelle piante di cannabis.
Se alcuni di questi miti fanno sorridere, non si può negare che altri abbiano portato a distorcere e demonizzare la cannabis sativa e contribuiscano a rallentare il momento della sua totale legalizzazione.
Fortunatamente la legalizzazione della marijuana legale ha contribuito a sfatare alcuni miti e ad approfondire i benefici dei principi attivi contenuti nei cannabinoidi, tuttavia c’è ancora molto da chiarire.
Vediamo quali sono i miti principali sulla cannabis sativa e sfatiamoli uno ad uno.
La marijuana è pericolosa come la cocaina, l’eroina e le droghe sintetiche e provoca gli stessi effetti collaterali: nonostante anche l’Unione Europea abbia recentemente stabilito in un documento ufficiale che la cannabis sativa è stata rimossa dalla lista delle droghe pesanti e pericolose, secondo alcune persone è a tutti gli effetti una droga pesante.
Ebbene, si tratta di sostanze completamente diverse con effetti che nulla hanno a che fare con quelli della cannabis sativa, una sostanza del tutto naturale e innocua.
I cannabinoidi prodotti dalle piante di cannabis, tra l’altro ricchi di proprietà benefiche, sono principalmente tre: il cbd (cannabidiolo) e il cbg (cannabigerolo), alla base della marijuana light, che sono completamente privi di qualsiasi effetto psicotropo, non hanno effetti collaterali e non provocano dipendenza.
Il thc (tetraidrocannabinolo) che, pur mantenendo le proprietà benefiche tipiche delle piante di canapa, è certamente una sostanza psicoattiva che dà un certo “high” a chi l’assume.
Ma l’effetto non è assolutamente paragonabile né a quello di sostanze come cocaina, eroina, anfetamine etc. né a quello dell’alcool, che oltre a danneggiare il fegato, genera aggressività e alterazione della realtà.
Per quanto siano alti i contenuti di thc della nostra erba, per quanto sia forte lo “sballo” provocato dalla cannabis sativa, l’effetto è leggero, non c’è perdita di lucidità e il tipo di dipendenza che il thc provoca è davvero blanda, non più forte di quella provocata dalla ben più nociva e legale nicotina.
Questo non significa che non si debba andarci pianoper evitare spiacevolieffetti collaterali temporanei, come la tachicardia o la secchezza delle fauci, che passano velocemente con l’assunzione di un po' di zuccheri.
La cannabis sativa è il primo step per altre droghe: falso. È un altro dei miti più vecchi, frutto di una cultura bigotta, che poco tiene conto della realtà.
La cannabis sativa non è una droga, le piante di cannabis contengono cannabinoidi, ovvero molecole naturali prodotte naturalmente anche dal nostro organismo, che proprio perché li produce, è in grado non solo di tollerare i fitocannabinoidi ma anche di trarre beneficio da essi.
Inoltre, chi si avvicina alle droghe pesanti sta cercando un’alterazione potente e spesso neanche si avvicina alla cannabis. Così come spesso, chi inizia a fumare marijuana a 20 anni continua tutta la vita senza sentire l’esigenza di provare altro.
Nei paesi dove la cannabis è legale, non diminuisce solo il consumo di droghe pensanti, diminuisce il consumo della marijuana stessa.
Questo perché proibizionismo e bigottismo confondono la realtà mentre apertura e comunicazione la plasmano costruttivamente.
Marijuana legale e marijuana sono la stessa cosa: assolutamente no. La marijuana legale è una marijuana senza alcuna sostanza psicotropa. Con contenuti di thc inferiori allo 0,2 % non ha alcun effetto psicoattivo, motivo per cui è legale. La marijuana classica, con normali o alti contenuti di thc non è ancora legale e provoca un leggero effetto psicoattivo.
Cannabis light e marijuana classica sono sempre piante di cannabis ma provengono da semi differenti, che ne stabiliscono a priori i principi attivi e il contenuto dei cannabinoidi.
La sostanza psicoattiva contenuta nella cannabis sativa rende aggressivi: non c’è nulla di più falso. L’effetto della cannabis sativa è distensivo e rilassante, predispone alla socialità, alla creatività e alla tolleranza. Ecco perché spesso scherzando si dice che se tutti i politici fumassero ganja non ci sarebbero più guerre.
L’immagine delle piante di cannabis evoca la pace quasi come la colomba e il ramoscello di ulivo e non è un caso. Chiunque abbia mai assunto marijuana nella sua vita sa che non ci possono essere sorprese in termini di aggressività.
È un peccato quindi che a volte la comunicazione venga distorta per evitare di rivelare verità scomode. Quando al telegiornale ci dicono che c’è stata una rissa e che la causa è stata “l’assunzione di uno o più spinelli” stanno distorcendo la realtà.
Non può essere detto che il problema è stato magari il quarto shottino servito nel locale dove si è svolta la rissa o semplicemente il caratteraccio di chi ha iniziato a provocare. No, serve un capro espiatorio e la cannabis sativa è sempre quello perfetto.
Esiste un kit per potenziare i contenuti di thc nella cannabis light: grasse risate. Con la diffusione della marijuana legale, qualche furbetto ha provato ad approfittarsene, brevettando e vendendo un finto kit, che grazie a un po' di gas butano, permetterebbe di estrarre e concentrare il thc, ottenendo una cannabis illegale.
A sfatare questo mito, anzi questa bufala, è stato un professore di Farmacia della Federico II di Napoli che per motivi di ricerca ha a che fare con la cannabis nel quotidiano.
Il professore afferma che per realizzare un grammo di cannabis illegale a partire dalla cannabis light, quindi partendo da contenuti di thc pari o inferiori allo 0,2%, servirebbero circa 750 euro.
Inoltre, si otterrebbe un’erba completamente alterata dal punto di vista del profilo terpenico, con un sapore inaccettabile che la renderebbe inutilizzabile.
Esistono varietà di cannabis inodore adatte alla coltivazione indoor: questo mito merita una bella risata preventiva. Certo, crederci può essere meno divertente e portare a non pochi problemi.
Per vendere ci si inventa di tutto e una delle trovate più esilaranti di alcuni marketer è che con certi semi speciali, la vostra gangia non svamperà. Non credeteci mai. Non esiste (o almeno non ancora e difficilmente esisterà) una varietà di cannabis inodore, perché oltre ai cannabinoidi, le piante di cannabis sono pieni di terpeni e quindi per forza di cose fortemente aromatiche.
Se intendete coltivare marijuana light, vi basterà mantenere i contenuti di THC inferiori allo 0,2% e non avrete problemi di sorta anche se i carabinieri si presentassero alla vostra porta per quell’intenso odorino…
In caso di piante di cannabis a base di thc, ricordate che non saranno mai inodori ma per ora restano illegali.
La cannabis sativa provoca patologie psichiatriche: tutto il contrario, i principi attivi contenuti nelle piante di cannabis sono in grado di interagire con il nostro sistema endocannabinoide, che ha la funzione di regolare tutte le nostre funzioni psicologiche principali, tra cui il tono dell’umore. Questo è il motivo per cui la comunità scientifica continua a fare ricerche su thc e cbd, mettendoli in cima alla lista come principi attivi base per nuovi farmaci naturali.
Proprio di recente è stato brevettato un farmaco a base di cbd in grado di contrastare l’epilessia, a prova che l’interazione dei cannabinoidi con il nostro sistema neurologico è assolutamente positiva e anzi potrebbe davvero aiutarci a superare le difficoltà psicologiche del passato 2020.
È poi chiaro che se un paziente affetto da patologie psichiatriche importanti e quindi sotto terapia da farmaci, assume elevati contenuti di thc può avere degli effetti collaterali, ma non per il thc. Il motivo è l’interazione tra sostanze e vale anche per l’alcool, che non andrebbe mai assunto se sotto psicofarmaci.
Andare in overdose di marijuana è possibile: falsissimo. Per andare in overdose da marijuana sarebbe necessario assumere circa 800 kg di cannabis con contenuti di thc elevatissimi in circa venti minuti.Impossibile? Ovviamente.
E se mangiassimo qualcosa che è stato creato a partire dal thc prodotto dalle piante di cannabis? Ingerirla non triplica l’effetto?
Sicuramente il thc ingerito può essere assorbito prima e in modo più potente dal nostro organismo, ma anche in questo caso dovremmo ingerire 50 gr di cannabis tutti insieme, cosa abbastanza folle dato che per una torta alla cannabis da un chilo vi basteranno 2 grammi di ganja.
Per quanto riguarda la cannabis light non stiamo neanche a parlarne, non né una sostanza psicotropa e non ha effetti collaterali neanche se usata in quantità massicce nei trattamenti a basa di cannabis terapeutica.
Per una overdose da alcool invece può essere fatale una sola bottiglia di superalcolico.
Le leggende più incredibili sulle piante di cannabis
Oltre ai miti da sfatare, intorno alla cannabis sativa circolano diverse leggende, alcune più antiche, altre più moderne, alcune verosimili, altre decisamente meno.
Che si tratti dunque di pure leggende o di storie con un fondo di verità, quel che è certo è che di cannabis sativa si parla sempre, da sempre.
Vediamo insieme quali sono le principali leggende che circolano intorno alla marijuana:
La regina della cannabis sativa: si narra che intorno al X secolo, quando la cannabis sativa era già ampiamente utilizzata anche a scopo cerimoniale e ricreativo, in alcune città agricole ci fosse la credenza nella Regina Cannabis. La Regina Cannabis sarebbe stata una divinità ricoperta di infiorescenze femminili, quindi di fiori di ganja. Si sarebbe mossa da una coltivazione all’altra per controllare le piante di cannabis, sue figlie. La si poteva invocare e far apparire ogni anno, dopo il raccolto.
La leggenda vuole che un giorno dei ragazzi la inseguirono e cominciarono a strapparle di dosso i fiori per assumere la sostanza psicotropa.
Lei fuggì e lanciò una maledizione: “verrà un giorno in cui la cannabis vi sarà proibita, generazioni e generazioni patiranno.”
Che sia colpa della regina della Cannabis se nel 2021 non riusciamo ancora a legalizzare la marijuana?
Che dire, che la Regina sorvegli la cannabis light, ma solo quella che viene coltivata nel rispetto dell’ambiente!
Tra i biologi e gli studenti di biologia circola una curiosa leggenda sulla cannabis sativa. Pare che in Cina, due topi siano scappati da un laboratorio che coltivava piante di cannabis e sperimentava gli effetti dei principi attivi sulle cavie. Scappando, si sarebbero portati dietro dei semi di cannabis.
Alcuni mesi dopo, nel giardino del laboratorio, sono state trovate delle piante di cannabis che non erano mai state seminate dai ricercatori, che usavano praticavano solo coltivazione indoor.
Osservando a lungo quel punto del giardino, i ricercatori hanno notato due topi infilarsi in un cunicolo tra due piante di canapa.
Sarebbero così rimasti ad osservare, rilevando la presenza di un piccolo ed efficiente villaggio di topi, che oltre a vivere tra le piante di cannabis, traeva nutrimento dai semi di canapa.
Notarono anche che i topi dividevano le infiorescenze femminili dal resto della materia vegetale. Con le infiorescenze impastavano una specie di poltiglia mischiata con resti di cibo recuperati in giro.
Con foglie e rami delle piante di canapa invece, avevano costruito i loro giacigli e protetto il rifugio.
I topi sono animali molto intelligenti, che si tratti dunque di una storia vera? Chissà.
Cannabis sativa e amore di padre: sembrerebbe che per il suo sedicesimo compleanno un ragazzo di una piccola cittadina abbia chiesto per regalo a suo padre due tonnellate di cannabis sativa, così per scherzare. Il ragazzino ignorava che il padre fosse in mezzo a un grosso traffico d’erba e il padre per compiacerlo avrebbe portato a case le due tonnellate di ganja in un pacco gigante. Allora il ragazzino avrebbe invitato tutti i suoi amici e fatto un ganja party i cui fumi avrebbero sballato tutti gli abitanti del paesino per più di una settimana.
Parrebbe che nonostante ci sia una dittatura ereditaria e sia un paese in cui viene vietata ogni forma di svago, divertimento o scambio con il resto del mondo, in Corea del Nord la marijuana sia legale. Non solo, la cannabis sativa sarebbe usata trasversalmente da tutti i ceti sociali della popolazione, dai più ricchi ai più poveri, dai professionisti ai contadini, tutti godrebbero dei benefici delle piante di cannabis. Beh, almeno quelli! Certo, un po' risulta difficile da credere. Può essere che il primo a diffondere la notizia abbia confuso una sigaretta di tabacco con una canna. Chi lo sa, per ora è leggenda.
Piante di cannabis nelle fogne della grande mela: questa leggenda vuole che nelle fogne di New York cresca una cannabis sativa estremamente potente. Queste piante di cannabis crescerebbero spontaneamente dai semi gettati nel water dai coltivatori durante i blitz della polizia. Troverebbero nei liquidi di scolo le sostanze nutritive sufficienti per portare a termine fase vegetativa e fase di fioritura.
Quest’erba, non ricevendo mai luce del sole, sarebbe completamente bianca e provocherebbe in incredibile effetto psicotropo.
Senza alcun dubbio, l’erba albina potrebbe essere il sogno di molti. Peccato che nelle fogne di New York, sempre a dar retta alle leggende metropolitane, ci sarebbero anche degli enormi e non troppo socievoli alligatori...Che ne dite? Tutti a New York?
Marijuana senza limiti: le curiosità più curiose
Oltre a nozioni tecniche, come la percentuale di principi attivi o le tecniche di coltivazione indoor o la resistenza delle piante di canapa, esistono infinite curiosità sulla cannabis sativa che vale la pena conoscere.
Per esempio, sapevate che:
Nei Veda (libri sacri indiani che raccontano imprese, conquiste ma anche pratiche e rituali religiosi) possono essere individuati i primi riferimenti alla cannabis sativa a scopo medicinale ma anche ricreativo. I sacerdoti, seguendo le linee guida dei Veda, erano soliti offrire e condividere la loro marijuana durante le cerimonie per poi pregare e meditare insieme. Tuttavia, la disponibilità di cannabis sativa era per tutti illimitata, data la quantità di piante di cannabis che potevano crescere indisturbate con il resto della vegetazione.
La festa del raccolto: fino a più o meno dieci anni fa nei principali centri sociali italiani ed europei, ogni anno ad aprile, veniva organizzata la mitica “ festa del raccolto”, una festa dedicata alla cannabis sativa in cui venivano regalate piante di cannabis ma anche canne già pronte o pacchetti di infiorescenze da degustazione.
