cannabis indica

Cannabis indica: tutto quello che vogliamo sapere

Si parla spesso di cannabis sativa e un po' meno spesso di cannabis indica. Eppure si tratta di una delle varietà più facili da coltivare nonché ricche di principio attivo. In questo articolo scopriremo qualcosa in più. 

Sommario:

  • La genetica
  • La pianta 
  • Metodi e luoghi di coltivazione
  • Proprietà e usi
Marijuana legale

La genetica

La cannabis indica venne individuata per la prima volta verso la fine del 700 da Jean Baptiste Lamarck, un biologo botanico che si accorse della differenza tra la cannabis sativa, già classificata nel 1753 come pianta di cannabis priva di effetto psicoattivo e coltivata principalmente per scopi tessili e la cannabis indica.

Il biologo si accorse che la canapa indica presentava un elevatissimo contenuto di THC e aveva un effetto psicoattivo, inducendo un certo senso di leggerezza, euforia e buon umore e una rilassatezza fisica e psicologica, dovuta anche alla massiccia presenza di altri cannabinoidi come il CBD.

Lamarck notò che questo tipo di piante di cannabis differivano dalla canapa sativa, per un osservatore esperto, anche nell’aspetto, nella consistenza e nei tempi di crescita e fioritura.

È stata quindi scoperta una nuova varietà di cannabis, originaria dell’Hindu Kush, resistente a climi rigidi e basse temperature e coltivata tra India e Pakistan e classificata come cannabis indica. In questa classificazione rientravano tutte le piante di cannabis provenienti dall’India, dal Pakistan ma anche per la Turchia, i cui fiori venivano coltivati proprio per essere utilizzati a scopo terapeutico.

Si tratta di una varietà estremamente ricca di tricomi e terpeni. In alcuni casi prevalgono aromi fruttati (fragola, mirtilli, frutti di bosco) in altri sentori terrosi, pungenti e leggermente muschiati.

Dai tempi della classificazione della cannabis indica ad oggi sono passati due secoli e mezzo, durante i quali migliaia e migliaia di ibridazioni hanno sfruttato le potenzialità della canapa indica con quella della sativa per ottenere alcune delle varietà di cannabis leggendarie che sopravvivono al tempo e allo spazio.

Fiore di cannabis

La pianta: arbusto, foglie e fiori

A differenza delle piante di cannabis sativa, che raggiungono grandi altezze, le piante di cannabis indica sono per la maggior parte di bassa statura, può essere quindi la varietà ideale per la coltivazione indoor.  Poi esiste anche la cannabis ruderalis ma questo è un altro discorso.

La principale differenze tra le due principali varietà di cannabis, infatti, è proprio nell’arbusto. Chiaramente quando il sesso della pianta è femminile. Se la pianta di marijuana della varietà sativa ha una struttura che può raggiungere i cinque metri di altezza, la canapa indica non raggiunge i tre metri. Nonostante sia bassina però, la canapa indica ha la capacità di svilupparsi in cespugli molto folti e ramificati.

È quindi più larga e grossa, rispetto alla sorella, decisamente più alta e longilinea.

Anche le foglie di marijuana si differenziano, quelle della canapa indica sono più spesse e larghe di quella sativa, ricordano la classica forma della foglia di marijuana così come viene spesso rappresentata e hanno sempre almeno cinque punte.

Se i fiori di cannabis sativa sono compatti ma leggeri, quelli di cannabis indica sono generalmente molto più densi e pesanti, proprio per l’alta concentrazione di resina presente sulle infiorescenze. Inoltre, durante la fase di fioritura crescono a grappolo e non singolarmente.

Un altro punto di vista che può essere utile conoscere riguarda tempi di crescita: nonostante abbiano una resa un po' meno abbondante le piante di cannabis indica hanno tempi di crescita molto più brevi della cannabis sativa e adattandosi molto bene alla coltivazione indoor, può essere garanzia di un ciclo continuo.

