Il ritorno di una fibra resistente, economica e green
Oggi più che mai si parla di sostenibilità, e non solo nella moda. La cultura green si sta diffondendo anche in quegli ambienti che fino ad oggi non risultavano particolarmente interessati all'ambiente, grazie a una generale campagna di sensibilizzazione portata avanti da brand e istituzioni. La tendenza green abbraccia tipologie di prodotti anche molto diversi tra loro e spazia dall’abbigliamento agli accessori, passando per la cosmesi e l’interior design.
Il tema è sempre più discusso anche nel mondo della moda: l’industria dell’abbigliamento e delle scarpe incide sull’8% delle emissioni globali di gas serra, per un valore pari a 3,990 milioni di tonnellate di CO2, con il cuoio in cima alla lista dei materiali più inquinanti. Secondo la Ellen MacArthur Foundation, il settore tessile, con i suoi 1,2 bilioni di tonnellate annuali, supera la somma delle emissioni dovute al trasporto aereo e marittimo.
È arrivato il momento di invertire la rotta e iniziare a prendere in considerazione materie prime più ecologiche, che richiedano meno processi per essere trasformate. Ecco perché negli ultimi anni, complice la sua legalizzazione in molti paesi del mondo, il dibattito sull'utilizzo della canapa come fibra tessile si è fatto più intenso.
Cos'è la canapa?
La canapa è una fibra tessile naturale estratta dall’omonima pianta erbacea della specie cannabis sativa, che significa “canapa utile”. È una pianta che fiorisce in aree con climi temperati e che cresce bene sulla maggior parte dei terreni. Si tratta di una pianta dai rendimenti molto alti in termini di raccolto, che richiede poche cure e poca acqua.
La canapa è veramente una fibra ecologica: per crescere bene non necessita di pesticidi, diserbanti e fertilizzanti e può raggiungere un’altezza di 2-5 metri in soli tre mesi. Ha un’alta resa di fibre estratte per ettaro di terra coltivato; può produrre il 250% in più di fibre tessili rispetto al cotone e il 600% in più rispetto al lino, a parità di terreno utilizzato.
La coltivazione della canapa ha degli aspetti positivi anche per il terreno su cui viene avviata: le radici crescono fino tre metri sottoterra e proteggono il terreno dal deflusso, preservando le strutture del sottosuolo.
La canapa tessile è stata utilizzata per la prima volta più di 8000 anni fa, ed è attestato il suo utilizzo dalle prime civiltà comparse in Asia, Medio Oriente e Cina.
Vestiti di canapa: l'industria tessile
C'è un proverbio che attesta quanto sia antico l'utilizzo della cannabis come fibra tessile: “Disse un giorno la canapa al lino: tu ti strappi quando io mi raffino”. La canapa è stata utilizzata per fabbricare abiti e biancheria, grazie alla sua elevata resistenza; fino agli anni Sessanta era ancora uno dei principali tessuti diffusi nel nostro Paese, che la esportava in grandi quantità.
Negli anni Sessanta e Settanta c'è stata un'inversione di rotta e quella che era una fibra tessile diffusa e redditizia è diventata una droga, bandita da ogni tipo di commercio legale.
Nell'immaginario comune la canapa è una fibra grezza, grossolana, rigida e poco elegante; quel che non si sa è che dalla canapa si possono ottenere tessuti morbidi, utilizzabili anche per confezionare vestiti da donna. «Il lino è sicuramente un tessuto più fine» spiega Piero Diddi, perito tessile di Fibranova e specializzato in fibre naturali. «Ma la canapa è senz’altro più resistente e, proprio perché ha la cavità interna di diametro maggiore, riesce ad assorbire meglio l’umidità. Inoltre, mentre il lino è indicato soprattutto per i mesi estivi, la canapa si può indossare tutto l’anno, essendo fresca d’estate e calda d’inverno. C’è anche da dire che mentre un indumento di lino sgualcisce rapidamente con l’uso, i tessuti di canapa sono più versatili, perché le pieghe che si formano sono più dolci. Un altro aspetto importante è quello di poter offrire una fibra che non necessita di trattamenti chimici di sintesi e che quindi è anche antiallergica. Infine, a differenza del cotone, non esiste canapa modificata geneticamente».
A questi numerosi vantaggi si potrebbe anche aggiungere quello non trascurabile che la canapa, nel nostro Paese, potenzialmente si può seminare, coltivare e trasformare senza varcare i confini nazionali e spesso neanche quelli regionali: per questo il tessuto di canapa è quello più adatto per andare nella direzione di una filiera corta, e a basso impatto ambientale, anche in campo tessile.
Spesso, oltre ad abiti realizzati al 100% in fibra di canapa, si trovano in commercio tessuti composti da canapa e lino o da canapa e cotone in percentuali variabili (55% canapa e 45% cotone, 50% canapa e 50% lino) che permettono di unire le qualità di queste tre fibre preziose.
Persino Levi’s, l’azienda che ha fatto dei jeans un’icona dell’abbigliamento, è pronta a sdoganare l'utilizzo della canapa per realizzare i propri prodotti. Indiscrezioni dall'America parlano di uno studio in fase avanzata, tanto che lo scorso l'azienda marzo ha lanciato un jeans e una giacca la cui etichetta riportava un mix di canapa (31%) e cotone. La collezione prende il nome Levi's Wellthreat x Outerknown e ha in catalogo anche magliette create in denim riciclato e miscele di cotone/canapa. Ma entro cinque anni, secondo quanto dichiarato a Business Insider dal responsabile per l'innovazione di Levi Strauss & Co, Paul Dillinger, la canapa potrà essere usata al 100%.
La lavorazione della fibra di canapa
La lavorazione della fibra tessile è del tutto meccanica e questo comporta un gran bel vantaggio in termini ambientali. Non richiedendo l'uso di sostanze chimiche rende la sua sostenibilità reale rispetto ai concorrenti, basti pensare che un campo coltivato a canapa richiede il 30% dell'acqua che serve per irrigare un campo di cotone delle stesse dimensioni.
Oggi i macchinari a disposizione dell'industria tessile permettono di produrre fibre di canapa abbastanza morbide e brillanti, ottime anche per realizzare i tessuti più pregiati. La trama dei tessuti in pura canapa ricorda quella del lino, attirando l’occhio con le sue sottili variazioni di spessore, ma è anche versatile e può essere miscelata con altre fibre per creare molti look diversi e renderla ancora più confortevole. La versatilità della canapa come tessuto è davvero sbalorditiva: le fibre di canapa possono essere tessute da sole o miscelate con altre fibre per produrre intrecci di tela robusta e leggera, in una gamma illimitata di colori e finiture.
La resistenza alla trazione della fibra di canapa è otto volte superiore a quella del cotone, motivo per cui la canapa è stata usata per produrre vele e corde per la marina britannica e americana per decenni. È ipoallergenico e non irritante per la pelle e, secondo alcuni test, sarebbe in grado di uccidere lo stafilococco e altri batteri che vengono a contatto con la sua superficie.