Il tutto a ritmo di reggae e dancehall e con la possibilità di consumare solo bevande analcoliche.
Nei tempi d’oro, canne e kit te le lanciavano proprio addosso. Una pioggia colorata di ganja, cartine, filtri, lecca-lecca alla cannabis e opuscoli divulgativi sui principi attivi della marijuana.
In questo preciso momento storico, una situazione del genere sarebbe impensabile. Eppure, secondo alcune persone, feste belle come le feste del raccolto non ce ne sono più.
Nonni e cannabis sativa:
Negli Stati Uniti, la cannabis sativa sta diventando un’abitudine comune tra gli anziani, che ricorrono, sempre dopo aver consultato il proprio medico, alle proprietà terapeutiche delle piante di cannabis per risolvere alcuni acciacchi dell’età come l’artrosi e l’osteoporosi e per risollevare il tono dell’umore e contrastare la lieve depressione che può essere tipica dell’età.
La cosa incredibile è che molti la utilizzano anche a scopo ricreativo, all’interno di cannabis club dove ritrovano anche una dimensione sociale, di scambio e di confronto, che aiuta a migliorare la qualità della vita.
La canna più lunga del mondo è di marijuana legale:
Nel 2018 a Milano, 80 rollatori volenterosi si sono dati da fare per rollare la canna più grande del mondo, entrata ufficialmente nel guinness dei primati stabilendo un nuovo record di lunghezza.
Parliamo di ben 33 metri di joint con all’interno più di due chili di marijuana.
È stata un’iniziativa per promuovere la cannabis light, informare sulle proprietà benefiche della cannabis e sensibilizzare in modo simpatico ed efficace all’antiproibizionismo e alla legalizzazione della cannabis sativa.
Здесь нету конопли посевной (traduzione – qui niente cannabis sativa-):
è vero, in Italia e in molti altri paesi la cannabis con normali contenuti di thc è ancora illegale e coltivarla o esserne in possesso può portare a guai con la giustizia.
Tutto sommato però, a meno che non si è nel mezzo di un traffico di una certa portata, se nel nostro paese si viene trovati in possesso di qualche pianta di cannabis, un modo per evitare di finire in prigione lo si trova.
Sapevate che in Russia invece, essere in possesso di più di 6 grammi d’erba (già reato amministrativo, che può prevedere fino a 15 giorni di carcere)può essere considerato un gravissimo reato penale, non risolvibile facilmente.
Se andate in vacanza in Russia, non provate neanche a nominare la marijuana o la marijuana legale, perché potreste ritrovarvi in guai seri senza neanche accorgervene.
Berlino è marijuana friendly:
Secondo alcuni sondaggi tra consumatori di cannabis che viaggiano frequentemente per lavoro, i pusher berlinesi possono essere considerati tra i più generosi d’ Europa ma anche a confronto con gli Stati Uniti.
Inoltre, la qualità dell’erba sarebbe notevole, grazie alla vicinanza con l’Olanda.
Tutto sommato in Germania c’è abbastanza apertura sulla cannabis. In alcuni parchi ci sono addirittura delle zone segnate in rosa, destinate allo spaccio di cannabis (e non di droghe pesanti il cui spaccio avviene perlopiù nelle stazioni).
I parchi a Berlino sono tanti e molto frequentati da famiglie e bambini, che di certo non si scandalizzano per un sacchetto d’erba.
Tornando alla generosità dei pusher, sembra che con 30 euro si possa avere quello che qui pagheremmo 100. Ovviamente parliamo di cannabis classica, per quanto riguarda la light non sono stati rilevati shop particolarmente vantaggiosi.
Per acquistare marijuana legale ed essere soddisfatti ovunque vi troviate è sempre meglio affidarsi a uno shop online di fiducia che vi assicuri un prodotto coltivato naturalmente e non contaminato da additivi chimici o metalli pesanti.
La migliore cannabis sativa:
Ogni anno ad Amsterdam, allo scopo di proclamare le migliori varietà di cannabis e i migliori grower si tiene il più grande festival al mondo dedicato alla cannabis sativa, fondato nel 1988 da Steven Hager. Parliamo del famosissimo “High Times Cannabis Cup”.
Cannabis sativa e genere:
Gli effetti del consumo di cannabis sativa possono essere diversi a seconda del genere. Sembrerebbe che le donne siano più resistenti e tolleranti alla marijuana, anche in presenza di alti contenuti di thc.
Questa differenza è da ricercare nel ruolo degli estrogeni femminili. Nonostante siano più tolleranti, almeno in Italia c’è un’incidenza maggiore di consumatori di cannabis di sesso maschile.
Cannabis sativa in tasche insospettabili:
Nel 1989 il vicepresidente del consiglio (Martelli) stava salendo su un aereo diretto in Kenya per le vacanze di Natale, quando fu trovato con una cannetta già girata nella tasca della giacca.
Può essere che il povero Martelli avesse paura di volare e volesse rilassarsi con pò di cannabis sativa.
Comunque, fu un piccolo scandalo, in cui il vice presidente del consiglio smentì e Craxi definì il tutto una allegra mascalzonata. Con quell’evento, in Italia si tornò a parlare per un po' della possibilità di legalizzare la cannabis sativa.
Confidiamo nella presenza di nuovi Martelli con spinelli in tasca.
A quanto pare tra i consumatori di cannabis ci sono molti vip internazionali che si schierano dalla parte della marijuana senza timore di dichiararne i benefici e battendosi per la legalizzazione.
Tra i più famosi non solo chi può essere immaginato facilmente come il rapper Snoop Dogg o il ribelle Brad Pitt, ma anche insospettabili come Kirsten Dunst, Elijah Wood conosciuto per aver interpretato Frodo nel Signore degli Anelli e Justin Timberlake. In questa lista di amici delle piante di cannabis non potevano mancare Lady Gaga e Kirsten Steward.
Il rastafarianismo
è una religione originaria della Giamaica che si è sviluppata a partire da una interpretazione del cristianesimo nel 1930 circa.
Per i rastafariani la cannabis sativa non è solo terapeutica ma anche sacra e indispensabile durante la preghiera e la meditazione per arrivare alla catarsi spirituale e alla pace interiore.
Trattandosi di una religione a tutti gli effetti, in alcuni casi ha evitato l’arresto di persone trovate in possesso di cannabis sativa o hashish.
Marijuana legale: quello che ancora non sai
Nonostante la cannabis light sia ormai ampiamente conosciuta, ci sono ancora piccole cose che non si sanno o che vale la pena chiarire.
Vediamo insieme le principali e quelle che può essere utile conoscere.
Moltissimi coltivatori di cannabis light lavorano a stretto contatto con le comunità scientifiche e sotto precise linee guida, coltivano anche piante di cannabis terapeutica.
Cbd e cbg, i due cannabinoidi completamente privi di effetti psicoattivi contenuti nelle piante di cannabis e alla base della cannabis light, possono essere utili anche ai nostri animali domestici.
Cani e gatti, infatti, come noi e come tutti i mammiferi, hanno un sistema endocannabinoide che cannabidiolo (Cbd) e cannabigerolo (Cbg) possono stimolare adeguatamente.
L’olio di cbd e l’olio di cbg possono essere degli ottimi rimedi per aiutare i nostri amici a risolvere piccoli problemi come artriti, spasmi muscolari e dolori gastrointestinali in modo naturale.
Possono essere utili anche a rafforzare il sistema immunitario dei nostri pets e a riequilibrare il loro tono dell’umore se necessario. Naturalmente, è sempre consigliabile consultare prima il proprio veterinario di fiducia.
La marijuana legale non provoca effetti collaterali, ma è importante stare alla larga da varietà di cannabis light coltivate con pesticidi e metalli pesanti, perché possono essere quelli a provocare un’esperienza spiacevole e a rendere meno sicura la nostra assunzione di cannabis sativa.
Meglio inoltre acquistare da un produttore che coltiva direttamente le proprie piante di cannabis e gestisce l’intera filiera, avrete garanzia di totale controllo sul prodotto.
A volte capita che l’erba venga profumata artificialmente, magari perché di una scarsa qualità di partenza. Per evitare fregature, meglio affidarsi a shop che propongono varietà di cannabis biologiche e certificate.
Avere a portata di mano un vaporizzatore per erba e della marijuana legale durante un attacco di panico può cambiarci la vita.
La gestualità semplice del preparare un vaporizzatore insieme alle proprietà calmanti e distensive del cbd e del cbd possono essere un modo per calmarsi all’istante e ritrovare un immediato contatto con la realtà.
La cannabis light si è rivelata un ottimo sostituto del tabacco per quelli che hanno rinunciato per sempre alla nicotina per passare a qualcosa di totalmente naturale. In molti l’hanno scelta anche per sostituire il tabacco nelle canne classiche.
Secondo alcune persone, inoltre, la marijuana legale viene assimilata meglio con un vaporizzatore per erba, che evita la combustione e ne rilascia i principi attivi benefici senza alterarne minimamente le proprietà.
Esistono delle infiorescenze di cannabis light ispirate in tutto e per tutto alle più celebri varietà di cannabis classica.
Di queste varietà, possono essere riconoscibili il profilo terpenico, l’aroma e il sapore, addirittura alcuni tra gli effetti principali, fatta eccezione ovviamente per l’effetto psicoattivo.
A partire dal 2019, la marijuana legale ha creato più di 300000 posti di lavoro tra coltivazione e lavorazione della cannabiCome questo articolo mette bene in luce, potrebbe crearne molti di più con la legalizzazione della cannabis classica, che in un momento storico come questo, oltre a dare lavoro a milioni di persone, porterebbe allo Stato un’entrata notevole, aiutandolo a risollevarsi dal debito pubblico.
Si parla di circa 3 miliardi di euro l’anno in tasse, senza contare il risparmio in risorse professionali (magistratura e polizia) che potrebbero essere impiegati nella lotta a droghe realmente pericolose.
Le parole della cannabis sativa
Dire cannabis apre a un mondo di parole. Esistono tantissimi modi per riferirsi alla marijuana, spesso variano da paese a paese, subiscono le influenze di dialetti o alcuni inglesismi.
Sono molte le parole di uso comune che tra i consumatori di cannabis assumono un altro significato.
Andiamo con ordine. Innanzitutto, chiariamo che cannabis sativa e canapa sono la stessa cosa, che si tratti dunque di piante di canapa o di piante di cannabis, ci stiamo riferendo alla stessa specie, quella delle Cannabinacee.
Quello che cambia è l’uso comune che si è fatto nel tempo delle due parole.
La canapa è associata alla canapa industriale in cui in effetti per legge, i contenuti di thc devono mantenersi entro lo 0,2 % come per la marijuana legale. La cannabis è associata ad alti contenuti di thc e all’uso ricreativo della sostanza psicotropa.
Tuttavia, cannabis e canapa sono la stessa cosa.
E invece come chiamiamo quello che ci fumiamo se non stiamo usando un vaporizzatore per erba?
In Italia la parola canna è quella di uso più comune (primo esempio di parola con altro significato associata per somiglianza -canna di bambù-) e ci possono essere delle varianti: cannetta, cannone, cannino.
C’è poi l’abbastanza inflazionata parola spinello, la parola bomba (presa in prestito al suo significato originale per dare rilievo alla potenza della sostanza psicoattiva.)
La parola jolla, che deriva dalla crasi tra joint e rollare. C’è la parola tubo, poco usata ma sentita spesso soprattutto dalle generazioni ’70-’80, abituati a canne larghe, dritte e solide.
Muovendoci sull’internazionale abbiamo il classico joint, lo spliff (comprensibile anche in Germania e in Francia) il porro spagnolo, il jazz sigarette americano, etc.
Ci sono poi dei termini per indicare lo stato in cui ci troviamo dopo aver assunto marijuana con elevati contenuti di thc: tipici sono stonato e fatto, dall’inglese stoned e high.
Vale la pena menzionare alcuni termini di contorno, come mista e mistiera che indicano rispettivamente le infiorescenze tritate e mischiate con tabacco o cannabis light e la ciotolina in cui facciamo la mista.
Oppure il termine scottino, che si riferisce agli ultimi due tiri lasciati da un fumatore ingordo al fumatore in attesa.
O ancora termini legati alla coltivazione di cannabis come per esempio fase vegetativa, periodo in cui le piante di cannabis mettono radici e fogliame o fase di fioritura, periodo in cui le piante sono pronte a dare fiori.
Il termine infiorescenze femminili, per esempio, suscita spesso interrogativi. Si tratta di fiori provenienti da piante solo femminili, quindi assolutamente prive di semi.
Si potrebbe continuare all’infinito, parlando del bong per esempio, tipico strumento per assumere marijuana senza tabacco, ma anche citando nomi celebri di varietà di cannabis che hanno fatto la storia come l’Ak-47 o la Purple Haze.
La riflessione interessante di questo discorso è di natura socio linguistica: sembra evidente che il proliferare di tutte queste parole, di tutti questi sinonimi che si contaminano tra loro, sia una prova dell’incredibile diffusione della cannabis nel mondo.
Diffusione che con l’ingresso sul mercato della marijuana light, è sempre più una sostanza d’uso comune per la sua piacevolezza, per la sua innocenza, per la sua possibilità di essere condivisa.
Cannabis e cinema
Le piante di cannabis sono state spesso protagoniste della trama di film leggeri e divertenti ma anche indimenticabili e non c’è niente di meglio di un film sulla cannabis mentre si sta gustando la propria marijuana, meglio se marijuana legale, ancora meglio se completamente organica e biologica.
Può essere che abbiate visto il famosissimo “L’erba di Grace”, un film che nel 2000 sbancò al botteghino: l’esilarante e poetica storia di una vedova di mezza età, che per far fronte a dei problemi economici, inizia a coltivare con successo cannabis sativa. Secondo alcune persone è il miglior film sulla marijuana mai girato.
Degno di nota anche se meno conosciuto è anche “Half Baked” in cui i tre protagonisti si ritrovano costretti a spacciare ganja per riuscire a pagare la cauzione ad un amico.
“Fratelli in erba” del 2009 è un’altra commedia sulla cannabis sativa che va guardata per ritrovare il buonumore. Racconta di due fratelli, uno dei quali si finge morto per attirare il fratello nella sua piantagione di piante di cannabis e farsi aiutare in un colpo.
E ancora, non può essere non citato “Il Grande Lebowsky” in cui il celebre protagonista Drugo, non disdegna i suoi spinellini o “Aprile” di Nanni Moretti in cui viene raccontata una delle canne cinematograficamente più lunghe mai viste.
Sull’effetto psicotropo della marijuana c’è anche un esilarante documentario che si ispira a “Super Size me” e si chiama “Super High me”. Può essere che vi ritroviate a voler essere nei panni del protagonista.