Si tratta di una pianta che è stata in grado di adattarsi a temperature estremamente rigide e proprio per questo estremamente ricca di tricomi resinosi, che fanno da protezione.

tricomi cannabis al microscopio

Metodi e luoghi di coltivazione

Le varietà di cannabis indica possono essere considerate tra le più facili da coltivare. Si adattano a una coltivazione outdoor purché il clima sia sufficientemente secco e rigido. Si adattano meno facilmente a climi particolarmente caldi ma si trovano a loro agio con un clima mediterraneo

Optando per una coltivazione outdoor riuscirete a ottenere diversi cicli di fioritura anche in mesi apparentemente più rigidi per altre varietà, come Dicembre o Marzo. Tuttavia. sia per caratteristiche che per dimensioni, la canapa indica rende al meglio in indoor, garantendo un ciclo di fioriture continuo. Si tratta di una varietà di cannabis che si presta ad essere coltivate anche in spazi davvero ridotti come balconi o piccoli terrazzi.

Il vantaggio, oltre che nelle dimensioni contenute sta anche nella particolare resistenza della cannabis indica a muffe e problemi dovuti all’umidità. Questo non vuol dire non munirsi di un adeguato sistema di ventilazione ma può essere sicuramente un aiuto, soprattutto per coltivatori alle prime armi.

Se la vostra intenzione è quella di coltivare cannabis indica pura, fate molta attenzione alla scelta dei semi di cannabis. Secoli di ibridazioni hanno dato vita a migliaia di varietà di cannabis, bisognerà quindi documentarsi con cura e non fidarsi semplicemente dell’etichetta.

semi cannabis

Se siete alla prima esperienza, meglio optare per dei semi di canapa indica autofiorenti e partire da un piccolo numero di piante in uno spazio indoor. Sarà un modo per sperimentare e iniziare a stimolare il pollice verde che c’è in ognuno di noi.

La coltivazione della canapa indica, esattamente come la sativa, in Italia è legale purché si tratti di cannabis light e i livelli di THC restino tra lo 0,2% e lo 0,6 % mentre per la vendita i livelli di THC non devono superare lo 0,2%. Anche acquistare marijuana light online è perfettamente legale.

cannabis light e libri

Proprietà e usi

La cannabis indica è una varietà di cannabis con un elevato contenuto di THC, ma contiene anche CBD, CBG e CBN, altri cannabinoidi privi di effetti psicotropi, due dei quali principio attivo base della cannabis light. Questa multipresenza di cannabinoidi l’hanno resa popolare nei trattamenti a base di cannabis terapeutica.

Gli effetti della cannabis indica aiutano a contrastare il dolore cronico, le tensioni muscolari, gli spasmi, l’emicrania e i dolori mestruali. Induce un’estrema rilassatezza, che non significa letargia, in alcuni casi stimola attività creative, aiuta a combattere lo stress, gli attacchi di panico e gli sbalzi d’umore. È molto efficace nel trattare l’insonnia e in generale i disturbi di ansia diffusa.

Le infiorescenze di cannabis indica possono essere utilizzate sia all’interno di un classico joint, sia vaporizzate con un apposito vaporizzatore per erba. Questa scelta, quando si parla di cannabis è fortemente consigliata. Perché permette al principio attivo di essere rilasciato quasi al 100%, eliminando la combustione che brucia più della metà del principio attivo presente nei cannabinoidi.

Può essere utilizzata anche per la preparazione di decotti, tisane, biscotti, torte e pesti, sia sotto forma di infiorescenze che di foglie. Dulcis in fundo…ovviamente dalla varietà indica può essere estratto dell’ottimo hashish, particolarmente resinoso e ricco di principio attivo. 

Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla cannabis indica. Ricordate che gli effetti di questa varietà di cannabis dipendono oltre che dal contenuto di THC, dalla potenza degli altri cannabinoidi, in particolare del CBD, come abbiamo visto, presente in grande quantità.

È quindi possibile godere di questi stessi effetti evitando l’effetto psicoattivo del THC, semplicemente scegliendo di comprare cannabis light

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