Coltivazione cannabis light

Le varietà di cannabis più produttive

L'obiettivo della coltivazione non è sempre comune a tutti i coltivatori. C'è chi inizia a coltivare per ottenere un raccolto di primissima qualità e si concentra poco sulla resa, c'è chi lo fa per ottenere una grande quantità di infiorescenze e chi lo fa senza pensare troppo al risultato. Quando si coltiva cannabis l'obiettivo principale resta però quello di ottenere il massimo dalle proprie piantine.

Ci sono molti modi per farlo durante le fasi di crescita, ma scegliere genetiche create per produrre quante più cime possibile è il miglior modo per cominciare. 

 

Indoor e outdoor: cosa cambia nella resa?

Coltivare all'aria aperta è il metodo più naturale per produrre marijuana, al pari di ogni altra specie vegetale. La Cannabis è una delle più antiche colture che l'uomo abbia mai portato avanti, ancora oggi ampiamente diffusa. Coltivare cannabis all'aperto richiede solo qualche seme ed una location appropriata. A seconda del clima, le piante richiedono più o meno attenzioni, in quanto sarà la natura stessa ad occuparsi del loro sviluppo. Questo metodo consente di risparmiare tempo e denaro, se eseguito correttamente. L'indoor, invece, non si basa su principi colturali naturali, bensì su metodi scientifici. Con il passare degli anni, questa alternativa si è evoluta enormemente e il progresso sia tecnologico che culturale permette oggi di ottenere ottimi risultati. Per coltivare indoor la vostra Cannabis dovrete inevitabilmente investire denaro, ma la ricompensa saranno deliziose cime compatte. 

Ma cosa cambia tra i due metodi nella quantità del raccolto? Coltivare outdoor permette di ottenere raccolti potenzialmente giganteschi, dal momento che le piante non incontrano alcun tipo di limite nella crescita e ricevono luce in maniera uniforme tutti i giorni. Questo porta la pianta a irrobustirsi e a crescere: maggiore sarà la dimensione della pianta, maggiori saranno i suoi fiori e di conseguenza anche i vostri raccolti. Coltivare indoor obbliga a muoversi in un range di sviluppo definito, dal momento che la pianta potrà occupare solo lo spazio che il coltivatore gli ha messo a disposizione, ma permette di tenere sotto controllo tutti i parametri di sviluppo della pianta, al contrario dell'outdoor, in cui a volte la natura può giocare brutti tiri. 

Le genetiche più produttive


Ecco la nostra top ten delle dieci genetiche di cannabis più produttive. 

 

  1. Purple Chem

La Purple Chem è una fuoriclasse: ha effetti potentissimi, un aspetto accattivante e una resa senza precedenti. Ha un DNA molto ricco, composto da genetiche Chemdawg e pre-98 Bubba Kush. Tende ad occupare tutto lo spazio che ha a disposizione, perciò – soprattutto nell'indoor – conviene piegarla precocemente, per mantenere le altezze al di sotto dei 2m. La sua resa si aggira intorno ai 500-700 gr/m².

All'aperto supera i 2mt d'altezza e può produrre fino a 500gr per pianta. 


  1. Industrial Plant

La Industrial Plant è una varietà al 50% Indica e al 50% Sativa ed è probabilmente la versione più produttiva della leggendaria Northern Lights. Si tratta di un grande classico, noto per il sapore molto speziato e per i suoi effetti estremamente rilassanti ed euforizzanti.

In appena 45-50 giorni produce cime enormi ed allungate di ottima qualità. La proporzione foglia-fiore è del 10-20%, perciò le cime nascono (quasi) pronte ad essere essiccate. Ciò che però la caratterizza resta la resa impressionante: nelle coltivazioni indoor le piante raggiungono il metro d'altezza, mentre all'aperto può superare i 2m e produrre raccolti da oltre 1kg.


  1. Critical Kush

La Critical Kush ha natali molto nobili: viene dall'incrocio tra la OG Kush, una delle varietà più apprezzate negli Stati Uniti, e la Critical. Essendo un ibrido ha conservato tutte le qualità migliori dei suoi genitori e può produrre una grande quantità di cime dal sapore di pino.

Fiorisce in 50-60 giorni e lo fa in maniera molto esuberante. Non cresce eccessivamente, proprio come la Critical, di cui conserva l'aspetto e la struttura, ma sviluppa numerose ramificazioni e produce una cima principale gigantesca. La genetica Kush dà alle cime un aspetto alquanto affascinante, grazie ai suoi cristalli di resina e al suo potente effetto sedativo. Ha un bassissimo contenuto di CBD (1-2%), ma i suoi livelli di THC possono superare il 20%. Per questo motivo ne è consigliata l'assunzione a consumatori esperti.


  1. Big Bud

La Big Bud viene da una genetica antica, la Green Bud Machine, di cui conserva gli aromi e gli effetti. È una miscela di Afghan e Skunk#1 ed ha un aroma che ricorda molto quello dell'hashish. È un'erba dal sapore sublime, con fragranze corpose e pungenti. È una genetica a predominanza indica  e dona al consumatore effetti corporei molto rilassanti.