Infine, seppur non esplicitamente, troviamo alcuni inconfondibili riferimenti all’effetto psicotropo della cannabis, anche nei cartoni animati.
Ricordate l’ultimo elefante della marcia del capitan Hathi nel libro della giungla? Mastica erba e ha gli occhi rossi da vero fattone. E Pinocchio nel Paese dei Balocchi, che dà una grande boccata a un sigaro sospetto che sembra dare gli effetti di una sostanza psicotropa.
Nei Tom e Jerry degli anni’40, non di rado i due protagonisti contenti e rilassati, si passano una sospetta pipa di legno. Anche in “Asterix e Obelix” c’è una pipa magica, per non parlare nel brucaliffo in “Alice nel paese delle meraviglie”.
Se vi va potete guardare il documentario che racconta la nascita della nostra azienda:
Cannabis e musica
La cannabis sativa è stata pluri apprezzata da fior fior di musicisti, che oltre a farne uso, hanno decantato le qualità delle piante di cannabis nelle loro canzoni, alcuni hanno associato alla cannabis un vero e proprio stile di vita, per esempio Bob Marley che tutti conosciamo.
Tutta la musica reggae inneggia alla cannabis sativa e alle sue potenzialità terapeutiche in termini di anima e spirito, ma anche se il più scontato non è l’unico genere musicale ad avere fatto questa operazione.
Quasimoto, alter ego di Madlib, è un produttore musicale polistrumentista che vanta meravigliose collaborazioni internazionali e un sound particolarissimo, che può essere riconoscibile ovunque.
E nei suoi rap non fa che parlare delle infinite possibilità offerte dal frutto delle piante di canapa e dei suoi principi attivi.
Neanche i Beatles hanno rinunciato a dedicare una canzone alla marijuana, “…Mother Mary comes to me…” in Leti it be è chiaramente un rimando a mamma marijuana, di cui tutti i musicisti della band facevano all’epoca ampiamente uso.
Anche in Italia, gli Articolo 31, i 99 Posse, i Bondabash hanno ringraziato e decantato le qualità nella ganja nelle loro canzoni. Ma anche Stefano Rosso e Eugenio Finardi.
Oggi, soprattutto nel rap e nella trap è facilissimo che nei testi si parli di cannabis, spesso però associata a droghe pesanti o alcool in un consumo sfrenato volto all’autodistruzione.
Quest’immagine è poco realista e poco fa bene alla cannabis sativa, che niente ha a che fare con lo “sballo” descritto dai trapper.
La cannabis sativa secondo alcune persone
Valeria, 37 anni, imprenditrice agricola
Accolgo con piacere la vostra richiesta di raccontare la mia esperienza con la cannabis sativa.
Ho scelto di parlarvi della marijuana legale non perché non ami quella con più contenuti di thc, ma perché la cannabis light ha rivoluzionato l’esistenza della mia famiglia.
Io e mio fratello avevamo una casa e un mulino da ristrutturare su un terreno piuttosto grande ma non ci decidevamo perché il lavoro in ufficio ci assorbiva la maggior parte del tempo.
Quando hanno legalizzato la cannabis light, mio fratello mi ha proposto di produrla usando il nostro terreno. Abbiamo cominciato con la coltivazione indoor mentre preparavamo il terreno e poi abbiamo continuato.
Oggi abbiamo la nostra varietà di cannabis light che vendiamo con discreto successo. Abbiamo anche delle arnie e siamo riusciti a costruire anche un forno dove produciamo pane, pasta e biscotti alla farina di canapa.
Secondo alcune persone siamo stati dei folli, noi invece sentiamo di aver fatto la scelta giusta per noi e non potremmo essere più soddisfatti di così.
Carla, 43 anni, architetto
Secondo alcune persone, i professionisti non dovrebbero farsi le canne e io sono a tutti gli effetti un professionista (ride). Eppure, fumo da 20 anni, tutti i giorni, alle 09.00 del mattino, alle 15.00 del pomeriggio e alle 22.00 di sera.
La cannabis sativa fa parte della mia routine quotidiana e non potrei farne a meno né per il processo creativo né per dormire.
Ogni mattina faccio una lunga colazione dolce e salata, con tanta frutta. A fine colazione mi faccio il mio cannone e lavoro tranquillo fino a pranzo.
Poi faccio pausa, pranzo e al posto del caffè ho una tisana e la mia canna. La terza la fumo prima di andare a dormire insieme al mio compagno per staccare e conciliare il sonno.
Per il resto non fumo, tra l’altro da ragazzina facevo una mista con erba e tabacco, ora uso solo erba e al posto del tabacco uso la marijuana legale.
Comunque vi racconto. Dopo il diploma ero in piena crisi mistica su cosa fare da grande, così mia madre mi ha spedito in Olanda a lavorare nel pub di mio padre (suo ex marito).
Il “pub” si è rivelato un coffe shop (mia madre tutt’oggi non lo sa) e la prima settimana mi sono rotta un piede, così ho passato le restanti tre a letto, tra le piante di cannabis, con la gamba ingessata, tanta erba tutta per me, un quaderno e una matita.
È stato in quei giorni che ho iniziato a fare fumetti, oggi è il mio lavoro e fumo ancora, da qualche mese alterno anche con la marijuana legale perché ha un sapore pazzesco e mia aiuta con il mal di testa dopo ore e ore sulla tavoletta grafica.
Camillo, 29 anni, studente specializzando
Sono uno specializzando in anestesia e mi piacerebbe occuparmi anche di terapeutica del dolore con la cannabis terapeutica.
Ho sempre fumato marijuana con discreti contenuti di thc e tra le altre cose, mi ha dato una mano a tenere a bada il dolore cronico dovuto a un’ernia che però vorrei non operare.
Quando ho iniziato a lavorare tante ore in ospedale, ho cominciato a notare che fumando la sera, al mattino ero ancora stonato e decisamente troppo stanco.
Ho smesso per un po' ma è tornato il dolore cronico, così ho provato il cannabidiolo, anche sotto consiglio di un mio amico medico. È perfetto per il dolore e per rilassarmi la sera senza appesantirmi troppo.
Ringraziando e rispettando la privacy di chi ci ha gentilmente offerto il proprio contributo, concludiamo questo articolo con la nostra storia, quella di Terre di Cannabis, un’azienda che ha investito gli ultimi anni nello studio e nella ricerca della cannabis light e dei suoi principi attivi.
Un’azienda abruzzese, che ha scelto di valorizzare la propria terra, scegliendo di coltivare piante di cannabis rispettando un’etica.
I nostri fiori di marijuana legale (ad alto contenuto di cbd) provengono solo ed esclusivamente dalle nostre piante di canapa, coltivate in modo naturale e biologico.
Coltiviamo la nostra marijuana senza usare metalli pesanti e additivi chimici. Ci affidiamo alla bontà del nostro terreno, che teniamo drenato in modo naturale e utilizziamo solo nutrimenti organici come il letame, l’humus di lombrico, il liquame e il compost.
Tutte le nostre infiorescenze sono ricche di tricomi e quindi estremamente ricche di principi attivi.
Ogni singola varietà di cannabis che proponiamo, anche quelle ispirate alle strain più celebri e ambite, è il frutto del lavoro di ricerca del nostro mastro canapicoltore, che ha investito e continua a investire in ricerca e sperimentazione.
Gestiamo la nostra filiera tutta dall’interno in modo da garantire un prodotto di grande qualità a un prezzo concorrenziale.
Spediamo la nostra marijuana legale in Italia e all’estero, rispettando la tua privacy e la tua sicurezza. Se desideri acquistare una cannabis light 100% biologica e italiana, dai un’occhiata alle nostre infiorescenze.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/cbd_cos_e_come_si_usa2021-01-25T21:32:16+01:002023-11-08T14:19:07+01:00CBD: cos'è e per cosa si usaMarco Cappiello
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Terre di Cannabis presenta una guida dettagliata ma semplice ed esaustiva sul CBD Cannabidiolo, che può essere utile a tutti coloro che sono interessati al mondo della cannabis light.
Ma anche a chi sta cercando sollievo nelle proprietà terapeutiche dei cannabinoidi presenti nelle piante di cannabis sativa e in particolare nel CBD, un principio completamente privo di effetti psicoattivi.
Ecco che cosa vedremo nello specifico:
Perché questa pagina
Che cos'è il CBD
Il CBD e le sue derivazioni
Il CBD e il nostro corpo Perché assumere CBD: le proprietà terapeutiche
In che modo si assume il CBD (fiori, olio di cbd, cristalli di cbd, e-liquid)
Cosa dice la scienza
CBD e THC: differenze
Perché questa pagina
Dopo tanti anni di esperienza nella coltivazione e nella produzione di cannabis legale e la produzione di relativi contenuti, ci siamo resi conto che avevamo bisogno di qualcosa di nuovo. Ormai, gli articoli sui cannabinoidi presenti sul web sono in crescita esponenziale.
Può essere semplice imbattersi in informazioni poco corrette, superficiali, ripetitive o magari difficilmente comprensibili.
Come coltivatori, produttori e imprenditori di cannabis light, non abbiamo potuto fare a meno di formarci costantemente, tenendoci aggiornati su vari fronti.
Tra i più importanti temi che hanno interessato la nostra formazione, di certo il dibattito sempre vivo della comunità scientifica riguardo gli effettivi benefici della cannabis terapeutica, il potenziale terapeutico dei cannabinoidi presenti nella cannabis sativa e i migliori metodi biologici per la sua coltivazione.
Ma anche i migliori metodi per assumere e valorizzare il principio attivo contenuto nella pianta di cannabis.
Riteniamo possa essere utile condividere con chi ci legge la nostra esperienza, fornendo solo informazioni derivanti da un’approfondita ricerca, provate sulla nostra pelle o provenienti da fonti più che attendibili.
Abbiamo scelto di iniziare questo percorso di condivisione con una guida completa ed esaustiva sul CBD (Cannabidiolo) in tutte le sue forme, compreso olio di CBD e cristalli di CBD.
Ci auguriamo e speriamo che questa guida possa essere utile sia a chi si avvicina per la prima volta alla cannabis light, sia a chi desidera approfondire il tema perché conosce solo il THC (tetraidrocannabinolo), sia a chi potrebbe beneficiare delle proprietà terapeutiche del cannabidiolo.
Che cos'è il Cbd
Iniziamo dal principio. Il CBD Cannabidiolo è uno dei numerosi fitocannabinoidi presenti in modo del tutto naturale in una qualsiasi pianta di cannabis sativa. La sua sintesi avviene dalla decarbossilazione di un acido cannabidiolico precursore.
Fu scoperto abbastanza tardi, nel 1940. Fino a quel momento, la comunità scientifica si era interessata solo a un altro dei cannabinoidi presenti nella cannabis e ai suoi effetti psicoattivi, il più famoso THC o tetraidrocannabidiolo.
Quello che però stupì del CBD era il suo non provocare alcun effetto psicotropo o psicoattivo, pur avendo in comune con il THC una serie di proprietà benefiche che approfondiremo.
Tra le più importanti la capacità di contrastare i sintomi dell’epilessia (è stato appena approvato un farmaco a base di CBD, ce ne occuperemo diffusamente nei prossimi paragrafi) il dolore cronico, la nausea, l’insonnia e i disturbi dell’umore.
Inoltre, il CBD non ha effetti collaterali e non provoca dipendenza in chi lo assume. Pensarono quindi che certe percentuali di CBD, combinate al THC, potessero essere una ottima base per la cannabis terapeutica e così è stato.
Qualcuno si è successivamente accorto che il CBD, da solo, poteva costituire un nuovo principio attivo dedicato a chiunque non fosse interessato agli effetti psicoattivi del THC, ma volesse comunque usufruire degli effetti benefici della cannabis sativa.
Nasce più o meno così la cannabis light, dando lavoro a milioni di persone, offrendo una sana alternativa agli abituali consumatori di tabacco o di THC e introducendo al mondo nuovo e naturale della cannabis sativa (senza alcun effetto psicoattivo) tutti quelli che ancora non la conoscevano.
Il CBD o cannabidiolo è assolutamente legale in Italia e in moltissimi paesi europei. È possibile coltivarlo purché le percentuali di THC presenti nelle piante di cannabis si mantengano tra lo 0,2 e lo 0,6%.
Per quanto riguarda invece il prodotto finale, ossia il CBD che può essere distribuito e regolarmente venduto e acquistato, i livelli di THC devono mantenersi rigorosamente entro lo 0,2%.
Il 19 novembre 2020 la Corte Europea di giustizia si è espressa sul cannabidiolo, chiarendo ufficialmente che si tratta di un principio attivo che non può e non deve essere trattato come una sostanza stupefacente, data la sua totale assenza di effetti psicoattivi e che può circolare in Europa anche se ne autorizzasse il commercio un solo membro.
Il CBD e le sue derivazioni
Con la legge 242 del 2016 la cannabis legale è stata finalmente regolamentata. Come abbiamo già accennato il CBD può essere coltivato e distribuito purché vengano rispettati determinati limiti, primo su sui tutti i livelli di THC inferiori allo 0,2%.
Con il diffondersi della cannabis light, in moltissimi hanno iniziato a prendersi cura di almeno una pianta di cannabis.
Noi di Terre di Cannabis abbiamo, dopo una lunga ricerca, prodotto una serie di varietà di cannabis sativa con diverse percentuali di CBD. La caratteristica principale del nostro modo di coltivare è la totale assenza di pesticidi, metalli pesanti e additivi chimici.
Crediamo sia la prima caratteristica che un consumatore di CBD dovrebbe ricercare, in modo da garantirsi l’assoluta purezza del principio attivo.
La coltivazione è la prima fase di produzione del CBD o cannabidiolo, ecco perché è così fondamentale, dalla qualità della pianta di cannabis e dalle sue percentuali di CBD dipendono tutte le fasi successive.
Ma come e sotto quali forme esiste il CBD?
Fiori o infiorescenze di CBD: questa è la prima forma in cui possiamo disporre del nostro principio attivo.
Quando la pianta di cannabis fiorisce, produce diversi fiori resinosi e compatti, che alla fine della fase di fioritura vengono raccolti, puliti da un eccesso di rametti e foglie e messi in commercio.
I fiori contengono alte percentuali di CBD ma sono anche ricche di terpeni, molecole responsabili da un lato di conferire alla cannabis il suo determinato aroma, dall’altro di potenziare o aggiungere proprietà terapeutiche alla varietà di cannabis light in questione.
