Seminare autofiorenti

La coltivazione della cannabis autofiorente

In questo articolo vi racconteremo come si effettua la coltivazione della cannabis con semi autofiorenti, le differenze con i semi femminizzati ed altri segreti ancora. Leggi tutto l'articolo per scoprire i trucchi per portare avanti al meglio questo tipo di coltivazione. Nello specifico vi parleremo di:

  1. Cannabis autofiorente
  2. Cosa cambia rispetto ai semi femminizzati?
  3. Coltivare autofiorenti indoor
  4. Ciclo di luce per autofiorente indoor

Cannabis light

Cannabis autofiorente

Le esigenze dei coltivatori di cannabis sono tante e grazie a studi scientifici e progresso tecnologico sono arrivati un po' di trucchetti utili ad aggirare un i limiti imposti dalla natura. Il ciclo di vita della cannabis può arrivare anche a 10 mesi, mentre con i semi di autofiorenti  si arriva a fioritura in 2-4 settimane. Capirete perché le varietà autofiorenti sono le più richieste dai coltivatori amatoriali di cannabis!

Per poter fiorire, le piante di cannabis autofiorenti devono essere esposte alla luce per 12 ore per tutto il ciclo di vita; si tratta di semi che non possono fiorire all'esterno, dal momento che le ore di luce naturale durante il giorno non sono quasi mai così tante. Queste varietà di cannabis sono piante Indica o Sativa ibridate con esemplari di Ruderalis, una genetica che cresce in zone dove l’estate è breve ma le ore di luce sono molte, anche 22 al giorno. È proprio la Ruderalis a determinare la fase di fioritura molto breve, mentre l'ibridazione con Indica e Sativa è necessaria per aumentare la concentrazione di THC, di cui la Ruderalis non è ricca. 


Cosa cambia rispetto ai semi femminizzati?

I semi femminizzati sono arrivati all’inizio degli anni 2000, quando la scienza ha scoperto che la Cannabis è soggetta alla possibilità di un cambio di sesso tramite induzione chimica. Le varietà di cannabis autofiorenti vengono da ibridazioni genetiche che le portano a fiorire in 2-4 settimane, indipendentemente dalle ore di luce a cui sono sottoposte. I semi autofiorenti sono perfetti se si ha bisogno di avviare diverse coltivazioni durante l'anno, indipendentemente dalla stagione, o se si dispone di un piccolo spazio di coltivazione: le piante nate da semi autofiorenti risultano più piccole rispetto alla stessa varietà fatta germogliare in modo classico e di conseguenza anche i raccolti saranno più modesti, ma sicuri

Cannabis light

Le piante di cannabis femminizzate, invece, hanno bisogno di un periodo vegetativo più lungo e quando crescono in condizioni ottimali possono raggiungere dimensioni considerevoli. A differenza delle piante derivate da semi autofiorenti - che hanno una fase vegetativa molto breve - le piante femminizzate si possono potare. Un'altra differenza da non trascurare è che le piante derivate da semi femminizzati possono anche essere clonate: possono cioè essere duplicate attraverso una talea che può essere ripiantata, mantenendo età e composizione genetica della pianta madre.

Il clone ottenuto da semi femminizzati avrà ancora abbastanza tempo per crescere durante la fase vegetativa, mentre nel caso delle piante di cannabis autofiorenti il clone inizierebbe a fiorire dopo essere stato interrato, dando un raccolto scarso o addirittura inesistente. 


Coltivare autofiorenti indoor

Le piante di cannabis derivate da semi autofiorenti possono essere coltivate solo indoor, poiché hanno bisogno di almeno 12 ore di luce per tutto il periodo di crescita. Essendo geneticamente modificate, le autofiorenti non rispondono alla luce come le piante normali e la loro fioritura è legata all'età della pianta, non all'illuminazione. Crescono in circa 8 settimane e non superano i 50–70cm di altezza. Le piante autofiorenti, a differenza delle altre varietà di cannabis, non ammettono errori: il loro ciclo di vita è troppo breve e anche il più piccolo stress può risultare fatale e fare la differenza tra un raccolto di successo e un grande buco nell'acqua.

La regola fondamentale è non trapiantarle; quando subiscono stress elevati, le autofiorenti smettono di crescere perciò conviene piantarle nel vaso definitivo fin dall'inizio. Non servono vasi di grandi dimensioni, poiché queste piante non raggiungono mai dimensioni esagerate, ma devono comunque trattarsi di vasi grandi abbastanza da permettere la crescita delle radici. 

