Cannabis da mangiare

Canapa alimentare: cosa dice la normativa?

In questo articolo parleremo della canapa all'interno degli alimenti, del suo utilizzo nei prodotti commestibili e di come questa pianta sta conquistando sempre di più grosse fette di mercato nell'industria alimentare. Nello specifico vi racconteremo:

  1. Cosa dice la legge
  2. Il Thc nel cibo
  3. Cbd e digestione
  4. Cannabis come integratore alimentare

La cannabis light è ovunque, anche sugli scaffali del tuo supermercato di fiducia. La legge 242 del 2016, entrata in vigore nel 2018, ha legalizzato la coltivazione di cannabis sativa priva di THC per usi industriali in particolare nel settore alimentare.

A partire da gennaio 2018 i prodotti alimentari derivati dalla canapa sono diventati un must.

Viviamo nell'epoca del mangiamolo strano: il web ci fornisce di continuo informazioni sul cibo e, negli ultimi anni, nuove consapevolezze hanno orientato le abitudini alimentari delle persone.

Rispetto a 10 anni fa, oggi sono molte di più le persone attente a ciò che mangiano; non parliamo solo di healthy foodies, appassionati di cucina sana e  bilanciata, ma di mamme e nonne che – giorno dopo giorno – hanno aperto i loro ricettari a semi, legumi esotici e farine molto diverse dalla leggendaria 00. 

La canapa fa bene e si è guadagnata con fatica un posto nell'olimpo dei superfood. Tutti ne parlano, la parola “superfood” è uno dei trend di ricerca di Google nel 2019, ma cosa sono in realtà?

Il Ministero della salute non ha ancora compilato una definizione ufficiale su questa categoria di prodotti, ma con la parola “superfood” ci si riferisce a quegli alimenti che potremmo definire come un vero e proprio toccasana.

Si tratta di prodotti alimentari che mostrano proprietà benefiche per la salute, dovute alle caratteristiche nutrizionali o alla concentrazione di alcuni elementi chimici benefici.

Non c'è una definizione scientifica, e di certo le bacche di goji non faranno ringiovanire la nonna, ma integrare alcuni di questi elementi in una dieta sana ed equilibrata associata a una buona dose di attività fisica, sicuramente renderà più felice corpo e mente. 

Confetti al Cbd

Qualche esempio di superfood? La radice di ginseng, il guaranà, le bacche di goji, i semi di chia, l'avocado, la curcuma e, ovviamente, i semi di cannabis. 

Cosa dice la legge 

La legge 2 dicembre 2016, n. 242 denominata “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” ha consentito la coltivazione della canapa industriale in Italia, esclusivamente per la produzione di fibre o per usi diversi da quello farmaceutico.

Le varietà di canapa che la legge, entrata in vigore nel 2018, consente di coltivare solo quelle iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole: si tratta di piante nate da semi certificati, provenienti dal territorio italiano, private del THC entro il limite tassativo dello 0,2%.  

A partire dal 2018 le coltivazioni di canapa sono aumentate in maniera esponenziale e, secondo dati Coldiretti, i 400 ettari del 2013 sono diventati circa circa 4000 nel 2018.

Moltissime aziende agricole hanno scelto di dedicare il loro lavoro alla coltivazione della cannabis, grazie anche a realtà come la nostra: Terre di Cannabis ha creato una rete di coltivatori di cannabis anche molto lontani tra loro, che collaborano quotidianamente per la realizzazione di un grande progetto comune. 

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Nel 2016 è arrivato l'ok alla coltivazione e alla vendita, non senza intoppi e cambi di rotta.

I tentennamenti hanno riguardato perlopiù la cannabis light venduta a scopo ricreativo, osteggiata da buona parte dei parlamentari della Lega e in particolare dall'ex Ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Per birre, biscotti, farine e infusi invece non ci sono stati grossi problemi. Al contrario, la questione della cannabis light nei prodotti alimentari è stata a lungo trascurata.

A 4 anni dall'approvazione della legge non c'erano ancora disposizioni certe sulla quantità di principio attivo consentita all'interno dei prodotti derivati dalla canapa.

Poi, nel gennaio 2020, è finalmente arrivata una pronuncia ufficiale e l'utilizzo della cannabis è stato regolamentato anche a tavola. Il 15 gennaio 2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il provvedimento del Ministero della Salute che disciplina il limite di THC nei prodotti dell'industria agro-alimentare, come semi di canapa, farina, olio e integratori.

Cannabis light

Il decreto del Ministero della Salute fissa il quantitativo massimo consentito di THC negli alimenti, diversificando per ogni tipologia di prodotto; il catalogo dovrà essere aggiornato tutte le volte che si lancerà sul mercato un nuovo prodotto alimentare a base di canapa industriale.

Il limite permesso di thc è di 2 milligrammi per kg nei semi di canapa, nella farina e negli integratori a base di canapa, mentre nell’olio ottenuto dalla spremitura dei semi il limite sale a 5 milligrammi al kg.

Il THC nel cibo

Assumere cannabis per inalazione è molto diverso dall'assumerla attraverso il cibo.

Ci sono notevoli differenze da prendere in considerazione per quanto riguarda gli effetti, i dosaggi e le precauzioni da prendere quando si decide di assumere cannabis attraverso l'apparato digerente.