Assumere CBD tramite il fiore diretto, ci assicura l’effetto entourage, ossia fruire non solo del principio attivo ma anche degli effetti benefici prodotti dalla sua sinergia con i terpeni e con gli altri cannabinoidi presenti nella varietà.
Il fiore, oltre a essere utilizzato nella sua forma originaria, può essere anche alla base di altre lavorazioni: gli estratti al CBD. Si tratta di prodotti ottenuti tramite l’estrazione del principio attivo contenuto nelle infiorescenze.
Sono due le tipologie di estratti principali, l’olio di CBD o i cristalli di CBD.
Olio di CBD: anche l’olio di CBD, come i fiori, prevede l’effetto entourage, contenendo l’intera gamma di cannabinoidi e terpeni presenti nella varietà della pianta di cannabis, seppur abbondando in percentuali di CBD.
Inoltre, l’olio di CBD contiene anche tutte le proprietà nutritive dell’olio conduttore all’interno del quale viene veicolato il principio attivo. Di solito si tratta di olio di canapa certificato, ricco di omega 3 e antiossidanti.
Viene prodotto a partire dell’estrazione del principio attivo, che può avvenire con o senza solvente.
Nel caso di estrazione con solvente (un solvente comune può essere l’alcool) le infiorescenze vengono fatte seccare e macerate nel solvente, il quale viene poi separato dall’estratto finale tramite evaporazione. L’estrazione senza solvente, a base di CO2. Considerato uno dei metodi più efficaci, è anche quello più ecologico dal punto vista delle emissioni.
La CO2 funzionando come un solvente, con l’ausilio del calore, separa il principio attivo dalla materia vegetale. Si tratta di un metodo che non può essere utilizzato senza la giusta attrezzatura e la giusta competenza, ma che dà ottimi risultati.
Cristalli di CBD: sono la forma più pura per assumere cannabidiolo e sono la soluzione ideale per chi vuole assumere il principio attivo da solo.
Il processo di lavorazione dei cristalli di CBD prevede che il principio attivo venga prima estratto in una forma grezza. A questo stadio l’estratto contiene anche i terpeni e tutti gli altri cannabinoidi presenti sulla pianta di cannabis e ha una consistenza gelatinosa che può essere paragonata al miele.
Successivamente viene raffinato più e più volte fino ad ottenere un certo grado di purezza, che può arrivare fino al 99% circa di principio attivo puro e isolato.
Una volta deciso il grado di purezza, può essere avviata la fase di solidificazione, che trasforma il nostro principio attivo in cristalli di CBD, una polverina sottile che assomiglia al sale fino.
È importante inoltre ricordare che, al contrario dei fiori, l’olio di cbd non può essere vaporizzato.
Esiste però l’e-liquid, ossia il liquido che inseriamo nella sigaretta elettronica, un’altra possibile derivazione del CBD, creata appositamente per vaporizzare il CBD anche in quest’altra forma.
L’e-liquid viene ottenuto sempre a partire dall’estratto ottenuto da piante di cannabis sativa biologiche e certificate, successivamente mescolato con glicerina vegetale e una o al massimo altre due sostanze naturali che ne favoriscano l’evaporazione.
Il cbd e il nostro corpo
Noi esseri umani abbiamo al nostro interno un sistema che si occupa di regolare le nostre principali funzioni fisiologiche, nello specifico mangiare, dormire, essere capaci di rilassarci, di proteggerci e di dimenticare.
Questo sistema si chiama sistema endocannabinoide ed è stato scoperto solo dopo il primo studio di ricerca approfondito sugli effetti psicoattivi del THC sul nostro sistema nervoso.
Era il 1964 e due scienziati di nome Mechoulam e Gaoni, a Israele, stavano studiando il THC e i suoi effetti psicoattivi. Non riuscivano però a capire in che modo effettivamente il principio attivo della pianta di cannabis interagisse a livello molecolare con il nostro cervello.
In particolare, come riuscisse ad alterare la coscienza, contrastare il dolore, stimolare l’appetito e sedare le crisi epilettiche. Non capivano come la cannabis sativa fosse in grado di intervenire sugli spasmi muscolari nei pazienti affetti da sclerosi multipla.
A un certo punto, molti anni dopo, durante uno studio della Scuola di Medicina della St. Luis University, la comunità scientifica si accorse di una cosa molto importante: il nostro sistema nervoso ha dei recettori in grado di rispondere agli stimoli indotti dai fitocannabinoidi presenti sulla pianta di cannabis.
I recettori cannabinoidi sono di due tipi: cb1 e cb2 e sono diffusi in varie aree cerebrali.
Il cb1, tra i recettori cannabinoidi, è stato quello inizialmente definito “di tipo centrale” perché individuato durante i primi studi solo nel sistema nervoso centrale. Studi successivi invece, lo identificano ormai da tempo anche nel sistema nervoso periferico. È molto presente nel bulbo olfattivo e in tutti gli organi dedicati al metabolismo adiposo, come il fegato, il pancreas, l’intestino.
I recettori Cb1 sono estremamente diffusi anche nell’area legata al controllo del comportamento alimentare, ossia il sistema mesolimbico, nel quale viene regolata la gratificazione da cibo e l’equilibrio nella gestione dell’apporto alimentare.
Si trovano anche nelle aree del sistema nervoso deputate a regolare la percezione del dolore e a gestire il modo equilibrato le emozioni e l’umore.
Il recettore cb2 invece è diffuso soprattutto nelle cellule dedicate al sistema immunitario, nelle tonsille, nella milza e anche nel midollo osseo ma è presente anche nel sistema nervoso centrale e in quello periferico.
In generale entrambi i recettori si concentrano in quelle zone che corrispondono ai siti dove vengono evidenziati i principali effetti psicoattivi e/o terapeutici della cannabis sativa.
Per esempio, l’ippocampo e la corteccia celebrale, responsabili della memoria e delle proprietà cognitive. Nell’ipotalamo dove c’è il sistema mesolimbico di cui parlavamo prima, responsabile oltre che di regolare l’appetito, anche di controllare lo stimolo di gratificazione di sostanze che possono provocare dipendenza.
Anche nell’amigdala, responsabile delle emozioni e del controllo dell’umore e nella sostanza grigia periacqueduttale, legata alla percezione del dolore e alla tensione muscolare.
Ma perché questi due tipi di recettori possono essere intercettati dai fitocannabinoidi (CBD o cannabidiolo oppure THC o tetraidrocannabidiolo)?
Perché sono già abituati a legarsi normalmente agli endocannabinoidi, ossia dei cannabinoidi prodotti naturalmente dal nostro organismo.
Il primo endocannabinoide fu scoperto nel 1992 da un gruppo di ricercatori (Devane, Hanus, Pertwee e Mechoulam). Fu classificato come AEA, abbreviazione di Anandamide, scelta derivata dalla parola sanscrita Ananda, che significa beatitudine e felicità, perché questa molecola ha a che fare con la regolazione delle nostre emozioni.
Questa molecola è in grado di legarsi a entrambi i rettori di cannabinoidi, Cb1 e Cb2.
Tre anni dopo, sia lo stesso gruppo di ricerca che alcuni ricercatori giapponesi, scoprirono un altro endocannabinoide, il 2-arachidonilglicerolo, noto come 2-AG. Anche questa molecola è in grado di legarsi a entrambi i recettori.
Il sistema endocannabinoide non è altro che questa rete interattiva tra endocannabinoidi e recettori cannabinodi. Nel nostro organismo svolge attività diverse con l’obiettivo di garantire quella sorta di equilibrio biologico interno che viene chiamato omeostasi.
E sono proprio gli endocannabinoidi a garantire questa omeostasi, si occupano per esempio di garantire che l’autofagia delle cellule avvenga normalmente e questo garantisce che restino in vita solo le cellule normali e vengano invece smaltite quelle anomale.
O che la serotonina venga adeguatamente stimolata o che il nostro appetito sia sufficientemente appagato, etc.
Nonostante sia stato scoperto tardi e solo dopo e grazie approfondite ricerche sugli effetti della cannabis sativa sul nostro organismo, il sistema endocannabinoide sembra esistere da sempre nel nostro organismo. Quasi a garanzia della storia evolutiva dell’uomo e non solo dell’uomo.
Tutti i mammiferi hanno un sistema endocannabinoide, indispensabile per regolare tutte le principali funzioni fisiologiche e biologiche che ci consentono di sopravvivere.
Vista la sua importanza, è chiaro, che come sostiene il neurologo Ethan Russo, a lungo studioso di cannabis, che alla base di alcune patologie come la fibromialgia o alcune malattie o infiammazioni a carico dell’apparato intestinale o la più banale frequente emicrania, potrebbe esserci quella che lui chiama “deficienza clinica da endocannabinoidi”.
Si tratta di uno squilibrio interno più o meno lieve, che può derivare da fattori genetici o clinici ma anche da fattori esterni o quotidiani come un’esposizione prolungata allo stress, una condizione di particolare ansia o anche un eccessivo e prolungato sforzo muscolare.
È altrettanto chiaro che un’insufficienza o uno squilibrio da endocannabinoidi può essere sanato dall’assunzione di fitocannabinoidi in grado di svolgere o potenziare la stessa funzione.
Perché assumere CBD
Innanzitutto, il CBD o cannabidiolo non ha effetti psicoattivi. Per questo motivo può essere tranquillamente utilizzato anche da tutti coloro che desiderano sperimentare le proprietà naturali della cannabis sativa.
Senza la preoccupazione di sentirsi a disagio o di sperimentare ansia, tachicardia o alterazioni cognitive, tipici effetti collaterali del THC.
Il CBD in quanto fitocannabinoide, è in grado di legarsi, proprio come i nostri endocannabinoidi, ai recettori CB1 e CB2, potenziando l’attività del nostro sistema endocannabinoide.
In particolare, la comunità scientifica ha rilevato numerosi effettivi benefici trattando diverse patologie con il cannabidiolo. Prima di tutto, va menzionata l’efficacia del CBD nel trattare l’epilessia, anche infantile.
Come questo articolo di una testata che si occupa di farmacologia annuncia con orgoglio, a brevissimo entrerà in commercio un nuovo farmaco, Epidyolex, approvato dall’Ema (Agenzia Europea per i medicinali in uso in Europa).
Si tratta di una soluzione orale a base di CBD purissimo e verrà utilizzato per trattare i sintomi delle crisi epilettiche farmacoresistenti.
La GV, la società biofarmaceutica che ha brevettato il prodotto, ha ringraziato pubblicamente il Ministro della Salute per aver acconsentito a superare certi pregiudizi per mettere in commercio un farmaco naturale e innovativo per il trattamento dell’epilessia.
Sindrome contro la quale fino ad ora si è stati costretti a lottare solo con farmaci sintetici, spesso molto pesanti.
Questa è certamente la prova più attuale e tangibile dell’efficacia del CBD, ma non l’unica individuata dalla comunità scientifica.
Indubbia è la sua proprietà antinfiammatoria. Questo è il motivo per cui nelle terapie a base di cannabis terapeutica per il trattamento del dolore, le percentuali di CBD sono estremamente alte. Contrasta il dolore cronico, ma anche i dolori muscolari, l’emicrania e i dolori mestruali.
La capacità del principio attivo di intercettare le aree di interesse del recettore Cb1 lo rendono un buon regolatore dell’umore, può essere utile in caso di ansia e depressione e fare la differenza durante un attacco di panico.
Può essere utile per stimolare e regolare l’appetito in caso di scompensi alimentari.
Ha proprietà rilassanti e distensive, che possono aiutare anche a contrastare la nausea e le tensioni dello stomaco. Le stesse proprietà aiutano a regolare i cicli sonno veglia e se utilizzato prima di addormentarsi, favorisce il sonno.
Aiuta a contrastare i disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale.
Può essere utile a trattare i sintomi di astinenza da alcune sostanze come la cocaina, le anfetamine e lo stesso THC.
Aiuta a contenere i possibili effetti collaterali del THC, infatti viene utilizzato per bilanciare le terapie alla base di cannabis terapeutica.
Le proprietà antiossidanti e la capacità di interagire con il recettore cb2 lo rendono un ottimo stimolatore del sistema immunitario.
Spesso, i fattori esterni a cui siamo sottoposti, la mancanza di esercizio fisico o una dieta di scarsa qualità, incidono su un deficit di endocannabinoidi.
Ne può derivare una sempre più scarsa capacità di adattarsi allo stress, che crea a sua volta tossine che andrebbero espulse.
Ma se siamo in deficit di endocannabinodi, è più complicato eseguire alcuni processi fisiologici, come quello di autofagia…ed ecco che le tossine restano lì.
In periodi di particolare stress o in momenti in cui ci è richiesta mantenere alta l’energia, assumere CBD può diventare una sana abitudineper dare un apporto benefico al sistema immunitario, ripristinare il tono muscolare e ritrovare un’energia sepolta tra le tossine.
In che modo si assume il Cbd
Non c’è un solo modo per assumere il CBD, che si presenta non solo sotto forma di infiorescenze ideali per la vaporizzazione, ma anche sotto forma di olio, di cristalli di CBD nonché di e-liquid, per accontentare proprio tutti.
Vediamo, una ad una, le forme in cui è possibile fruire del cannabidiolo.
Fiori o infiorescenze: i fiori possono essere di diverse varietà e corrispondere quindi a diverse percentuali di CBD. L’ideale è utilizzarli per vaporizzare CBD con un apposito vaporizzatore per erba. Il vaporizzatore permette di assumere il principio attivo senza gli effetti collaterali provocati dalla combustione, inoltre un dispositivo da vaporizzazione consente di regolare la temperatura fino a raggiungere quella ideale per il principio attivo.
Il CBD può essere vaporizzato tra 160 e i 180 gradi, ma potremo regolare la temperatura anche per assaggiare ogni singolo componente del profilo terpenico della nostra varietà.
Prima di essere inserite nell’apposita camera di combustione, le infiorescenze devono essere triturate, possibilmente con un apposito grinder.
Oltre che come materia prima nel vaporizzatore, i fiori possono essere utilizzati al posto di quelle al THC o dell’hashish per rollare un joint di cannabis legale. Possono anche sostituirsi interamente al tabacco e aiutare nel difficile passaggio che precede lo smettere di fumare.
Infine, c’è chi ama utilizzare le infiorescenze per preparare torte, biscotti e gelato a base di cannabis light, è indubbio che possa essere un ingrediente in più, dalle proprietà benefiche e rilassanti.
Utilizzare le infiorescenze, di base presuppone un piacere non solo nell’assumere il principio attivo ma anche nella ritualità che può esserci nell’utilizzare un vaporizzatore o nel rollare un tipico joint.
