Gli effetti benefici della cannabis sono tantissimi e ormai – sotto molti aspetti – sono paragonati a quelli di alcuni trattamenti farmacologici. Gli effetti della cannabis sono amplificati dall'interazione tra l'organismo umano e i cannabinoidi: il corpo umano è dotato di un gruppo di recettori, detto sistema endocannabinoide, che si attiva appena entra in contatto con i principi attivi della cannabis. Molto interessante il rapporto tra Thc e dopamina.
- Che cos'è il sistema endocannabinoide?
- Il THC
- THC e dopamina: un sacco di false credenze
- Cannabis e PTSD
- Cannabis ed energia
Che cos'è il sistema endocannabinoide?
Il sistema endocannabinoide è costituito da un gruppo di recettori contenuti nelle cellule del corpo umano che, interagendo con i composti presenti all'interno delle piante di cannabis, dà origine agli effetti benefici della cannabis sull'organismo.
Questi recettori sono presenti in tutto l'organismo umano, con maggiori concentrazioni in alcune zone, e sono normalmente attivati dai cosiddetti endocannabinoidi, composti assimilabili a quelli della cannabis, presenti naturalmente all'interno del nostro corpo.
Le molecole contenute nelle piante di Cannabis, dette cannabinoidi o fitocannabinoidi, hanno una struttura molecolare molto simile a quella degli endocannabinoidi prodotti dall'organismo umano e, quindi, attivano gli stessi recettori.
Sia il THC che il CBD interagiscono con questi recettori influenzando l'appetito, le funzioni immunitarie, la gestione del dolore e molti altri fattori.
Il THC
Il THC, o delta-9-tetraidrocannabinolo, è uno dei principi attivi più presenti nella pianta di cannabis. È una sostanza psicogena prodotta dai fiori della pianta di marijuana, che ha moltissimi effetti sull'organismo umano e, se assunto nelle giuste dosi e modalità, può portare risultati positivi.
Il THC altera la coscienza e lo stato mentale di chi lo assume; l'effetto però dipende fortemente dalla quantità e dallo stato psicofisico di chi lo consuma: una dose minima porterà ad un breve e non troppo intenso stato di euforia associato ad un ampliamento delle percezioni emozionali, mentre l'assunzione di THC in dosi elevate può avere spiacevoli effetti sull’umore, che possono tradursi in depressione o aggressività.
Le alterazioni, in senso positivo e negativo sul nostro organismo, si verificano grazie alla presenza dei recettori cannabinoidi CB1 e CB2, presenti nel sistema endocannabinoide del corpo umano. Il nostro corpo, infatti, è capace di produrre i cannabinoidi in maniera endogena e il THC, legandosi ai propri recettori, stimola il rilascio di dopamina da parte di alcune regioni del nostro cervello.
La dopamina è un neurotrasmettitore che agisce sull’umore, sull'alternanza sonno-veglia, sull’attenzione, sulla memoria, sul movimento volontario e tantissimo altro ancora. Il legame del THC con i suoi recettori e la conseguente produzione di dopamina stimolano sensazioni di piacere, concentrazione, sollievo dal dolore e appetito.
THC e dopamina : un sacco di false credenze
Per più di quarant'anni gli scienziati hanno ricollegato l'effetto dell'high – e cioè lo sballo dovuto all'assunzione di cannabis – all'interazione tra THC e dopamina. Ecco come il National Institute on Drug Abuse (NIDA) spiega l'high:
“Il THC, che agisce attraverso i recettori dei cannabinoidi, attiva anche il sistema di ricompensa del cervello, che comprende le regioni che governano la risposta a comportamenti piacevoli sani come il sesso e il mangiare. Come la maggior parte delle altre sostanze d’abuso , il THC stimola i neuroni nel sistema di ricompensa per rilasciare la dopamina chimica di segnalazione a livelli più alti di quanto tipicamente osservato in risposta a stimoli naturali. Questo flusso di dopamina contribuisce al piacere “high” che i consumatori di marijuana cercano”.
Oggi le cose sono un po' cambiate. Gli studi su modelli animali supportavano la teoria appena citata, mentre numerosi studi sull’uomo suggeriscono che nel migliore dei casi, il consumo di cannabis produce solo una modesta quantità di dopamina, al contrario di altre sostanze stimolanti come la cocaina e le anfetamine.
Nel 2015 i ricercatori del King College di Londra hanno condotto una revisione sistematica di tutti gli studi pubblicati – 25, per l’esattezza – e hanno affermato che negli esseri umani non vi è “prova diretta che suggerisca che l’uso di cannabis riguarda il rilascio di dopamina striatale acuta o influenza stato di cronica dei recettori della dopamina su volontari sani”.
Cannabis e PTSD
Il legame tra THC e dopamina è importante per combattere alcune patologie psicologiche, prima tra tutte la cosiddetta sindrome da shock post-traumatico, nota anche con la sigla PTSD - Post traumatic stress disorder.
La chiave per la gestione del PTSD risiede nella memoria: chi ha subito un evento traumatico spesso lo rivive attraverso ricordi, immagini, percezioni e flashback.
Nei soggetti portatori di PTSD è stato accertato un livello più basso di anandamide, un endocannabinoide legato alla gestione e alla produzione di dopamina. Uno degli aspetti centrali del PTSD è perciò la componente deficitaria di endocannabinoidi.
Gli scienzati hanno stabilito che il segnale dei recettori CB-1, in condizioni normali, disattiva memorie traumatiche e permette di dimenticare. Il segnale alterato dei recettori CB-1, causato dal deficit di endocannabinoidi, risulta correlato al consolidamento di memorie avverse, alla diminuzione dell’estinzione della paura e all’ansia.
Il THC sembra essere di enorme aiuto per aumentare i livelli di anandamide nell’organismo. Si ritiene però che sia preferibile associarlo al CBD che ne regola gli effetti collaterali, soprattutto quelli legati ad ansia e paranoia.
Cannabis ed energia
La produzione di dopamina legata all'assunzione di THC ci permette di avvertire un senso di piacere e soddisfazione, che ha un effetto motivazionale sul cervello, grazie alla sensibilità alla sostanza dei recettori dei cannabinoidi CB1 e CB2.
La dopamina viene rilasciata quando facciamo le cose che promuovono la nostra sopravvivenza, come mangiare, imparare cose nuove o fare sesso.
Il rilascio di dopamina ci fa sentire talmente bene, da indurci a rifare queste cose ancora e ancora.
Il sistema di ricompensa della dopamina è collegato all’apprendimento e alla memoria: quando si sperimenta una sensazione di benessere, il cervello associa il contesto circostante e le informazioni che da esso derivano con il piacere imminente.
Ad esempio, quando si sente odore di cibo prima di mangiare, il cervello inizia a rilasciare dopamina in previsione del momento in cui si mangerà. Lo stesso avviene in seguito all'assunzione di THC in dosi moderate.
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