Fiore di cannabis light

Smettere di fumare le sigarette con la Cannabis light

Il fumo causa 83.000 decessi l'anno. Se fino a venti o trent'anni fa non si era a conoscenza dei rischi che si celavano dietro a una sigaretta, oggi siamo tutti consapevoli che fumare fa male. Anzi, malissimo. Smettere di fumare è un atto doveroso, per se stessi e per i propri cari. In Italia – nonostante 15 anni di divieto di fumo - non diminuisce il numero dei fumatori. Negli ultimi dieci anni, però, è diminuita la quantità di sigarette consumate al giorno: sono 11,6 milioni gli amanti delle bionde, più di un italiano su cinque. Gli uomini sono 7,1 milioni e le donne 4,5 milioni. Di certo qualcosa si è mosso, ma non è abbastanza!

 

Lotta al fumo delle sigarette

La lotta al fumo si fa sempre più agguerrita: da qualche anno è vietato fumare nei pressi di ospedali e scuole, lungo i binari, al ristorante o in spiaggia sotto l'ombrellone. Queste misure nascono come deterrenti e, su qualcuno, funzionano. Ci sono però i tabagisti convinti, quelli che non riescono a immaginarsi senza sigarette e accendino nella tasca, che – probabilmente – non smetteranno mai. Il problema, soprattutto per questa categoria di fumatori, sta nel ricostruire da zero la routine. Il tabagista accanito vive pregustando la sigaretta successiva, partendo da quella del mattino fino all'ultima prima di andare a letto. Il tabagista accanito fuma anche se si sveglia nel cuore della notte o quando ha l'influenza.

Molti mozziconi di sigarette

Per molti fumatori, invece, non si tratta tanto di dipendenza dal tabacco, ma dal gesto di fumare. Tenere la sigaretta tra le dita, per molti di loro, è rilassante, rassicurante e piacevole. Spesso la sigaretta è associata a un'azione precisa, come aspettare la metro o bere un drink in compagnia. Sono questi i fumatori più difficili da convincere: associano l'atto di fumare a qualsiasi cosa e sono delusi dall immaginare la stessa cosa senza una sigaretta tra le dita.

Noi ne abbiamo incontrato uno, che ci ha raccontato la sua storia. Si chiama Emanuele, vive a Vercelli e di mestiere fa il barista. Comincia a lavorare anche molto presto al mattino, se ha il turno di apertura, ma il sonno e il freddo delle cinque non lo distraggono dal suo chiodo fisso: la sigaretta. Lo abbiamo conosciuto nel suo bar, quando eravamo a Vercelli per la presentazione del documentario Terre di Cannabis. Ci ha raccontato una bella storia su come la cannabis lo abbia aiutato a smettere di fumare, dopo mille tentativi vani.  


Smettere di fumare: quale metodo scegliere? 

Fino a qualche anno fa, se volevi smettere di fumare avevi tre opzioni: riempirti di cerotti, masticare chewing gum come un adolescente o dire del tutto addio alla nicotina e cominciare una vita nuova. Molti sono riusciti a smettere, ma altri – come Emanuele - hanno fallito, soprattutto perché non sono mai riusciti ad abbandonare del tutto la mentalità del fumatore. Se ogni giorno si deve combattere una guerra con un pacchetto di sigarette immaginario, tanto vale ricominciare. Oggi, invece, se si ha voglia di dire addio al tabacco senza rinunciare del tutto al gesto di fumare si può scegliere la cannabis light, per concedersi un momento di pausa durante la giornata o per rilassarsi prima di andare a letto. 

Una sigaretta in piedi con la cenere che la consuma

Il consumo di cannabis può aiutare ad alleviare la dipendenza da nicotina: si sostituisce il tabacco con la marijuana light e, gradualmente, si abbandonano le sigarette. C'è di più: confrontando la sigaretta elettronica con le altre terapie sostitutive della nicotina, la prima risulta decisamente più efficace per smettere di fumare. Chi le ha provate lo sa: il gesto placa la dipendenza psicologica e il vapore dà la medesima soddisfazione del fumo.

Secondo uno studio dell'istituto inglese per la ricerca sulla salute e sul cancro, chi utilizza e-cig raggiunge un tasso di astinenza del 18%. Al contrario, i soggetti trattati con terapie sostitutive diverse hanno raggiunto un tasso di astinenza di circa il 9%. Il liquido per sigarette elettroniche al CBD è un ottimo modo per smettere di fumare, soprattutto per chi fuma da molto tempo e non riesce a dire addio alle bionde.

Se invece si vuole dire del tutto addio al fumo di tabacco si può scegliere il vaporizzatore, uno strumento che permette di “fumare” la marijuana senza bruciarla, riscaldandola fino al punto di ebollizione dei cannabinoidi. 


Fumare o vaporizzare: le differenze 

La combustione della cannabis è identica – nelle modalità – a quella del tabacco, con cui la sostanza viene spesso mescolata proprio perché possa bruciare meglio. E si sa, il fumo fa male. La temperatura consigliata per una assunzione ottimale della cannabis è di circa 170°, ma la combustione sfiora picchi molto più alti. Questo, oltre a generare sostanze cancerogene che vengono assorbite dall'organismo, manda letteralmente in fumo buona parte del THC contenuto nell'erba.