Olio di CBD: è l’estratto più diffuso anche nel settore alimentare e cosmetico. Può essere la soluzione ideale per tutti coloro che vogliono assumere cannabidiolo senza vaporizzarlo o fumarlo.
Le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti sono potenziate dall’olio, spesso di semi di canapa certificata, attraverso cui viene veicolato.
Essendo quasi completamente inodore e insapore è possibile assumerlo mettendolo direttamente sotto la lingua per un effetto rapido e immediato dato dal contatto diretto con le mucose.
In alternativa possono esserne diluite poche gocce con una bevanda calda o in poche dita d’acqua.
L’olio di CBD può essere utilizzato anche per uso topico, per trattare infiammazioni cutanee o eruzioni acneiche o come attivo antirughe. Può essere applicato puro oppure diluito all’interno di una crema viso o corpo.
In caso di contratture o dolori muscolari, può essere massaggiato diluito in una crema direttamente sulla parte dolente per un immediato sollievo.
È particolarmente indicato per trattare patologie cutanei difficilmente trattabili con altra posologia.
Per esempio, alcune forme di psoriasi o l’epidermolisi bollosa, una malattia della pelle che provoca la formazione di vesciche pruriginose e doloranti, che causano una difficile cicatrizzazione e una mobilità limitata.
Cristalli di CBD: i cristalli sono una delle forme più pure per assumere il CBD. Come abbiamo visto vengono ottenuti dall’estrazione e dalla successiva raffinazione del principio attivo. Si presentano come una polverina sottile che assomiglia allo zucchero bianco o grezzo.
Possono essere utilizzati direttamente sotto la lingua, basterà aspettare 60 secondi in modo da assicurarsi di aver assimilato il principio attivo e poi deglutire.
Anche in questo caso, il metodo sub linguale è sicuramente il più veloce in termini di assimilazione perché il principio attivo entra in contatto diretto con le nostre mucose.
Per chi ha problemi con questo metodo, un’alternativa può essere sciogliere i cristalli in una bevanda calda o inserirli all’interno di un frullato o di una centrifuga o più semplicemente, diluirli in pochi sorsi d’acqua.
I cristalli di CBD possono essere vaporizzati tra i 160 e 180 gradi per una vaporizzazione purissima, è però necessario essere in possesso di un vaporizzatore progettato anche per cere ed estratti.
E- liquid al CBD: progettati per essere inalati con la sigaretta elettronica, gli e-liquid si adattano a tutti coloro che amano sperimentare con gli aromi e desiderano coniugare sapore con proprietà terapeutiche. Basterà utilizzarli come le normali cartucce di ricambio del nostro dispositivo elettronico per vaporizzare CBD dappertutto.
Tutti i prodotti a base di CBD, con adeguate percentuali di principio attivo, sono validi, infiorescenze per prime. Tuttavia, per quanto riguarda la purezza del principio attivo, nulla supera i cristalli di CBD, certamente consigliati nel caso di trattamento a base di cannabis terapeutica.
Non esiste un prodotto migliore o peggiore, è importante scegliere a seconda delle proprie esigenze. Se il nostro obiettivo è evitare inalazione e vaporizzazione, opteremo direttamente per l’olio di CBD o i cristalli di CBD.
Può essere utile ricordare che i cristalli potranno essere utili anche in alcune preparazioni culinarie, non solo torte e biscotti, ma anche burro, mousse, gelati, brodi vegetali e cioccolate calde.
Per uso topico ovviamente l’unica scelta possibile è l’olio di CBD.
Se siamo abituali consumatori di cannabis o abbiamo una certa familiarità con strumenti di vaporizzazione e sigarette elettroniche, di sicuro quello che fa per noi è vaporizzare CBD, quindi sceglieremo le infiorescenze.
Nulla ci impedisce poi, di utilizzare il CBD in tutte le sue forme e differenziare semplicemente le modalità d’uso all’interno della stessa giornata o settimana.
La cosa importante da valutare al momento dell’acquisto è la provenienza della cannabis sativa da cui arrivano i prodotti.
Scegliere prodotti provenienti da un’agricoltura biologica e certificata ci darà sempre la garanzia di non assumere sostanze chimiche, ma solo i cannabinoidi e terpeni presenti sulla pianta di cannabis nella forma più pura possibile.
Ecco una ricetta adatta al periodo invernale, che è possibile preparare utilizzando il CBD in più forme.
La cioccolata calda al CBD.
Occorrente per due persone:
1 grammo di infiorescenze tritate o 1 cucchiaio di olio di CBD o 25 mg di cristalli di CBD.
2 tazze di latte
50 grammi di cioccolato amaro in polvere
2 cucchiai di zucchero di canna
1 pezzetto di cioccolato bianco
Versare in un tegamino le infiorescenze (se abbiamo scelto l’olio di CBD, verseremo il nostro cucchiaio di olio a metà ebollizione) il cacao in polvere e lo zucchero. Accendere il fuoco, versare pian piano il latte e mescolare fino ad ebollizione. Filtrare in modo da separare le infiorescenze e versare nelle tazze.
Lasciar riposare qualche minuto, spolverare di cannella o decorare con panna e gustare.
Cosa dice la scienza
Innanzitutto, la scienza dice che la cannabis sativa (ci riferiamo anche alla cannabis light) non è in grado di guarire da tutti i mali del mondo. Allo stesso modo però, non è un’illusione collettiva o una brillante operazione di marketing.
I fitocannabinoidi presenti nella pianta di cannabis corrispondono realmente ai nostri endocannabinoidi e l’interazione con i cb1 e cb2 (recettori cannabinoidi) è reale.
Ne consegue un altrettanto reale potenziale terapeutico. Il cannabidiolo è realmente un potenziale sostituto di farmaci a base di oppiacei o a base chimica e lo abbiamo visto con Epidyolex, il nuovo farmaco a base di CBD capace di trattare l’epilessia farmacoresistente.
È realmente in grado di rendere più sopportabile e dignitoso il dolore anche in contesti molto difficili e delicati.
Quello che dice la scienza è di non aspettarsi miracoli ma di sospendere i pregiudizi e informarsi.
La comunità scientifica si occupa da molto tempo della cannabis sativa e di tutti i cannabinoidi presenti su questa pianta, delle sue applicazioni come cannabis terapeutica e delle sue potenzialità nel contrastare alcune patologie, grazie alla speciale interazione con il sistema endocannabinoide.
L’efficacia del principio attivo è stata evidenziata in diverse ricerche per quello che riguarda il trattamento del dolore cronico, il dolore da spasticità nella sclerosi multipla, la capacità di ridurre vomito e nausea durante i trattamenti chemioterapici e naturalmente la capacità di contrastare l’epilessia farmacoresistente.
Vediamo insieme qualche ricerca che ci aiuti a toccare con mano il potenziale del CBD.
Prima di tutto, questo articolo che spiega nel dettaglio come uno studio abbia dimostrato che la cannabis terapeutica possa aiutare a limitare i sintomi della spasticità, una delle peggiori conseguenze per chi soffre di malattie del motoneurone come la sclerosi laterale amiotrofica, comunemente conosciuta come SLA.
La ricerca di cui parla l’articolo, sostenuta e finanziata dalla Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica, è stata condotta da un gruppo di ricercatori italiani dell’Ospedale San Raffaele, guidati dal direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale.
Sono stati individuati 59 pazienti sopra i 18 anni con problematici sintomi di spasticità. Mentre a un campione di 29 pazienti somministravano cannabis terapeutica, ad un altro campione di 30 somministravano un placebo.
Inoltre, l’esperimento era a doppio cieco. Significa che né medici né pazienti erano al corrente di chi stesse assumendo il principio attivo e chi il placebo.
A sole sei settimane dal trattamento tutti i pazienti trattati con la cannabis terapeutica sono sensibilmente migliorati. Inoltre, come sottolineano i neurologi, il risultato è ancora migliore se si considera l’alta tolleranza al principio attivo, che non ha effetti collaterali e non provoca effetti psicoattivi.
Questi risultati diventano ancora più interessanti se visti anche dal punto di vista di altre ricerche, sempre sul trattamento della SLA con il CBD, ma svolte su modello animale.
Secondo questi ulteriori dati, i fitocannabinoidi sarebbero in grado di “rallentare la perdita delle capacità motorie e aumentare la sopravvivenza degli animali trattati, agendo quindi in funzione neuroprotettiva. Occorrono tuttavia ulteriori studi per testare l’ipotesi anche in ambito clinico.”
Come lo stesso articolo chiarisce bene, la Sla e le altre malattie del motoneurone sono malattie che comportano una degenerazione precoce dei motoneuroni, localizzati esattamente come i recettori cb1 e cb2 nella corteccia cerebrale, nel tronco encefalico e nel midollo spinale.
Se questi neuroni subiscono un danno, i movimenti diventano sempre più complicati. Arrivare a brevettare un farmaco che rallenti questo tipo di degenerazione, sarebbe un grandissimo passo avanti per questo tipo di patologia, sulla quale finora c’è stata forse troppa poco ricerca sistematica.
La ricerca scientifica ha ritenuto interessante esplorare anche il potenziale del CBD nella prevenzione delle ricadute nell’uso delle droghe. Si tratta di un argomento meno trattato quando si parla di CBD, eppure, anche da questo punto di vista, il potenziale potrebbe essere enorme e aiutare sia adolescenti che adulti alle prese con problemi di dipendenza.
Nella ricerca, alla luce del fatto che i problemi derivanti dall’utilizzo di sostanze risiedano soprattutto nella ricaduta nel meccanismo, in un disturbo associato di ansia elevata, in un mancato controllo degli impulsi e in una scarsa tolleranza allo stress, è stato valutato il potenziale “anti ricaduta” del principio attivo.
Nello specifico, un preparato con alte percentuali di CBD o cannabidiolo è stato somministrato a topi con un passato di autosomministrazione di alcol o cocaina per una settimana ad intervalli regolare di 24 ore. Il cannabidiolo ha attenuato i sintomi da stress e diminuito il comportamento impulsivo degli animali.
Il CBD ha attenuato la ricerca ininterrotta di sostanze fino a cinque mesi dopo la sospensione del trattamento. Il principio attivo è stato in grado di ridurre l'ansia e di aumentare i livelli di tolleranza alle ore senza sostanze.
A conclusione della ricerca, i risultati provano che il CBD sia in grado di prevenire le ricadute nell’utilizzo di sostanze stupefacenti agendo sia sul lungo che sul breve termine anche solo con un breve trattamento.
Sono in corso ulteriori studi clinici ed epidemiologici, che serviranno a mettere altre basi per progettare farmaci che aiutino a superare le dipendenze in modo più naturale e senza effetti collaterali.
Un altro articolo che può essere utile condividere è questo.
In un momento storico come il nostro, i disturbi dell’umore e nello specifico depressione e ansia generalizzata, hanno investito la popolazione, indebolita e provata dalla situazione di incertezza e panico causata dal coronavirus.
Mai come in questo periodo, oltre che potenziare il sistema immunitario, è necessario prendersi cura della propria salute mentale.
Per chi ne sente il bisogno, la psicoterapia può essere una soluzione salvifica, che non va mai percepita come qualcosa di negativo, non deve attaccarci uno stigma. Farebbe bene a tutti, nessuno escluso.
Anche l’attività fisica, lo yoga e la meditazione possono aiutare tanto. Ci sono poi i rimedi naturali, come le tisane e la cannabis legale.
La comunità scientifica si è interessata molto a come i cannabinoidi presenti nella cannabis sativa interagiscano con il nostro sistema neuronale. Il risultato, che non ci stupisce, dati i recenti successi dell’Epidyolex, è che il CBD sia in grado di contrastare diversi tipi di disturbi neuropsichiatrici.
In questa ricerca, l’oggetto di studio è proprio il potenziale del cannabidiolo nel trattare i disturbi legati all’ansia.
Lo studio parte da una solida base teorica che supporta l’efficacia del principio attivo come ansiolitico, antipsicotico e antidepressivo.
Passando poi per esperimenti clinici ed epidemiologici, la ricerca conferma la possibilità di usare il CBD per contrastare il disturbo d'ansia generalizzato, il disturbo d'ansia sociale, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da stress post-traumatico e gli attacchi di panico in fase acuta, ossia mentre il disturbo si sta manifestando.
Nonostante ci siano ancora studi da fare, il grande potenziale suggerisce che l’utilizzo regolare di questo fitocannabinoide, possa aiutare anche nei disturbi di ansia cronicizzati.
Infine, vale la pena dare un’occhiata a questo articolo, sempre molto attuale. Viene formulata un’ipotesi interessante, che insieme al vaccino anticovid e agli straordinari progressi della scienza, può farci bene sperare.
A partire dall’assunto che la cannabis sativa con alte percentuali di CBD abbia importanti proprietà antinfiammatorie e sia in grado di interagire con i recettori cannabinoidi cb1 e cb2, che sembrano essere due recettori chiave per SARS-CoV2, questa ricerca suggerisce che il CBD possa essere in grado di contenerne i sintomi.
Sembrerebbe che la potente proprietà antinfiammatoria del cannabidiolo possa modulare e rallentare l’esplosione di citochine (responsabili della polmonite interstiziale che può essere contratta con il Covid).
Queste cascate citochiniche, che devono essere evitate o quantomeno controllate si presenterebbero ogni sette giorni per 3 settimane a partire dalla positività, nel 7, 14 e 21 giorno.
Secondo questo studio, il CBD potrebbe rallentarle e renderle meno esplosive.
L’utilizzo di CBD rafforza il sistema immunitario, rendendolo senza dubbio più forte e pronto ad affrontare infiammazioni. Il gruppo di ricerca che firma l’articolo, si augura che la comunità scientifica possa prendere in considerazione in CBD anche da questo punto di vista.
Cosa dice la gente
In completo anonimato e cambiando i loro nomi per privacy, riportiamo alcune testimonianze sintentizzate, ma autorizzate dagli autori, che ci hanno raccontato come si sono sentiti dopo un uso più o meno prolungato di CBD.
Simone: 25 anni, studente
Ho iniziato a soffrire di piccole crisi ossessivo compulsive a pochi esami dalla laurea. Controllavo insistentemente i miei voti, temendo che scomparissero dal portale o si modificassero. Avevo smesso di dormire e mangiavo pochissimo.
Non davo più gli esami e avevo il sistema nervoso completamente in tilt. Non mi andava di dire nulla ai miei o di fare terapia quindi non ho fatto niente.
Poi il mio coinquilino mi ha regalato un vaporizzatore e mi ha detto: “Devi iniziare a vaporizzare CBD!”. Premetto che non mi ero mai fatto neanche una canna, ma lui mi ha garantito che il CBD non ha alcun effetto psicoattivo.
