Cannabis e comportamento

Effetti della Cannabis sul comportamento

Il tema della cannabis è ampio e variegato e, come accade spesso di fronte ad argomenti complessi, è oggetto di grossi misunderstanding, di dicerie e falsità. La questione però è molto importante, perché gli effetti della cannabis sono preziosi nel trattamento di molte patologie, e per usarla al meglio bisogna conoscerla a fondo. In questo articolo partiremo dalle origini, per raccontarvi cos'è la cannabis, come viene classificata, quali sono i suoi effetti a lungo termine, quali le differenze rispetto ad altre sostanze psicotrope. Partiremo dagli aspetti botanici, per addentrarci nelle diverse famiglie della Cannabis e nell'universo della cannabis light, per poi capire come la cannabis influisce sull'umore e sul carattere. Nello specifico vi racconteremo:

  1. Cos'è la cannabis?
  2. Le famiglie della cannabis
  3. Cannabis Vs Cannabis light
  4. La cannabis altera l'umore?
  5. La cannabis può alterare il comportamento?
Cannabis light

Cos'è la cannabis?

La pianta di Cannabis è ritenuta essere una delle colture più antiche, usata sin dall’era Neolitica come fonte di fibra, cibo, olio, medicinali e anche in alcuni rituali. Le prime testimonianze risalgono alla Cina di circa 6000 anni fa: si tratta di reperti che raccontano di metodi di coltivazione e utilizzi della pianta, confermando lo stretto legame che la cannabis ha sempre avuto con l'uomo. Si pensa che sia stata introdotta in Europa da tribù nomadi provenienti dell’Asia centrale, circa 1500 prima di Cristo. Nel corso del VII secolo DC invece potrebbe essere stata portata nel Maghreb da commercianti arabi, durante il periodo delle grandi spedizioni di conquista musulmane.

Il ceppo indigeno di Cannabis è stimato provenire dall’Asia centrale, in una regione che si estende dal Nord-Ovest dell’Himalaya fino alla Cina. La Cannabis tende a mantenere la capacità di sfuggire dalla coltivazione per tornare alla sua natura selvatica: viene considerata una pianta semi-addomesticata, mai del tutto sottomessa dall'uomo e dalle regole dell'agricoltura. 

Dal punto di vista botanico è una pianta dioica, che si riproduce in esemplari maschi ed esemplari femmine, e presenta con un ciclo di vita annuale, che può aumentare di qualche mese nelle regioni subtropicali. La Cannabis è coltivata in tutto il mondo - dall’equatore a circa 60° Nord di latitudine e in gran parte dell’emisfero Sud – sia per la fibra che per i semi. Si tratta di canapa coltivata soprattutto per la fibra, distinta da quella coltivata per i suoi principi attivi, che invece viene coltivata nell'Asia dell'est e in Europa.

Cannabis light

Le famiglie della Cannabis 

Le prime classificazioni della Cannabis risalgono all’Illuminismo. Il primo botanico a interessarsi alla pianta di marijuana fu Carl Linnaeus (1707 – 1778), secondo il quale la pianta fa parte di un'unica specie: la Cannabis sativa L. Un altro botanico contemporaneo, Jean-Baptiste de Lamarck (1744 – 1829), scopri invece che i ceppi di Cannabis provenienti dall’India erano molto diversi da quelli Europei, e ribattezzò la nuova specie come Cannabis Indica Lam. 

Le principali caratteristiche botaniche della Cannabis indica sono l'abbondante  ramificazione della pianta, la corteccia sottile, le foglie più strette e la capacità generale di indurre uno stato di alterazione psicofisica quando viene fumata. La tassonomia individuata da Lamark è stata accettata a livello internazionale, fino a quando il botanico russo D.E. Janischevsky durante studi effettuati su varietà spontanee cresciute nella Russia centrale ha individuato una nuova specie, piccola e ramificata, che prende il nome di Cannabis ruderalis Janisch, considerata una specie indipendente e non una sottospecie della Sativa.


Cannabis vs cannabis light

Negli ultimi anni si è fatto molto clamore intorno alla marijuana light, una versione legale e depotenziata della cannabis tradizionale. Si tratta di un'erba rilassante, che permette di curare molte patologie infiammatorie dei muscoli e il dolore cronico, grazie a un equilibrio nuovo tra i due principi attivi principali della pianta. La cannabis contiene moltissimi principi attivi, ma quelli contenuti in maggiore concetrazione sono il CBD e il THC. Vediamo insieme a cosa servono e come agiscono sul nostro organismo. 

