Sempre più numerose le ricerche scientifiche che sottolineano l’importanza cruciale dei cannabinoidi come base per la creazione di nuovi farmaci.
Motivo principale: la loro straordinaria capacità di interagire con i recettori cb1 e cb2 all’interno del nostro sistema endocannabinoide. Ma che cosa significa esattamente? In questo articolo cercheremo di fare chiarezza con parole semplici. Ecco che cosa vedremo:
Sommario:
- Cosa sono i recettori cannabinoidi?
- Cos'è il sistema endocannabinoide?
- Il CBD agisce sul sistema endocannabinoide.
- Sistema endocannabinoide e metabolismo
Cosa sono i recettori cannabinoidi?
I recettori cannabinoidi possono essere di due tipi: recettori cb1 e recettori cb2.
Si tratta di recettori presenti naturalmente nel corpo umano, in grado di legarsi, grazie al legame con altre molecole, sia agli endocannabinoidi (quelli che il corpo umano produce naturalmente) che ai fitocannabinoidi (quelli della pianta di cannabis). Questo legame produce diverse azioni fisiologiche fondamentali per il nostro organismo.
Insieme agli endocannabinoidi e ai loro enzimi, i recettori cannabinoidi sono una delle tre componenti principali del sistema endocannabinoide. Quando questi recettori si attivano, sia naturalmente che attraverso l’assunzione di fitocannabinoidi, è come se si accendessero e segnalassero alle cellule di iniziare un certo processo fisiologico.
Sono chiamati recettori cannabinoidi proprio perché rispondono in modo farmacologico a sostanze derivanti dalla cannabis.
Il recettore cb1 fu individuato, studiato e classificato per la prima volta rispetto alla sua caratterizzazione molecolare tra il 1964 e il 1973, periodo in cui fu dedicata molta attenzione al tetraidrocannabinolo (THC) e alla sua interazione con le funzioni regolate proprio dal sistema nervoso centrale e periferico.
All’epoca era evidente che il THC avesse un ruolo nella stimolazione dei recettori cb1, così come oggi è evidente che un ruolo importante in questo senso, lo giochi anche il cannabidiolo (CBD).
I recettori cb1 si trovano in gran parte nel sistema nervoso centrale e periferico e nel midollo osseo, sono legati alla sfera della percezione del dolore, al controllo dell’umore, al rilassamento psichico e muscolare e al controllo dell’appetito.
I recettori cb2, individuati molto tempo dopo, si trovano principalmente nelle cellule del sistema immunitario, nelle tonsille, nella milza e anche nel midollo osseo.
Se tuttavia fino a poco tempo fa si credeva che i cb2 si trovassero solo in questi siti, ora appare evidente che siano disseminanti un po' ovunque nel corpo umano e ve ne siano anche nel sistema nervoso centrale.
Cos'è il sistema endocannabinoide?
Il sistema endocannabinoide fu scoperto verso alla fine degli anni ’90, in seguito alla individuazione e alla successiva sintesi della molecola di tetraidrocannabinolo (THC) da parte dello scienziato Mechoulam e del suo gruppo, esperti di farmacologia biochimica.
Prende il nome proprio dalla cannabis, perché mima il comportamento di alcune molecole presenti nella pianta di cannabis.
All’inizio i ricercatori non riuscivano a spiegarsi gli effetti chimici e molecolari del THC sul sistema nervoso centrale.
Perché diminuisce gli spasmi muscolari? Cosa lo rende in grado di stimolare l’appetito? In che modo altera le coscienze e per quale motivo sembra portare buonumore ai pazienti depressi?
Dopo lunghe ricerche, si arrivò a capire che nel corpo umano, più precisamente di tutti i mammiferi, esiste una sorta di mappa segnaletica formata da siti recettoriali che funzionano autonomamente ma che rispondono farmacologicamente alle molecole della cannabis.
Questa mappa complessa è il sistema endocannabinoide, un sistema sopravvissuto a millenni di evoluzione, fondamentale per il nostro bio-equilibrio, in grado di controllare molti altri sistemi del nostro organismo.