Ho provato, dopo qualche giorno ho iniziato a sentirmi più disteso e tranquillo. Ho ripreso a fare sport e poi a studiare. Ora vaporizzo almeno una volta al giorno e mi laureo tra poche settimane-
Anna 36 anni, fotografa
Fino a dieci anni fa, fumavo THC e non avevo idea né che fosse un cannabinoide né che esistessero altri cannabinoidi nelle piante di cannabis sativa. Ho smesso perché non tolleravo più alcuni effetti collaterali, tipo la tachicardia o la sensazione di non avere il controllo. Però ho continuato a fumare sigarette.
Quando hanno iniziato a vendere cannabis light ho pensato: “Ma ti pare che fumo questa roba?”. La curiosità ha vinto e alla fine ho deciso di sostituire il tabacco con il CBD e le carine con un vaporizzatore portatile.
Diana, 45 anni, farmacista e mamma a tempo pieno
A casa usiamo olio di CBD praticamente per tutto. Mio figlio Jacopo lo usa sull’acne prescritto dal dermatologo di fiducia ed è meglio della pomata che usava l’anno scorso. ogni volta che apro un nuovo barattolo di crema ne metto qualche goccia insieme all’acido ialuronico (consigliato sempre dal dermatologo).
Facciamo un ciclo intensivo di un mese sotto la lingua al cambio di stagione estate autunno perché abbiamo notato che fa la differenza e ci ammaliamo di meno.
Carlo, 45 anni, professore di matematica
Ho scoperto il CBD da mio figlio pensando si facesse le canne e invece ho risolto un problema d’insonnia. Ho sempre sofferto d’insonnia ma ho un bruttissimo rapporto con i sonniferi.
Uso anche l’olio di CBD diluito nella crema per i massaggi ai tendini dopo le partite di calcetto e mi aiuta a distendere i nodi muscolari che accumulo mentre gioco.
Da poco abbiamo preso anche i cristalli, mia moglie li vaporizza e io li metto nella camomilla della sera.
Cbd e Thc: differenze
CBD e THC sono due fitocannabinoidi che nascono dalla stessa pianta, la cannabis sativa. Per questa ragione hanno molto in comune, in particolare le proprietà terapeutiche e benefiche e la capacità di interagire in modo attivo con i nostri recettori cannabinoidi.
Tuttavia, presentano anche delle differenze molto importanti. La prima sostanziale differenza tra CBD e THC sta nel fatto che il CBD o cannabidiolo non induce alcun effetto psicoattivo.
La seconda importante differenza è che anche a seguito di un dosaggio massiccio, previsto ad esempio in programmi a regime di cannabis terapeutica o di sperimentazione farmacologica, il CBD non dà alcun effetto collaterale se non una eventuale leggera sonnolenza durante il giorno.
Dimostra anzi di essere molto ben tollerato durante i trattamenti e di avere in alcuni casi anche un effetto duraturo nel tempo.
Il THC o tetraidrocannabinolo invece provoca effetti psicoattivi e a differenza del CBD può, a seguito di un utilizzo massiccio, provocare effetti collaterali come la tachicardia, l’eccessiva secchezza delle fauci, una percezione distorta della realtà o una temporanea sociopatia, intesa come l’incapacità di interagire agilmente a livello verbale ed emotivo con altre persone o una temporanea difficoltà di concentrazione.
Il THC può inoltre provocare una leggera dipendenza psicologica, che il CBD non può provocare.
Differenza scontata ma altrettanto importante è che è completamente legale produrre, distribuire e acquistare CBD (principio attivo alla base della cannabis light) purchè i limiti di THC siano entro lo 0,2% mentre il THC è illegale in Italia e in molti altri paesi europei.
Se foste interessati a comprare cannabis legale online e siete interessati a varietà coltivate in modo biologico e certificato, senza l’utilizzo di additivi chimici e metalli pesanti, dare un’occhiata ai prodotti offerti dal nostro sito web, potrebbe essere una ottima idea.
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Ecco come coltiviamo la nostra cannabis light:
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https://terredicannabis.com/blogs/news/come-usare-bong-nel-modo-migliore2021-01-20T14:02:15+01:002023-11-08T14:19:17+01:00Come usare bong nel modo miglioreMarco CappielloAltro]]>
Usare un bong è tra le azioni più antiche legate all’abitudine di consumare cannabis. Ma sappiamo realmente come funziona? Scopriamo insieme qualcosa di più su questo affascinante strumento, vedremo nel dettaglio:
Cos'è un bong?
Come si usa il bong?
Come si pulisce il bong?
Qualità del vapore del bong
Differenze tra bong e joint
Effetti del bong
Cos'è un bong?
Il bong è uno degli oggetti più antichi utilizzati per consumare cannabis. Chiamato spesso anche pipa ad acqua, era molto popolare in India e in Africa e passando attraverso i secoli, è divenuto popolare in tutto il mondo.
Si tratta di un tubo con dei fori strategici. La pipa ad acqua è progettata per raffreddare il fumo ma anche per filtrarlo attraverso l’acqua e pulirlo da tutte le scorie, le sostanze tossiche e tutte le particelle calde derivanti dalla combustione.
L’acqua è il liquido principale che viene utilizzato anche e soprattutto per la sua reale capacità filtrante, confermata già dal 1991, come mostra questo articolo.
Il bong è progettato per far gorgogliare il fumo attraverso un liquido, c’è chi preferisce il tè, gli infusi di frutta, il vino rosso e in qualche caso estremo vodka o gin. Ma quali sono le singole componenti del bong?
Camera del bong: il tubo che contiene e raffredda il fumo una volta acceso il braciere. Va verso l’alto, l’estremità è aperta e funge da bocchino.
Braciere: è la ciotolina tondeggiante e spesso svitabile, all’interno della quale vanno inserite le infiorescenze precedentemente triturate. Alcuni bong sono disponibili con due o più bracieri di diverse dimensioni. Possono essere utili per chi è abituato a fumare sia da solo che in compagnia.
Frizione: anche conosciuta come “foro di carburazione” o semplicemente “carburatore”, è un piccolo foro che consente al consumatore di accumulare il fumo nella camera del bong. Alcuni bong non hanno il foro, il quel caso è il gambo stesso, che deve essere estratto per fare da frizione.
Gambo: è il tubicino rigido che consente al fumo di arrivare fino alla camera del bong e di filtrarlo attraverso l’acqua.
I bong sono disponibili in diversi materiali. Per quanto estremamente fragile e più complicato da pulire, il migliore materiale per una buona pipa ad acqua è sicuramente il vetro. Ne esistono anche in plastica, in propilene e in bambù trattato.
Alcuni bong hanno caratteristiche decisamente particolari, come per esempio i bong in vetro di Murano, una vera chicca tutta italiana. Ma quali sono quelli più ambiti da chi ama consumare cannabis?
Ice bong: sono progettati per essere utilizzati con il ghiaccio. La camera del bong non sale dritta come in quello normale ma si restringe al centro in modo da evitare che il ghiaccio che avete posizionato entri in contatto con l’acqua. Questo tipo di pipa ad acqua è in grado di riempire di fumo la camera del bong e filtrarlo attraverso l’acqua una prima volta e attraverso il ghiaccio una seconda volta. Il sapore della cannabis è ancora più intenso e pulito e il filtraggio delle sostanze indesiderate è doppio.
Mini Bong: piccolo e portatile, può essere tenuto in borsetta e tirato fuori all’occasione. La camera del bong è piccolina, perciò è chiaro che le capacità complessive siano inferiori a quelle di un formato standard, ma un mini bong fa sempre e comunque il suo dovere.
Come si usa il bong?
Anche se a prima vista può sembrare il contrario, fumare da un bong non è affatto complicato. Di seguito i movimenti essenziali da compiere per usare al meglio la vostra pipa ad acqua.
Preparare la materia prima: la prima cosa da fare è sminuzzare accuratamente le infiorescenze di marijuana o marijuana light che vogliamo introdurre nel braciere. Può essere utile un trita erba professionale.
Riempire la camera del bong di acqua: su alcuni bong troverete un comodo indicatore, in ogni caso riempite di acqua almeno fino a superare l’altezza del gambo.
Riempire il braciere: assicuratevi di non pressare eccessivamente l’erba o la mista che avete preparato.
Posizionare le labbra: alcuni bong hanno una cannuccia a parte, altri si utilizzano posizionando le labbra in cima al tubo che contiene l’acqua del bong.
Accendere il braciere e nello stesso tempo, se presente, tenete premuta la frizione (che sia il foro di conduzione o il gambo estraibile).
Inalare il fumo: è importante dare delle boccate piccole e graduali per inalare il fumo dalla camera. Può essere rischioso tirare in modo forte, soprattutto per chi è poco abituato a fumare da un bong.
Come si pulisce il bong?
È molto importante tenere pulito il bong, sia per mantenere intatto il sapore della cannabis durante l’utilizzo, sia per evitare di ingerire i residui tossici che vengono filtrati dall’acqua. Considerate che le varie parti del bong possono essere smontate per essere pulite meglio.
La cosa migliore è pulire la vostra pipa ad acqua dopo ogni utilizzo in modo da evitare che i residui si accumulino e si incrostino, rendendo la manutenzione molto più complicata.
Per pulirlo vi basterà seguire questi passaggi:
Svuotate il braciere dai residui di cenere e svitatelo.
Se il gambo è svitabile, svitate anche quello e pulitelo una prima volta con una bacchetta alla quale avrete avvolto intorno una garza.
Riempite una bacinella di acqua bollente, sale grosso e bicarbonato e immergeteci la camera del bong (il tubo), il gambo e il braciere. Lasciateli in immersione almeno un’ora, poi risciacquate tutto con acqua calda.
Man mano che risciacquate, assicuratevi che ogni residuo di resina venga via.
Asciugate tutto con un panno di cotone e rimontate la vostra pipa ad acqua.
In caso di sporco ostinato potete usare una soluzione di aceto e bicarbonato per sgrassare. Ricordate sempre di risciacquare perfettamente prima del nuovo utilizzo.
Se vi preparate a fumare da un bong per una sessione lunga, è bene cambiare l’acqua ogni 8 tiri. Man mano che andrete ad inalare il fumo, l’acqua farà da filtro. Noterete quindi che sarà sempre meno trasparente, non appena diventa opaca, è ora di cambiarla (meglio non aspettare che diventi giallognola).
Qualità del vapore del bong
La pipa ad acqua è uno degli strumenti migliori per consumare cannabis o marijuana light. La qualità del vapore è molto più alta del vapore prodotto da un joint. Questa purezza, come abbiamo visto, è data dalla capacità dell’acqua di trattenere il fumo, filtrarlo attraverso la fase di “gorgogliamento” e restituirlo privo di elementi tossici.
Per una qualità del vapore ancora superiore, potete usare l’ice bong, garantendovi un doppio filtraggio grazie all’aggiunta di ghiaccio.
Differenze tra bong e joint
Fumare da un bong è sicuramente meno irritante per la gola rispetto a un joint. Anche il bong, come il joint, prevede combustione, che viene generata quando accendiamo il braciere. L’acqua del bong però, è in grado di raffreddare il fumo e filtrarlo, rendendo il sapore della cannabis molto più intenso e puro e restituendo il principio attivo privo delle sostanze tossiche generate dalla combustione.
Il joint, con il solo filtro di carta, non ha di certo la stessa capacità di filtraggio: la qualità del vapore è quindi meno pura. A cambiare è sicuramente anche il tipo di ritualità. Un joint lo teniamo tra le dita e dura di più perché i tiri sono più piccoli e meno potenti. Un tiro di bong è molto più strong, non solo dal punto di vista dell’effetto, ma anche rispetto all’impatto della boccata nei nostri polmoni.
È importante inalare il fumo lentamente e con piccoli tiri, un tiro di bong non può essere pieno come quello che diamo al joint, il rischio è un attacco di tosse sgradevole. Bisogna andarci piano, allora potremo goderci a pieno il sapore della cannabis o della marijuana light che abbiamo scelto per la nostra seduta.
Effetti del bong
Fumare da un bong ha un effetto molto potente. Un tiro di bong può essere paragonato a sei o sette tiri di joint. È un effetto più diretto e più veloce. La qualità del vapore inoltre, fa sì che anche l’effetto del principio attivo sia veicolato più velocemente fino al nostro sistema endocannabinoide.
Se le infiorescenze sono ad alto contenuto di THC, il livello di “high” salirà molto rapidamente. È davvero importante procedere gradualmente per evitare effetti collaterali spiacevoli, come tachicardia o abbassamento di pressione.
Se invece amate consumare cannabis light e le vostre infiorescenze sono a base di CBD o CBG, potete stare tranquilli rispetto agli effetti collaterali. La pipa ad acqua può essere lo strumento ideale per fruire delle proprietà benefiche e terapeutiche di questi due cannabinoidi non psicoattivi.
Terre di Cannabis coltiva cannabis light in Italia, senza l’utilizzo di pesticidi e metalli pesanti. Le nostre infiorescenze di marijuana light sono perfette per essere utilizzate con una pipa ad acqua e riscoprire il vero sapore di cannabis in modo del tutto legale.
Se desiderate comprare cannabis light per riempire di fumo qualità top la vostra camera del bong, date un’occhiata al nostro sito web: non avrete che l’imbarazzo della scelta.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/cannabis-sativa-la-guida-completa2021-01-04T21:32:33+01:002023-11-08T14:19:01+01:00Cannabis sativa: la guida completaMarco CappielloAltro]]>
Che cosa intendiamo esattamente quando parliamo di cannabis sativa? La canapa può essere considerata cannabis sativa? Che effetti ha questa varietà di cannabis? È preferibile una coltivazione outdoor o indoor? Con questo articolo, che si propone di essere una mini guida semplice e alla portata di tutti sulla cannabis sativa, cercheremo di rispondere a queste e ad altre domande per soddisfare la maggior parte delle curiosità relative a questo ceppo di cannabis.
Sommario:
Sativa: la genetica
Cannabis: diffusione e specifiche
Conformazione della pianta
Coltivare la cannabis sativa
Proprietà terapeutiche della cannabis sativa
Cannabis sativa Vs Cannabis indica
Strain famose di Cannabis sativa
Sativa: la genetica
Nel 1753, in Svezia, un botanico di nome Carl Linneus, dopo aver coltivato personalmente semi di cannabis e aver fatto numerose ricerche, classificò per la prima volta la cannabis sativa, come ceppo della famiglia delle Cannabinacee, all’interno di un libro di botanica specialistica, dal titolo ‘SpeciesPlantarum’.
