La cannabis è una pianta robusta e non ha bisogno di cure eccessive. Ci sono però alcuni aspetti importantissimi da tenere sotto controllo per far sì che la pianta cresca forte e vigorosa e regali raccolti abbondanti. La cannabis sotto stress lancia dei segnali chiari; saperli riconoscere ed agire in maniera tempestiva sono l'unica strada per salvare la coltura e godersi i frutti (e i fiori!) del proprio lavoro.
La cannabis ha bisogno di acqua e sostanze nutritive, di una corretta alternanza tra ore di luce e ore di buio e di crescere in un substrato ben drenato. Quando uno di questi fattori viene alterato, la pianta va in stress e lo manifesta con segnali più o meno evidenti.
Di seguito un elenco delle più diffuse fonti di stress e i principali rimedi.
L'acqua è fondamentale per tutte le piante, e ovviamente lo è anche per la cannabis. È un elemento necessario al corretto svolgimento della fotosintesi: penetra nella pianta dalle le radici e, attraverso lo stelo, raggiunge le foglie. Dalle foglie evapora e viene scambiata con anidride carbonica, concludendo così il ciclo della fotosintesi.
Lo stress idrico si verifica quando la pianta di cannabis riceve troppa acqua, o troppo poca. Le piante in carenza di acqua si riconoscono per le foglie afflosciate e il terreno arido; l'eccesso, al contrario, irrigidisce le foglie. È importante innaffiare correttamente le piante di cannabis, e fornirgli l'acqua dal basso: in questo modo le radici si svilupperanno al meglio e la pianta acquisirà i nutrienti nel modo più corretto e naturale possibile, cioè dall'alto verso il basso.
La luce è l'altro elemento necessario al processo della fotosintesi: le piante utilizzano l'energia ricavata dalla luce per produrre clorofilla, il pigmento che rende verdi le foglie e che converte la luce in carboidrati, che la pianta utilizza come fonte di energia. Il buio è necessario per la respirazione della pianta, e per il rilascio dell'anidride carbonica.
Le piante hanno bisogno di un fotoperiodo regolare e bilanciato, il più simile possibile all'alternanza naturale di giorno e notte. La luce che deve variare leggermente, a seconda della fase di crescita: si tratta di 18 ore di luce durante la fase vegetativa, e di 12 ore durante la fioritura. Oltre ai cicli di luce, è fondamentale pianificare una corretta illuminazione interna per fornire alle piante ciò di cui hanno bisogno. Una lampada troppo vicina o troppo lontana potrebbe non fornire sufficiente luce alle piante e le distanze troppo ravvicinante potrebbero anche provocare stress termici.
Le radici sono le fondamenta della pianta e sono anche il suo principale strumento per assorbire minerali e sostanze nutritive.
Anche se sembrano una parte resistente, le radici hanno bisogno di alcuni requisiti ambientali per prosperare. Hanno bisogno di accedere ad aria, acqua e alla corretta quantità di nutrimenti: per fare questo hanno bisogno di svilupparsi in un terreno ben drenato, in cui respirare correttamente. Mantenendo la temperatura del suolo stabile, farete in modo che le radici possano svolgere il loro compito di assorbimento dell'acqua in modo corretto.
Le cannabis ha bisogno di crescere in un suolo con pH compreso tra 6 e 6,5. I livelli di pH indicano l'acidità e l'alcalinità del suolo. Più i numeri sono alti, più il terreno sarà alcalino, e viceversa. Anche il ph dell'acqua utilizzata per l'irrigazione dovrà essere compreso nello stesso range. Nelle colture idroponiche l'intervallo di pH ottimale è più basso, tra 5,5 e 6,5.
Un errore nella gestione del ph del suolo può impedire alla pianta di assorbire correttamente le sostanze nutritive, mandando la cannabis in stress nutrizionale, caratterizzato dall'ingiallimento delle foglie.
I nutrienti principali per la pianta di cannabis sono: carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, fosforo, potassio, zolfo, calcio e magnesio. I nutrimenti minori sono molibdeno, rame, boro, manganese, ferro, colina e zinco.
La cannabis ha bisogno di assumere tutti questi nutrienti in un mix equilibrato per sopravvivere, ed ogni eventuale squilibrio può creare una situazione di stress per la pianta. Nutrimenti in eccesso o in difetto possono creare squilibri e carenze, che impediscono il corretto svolgimento delle funzioni vitali delle piante. Questo tipo di stress si riconosce per la crescita rallentata, la variazione nel colore delle foglie o la loro caduta.
Un danneggiamento del tessuto può verificarsi dopo che la pianta viene colpita troppo forte, cade a terra, viene tagliata in un punto non adatto o viene attaccata da animali o parassiti. Le piante sono piuttosto resistenti contro queste eventualità, e saranno in grado di gestire questo tipo di stress, se i parassiti vengono eliminati e il colpo non è stato troppo violento.
- Stress ambientale
L'ambiente in cui la pianta cresce ne determinerà rendimento, salute e dimensione.
Il freddo ad esempio può stressare le piante. È importante assicurarsi di non esporre le piante a temperature molto basse durante la notte, sia che si coltivi in serra che all'aperto. Allo stesso modo, se le temperature dovessero diventare troppo alte, la cannabis verrà sottoposta ad uno stress termico che potrebbe danneggiare permanentemente le foglie, influenzando così le prestazioni complessive di crescita. In serra occorre utilizzare termometri e deumidificatori, mentre all'aperto si possono utilizzare teli per coprire le piante e proteggerle da freddo e gelate.
Come regola generale, l'intervallo termico ottimale per la cannabis è compreso tra i 20 ai 28°C; può variare a seconda della genetica, ma rimane comunque un range a cui mirare.