marjiuana da mangiare

Mangiare o fumare cannabis: differenze

Ci sono mille modi per assumere la cannabis, ma non tutti si equivalgono. Fumare le infiorescenze di cannabis è la scelta più diffusa e la soluzione più semplice, ma la marijuana può essere assunta anche tramite un vaporizzatore, o può essere trattata per realizzare prodotti alimentari, che amplificano di molto gli effetti. Nei coffe shop di Amsterdam si trovano moltissimi prodotti di pasticceria realizzati con la cannabis: si va dai brownies ai muffin, fino alle space-cake, che sono vere e proprie torte il cui ingrediente segreto è il THC. 

Ingerire prodotti preparati con il THC è molto diverso dal fumare marijuana: l'effetto è più intenso e duraturo rispetto a quello di uno spinello contenente la stessa quantità di sostanza. La cannabis viene assimilata attraverso il tratto gastrointestinale, e il passaggio dal fegato trasforma il THC in 11-idrossi-THC, una molecola diversa dal THC per struttura chimica, responsabile, di amplificare gli effetti originari del cannabinoide.

Lo “sballo” arriva in ritardo, quando l'organismo avrà assorbito tutto il principio attivo. Il rischio è quello di esagerare in attesa che l'effetto si faccia sentire, complici anche l'aspetto e il sapore molto gradevoli di queste prelibatezze. Prima di 45-90 minuti l'effetto è quasi inesistente, ma conviene sempre aspettare un po' per essere sicuri che questa esperienza alternativa non trasformi la serata in qualcosa di più impegnativo. 


Perchè gli edible sono più potenti di uno spinello? 

L’assunzione per via alimentare della cannabis genera effetti molto più potenti rispetto ai metodi classici di assunzione attraverso le vie respiratorie. Perché? L’effetto dei cannabinoidi è amplificato dal passaggio nell’apparato digerente, ricchissimo di recettori del sistema endocannabinoide; i principi attivi vengono assimilati dagli organi attraverso cui passano, producendo una vera e propria esplosione.

È soprattutto il passaggio attraverso il fegato a garantire una reazione maggiore dell'organismo, ed è proprio questo step a mancare quando si assume la cannabis per combustione. Fumare la cannabis porta le molecole psicoattive direttamente al flusso sanguigno e al cervello, attraverso i recettori presenti nelle vie aeree. Un'altra differenza tra le due tipologie di assunzione è relativa alla durata degli effetti della sostanza, a seconda che questa sia fumata o ingerita. Infatti l’inalazione e l’aspirazione hanno un’efficacia rapida (circa 10, 20 minuti) e una durata relativamente breve (massimo 1 o 2 ore), mentre - quando viene ingerita - la cannabis inizia a far percepire i suoi effetti dopo 45 minuti/1 ora e l’effetto permane anche per 5 o 6 ore.


Decarbossilizzazione: un passaggio fondamentale 

Ora che avete scoperto cosa sono gli edible, vi sarà sicuramente venuta voglia di liberare il pasticcere che è in voi. E allora vi spieghiamo cosa fare per preparare una space-cake degna dei migliori coffee shop di Amsterdam. La prima regola è tassativa: per preparare gli edible bisogna partire dal burro. La cannabis infatti non è idrosolubile, perciò – per poterla usare nella preparazione di prodotti gastronomici – occorre trattarla nel modo giusto. Il modo migliore è preparare il burro di marijuana, o cannabutter: sapere come realizzarlo assicurerà la buona riuscita dell'impresa, offrendovi un high potente e inaspettato.

Prima di cominciare occorre preparare la cannabis attraverso il processo di decarbossilizzazione. Di che si tratta? È il processo necessario per far sì che i vostri dolcetti a base di marijuana diano gli effetti sperati. Allo stato originario, infatti, il THC si presenta sotto forma di THCA (acido tetraidrocannabinolico). Il THCA non genera gli stessi effetti del THC: occorre sottoporre la cannabis a un intenso calore per fare in modo che il THCA si trasformi in THC, grazie all'eliminazione del gruppo carbossilico “A”. Pare che il THCA, se impiegato correttamente, mostri gli stessi effetti terapeutici del THC, inclusi effetti antinfiammatori e neuroprotettivi.