La cannabis sativa veniva coltivata negli Stati Uniti e in Europa a scopo prevalentemente industriale (canapa, tessuti, carburanti) e poco si parlava in effetti dei suoi effetti psicoattivi.
Alcuni anni dopo, un altro botanico, di nome Jean Baptiste Lamarck individuò un’altra varietà di cannabis, che venne classificata come cannabis indica.
Lamarck si soffermava su differenze di struttura dell’arbusto, di larghezza della foglia di marijuana, di crescita della pianta ma anche di effetti, sostenendo che nell’indica ci fosse un contenuto di THC decisamente superiore rispetto alla cannabis sativa.
Nel 1924, quindi circa due secoli dopo, un botanico russo di nome Janichewsky, individuò un ulteriore varietà di cannabis e propose una classificazione in tre specie principali:
Cannabis sativa: alta fino a cinque metri e dalla forma piramidale, anche detta canapa.
Cannabis indica: più bassa e ramificata. Anche detta canapa indiana.
Cannabis ruderalis: alta non più di mezzo metro e completamente priva di rami. Anche detta canapa russa o canapa americana
In questa classificazione non veniva preso in considerazione l’effetto psicoattivo o il livello di THC presente nelle tre specie. Poco più di trent’anni dopo, due biologi, Small e Cronquist, proposero una nuova classificazione che metteva in primo piano le differenze sugli effetti psicotropi delle tre varietà, sottolineando che l’indica avesse un contenuto di THC un po' più elevato e la presenza di terpeni con capacità sedative più elevate di quelle contenuti nei terpeni della sativa o della ruderalis.
Certo, in quegli stessi anni, negli Stati Uniti ma anche altrove, si iniziava a sperimentare con la coltivazione di marijuana. Vennero ibridate varietà di cannabis diversissime, mescolati semi di canapa con semi di cannabis e mischiate piante con differente contenuto di THC.
Oggi, nonostante si dia per buona l’idea che ci siano ceppi di cannabis differenti tra loro e che la cannabis a dominanza indica, abbia realmente una struttura e degli effetti differenti dalla sativa, quando si parla di cannabis o di canapa (anche in termini legali) ci si riferisce a un’unica specie: la cannabis sativa.
Cannabis: diffusione e specifiche
Con il termine cannabis sativa ci riferiamo come abbiamo detto alla cannabis in generale, ma con lo stesso termine ci si riferisce anche alla canapa e alla cannabis light. È doveroso però fare delle precisazioni, le uniche che abbiano senso a livello legale, al di là della nomenclatura.
Possedere e coltivare semi di canapa industriale, è perfettamente legale purché il contenuto di THC nelle piante di cannabis non superi lo 0,6 %, come stabilito dalla legge 242.
Per quanto riguarda invece la distribuzione di cannabis light in Italia, è assolutamente legale, purché il contenuto di THC all’interno delle infiorescenze non superi lo 0,2%. Qualsiasi cannabis sativa con un contenuto di THC superiore allo 0,2% per la distribuzione e allo 0,6% per la coltivazione, è considerata cannabis illegale.
Se la canapa si è diffusa soprattutto per la produzione di carta, carburante, tessuti sostenibili, fibre e corde, la cannabis si è diffusa sia a scopo ricreativo che a scopo terapeutico. Infine, con la legalizzazione della cannabis light, le piante di cannabis, prima conosciute solo da pochi interessati, sono diventate oggetto di interesse e curiosità, stupendo per le proprietà benefiche e terapeutiche.
La cannabis sativa contiene più di duecento cannabinoidi. I più conosciuti sono il tetraidrocannabinolo (THC) che ha numerose proprietà benefiche ma anche effetti psicotropi, il cannabidiolo (CBD) completamente privo di effetti psicoattivi ma in grado di contrastare il dolore cronico, le tensioni muscolari e numerose altre patologie.
Infine, di recente scoperta e oggetto di numerosi studi, c’è il cannabigerolo (CBG). Si tratta di un cannabinoide non psicotropo, responsabile della sintesi di tutti gli altri cannabinoidi e in grado di contrastare i sintomi di numerosi disturbi. La reazione all’utilizzo di più cannabinoidi nello stesso momento da origine al cosiddetto effetto entourage.
Conformazione della pianta
La cannabis sativa è una pianta annuale ad arbusto, che oltre ad essere ormai coltivata in tutto il mondo, cresce anche spontaneamente in zone con climi temperati e tropicali. Le piante di cannabis hanno una lunga radice e un fusto che va dagli 80 centimetri ai cinque metri di altezza. Possono essere più o meno ramificate a seconda che si sviluppino più o meno in altezza.
La foglia di marijuana di questa varietà è molto fina e sottile. I fiori sono compatti e ricchi di tricomi, principali contenitori di principio attivo e di terpeni, responsabili oltre che dell’aroma delle varietà di cannabis, anche di potenziare le proprietà terapeutiche del cannabinoide dominante.
Nel complesso si tratta di una pianta molto delicata, che richiede cure particolari e costanti sia durante la fase vegetativa che durante la fase di fioritura.
Proprietà terapeutiche della cannabis sativa
La cannabis sativa ad alto contenuto di THC provoca un effetto molto energico, che stimola la creatività e la socialità e dà una sensazione di euforia diffusa.
Per questo suo effetto attivo, può essere assunta anche al mattino, a differenza della cannabis indica, che nel caso sia ad alto contenuto di THC, è preferibile assumere solo dal tardo pomeriggio in poi e prima di andare a dormire.
La cannabis light a dominanza sativa invece, contiene lo 0,2% di THC come previsto dalla legge vigente, è completamente priva di effetto psicoattivo, senza effetti collaterali ma al contrario ha diverse proprietà terapeutiche. È particolarmente indicata per stabilizzare il tono dell’umore e alleviare i sintomi da lieve depressione, aiuta a combattere lo stress e regala una dose di serotonina naturale a chiunque la assuma.
La cannabis terapeutica, in grado di attivare il nostro sistema endocannabinoide è un’ottima alleata contro gli attacchi di panico e dà una grossa mano nei periodi di stress eccessivo.
Alcuni studi si focalizzano sulla sua efficacia nel contrastare alcuni sintomi della sclerosi multipla e di alcune patologie neurodegenerative e del sistema nervoso.
Se ad alto contenuto di CBD, è in grado di contrastare il dolore cronico e le tensioni muscolari senza nulla invidiare alla cannabis indica.
Cannabis sativa Vs Cannabis indica
È evidente che ci siano delle differenze tra questi due ceppi di cannabis, ma non è possibile indicarne una migliore dell’altra. Tutto dipende da quello che stiamo cercando: per un effetto più attivante ed energizzante, può essere preferibile scegliere la cannabis sativa. Se invece si è alla ricerca di una varietà più distensiva e rilassante, meglio optare per la cannabis indica.
Se siamo coltivatori alle prime armi, ci converrà iniziare a sperimentare con la cannabis indica, che è più resistente e meno delicata. Se invece siamo coltivatori esperti e abbiamo la fortuna di beneficiare di un clima mite e mediterraneo, possiamo buttarci tranquillamente anche sulla cannabis sativa.
Può essere anche che vogliate sperimentare ibridando le due varietà di cannabis, se ci sapete fare è possibile.
Negli ultimi anni sono state create diverse di varietà di cannabis e di cannabis light, ce ne sono davvero per tutti i gusti e molte sono ibridi perfettamente bilanciati tra cannabis indica e cannabis sativa.
Ecco un elenco delle principali caratteristiche di questi due ceppi di cannabis:
Cannabis sativa:
Arriva fino ai cinque metri di altezza,
Si sviluppa più in altezza che in larghezza.
La foglia di marijuana è estremamente fine.
I semi di cannabis sativa impiegano diverse settimane per germogliare ma poi crescono molto velocemente.
I raccolti sono molto abbondanti.
È un tipo di tipo di cannabis più adatta alla coltivazione outdoor, purché in presenza di un clima non troppo rigido.
È una pianta delicata e va coltivata quando si è già un po' esperti.
L’effetto della cannabis sativa ad alto contenuto di THC è energizzante e euforizzante, può essere assunta anche dal mattino.
Qualsiasi varietà di cannabis light sativa, non ha effetti psicotropi, ma mantiene proprietà energizzanti e fa bene all’umore.
Cannabis indica:
Non arriva ai tre metri di altezza.
Si sviluppa in rami molto ramificati, assumendo quasi la forma di un piccolo cespuglio.
La foglia di marijuana è larga e spessa.
I semi di cannabis indica impiegano pochi giorni per germogliare, poi crescono regolarmente.
I raccolti sono un pò meno abbondanti di quelli ottenuti dalla cannabis sativa
È molto adatta alla coltivazione indoor per la quale sembra fatta apposta.
È abbastanza resistente e si adatta a coltivatori alla prima esperienza.
L’effetto della cannabis indica ad alto contenuto di THC è estremamente rilassante, è consigliabile farne uso dal tardo pomeriggio e prima di andare a dormire.
La cannabis light a dominanza indica non ha effetti psicotropi, mantiene effetti rilassanti e analgesici ed è un ottimo alleato contro insonnia e dolore cronico.
Coltivare la cannabis sativa
Le piante di marijuana a dominanza sativa hanno bisogno di molte ore di luce e di tanto calore, tendono ad essere un po' più delicate delle sorelle a dominanza indica, forse a causa dell’arbusto e delle foglie più sottili. Crescono bene con un clima tropicale e umido ma si adattano a un clima mediterraneo.
Data l’altezza che possono raggiungere, le piante di cannabis sativa sembrano essere più adatte alla coltivazione outdoor. La crescita in altezza di una pianta di canapa può essere contenuta solo da coltivatori esperti, magari posizionando una rete sulle piante e tenendo sotto controllo la crescita dei rami, che andranno piegati man mano che si sviluppano in modo da ottimizzare lo spazio.
La fioritura inizia con la diminuzione delle ore di luce, quindi verso fine agosto, inizio settembre (se non indotta artificialmente in indoor). Durante le prime settimane di fioritura le piante crescono ancora molto in altezza, fermandosi definitivamente intorno alla terza settimana.
È importante cambiare il nutrimento biologico tra la fase vegetativa e quella di fioritura, proteggere le piante da eventuale pioggia, neve e grandine nonché dalla presenza di parassiti.
Strain famose di Cannabis sativa
Negli ultimi anni, anzi negli ultimi decenni, sono state create decine e decine di varietà di cannabis sativa, che hanno decisamente fatto la storia, vincendo numerosi Cannabis Cup e ispirando i coltivatori di tutto il mondo. Vediamo insieme alcune tra le strain più celebri:
Ak47
L’Ak-47 è una varietà di cannabis leggendaria, dal cui nome può essere semplice comprendere intensità e potenza. È una delle varietà di cannabis sativa più stabili che esista, tra le più semplici da coltivare e tra le più soddisfacenti in termini di resa.
È una strain a dominanza sativa ma ha al suo interno anche una percentuale di cannabis indica. L’Ak 47 è l’unica varietà ad aver vinto un Cannabis Cup per il suo essere perfettamente equilibrata in termini di effetti, proprio per la sapiente miscela di sativa e indica.
Terre di Cannabis ha creato una versione completamente legale dell’Ak-47. Si chiama Perla ed è tra le migliori infiorescenze di cannabis light in Italia.
Questa marijuana light, ibridata dal mastro canapicoltore dell’azienda, ha un’altissima concentrazione di CBD (20%) ed è molto ricca di terpeni aromatici, che le conferiscono un inconfondibile profumo terroso con sentori di legno di sandalo, cedro e pino. Il sapore è intenso e deciso con un piacevole retrogusto al palato.
Le cime sono di media grandezza, compatte, particolarmente resinose e di un bel verde brillante. La sua elevata percentuale di CBD fa sì che si riveli formidabile anche per contrastare disturbi dell’umore, attacchi d’ansia e stati di depressione. È ideale per essere vaporizzata a tutte le ore del giorno, aiuta a smettere di fumare e allevia i dolori muscolari e le tensioni fisiche.
Silver Haze
Questa varietà di cannabis ha ricevuto numerosi riconoscimenti e vinto molte Cannabis Cup sia per i suoi effetti euforizzanti e rilassanti, che per il suo sapore fruttato con note speziate e pungenti.
Si tratta di un incrocio che ha origine tra diverse varietà di cannabis sativa provenienti dal Messico, dalla Thailandia, dall’India meridionale e dalla Colombia, con un contenuto di THC estremamente elevato. Tra gli anni settanta e gli anni novanta si diffonde in Europa e viene di nuovo ibridata con altri due ceppi di cannabis estremamente popolari, e perfezionata, diventando la celebre Silver Haze, che la maggior parte dei consumatori di cannabis conosce e apprezza.
Terre di Cannabis ne ha creata una versione completamente legale.
Volare questo è il suo nome, è una delle eccellenze della cannabis light coltivata in Italia. Conserva le migliori caratteristiche della Silver Haze, pur mantenendo il contenuto di THC inferiore allo 0,2%.
Le cime hanno un colore verde scuro con dei tricomi ben visibili, la consistenza è un po' appiccicaticcia per via della grande quantità di principio attivo (18%).
Aroma e sapore sono quelli della Silver Haze, con riconoscibili note speziate e pungenti. È particolarmente indicata per distendere i nervi, trattare la lieve depressione e gli attacchi di panico.
Lemon Haze
Si tratta di una cannabis sativa molto potente, con un contenuto di THC superiore al 21%.
Un incrocio tra due ceppi di cannabis sativa super strong: lemon skunk e amnesia haze. L’effetto è un “high” celebrale, euforizzante e psichedelico, che stimola la creatività e il buonumore. L’aroma è agrumato con note di limone, di muschio e di legno. Il sapore corrisponde all’aroma e lascia un retrogusto molto dolce al palato.
Questa varietà di cannabis esiste anche in versione marijuana light. La prima infiorescenza di Terre di Cannabis, coltivata ad un’altezza di circa 500 metri sul livello del mare, rappresenta l’ecotipo dell’azienda e si mantiene fedele alla sua ispiratrice.
Il suo nome è Riserva Opulenta, ha un aroma pieno e terroso, con note agrumate, muschiose e speziate. È in grado di regalare una piacevole sensazione di calma e rilassatezza e di stimolare sufficientemente la serotonina con il suo contenuto di CBD del 12%.
Se desiderate acquistare cannabis light, date un’occhiata al nostro sito web, dove potrete trovare Volare, Riserva Opulenta e la pregiatissima Perla, varietà di cannabis light ad alto contenuto di CBD. Tutte le nostre infiorescenze sono coltivate in Italia in modo biologico e certificato, senza l’utilizzo di pesticidi e metalli pesanti.
