Cannabis bud

Malattie neuro-degenerative e cannabidiolo: quali effetti?

Ecco come il CBD può alleviare i sintomi di epilessia, sclerosi multipla e Alzheimer 

Il cannabidiolo è uno dei più importanti principi attivi della cannabis e – secondo buona parte della comunità medica – rappresenta una cura che potrebbe essere efficace contro i sintomi di epilessia e di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e la sclerosi multipla.

In effetti, tutti i cannabinoidi hanno enormi potenzialità nel trattamento del dolore cronico e di alcune patologie neuro-degerative. Tali molecole potrebbero essere preferiti ai farmaci utilizzati per il trattamento delle stesse malattie, perché i loro effetti collaterali sono meglio tollerati rispetto a quelli dei medicinali a base di oppioidi. Secondo alcuni studi, basse dosi di THC possono addirittura aumentare gli effetti analgesici della morfina e della codeina. Una terapia combinata di oppioidi e cannabinoidi perciò produce effetti antidolorifici a lungo termine sia per il dolore acuto che cronico, in dosaggi talmente bassi da essere privi di sostanziali effetti collaterali.

Gli studi che misurano gli effetti del CBD isolato nel trattamento del dolore acuto non dimostrano effetti benefici, al contrario di quanto dimostrato per il trattamento del dolore patologico. Il CBD ha invece una potente azione analgesica contro le condizioni infiammatorie, e può essere utilizzato in medicina per trattare il dolore cronico infiammatorio e neuropatico.

Il CBG (Cannabigerolo) è un cannabinoide minore con proprietà analgesiche contro il dolore infiammatorio; agisce aumentando il tono endocannabinoide, permettendo al anandamide di agire a più lungo raggio e di aumentare in maniera sinergica gli effetti antidolorifici del THC. Lo stesso si può dire anche per il Cannabicromene (CBC), che potenzia gli effetti antidolorifici del THC.



CBD ed epilessia: cosa succede?

L'epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale in cui l'attività delle cellule nervose nel cervello si interrompe causando convulsioni, periodi di comportamento insolito e perdita di coscienza. I sintomi possono variare da caso a caso: durante la crisi alcune persone si fissano a guardare un punto per alcuni secondi, mentre altre possono arrivare a contrarre ripetutamente braccia e gambe. Anche le crisi lievi necessitano di essere trattate, perché possono risultare pericolose durante attività come la guida o il nuoto. Il trattamento a base di farmaci e/o chirurgia è in grado di tenere sotto controllo la condizione nell'80% dei casi.

Ci sono purtroppo delle forme di epilessia molto gravi, che resistono ai trattamenti farmacologici. Gli oli a base di CBD, con una piccola quantità di THC, riducono anche più del 50% le crisi epilettiche nei bambini che soffrono di epilessia grave farmaco-resistente. 

Gli esperti della University of Saskatchewan hanno testato un olio curativo a base di CBD al 95% e di THC al 5% su bambini che soffrono di gravi forme di epilessia resistente ai farmaci. Analizzando i dati raccolti in seguito alla somministrazione di questo farmaco, i ricercatori hanno notato che in tre dei sette bambini partecipanti allo studio le crisi epilettiche erano scomparse e, in generale, in tutti i bambini le crisi epilettiche erano diminuite anche oltre il 50%


CBD e sclerosi multipla 

La Sclerosi Multipla (SM) è una malattia autoimmune che logora progressivamente il sistema nervoso centrale, il cervello ed il midollo spinale. In seguito alla degenerazione del sistema nervoso i pazienti accusano sintomi quali la perdita progressiva delle abilità motorie e della vista, l'indebolimento del sistema muscolare, la comparsa di problemi relativi al sistema urinario, oltre a dolore cronico, disturbi del sonno e spasticità.

Il CBD è un alleato potentissimo nel trattamento dei sintomi della sclerosi multipla: è fondamentale per ridurre gli spasmi muscolari – grazie alla sua capacità miorilassante; aiuta a ridurre il dolore, grazie al suo potere analgesico, allevia i disturbi del sonno e può persino avere un ruolo nella lotta ai problemi urinari. 

Uno studio condotto dall’Università di Catania ha analizzato i dati clinici di 1534 pazienti da SM, rivelando che, dopo il primo mese di trattamento con cannabis terapeutica somministrata sotto forma di spray, il 61,9% dei pazienti aveva riscontrato una diminuzione dei sintomi come crampi e spasmi notturni.

C'è un altro aspetto importante legato alla degenerazione causata dalla sclerosi multipla: i farmaci utilizzati per curarne i sintomi – spesso forti antidepressivi e antispasmodici – hanno importanti effetti collaterali e, nel lungo periodo, causano declino cognitivo e alterazione dello stato di coscienza; secondo il Consorzio dei Centri per la Sclerosi Multipla (CMSC) ed il relativo studio “Complementary and Alternative Medicine: Controversial and unconventional therapies”, l’impatto della cannabis medica sulle capacità cognitive è notevolmente inferiore rispetto a quello dei trattamenti farmacologici convenzionali. 


CBD e malattia di Alzheimer 

La Malattia di Alzheimer (AD) è una malattia degenerativa cronica che colpisce il cervello ed è parzialmente caratterizzata dalla perdita neuronale selettiva e da deficit cognitivi. Secondo gli scienziati, le cause dell'Alzheimer sono in parte genetiche e in parte ambientali; sono stati individuati una serie di fattori di rischio, quali la mancanza di esercizio fisico, l'obesità, l'ipertensione, il diabete, la depressione e il fumo

Studi preclinici suggeriscono che il sistema endocannabinoide protegge dalla eccitotossicità, e cioè dall'eccesso della liberazione dei neurotrasmettitori, dallo stress ossidativo e dalla infiammazione, che sono le cause scatenanti della Sindrome di Alzheimer. Inoltre è stato dimostrato che gli endocannabinoidi diminuiscono la permeabilità della membrana neuronale, impedendo alla proteina β-amiloide di attraversarla e di uccidere i neuroni.

La protezione dei neuroni, infatti, riduce la progressione della degenerazione cellulare e aiuta a preservare le capacità cognitive e motorie con il risultato di alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente.

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