Devi sapere che quando si tratta di cannabis, si cerca sempre di essere politically correct, invece c’è tanto dire. Ecco cosa vedremo in questo articolo:
- Cannabis e proibizionismo
- Legalizzazione marijuana: cosa succederebbe
- Sconfiggere illegalità con la marijuana
Cannabis e proibizionismo
Finalmente la commissione dell’Onu dedicata agli stupefacenti, ha votato per cancellare la marijuana dalla lista delle droghe più pericolose del mondo, lista che per chiarezza, contiene droghe come l’eroina, la cocaina e altre sostanze di natura sintetica.
Si tratta di una decisione molto importante, che ha un grande impatto simbolico su tutti i paesi dell’UE per le decisioni riguardanti le linee guida da adottare con le droghe.
È una decisione che in effetti si aspettava da tempo e che fa finalmente crollare i paraocchi di chi si ostina a voler identificare una sostanza naturale come la cannabis a una droga.
Il proibizionismo affonda le sue radici negli Stati Uniti degli anni 70, che aveva come priorità quella di evitare che le potenzialità della canapa, come combustibile sostenibile e addirittura migliore del petrolio, si diffondessero mettendo in crisi il mercato petrolifero.
Da qui un gran lavoro di inculturazione per demonizzare la marijuana, che porta ancora degli strascichi importanti, non solo degli Stati Uniti, dove oggi a distanza di circa cinquant’anni la cannabis è legale in tantissimi paesi, ma anche in tutta Europa.
In Italia la situazione è molto particolare, da un lato c’è una forte cultura cattolica, dall’altro una presenza massiccia di mafia e criminalità che ha il monopolio sulla cannabis. Se diventasse legale, parte del monopolio crollerebbe. Cosa stanno aspettando?
La cultura proibizionista non fa che fermentare ignoranza e disinformazione, che di certo non aiutano a direzionare le scelte dei giovani. In paesi in cui la cannabis è legale, il consumo di altre sostanze è notevolmente diminuito, senza contare la possibilità di chi ne fa uso a scopo terapeutico di poterla reperire senza dover fare i salti mortali.
Il proibizionismo è anche incoerenza nel momento in cui è concesso fare uso di sostanze davvero pericolose come alcool e tabacco.
Di tutto questo sta prendendo finalmente coscienza tutta l’opinione pubblica e parte della classe politica, anche grazie alla diffusione dell’erba light in Italia, sotto forma di infiorescenze, di estratti o di olio di CBD.
Ci si augura che il gesto dell’Onu porti a decisioni concrete e immediate, che impatterebbero positivamente anche sul piano economico del paese in un momento non proprio fiorente.
Legalizzazione marijuana: cosa succederebbe
Se la cannabis fosse legale il consumatore di cannabis si sentirebbe finalmente libero, come è giusto che sia.
Si creerebbero più di 300 mila posti di lavoro per gestire tutta la filiera produttiva, estremamente ampia: dai gruppi di ricerca impegnati nella sperimentazione di nuovi ibridi alla filiera agricola fino alla distribuzione.
Ci sarebbe informazione adeguata sul prodotto e tutti saprebbero che sotto effetto di cannabis è possibile fare tutto quello che si fa normalmente, a parte magari guidare, ma quelle sono scelte davvero molto personali. Sotto effetto di alcool non solo non è possibile guidare ma a volte diventa impossibile anche comunicare perché uno degli effetti dell’alcool è stimolare aggressività e incontrollabilità degli impulsi. Senza contare gli effetti collaterali a lungo termine che l’alcool provoca all’organismo.
Inoltre, si eviterebbero varietà a base di cannabinoidi sintetici, si potrebbe monitorare il reale contenuto di THC delle infiorescenze e avere il controllo sulla qualità del prodotto.
Comprando al mercato nero, i consumatori si trovano ad assumere tutte le sostanze tossiche presenti nella cannabis per pomparla invece che avere la garanzia di assumere un prodotto biologico e naturale.
Se la marijuana fosse legale sarebbe possibile controllare e certificare il contenuto di THC e tutti i principi attivi presenti nella cannabis, come accade per l’erba light. Infine, alcuni studi di diversi economisti hanno dimostrato che con i guadagni ottenuti dalla legalizzazione, ci sarebbe un grande rilancio dell’economia del paese.
Lo Stato potrebbe ottenere diversi miliardi sia che decidesse per il monopolio, scelta meno vantaggiosa, sia che adottasse il modello olandese, che prevede di lasciare ai privati la possibilità di coltivare e vendere cannabis con delle imposte sul reddito.
Sconfiggere illegalità con la marijuana
L’equazione è semplice: un consumatore di cannabis che non può comprarla legalmente è costretto a rivolgersi al mercato illegale, di fatto finanziandolo pur non volendo.
Si potrebbe obiettare che è possibile scegliere di rinunciare e non acquistare ma sarebbe un paradosso: rinunciare agli effetti del THC, che aiutano tante persone a combattere la depressione, gli sbalzi d’umore e altri disturbi perché è illegale, ma avere la possibilità di acquistare alcool senza nessun problema nonostante possa essere estremamente pericoloso sia nel breve che nel lungo periodo.
Se la marijuana fosse legale, i soldi di ogni consumatore di cannabis riempirebbero le casse dello Stato e non quelle del mercato nero, che si troverebbe improvvisamente più debole e in difficoltà senza l’entrata cospicua derivante dal business.
A quel punto, il mercato nero si troverebbe spiazzato e indebolito, mentre le forze dell’ordine specializzate e i tribunali potrebbero risparmiare sensibilmente in energie e risorse, per combattere il commercio di altre sostanze, realmente pericolose e letali e porre un freno realmente consistente all’illegalità.
Pensiamo solo ai test antidroga, sono costosi e risultano assolutamente sprecati se utilizzati in modo massiccio per controllare innocui consumatori di cannabis fermati magari per una foglia di marijuana in tasca.
Altre sostanze sono le vere nemiche, basta ignoranza, basta proibizionismo.
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