Il THC, infatti, non ama le temperature superiori ai 157°, e infatti la quantità di principio attivo assunta mediante combustione non è mai superiore al 25%. Bruciando, le molecole della cannabis si scompongono e danno vita ai cosiddetti radicali liberi, che generano tossine molto dannose per l'organismo.

Analisi mirate hanno dimostrato che il fumo sprigionato dagli spinelli contiene solo un 10% di cannabinoidi, mentre la parte rimanente è costituita da prodotti combustibili, tra cui i cosiddetti PAH, gli idrocarburi policiclici aromatici. 

Confezione piena di cannabis

La vaporizzazione è di certo la strada migliore, sia per tutelare la nostra salute che per essere sicuri di assumere la maggior quantità di principio attivo possibile. Con la vaporizzazione è possibile controllare la temperatura a cui la cannabis viene sottoposta, con il risultato di salvare buona parte di cannabinoidi e terpeni. Il THC va in ebollizione a circa 157°: di solito si riesce ad assumere circa il 46% della sostanza contenuta nell'erba vaporizzata. Contrariamente al fumo sprigionato dallo spinello, il vapore contiene circa il 90% di cannabinoidi e solo il 10% di altre sostanze, comunque meno dannose di quelle generate dalla combustione ad altissime temperature. 


Come il CBD può aiutare a smettere di fumare? 

Questa particolare utilità del CBD è veramente una scoperta piuttosto recente. L’idea è stata resa pubblica per la prima volta nel 2013 in uno studio preliminare condotto da un gruppo di ricercatori e pubblicato dalla rivista Addict Behav, in un articolo che indagava la potenziale azione del consumo di CBD (tramite inalatore concentrato) per fumatori desiderosi di limitare l’uso di sigarette. Lo studio era davvero di dimensioni e di importanza ridotta, ma suggeriva che la strada fosse quella giusta, visto che il consumo di tabacco era calato nei soggetti sottoposti al test in questione del 40%

Da allora il Cannabidiolo è stato molto studiato e la conoscenza di questa molecola e delle sue reazioni con il corpo umano è aumentata in modo considerevole. Nel 2018, presso lo University College London, è stato realizzato uno studio più completo, portato a termine grazie a un approccio molto diverso dal solito. L'obiettivo dello studio era capire che cosa cosa succede ai fumatori che cercano di smettere di fumare, quando utilizzano il CBD.

I ricercatori inglesi hanno scoperto che questa sostanza, se assunta in dosi precise per un periodo prolungato, va a limitare i processi neurocognitivi che generano la voglia di tabacco nel cervello dei soggetti dipendenti. Il CBD quindi bloccherebbe la voglia del fumatore prima che essa si formi nel nostro cervello, impedendo così al fumatore di percepire il bisogno.

Questa potrebbe essere una vera rivoluzione nel mondo della lotta al tabagismo: non più rimedi per combattere la voglia di fumare, ma un sistema naturale per annientare a monte. 

Vaporizzatore per erba


Emanuele e la cannabis light 

Emanuele era stufo delle sigarette. Non ne poteva più di avere il fiato corto e le unghie ingiallite. La sua carriera nel mondo del tabagismo era cominciata 17 anni prima, quando era solo un quindicenne, e ora tutti quegli anni pesavano come macigni.

Emanuele fumava circa 20 sigarette al giorno, troppe. Aveva provato di tutto per smettere di fumare: cerotti, chewingum e pasticche di ogni tipo, integratori, agopuntura. Nessun risultato. Ogni tanto prendeva una decisione drastica: buttava nell'immondizia il pacchetto di sigarette semivuoto e giurava che non ne avrebbe mai più comprato uno. Uno o due giorni dopo tornava dal tabaccaio, con un po' di vergogna e un'infinita voglia di fumare. 

È proprio durante la sua ennesima debacle che si imbatte nella cannabis light. Era tornato dal tabaccaio dopo 4 giorni di astinenza forzata, faticosa ma estremamente soddisfacente. Ormai era deciso, non ne poteva più. Stava combattendo quella battaglia con convinzione, fumare nel 2018 era roba da stupidi. Ma c'era un problema da risolvere: ogni tanto sentiva il bisogno di fumare e – in quei momenti – il solo pensiero di una sigaretta gli faceva venire l'acquolina in bocca.

Quella confezione di CBD in bellavista sul bancone del tabaccaio gli era sembrata un segno del destino: la compra, insieme al necessario per fumare la sua nuova marijuana light. La prova appena arrivato a casa e sente il sapore della libertà; era sicuro che questa volta ce l'avrebbe fatta. E così è stato. Ha resistito per qualche mese e poi ha capito che non sarebbe mai più tornato indietro. Dopo sei mesi è addirittura passato al vaporizzatore, dicendo per sempre addio al fumo! ù

Una guida spiega perché è così difficile smettere di fumare:

 

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