Quando la cannabis viene fumata o vaporizzata, la decarbossilazione è indotta direttamente dalla fiamma, che libera immediatamente terpeni e cannabinoidi della cannabis. Tuttavia, il calore eccessivo della fiamma può distruggere alcune delle molecole più volatili del THC. La vaporizzazione, invece, è una tecnica leggermente più raffinata: il dispositivo si riscalda fino a raggiungere il punto di evaporazione dei terpeni e dei cannabinoidi, permettendo di assimilare in modo quasi completo ciascuna sostanza.


Come si prepara il burro di cannabis? 

Il burro di Cannabis può essere preparato a partire dalle cime, ma si possono usare anche altre parti della pianta e conservare le infiorescenze per farne un uso migliore. Le foglie, in particolare, hanno un alto contenuto di cannabinoidi, più alto di quello presente in steli o rami, grazie ad una maggiore concentrazione di tricomi. Utilizzare un mix di foglie, steli e rami non vi farà rimpiangere di aver preservato le cime migliori. 

Per realizzare un perfetto cannabutter avrete bisogno di un fornello, un cucchiaio di legno, due setacci, un mixer e dei contenitori di plastica. Il primo passo è macinare l'erba con un mixer per renderla il più fine possibile: questo aumenterà la superficie di contatto e migliorerà l'estrazione dei principi attivi durante la fusione del burro. Il processo di realizzazione del burro di Cannabis si basa sul principio di fusione degli oli della pianta con gli oli derivanti dal burro, attraverso il calore: le due parti si fondono efficacemente, diventando un unicum. Una volta realizzato, il burro di marijuana deve essere conservato in frigorifero per due settimane al massimo. Se volete che duri più a lungo è meglio riporlo freezer, tagliandolo in panetti più piccoli che dovranno essere scongelati prima dell'uso.


Edible fatti in casa: come dosare la cannabis?

Purtroppo, non sempre è facile calcolare la giusta dose di marijuana da utilizzare per la preparazione del burro. Gli edible sono venduti in tutti gli stati in cui la marijuana è stata legalizzata, e con la legalizzazione sta arrivando anche la standardizzazione del prodotto. In molti Stati americani dov'è stato legalizzato l'uso della marijuana (come Colorado, California e Washington) si stanno approvando leggi sempre più rigorose per controllare e regolare la potenza e la qualità della marijuana venduta al pubblico, a prescindere che sia destinata a consumatori terapeutici o ricreativi.

A Washington, ad esempio, tutti i prodotti a base di Cannabis disponibili nei vari punti vendita autorizzati devono riportare la percentuale totale di THC, e gli edible non ne possono contenere quantità superiori ai 10 milligrammi. Anche in Colorado è consentito un dosaggio di 10 milligrammi di THC e la maggior parte degli edible sono confezionati in porzioni monodose.

L'effetto della cannabis quando viene ingerita è amplificato, e sbagliare le dosi può giocare un brutto tiro al consumatore inconsapevole. Se poi l'operazione è del tutto artigianale, diventa ancora più difficile. Le dosi variano notevolmente a seconda del profilo cannabinoide della marijuana che si sta usando. Oggi, una normale varietà di Cannabis può contenere dal 10 al 20% di THC. Se non riuscite a trovare informazioni affidabili sulla varietà che state utilizzando, il consiglio è quello di ipotizzare che contenga circa un 15% di THC. 

Considerando questi valori, è plausibile supporre che ogni grammo di erba (o 1000mg) conterrà circa 150mg di THC. Quindi, se state preparando il cannabutter mescolando 500 grammi di burro con 20 grammi di marijuana (al 15% di THC) starete essenzialmente ottenendo 500 grammi di burro con un totale di 3000mg di THC (20g x 150mg). In questo caso, ogni grammo di burro conterrà circa 6mg di THC.

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