È una delle varietà che più si addicono al coltivatore principiante, dal momento che ha un'elevata resistenza alle più varie forme di stress che non intaccano di molto le rese produttive. La Big Bud è facile da coltivare e tollera piuttosto bene gli errori da principiante. Fiorisce in 60 giorni al massimo e mantiene una dimensione piuttosto ridotta, che non supera mai il metro d'altezza. Nonostante questo, arriva a produrre fino a 600g/m². 


  1. Moby Dick

La Moby Dick viene da un fortunatissimo mix genetico: è un ibrido di Haze e White Widow, molto resinosa e caratterizzata dal tipico colore verde. Ha un contenuto basso di CBD e alto THC, ma la predominanza Sativa la rende molto piacevole per il consumatore. Provoca un effetto combinato, fisico e mentale: inizialmente induce un 'high' cerebrale molto stimolante e lucido, seguito da effetti corporei molto rilassanti. Ha sentori di terra, pino e legno molto persistenti. 

All'aperto può crescere fino a raggiungere i 3 metri d'altezza nelle zone più calde, motivo per cui nell'indoors conviene potarla precocemente per ottenere le massime rese. Richiede 9-10 settimane per completare la fioritura e produce di media 600g/m².


  1. Brian Berry Cough

La Brian Berry Cough è un pregiato ibrido indica-sativa, che prende il nome da un uomo malato di SLA. Viene dalle genetiche Strawberry Cough, Romulan e Cindy 99. 

Le piante possono raggiungere i 2 metri nelle coltivazioni indoor e i 3m all'aperto in un clima secco e caldo, perciò è consigliato piegare precocemente i rami della Brian Berry Cough per controllarne le dimensioni. Le rese possono essere incredibilmente elevate, pronte dopo appena 8-9 settimane di fioritura. 


  1. Critical Mass

Questa pregiata miscela di genetiche Afghani e Skunk non poteva che essere il nostro primo nome. È una varietà di cannabis Indica molto interessante, sia dal punto di vista del coltivatore che da quello del consumatore. Si tratta di una pianta estremamente produttiva, che fiorisce in tempi ridotti, ed è per questo che è tanto amata dai growers. Quando si fuma, invece, si fa apprezzare per il suo sapore di terra piuttosto pungente e per i prolungati effetti rilassanti e inebrianti.

Le sue rese sono pazzesche: i coltivatori più esperti al sud possono ottenere fino a 1kg per pianta. Le cime della Critical Mass sono molto grandi e le loro dimensioni però le espongono al rischio muffe. Bisogna perciò prestare attenzione all'umidità e – in caso d'emergenza – correre ai ripari molto in fretta. 

Nell'indoor le cime della Critical assumono una struttura compatta. La pianta fiorisce in circa 50 giorni e risponde molto bene alla tecnica SOG. Analogamente, all'aperto e nelle zone climatiche meridionali e calde, la Critical Mass può diventare un vero e proprio cespuglio di marijuana. Con un apporto minimo di fertilizzanti e poche cure, questa pianta può produrre fino a 700gr/m².


  1. Monster

La Monster è un incrocio tra una G13 Hashplant ed un esotico ibrido a predominanza sativa proveniente dal Sud America, del quale conserva il patrimonio genetico. È una pianta caratterizzata da una crescita veloce e diffusa; se non è contenuta nel modo giusto, la Monster occupa tutto lo spazio a sua disposizione. Ha un odore molto pungente e un effetto piacevole ed euforizzante, grazie al contenuto di THC non eccessivo. 

La Monster non tradisce le aspettative né indoor ne outdoor. È molto produttiva e le sue cime mostrano una spiccata resistenza alle muffe. All'aperto può raggiungere i 4mt d'altezza e si dice possa offrire raccolti fino a 3kg nelle zone mediterranee. 


  1. Power Plant

La Power Plant è un ibrido a dominanza sativa con origini sudafricane, famosa per la sua elevata produttività e per gli effetti cerebrali delle sue cime. Quando fu lanciata sul mercato, nel 1997, fece grandissimo clamore: non si era mai vista una sativa produrre cime così straordinarie. La Power Plant ha un pungente sapore di terra e un effetto potentissimo sulla mente. 

È un'erba molto utilizzata per due ragioni: fiorisce in 8 settimane e rimane al di sotto dei 2mt indoor e outdoor, con rese fino a 600g/m² al chiuso e fino a 500-600gr per pianta all'aperto in condizioni climatiche calde. 


  1. Big Foot

La Big Foot è un piccolo mistero: siamo certi della sua esistenza - come la leggendaria creatura da cui prende il nome, ma non sappiamo da dove venga. Si tratta di un ibrido perfettamente bilanciato di indica-sativa, dall'aroma fruttati e dolciastro che provoca prolungati effetti rilassanti.

Quando non viene piegata può facilmente superare i 2 mt d'altezza. La fioritura è veloce e non supera le 7-9 settimane, ma bisogna essere attenti a rimuovere le foglie più grandi per fare in modo che le cime siano esposte uniformemente alla luce. Nelle coltivazioni indoor, e all'aperto con climi molto caldi, produce normalmente 500-600 gr/m².

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