Cannabis light

  • Il THC, o delta-9-tetraidrocannabinolo, è una sostanza psicotropa che, se assunta nelle giuste dosi e modalità, può avere effetti positivi sul corpo umano. Il THC altera lo stato mentale di chi lo assume, ma l'effetto dipende dalla quantità e dallo stato psicofisico: una dose minima può portare ad un breve e non troppo intenso stato di euforia associato ad un ampliamento delle percezioni emozionali, mentre l'assunzione di THC in dosi elevate può avere spiacevoli effetti sull’umore, che possono tradursi in depressione o aggressività.
  • Il CBD, o cannabinolo, è un cannabinoide non psicoattivo, che regola e stabilizza gli effetti del THC. Ha effetto rilassante, analgesico e antinfiammatorio, favorisce il rilassamento muscolare e concilia il sonno, migliorando la qualità del riposo. I suoi usi officinali superano quelli di qualsiasi altro cannabinoide noto: è ritenuto molto utile anche nella cura di diabete, alcolismo, sindrome da stress post traumatico - PTSD, schizofrenia, artrite reumatoide, epilessia, patologie cardiovascolari. Ha effetti antipsicotici e ansiolitici, che lo rendono del tutto complementare al THC.

La cannabis altera l'umore?

Le alterazioni dovute ai cannabinoidi, sia in senso positivo che in senso negativo, sono dovute ai recettori cannabinoidi CB1 e CB2, presenti nel sistema endocannabinoide del corpo umano. Il nostro corpo, infatti, è in grado di produrre i cannabinoidi a livello endogeno e il THC, legandosi ai propri recettori, stimola il rilascio di dopamina da parte di alcune regioni del nostro cervello.

La dopamina è un neurotrasmettitore che agisce modulando il comportamento individuale, l’umore, il ritmo sonno-veglia, l’attenzione, la memoria, il movimento volontario e tantissimo altro ancora. Quando THC e CBD si combinano, i loro effetti mutano, dando vita al cosiddetto effetto entourage: le due sostanze, THC e CBD, esaltano le qualità positive l'una dell'altra. Ad esempio, il THC puro può causare ansia, ma quando è mescolato con il CBD ha un effetto molto più blando, favorendo una positiva e generale sensazione di rilassamento. 

È certo che l'uso di cannabis possa avere effetti sull'organismo: spesso si tratta di effetti positivi, molti diversi da quelli causati da altre sostanze stupefacenti, ma a volte si rischia di incorrere anche in effetti negativi. Incide sull'umore di chi la assume proprio perché va a modificare – in maniera circoscritta e temporanea – la percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo esterno, con la conseguenza di farci percepire le cose non esattamente per come sono. Vediamo insieme cosa succede nel nostro organismo quando assumiamo marijuana! 

Cannabis light

La cannabis può alterare il comportamento?

La cannabis può alterare il comportamento di chi la assume, ma solo se parliamo di assunzioni abbondanti e ripetute nel tempo. Il consumo abituale può avere effetti negativi soprattutto sugli adolescenti, che tendono a trascurare lo scuola e sport, godendosi l'effetto dello sballo in tutta serenità. 

Il consumo di cannabis porta sicuramente a cambiamenti fisici più o meno tangibili, come occhi rossi, battito cardiaco accelerato, sonnolenza, letargia mancanza di coordinamento degli arti e la cosiddetta fame chimica, dovuta al maggior metabolismo degli zuccheri causato dalla sostanza. Anche dal punto di vista del comportamento gli effetti possono essere visibili: parliamo di potenziale confusione e mancanza di concentrazione, di loquacità o mutismo insoliti, di distrazione dallo studio o da altre attività. 

In generale chi fuma cannabis tende a sviluppare il cosiddetto meccanismo di ricompensa, associando il consumo di cannabis a un momento piacevole e soddisfacente. Il sistema di ricompensa è un gruppo di strutture neurali responsabili della motivazione, dell'apprendimento associativo, e delle emozioni positive, in particolare quelle che coinvolgono il piacere come componente fondamentale, come gioia, euforia ed estasi.

Questo stimola il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore che agisce modulando il comportamento individuale, e che associa la felicità e la soddisfazione individuale all'assunzione della sostanza. 

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