I recettori Cb1 e Cb2 nello specifico agiscono su:
- controllo del dolore
- controllo dell’appetito
- controllo dell’umore
- controllo del metabolismo osseo
- controllo del sistema immunitario
- controllo della risposta antinfiammatoria
Il CBD agisce sul sistema endocannabinoide
Il cannabidiolo (CBD) è uno dei cannabinoidi presenti nella pianta di cannabis, il principio attivo alla base della marijuana light.
Completamente privo di effetti psicoattivi, possiede numerose proprietà terapeutiche ed è in grado di interagire con il nostro sistema endocannabinoide.
Particolarmente conosciuto per la capacità di stimolazione dei recettori cb1 e talvolta anche della loro inibizione, ha il pregio di alleviare in modo importante e in altri casi di contrastare, molti dei sintomi di alcune patologie, come ad esempio la depressione, l’ansia, la sclerosi multipla e il dolore cronico.
Vediamo nel dettaglio alcuni vantaggi del cannabidiolo (CBD):
- Grazie alle sue straordinarie proprietà antiinfiammatorie, riduce il dolore cronico, stimolando il recettore cb1 a potenziare la sua capacità analgesica. Per lo stesso motivo aiuta ad alleviare le tensioni muscolari, i dolori mestruali e l’emicrania.
- È un ottimo alleato contro l’ansia e i disturbi dell’umore, causati in parte da uno scompenso di alcune delle molecole che dovrebbero legare con gli endocannabinoidi presenti naturalmente nel corpo umano. In questo caso il CBD stimola la produzione di questa molecola, ristabilendo un equilibrio psichico.
- Favorisce la produzione di serotonina e aiuta in caso di disturbo post traumatico da stress e in caso di attacchi di panico.
- Aiuta a controllare le crisi epilettiche e a prevenire le convulsioni.
- Può aiutare a bilanciare, ridurre ed eliminare gli effetti psicotropi del THC.
- Grazie alle sue proprietà rilassanti, che distendono i muscoli dello stomaco, è in grado di ridurre la nausea e il vomito, anche quando indotti da una terapia farmacologica molto forte.
- Le sue proprietà antinfiammatorie agiscono anche dal punto di vista topico, ecco perché esistono così tante creme antiacne a base di cannabidiolo (CBD)
- Stimola l’appetito e aiuta a regolarlo n caso di problematiche alimentari.
- È un vero e proprio toccasana contro l’insonnia.
Sistema endocannabinoide e metabolismo
Come le informazioni contenute in questa ricerca mostrano nel dettaglio, la capacità del sistema endocannabinoide di controllare l’appetito nonché il bilancio energetico e nutrizionale è notevole.
In particolare, il recettore cb1, responsabile di controllare il cibo, agisce su complessi e raffinati meccanismi di gratificazione che interessano le aree meso limbiche del cervello.
Inoltre, i recettori cb1 sembrano avere un ruolo importante nel controllo di alcune funzioni metaboliche, agendo sugli acidi grassi, il pancreas endocrino e il muscolo scheletrico.
Ultimo dato, non meno importante, vede l’ipotesi che un certo tipo di obesità possa dipendere da un’iperattività del recettore cb1 che andrebbe in quel caso inibito, proprio come un vero cannabinoide come il CBD sa fare.
La ricerca dimostra che c’è una grande esigenza di nuovi farmaci in grado di agire nel modo più naturale possibile sul nostro sistema endocannabinoide.
Il cannabidiolo (CBD) ovviamente è già alla base di numerose terapie perché sembra essere il candidato vincente per il trattamento di numerose patologie legate all’alimentazione.
Da quelle in cui è necessaria una stimolazione dei recettori cb1, per esempio l’anoressia o l’inappetenza causata da altre patologie a quelle in cui è necessario inibire l’azione del recettore cb1.
Si tratta di un cannabinoide completo, in grado da fungere sia da stimolatore che da antagonista, senza dimenticare il fatto che è privo di qualsiasi effetto psicoattivo e collaterale.
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