Nel 2020 risultare positivo alla cannabis dopo un test antidroga non dovrebbe costituire un problema, ma purtroppo in Italia e in molti altri paesi, i livelli di THC rilevati possono fare la differenza. E creare preoblemi.
È davvero possibile eliminare le tracce di THC prima di un test antidroga? Lo scopriremo con questo articolo in cui vedremo:
Sommario
- Test antidroga
- Come smaltire il THC
- Il CBD rimane nel sangue/urine?
Test antidroga
Il test antidroga è spesso una prassi richiesta dai datori di lavoro prima di un’assunzione e in molti casi viene ripetuto a intervalli regolari per accertare un eventuale consumo di cannabis.
Ovviamente anche di altre sostanze realmente pericolose come la cocaina, l’eroina, le anfetamine ma anche le sostanze dopanti usate nel mondo dello sport.
Esistono diversi tipi di test antidroga, specifici per rilevare tracce di THC nel nostro organismo:
Test delle urine:
si tratta del metodo di rilevazione più comune.
All’interno del campione da voi fornito viene ricercato il THC COOH, una sotto molecola del THC che viene scomposta dal nostro fegato e trattenuta nelle nostre cellule grasse.
Il THC COOH permane a lungo in queste cellule e anche se in minime quantità, viene continuamente rilasciato nell’organismo fino a scomparire.
Questo è il motivo per cui capita che anche se non si è fumato nelle giornate precedenti, persistano tracce di THC nelle urine e a volte addirittura aumentino i livelli di THC nonostante il regime di astinenza tenuto nei giorni prima del test.
Con questo test è possibile rilevare tracce di THC fino a 5-10 giorni prima dell’assunzione se siete dei consumatori sporadici, fino a 90 giorni se invece siete consumatori abituali.
Test della saliva:
viene impiegato raramente, più che altro nei controlli stradali.
Con questo tipo di test, è possibile rilevare tracce di THC solo se l’assunzione è stata molto recente.
Una volta trascorse 24 ore il THC non sarà più rilevabile nella vostra saliva ed è quindi quasi impossibile che il test possa risultare positivo.
Test dei capelli:
con questo test vengono analizzati i follicoli capillari all’interno dei quali le tracce di THC possono restare per diversi mesi perché entrano in profondità del bulbo capillare.
Solitamente viene utilizzato un campione di capelli di circa tre centimetri e mezzo, in modo, che nonostante la crescita mensile dei capelli, le tracce di THC possano essere rintracciate anche se assunto tre mesi prima.
Questo test antidroga è in grado di rilevare livelli di THC fino a 90 giorni prima del giorno di esecuzione del test.
È il test preferito dei datori di lavoro, usato soprattutto nei lavori statali (polizia, ferrovie, etc) ma anche tra piloti, autisti di mezzi e naturalmente sportivi.
Analisi del sangue:
un grande consumo di cannabis non corrisponde a una massiccia presenza di THC nel sangue, perché questo cannabinoide non si lega bene con le cellule sanguigne.
Le tracce di THC scompaiono dal sangue in circa 12 ore dall’ultima assunzione.
Come smaltire il THC
Abbiamo analizzato le tipologie di test e visto che a determinare i risultati di un test antidroga sono diversi fattori: il tipo di test, quando abbiamo fumato, se il consumo di cannabis è abituale.
A fare la differenza però è anche la nostra corporatura fisica, nello specifico a giocare un ruolo importante c’è la massa adiposa. Come abbiamo visto infatti, le molecole scomposte sotto forma di THC COOH, si posizionano proprio nelle cellule grasse.
Ne consegue che il metodo più efficace per abbassare i livelli di THC sia fare tanta attività fisica e bere molta acqua in modo regolare, così da evitare l’accumulo di grassi.
È importante farlo con regolarità e non solo nelle giornate precedenti al test. Anzi, ricorda che se bevi molta acqua poco prima di un test antidroga, gli esami delle urine potrebbero risultare falsati per eccessiva diluizione.
Se invece ci mettiamo improvvisamente a fare attività fisica come pazzi pochi giorni prima del test, rischiamo addirittura di alzare i livelli di THC presenti nelle urine.
In commercio esistono diversi presunti antidoti, che promettono di cancellare le tracce di THC: shampoo, bevande, etc. Diffidare è meglio, anche perché ammesso che funzionino potrebbero essere rilevati e peggiorare la situazione.
C’è addirittura chi consiglia di assumere creatinina per falsare gli esami, ma è una cosa pericolosa per l’organismo e per i nostri reni.
Quindi: attività fisica regolare, tanta frutta e verdura, in particolare mele e finocchi perché aiutano a ripulirsi dalle tossine, acqua, tisane e infusi tutti i giorni.
Se ne avete il tempo e la possibilità, fate un test antidroga preventivo a casa così da ritardare se necessario, la data di quello effettivo. È possibile acquistarlo tranquillamente in farmacia.
Il CBD rimane nel sangue o nelle urine?
Il cannabidiolo (CBD) o il cannabigerolo (CBG), i cannabinoidi alla base della cannabis light, non hanno alcun effetto psicoattivo.
Non rientrano quindi tra le sostanze stupefacenti e all’interno dei test antidroga, di qualunque tipo si tratti, non ci sono reagenti deputati a rilevarli.
Va tuttavia detto che contenendo lo 0,2% di THC come previsto dalla legge vigente, non è impossibile che possa essere rilevato se abbiamo consumato moltissima cannabis light nelle giornate precedenti al test.
Ci sono moltissimi casi in cui però nonostante un’importante assunzione, i test risultano negativi.
Consumare marijuana light resta al momento la cosa più sicura da fare, acquistarla sul nostro sito. che garantisce l’acquisto di infiorescenze certificate, coltivate in modo naturale e biologico, lo è allo stesso modo.
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