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https://terredicannabis.com/blogs/news/mircene-un-terpene-dalle-grandi-potenzialita2020-12-28T14:49:38+01:002023-11-08T14:19:24+01:00Mircene: un terpene dalle grandi potenzialitàMarco CappielloAltro]]>
Si sa ancora poco delle proprietà terapeutiche dei terpeni, ma la ricerca sta cominciando finalmente a interessarsene, mettendo in luce come potrebbero essere in effetti un’ulteriore grande sorpresa della nostra amata cannabis. In questo articolo parleremo del Mircene, uno dei terpeni maggiormente presente in numerose varietà di cannabis.
Sommario:
Cosa sono i terpeni e quali caratteristiche hanno
Proprietà benefiche del CBD
Mircene grandi proprietà sedative
Come attivare il mircene con il vaporizzatore
Cosa sono i terpeni e quali caratteristiche hanno
I terpeni sono le molecole responsabili dell’aroma di una pianta, più precisamente, si tratta di idrocarburi insaturi presenti nelle resine e negli oliessenziali delle piante. Sono presenti in quasi tutte le specie vegetali e a volte anche in quelle animali. Il loro aroma aiuta la pianta a tenere a bada i predatori, come alcuni tipi di insetti e ad attirare le api per l’impollinazione.
Ovviamente i terpeni sono presenti anche nelle piante di cannabis e negli ultimi anni, numerosi studi scientifici si sono interessati alle proprietà terapeutiche di cannabinoidi e terpeni, sottolineando come, grazie al meccanismo dell’effetto entourage, siano proprio questi ultimi a potenziare le proprietà terapeutiche del principio attivo dominante.
Questo accade per esempio con il CBD o il CBG, due cannabinoidi completamente privi di effetti psicoattivi. Allo stesso modo, come spiega approfonditamente il biologo Ethan B. Russo in questo articolo, alcuni terpeni (ad esempio il mircene, il β cariofillene, il linalolo o il limonene) possono potenziare anche gli effetti del THC, sempre per lo stesso meccanismo.
Inoltre, i terpeni possono essere un ottimo indicatore dal quale partire per classificare differenti varietà di cannabis, dato che ad aroma differenti corrispondono diverse varietà. Aroma e sapore, infatti, dipendono proprio dalla tipologia di terpeni maggiormente presente in quella varietà, nonché dai terpeni secondari. I terpeni possono essere primari o secondari. I terpeni presenti solitamente nelle varietà di cannabis o marijuana legale sono:
mircene
limonene
linanolo
β cariofillene
apinene
terpinolene
Si tratta anche dei terpeni più utilizzati nei processi di ibridazione e nella estrazione di olio essenziale, questo per via delle loro capacità terapeutiche e per la capacità di potenziare quelle dei cannabinoidi.
Sia che vengano utilizzati per varietà di cannabis a scopo ricreativo, sia che vengano impiegati nello sviluppo di ibridi a scopo terapeutico e quindi di cannabis light, i terpeni possono modificare, migliorare e rafforzare la struttura interna della pianta, andando ad agire anche sugli effetti.
Proprietà benefiche del CBD
Da quando la cannabis light è stata legalizzata, le proprietà terapeutiche del cannabidiolo (CBD) non sono più un segreto per nessuno, anzi, le riviste di settore pullulano di studi scientifici, che raccontano e dimostrano le grandi potenzialità di questo cannabinoide.
Il CBD è presente in diverse percentuali in tutte le varietà di cannabis legale, sotto forma di infiorescenze, di cristalli o di olio al CBD. Si tratta di un cannabinoide privo di effetto psicoattivo, ma ricco di effetti benefici, impiegato in larga misura anche nei trattamenti a base di cannabis terapeutica.
Il CBD è noto per essere un efficace analgesico e antinfiammatorio, utilizzato con successo per contrastare il dolore cronico, le infiammazioni muscolari, l’emicrania e i dolori mestruali. È la sua capacità di interagire con il nostro sistema endocannabinoide a garantire la sua efficacia, che si estende anche alla sfera dell’umore.
Se usato con regolarità si rivela estremamente utile per regolare gli sbalzi d’umore, combattere e prevenire gli attacchi d’ansia e dare sollievo in caso di lieve depressione. Può aiutare a stimolare l’appetito e proprio per le sue proprietà calmanti e distensive, è il migliore amico di chi soffre d’insonnia.
Infine, il CBD è estremamente ricco di antiossidanti in grado di prevenire l’invecchiamento precoce e la formazione di rughe. Per questo motivo è alla base di molti prodotti di cosmetica naturale.
Mircene: grandi proprietà sedative
Il mircene si trova in tantissime piante comuni, per esempio la citronella, il timo, il basilico, il mango, l’eucalipto, il luppolo e naturalmente diverse varietà di cannabis.
Del resto, è uno dei dieci terpeni primari. Oltre a conferire l’aroma, il mircene è infatti il terpene responsabile della formazione dei terpeni secondari durante la fase di crescita di una pianta.
Ad esempio, su una percentuale di terpeni contenuti in una certa varietà di cannabis, può arrivare da solo, come unico terpene, a occupare fino al 50%. Il suo aroma può essere leggermente fruttato e cedroso. Più spesso pungente e speziato, ricorda il profumo dei chiodi di garofano.
Viene estratto a scopo industriale per la produzione di profumi dagli aromi decisi e pregiati, ma anche nella preparazione di olio essenziale, purissimo e totalmente privo di effetti psicoattivi. Anticamente il mircene veniva utilizzato in Brasile per curare in modo naturale il diabete, la dissenteria e l’ipertensione e come sonnifero naturale.
Ha in effetti diverse proprietà terapeutiche, tra le quali spicca senz’altro la capacità sedativa e analgesica, che ne fanno un interessante rimedio naturale potenzialmente utilizzabile come sostituto di sedativi chimici. Ha proprietà antibatteriche, antisettiche e antinfiammatorie e sembra effettivamente in grado, in alcuni casi, di regolare i livelli di glucosio nel sangue.
Potenzia le azioni dei cannabinoidi e ne favorisce inoltre una più veloce assimilazione grazie all’azione sulla permeabilità cellulare, che rende più semplice il passaggio del principio attivo alle nostre cellule neuronali.
Se utilizzato in combinazione con una varietà sativa, è in grado di creare un effetto perfettamente bilanciato tra “high” e “stoned” molto apprezzato tra i consumatori di varietà di cannabis al THC.
Il mircene si trova in alte percentuali in tutte le varietà di cannabis legale e potenzia gli effetti analgesici e rilassanti del CBD e del CBG.
Non è l’unico terpene ad avere proprietà terapeutiche, sicuramente però è uno tra i più efficaci e se utilizzato con costanza all’interno di una varietà di cannabis light, aiuta a rafforzare il nostro sistema immunitario in modo del tutto naturale.
Come attivare il mircene con il vaporizzatore
Utilizzare un vaporizzatore per erba è la scelta migliore se si vuole essere sicuri di assaporare a pieno i cannabinoidi e i terpeni contenuti nella varietà di marijuana o marijuana legale, che si sta assumendo. È anche il modo migliore per godere delle grandi potenzialità e delle proprietà terapeutiche che sono in grado di offrire.
La combustione, che avviene normalmente con un normale joint, compromette più del 50% del principio attivo che i terpeni presentano e questo vale anche per i cannabinoidi.
Vaporizzare permette di evitare la combustione e di regolare la temperatura. Come i cannabinodi, anche i terpeni possono essere vaporizzati impostando nel dispositivo la temperatura ideale.
Per quanto riguarda il mircene, è consigliabile impostare la temperatura tra i 166 e 168 gradi per attivarne il principio attivo, rilascerà le sue proprietà antibatterichee analgesiche e potrete assaporarne l’aroma in tutta la sua purezza.
È possibile aumentare gradualmente la temperatura fino ad arrivare ai 180°, temperatura ideale per vaporizzare il cannabidiolo e fruire delle sue proprietà benefiche.
Se desiderate acquistare un vaporizzatore prestante ma accessibile, date un’occhiata a quelli che abbiamo scelto per voi sul nostro sito web. Troverete anche una selezione delle nostre infiorescenze ad alto contenuto di CBD e dei migliori terpeni. I nostri fiori sono 100% organici, biologici e certificati, quindi perfetti anche per essere vaporizzati.
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In questo tutorial puoi scoprire come usare il vaporizzatore erba:
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https://terredicannabis.com/blogs/news/cannabis-e-proibizionismo-quello-che-non-ti-hanno-mai-detto2020-12-24T09:32:17+01:002023-11-08T14:19:17+01:00Cannabis e proibizionismo: quello che non ti hanno mai dettoMarco CappielloAltro]]>
Devi sapere che quando si tratta di cannabis, si cerca sempre di essere politically correct, invece c’è tanto dire. Ecco cosa vedremo in questo articolo:
Cannabis e proibizionismo
Legalizzazione marijuana: cosa succederebbe
Sconfiggere illegalità con la marijuana
Cannabis e proibizionismo
Finalmente la commissione dell’Onu dedicata agli stupefacenti, ha votato per cancellare la marijuana dalla lista delle droghe più pericolose del mondo, lista che per chiarezza, contiene droghe come l’eroina, la cocaina e altre sostanze di natura sintetica.
Si tratta di una decisione molto importante, che ha un grande impatto simbolico su tutti i paesi dell’UE per le decisioni riguardanti le linee guida da adottare con le droghe.
È una decisione che in effetti si aspettava da tempo e che fa finalmente crollare i paraocchi di chi si ostina a voler identificare una sostanza naturale come la cannabis a una droga.
Il proibizionismo affonda le sue radici negli Stati Uniti degli anni 70, che aveva come priorità quella di evitare che le potenzialità della canapa, come combustibile sostenibile e addirittura migliore del petrolio, si diffondessero mettendo in crisi il mercato petrolifero.
Da qui un gran lavoro di inculturazione per demonizzare la marijuana, che porta ancora degli strascichi importanti, non solo degli Stati Uniti, dove oggi a distanza di circa cinquant’anni la cannabis è legale in tantissimi paesi, ma anche in tutta Europa.
In Italia la situazione è molto particolare, da un lato c’è una forte cultura cattolica, dall’altro una presenza massiccia di mafia e criminalità che ha il monopolio sulla cannabis. Se diventasse legale, parte del monopolio crollerebbe. Cosa stanno aspettando?
La cultura proibizionista non fa che fermentare ignoranza e disinformazione, che di certo non aiutano a direzionare le scelte dei giovani. In paesi in cui la cannabis è legale, il consumo di altre sostanze è notevolmente diminuito, senza contare la possibilità di chi ne fa uso a scopo terapeutico di poterla reperire senza dover fare i salti mortali.
Il proibizionismo è anche incoerenza nel momento in cui è concesso fare uso di sostanze davvero pericolose come alcool e tabacco.
Di tutto questo sta prendendo finalmente coscienza tutta l’opinione pubblica e parte della classe politica, anche grazie alla diffusione dell’erba light in Italia, sotto forma di infiorescenze, di estratti o di olio di CBD.
Ci si augura che il gesto dell’Onu porti a decisioni concrete e immediate, che impatterebbero positivamente anche sul piano economico del paese in un momento non proprio fiorente.
Legalizzazione marijuana: cosa succederebbe
Se la cannabis fosse legale il consumatore di cannabis si sentirebbe finalmente libero, come è giusto che sia.
Si creerebbero più di 300 mila posti di lavoro per gestire tutta la filiera produttiva, estremamente ampia: dai gruppi di ricerca impegnati nella sperimentazione di nuovi ibridi alla filiera agricola fino alla distribuzione.
Ci sarebbe informazione adeguata sul prodotto e tutti saprebbero che sotto effetto di cannabis è possibile fare tutto quello che si fa normalmente, a parte magari guidare, ma quelle sono scelte davvero molto personali. Sotto effetto di alcool non solo non è possibile guidare ma a volte diventa impossibile anche comunicare perché uno degli effetti dell’alcool è stimolare aggressività e incontrollabilità degli impulsi. Senza contare gli effetti collaterali a lungo termine che l’alcool provoca all’organismo.
Inoltre, si eviterebbero varietà a base di cannabinoidi sintetici, si potrebbe monitorare il reale contenuto di THC delle infiorescenze e avere il controllo sulla qualità del prodotto.
Comprando al mercato nero, i consumatori si trovano ad assumere tutte le sostanze tossiche presenti nella cannabis per pomparla invece che avere la garanzia di assumere un prodotto biologico e naturale.
Se la marijuana fosse legale sarebbe possibile controllare e certificare il contenuto di THC e tutti i principi attivi presenti nella cannabis, come accade per l’erba light. Infine, alcuni studi di diversi economisti hanno dimostrato che con i guadagni ottenuti dalla legalizzazione, ci sarebbe un grande rilancio dell’economia del paese.
Lo Stato potrebbe ottenere diversi miliardi sia che decidesse per il monopolio, scelta meno vantaggiosa, sia che adottasse il modello olandese, che prevede di lasciare ai privati la possibilità di coltivare e vendere cannabis con delle imposte sul reddito.
Sconfiggere illegalità con la marijuana
L’equazione è semplice: un consumatore di cannabis che non può comprarla legalmente è costretto a rivolgersi al mercato illegale, di fatto finanziandolo pur non volendo.
Si potrebbe obiettare che è possibile scegliere di rinunciare e non acquistare ma sarebbe un paradosso: rinunciare agli effetti del THC, che aiutano tante persone a combattere la depressione, gli sbalzi d’umore e altri disturbi perché è illegale, ma avere la possibilità di acquistare alcool senza nessun problema nonostante possa essere estremamente pericoloso sia nel breve che nel lungo periodo.
Se la marijuana fosse legale, i soldi di ogni consumatore di cannabis riempirebbero le casse dello Stato e non quelle del mercato nero, che si troverebbe improvvisamente più debole e in difficoltà senza l’entrata cospicua derivante dal business.
A quel punto, il mercato nero si troverebbe spiazzato e indebolito, mentre le forze dell’ordine specializzate e i tribunali potrebbero risparmiare sensibilmente in energie e risorse, per combattere il commercio di altre sostanze, realmente pericolose e letali e porre un freno realmente consistente all’illegalità.
Pensiamo solo ai test antidroga, sono costosi e risultano assolutamente sprecati se utilizzati in modo massiccio per controllare innocui consumatori di cannabis fermati magari per una foglia di marijuana in tasca.
Altre sostanze sono le vere nemiche, basta ignoranza, basta proibizionismo.