Innanzi tutto bisogna considerare il tempo che passa tra l'assunzione e il manifestarsi degli effetti: se con l’inalazione il THC inizia la sua azione nel giro di pochi minuti, passando rapidamente dai polmoni al sangue al sistema nervoso, quando la cannabis viene assunta come alimento il processo risulterà molto più lento.

L'effetto arriva dopo, ma è sensibilmente più duraturo: se gli effetti di uno spinello svaniscono in massimo un paio ore, quelli di un biscotto a base di marijuana possono durare anche mezza giornata.

Un’altra differenza tra la cannabis inalata e quella assunta come cibo è di carattere biologico. Tra i metaboliti che il nostro corpo produce elaborando il THC c’è il 11-Hidroxi-THC (11-OH-THC).

Quando la cannabis viene inalata, il THC trasformato in 11-Hidroxi-THC dall'organismo è molto poco, mentre quando la cannabis viene ingerita tale il metabolita aumenta notevolmente, arrivando talvolta ad un rapporto 1:1. 

Coltivazione cannabis light

Questo incide in maniera significativa sulla nostra reazione neurologica: il 11-Hidroxi-THC risulta molto più potente del THC, perché riesce a superare con più facilità la barriera emato-encefalica.

È per questo che la legge 242/2016 ha fatto una piccola rivoluzione soprattutto nel mondo della cannabis terapeutica: poter assumere il THC attraverso l'apparato digerente ha garantito effetti più intensi a tutti coloro che assumono la marijuana per ragioni mediche, con l'obiettivo di ridurre dolore cronico e spasmi muscolari.

Regolare il contenuto di THC nei cibi a base di marijuana non è affatto facile, anche perché ogni alimento ha dosaggi diversi e lo stesso vale per ogni tipo di erba, ma – oggi -  grazie al provvedimento del Ministero della Salute sapremo con certezza la misura del THC negli alimenti che stiamo utilizzando. 

Cbd e digestione

Cosa succede al cannabidiolo dopo essere entrato nel nostro organismo? Non si trasforma in THC, non ha effetti psicoattivi e non crea dipendenza!

Se queste erano le vostre grandi paure, state tranquilli e assumete CBD attraverso il cibo con serenità.

Se invece volete saperne di più, ecco una spiegazione abbastanza accurata del percorso che il cannabidiolo compie una volta entrato nel flusso sanguigno. 

Quando entra in circolo, il CBD viaggia per il corpo e interagisce con il sistema endocannabinoide per esercitare i suoi effetti benefici, legandosi con i recettori CB-1 e CB-2. Dopo un po’, a metà del viaggio, le molecole di CBD passano attraverso il fegato, che converte il composto in forme inattive e idrosolubili, in modo che i reni possano smaltirlo.

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Il fegato converte il CBD in vari metaboliti, tra cui il 7-OH-CBD e il 6-OH-CBD. Col tempo, sempre più CBD sarà convertito in metaboliti inattivi.

L’intero processo può richiedere un paio di giorni prima che tutto il CBD sia eliminato completamente dal corpo; tuttavia, gli effetti tendono a durare circa 6-8 ore, fino a quando le concentrazioni nel sangue non saranno troppo basse per poter fornire effetti evidenti.

Canapa come integratore alimentare

Fino agli anni Sessanta la canapa industriale è stata usata nell'industria dei prodotti alimentari, e continua ad essere usata in Russia e Asia.

Ciò che viene ricavato dalla spremitura e dalla macinatura dei semi è un alimento perfettamente bilanciato, ottimale per la nutrizione umana, grazie a un perfetto equilibrio tra aminoacidi e acidi grassi essenziali.

Il 65 % delle globuline ​​contenute nella canapa alimentare soddisfa il fabbisogno giornaliero di proteine, necessarie alla creazione di anticorpi, all'assorbimento dei nutrienti e alla salute di organi e tessuti.

La canapa contiene anche una grande quantità di acidi grassi sani, come Omega 3 e Omega 6, che mantengono in salute vasi sanguigni e arterie combattendo il colesterolo cattivo, oltre a vitamine, minerali e fibre. 

Quali sono le proprietà della canapa? 

  • Protegge il cervello: molti studi scientifici dimostrano che mangiare canapa porti benefici in alcune condizioni patologiche del sistema nervoso centrale e periferico come il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e la sclerosi multipla;
  • Migliora la salute del cuore: la presenza di acidi grassi essenziali come Omega-3 e Omega-6 contribuisce a migliorare la salute del cuore, riducendo il rischio di problemi come aritmie e malattie cardiache e cardiovascolari;
  • Riduce le infiammazioni: i semi e i germogli di canapa sono una fonte di acido gamma linolenico, un acido grasso polinsaturo che può avere effetti antinfiammatori. Riducendo l'infiammazione, il GLA può aiutare a gestire i sintomi di malattie croniche, come ad esempio la sindrome metabolica, il diabete di tipo 2, l’artrite e la steatosi epatica non alcolica.
  • Rilassa i muscoli: grazie al suo effetto miorilassante il CBD è un ottimo alleato per combattere i sintomi di malattie come l'epilessia e la sclerosi multipla, caratterizzata dalla presenza di spasmi muscolari e dolore cronico. 

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