Rispetto alle varietà fotoperiodiche, la cannabis autofiorente dà il meglio di se in terreni leggeri e ariosi con bassi livelli di sostanze nutritive. Vi consigliamo di creare un miscela home-made, utilizzando terriccio leggermente fertilizzato e non deve essere troppo compatto, per permettere alle radici di accedere facilmente all'ossigeno. I mix di terriccio universale, infatti, presentano quantità eccessive di azoto o di altre sostanze che non piaceranno molto alle vostre piantine. 

Vi consigliamo queste proporzioni per realizzare la vostra miscela di terriccio home made:

  • 3 parti di torba;
  • 3 parti di compost;
  • 2 parti di perlite umida;
  • 1 parte di vermiculite umida. 

Semi di cannabis

Una volta che avrete piantato i vostri semi autofiorenti, dovrete fornirgli acqua e sostanze nutritive. Le piante di cannabis autofiorenti devono essere innaffiate al bisogno e non secondo uno schema predefinito: una irrigazione eccessiva potrebbe infatti rivelarsi fatale. Prima di innaffiare nuovamente le vostre piantine, dovrete essere  sicuri che il terreno sia asciutto. Per farlo con facilità vi consigliamo di sollevare il vaso e valutarne il peso: se è leggero, vuol dire che il terreno è asciutto ed è ora di dare altra acqua alle vostre piante; se il vaso è pesante, dovrete aspettare qualche giorno in più. Innaffiate solo quando il vaso è leggero, vorrà dire che il terreno è completamente asciutto.

Per quanto riguarda le sostanze nutritive, invece, dovete tenere presente che le necessità di nutrimento delle autofiorenti sono differenti rispetto a quelle delle piante regolari. Generalmente quando si fanno germinare dei semi fotoperiodici regolari, la piantina appena nata avrà bisogno di molto azoto per crescere alta, forte e robusta. Nel caso dei semi autofiorenti, invece, dopo la fase di germinazione, bisognerà somministrare prodotti con percentuali minime di azoto e alte di potassio e fosforo.

Coltivando indoor, i fertilizzanti acquisiscono davvero grande importanza: bisogna scegliere prodotti specifici, calibrati anche sulla fase che sta vivendo la pianta:

  • nella fase di germinazione si consiglia di utilizzare uno stimolatore radicale;
  • nella fase di fioritura occorrono fertilizzanti bi-componenti, necessariu alla crescita della piantina;
  • nell'ultima fase prima del raccolto si potranno utilizzare stimolatori per la fioritura.
Cannabis fiori

Le piante di cannabis autofiorenti hanno bisogno di un adeguato ricircolo dell'aria. Basterà anche un ventilatore, per tenere bassi i livelli di umidità ed evitare la formazione di muffe. È importante rimuovere le foglie secche che spesso compaiono alla fine della fase di fioritura, per garantire una buona aerazione delle infiorescenze ormai mature. Anche la temperatura è molto importante e deve essere compresa tra 20 e 25°C. Gli eccessi di calore, sia in positivo che in negativo, possono stressare la pianta e rallentarne la crescita.

Ciclo di illuminazione per auto fiorente indoor

Come avrete ben capito, la luce è fondamentale nel ciclo di vita delle piante autofiorenti e la scelta del tipo di lampada è di vitale importanza: bisognerà garantire uno spettro di luce simile a quella dei raggi del sole, che nella fase di fioritura deve tendere verso il rosso, per consentire la fotosintesi clorofilliana. Con le autofiorenti non è necessario modificare i cicli di illuminazione, anzi conviene impostare il ciclo su uno schema fisso - ad esempio 18 ore di luce e 6 di buio - per l'intera durata del ciclo. Si possono esporre le piante anche a luce costante h24, ma si ritiene che questo schema non porti un miglioramento tale da giustificare il dispendio enorme di energia.

Quale lampada scegliere? Negli ultimi tempi le lampade a led stanno rimpiazzato le luci HPS al sodio, molto utilizzate fino ad oggi. Sono meno economiche, ma permettono di risparmiare energia, rendendo la coltivazione meno costosa e più ecologica; se poi sono a raggi UV potranno incidere positivamente sul raccolto. 

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