Marijuana light

Stati europei in cui la cannabis è legale

La legalizzazione della cannabis è un tema complesso, anche nei paesi che sono riusciti a trovare un punto di equilibrio. Il dibattito è feroce, soprattutto a causa delle false credenze che vengono diffuse con ogni mezzo; il proibizionismo è un fatto culturale radicato nel background di molti, ma ormai i numerosissimi studi sulle potenzialità della cannabis stanno cambiando qualcosa nella percezione della sostanza. 

L'Italia, insieme alla Svizzera, nel 2018 ha legalizzato il consumo della cosiddetta cannabis light, cannabis sativa privata quasi del tutto del THC. La cannabis light contiene THC e CBD al pari di ogni altra pianta di cannabis, ma le percentuali dei due principi attivi sono diverse rispetto a quelle della pianta illegale, e soprattutto sono regolamentate. La canapa legale infatti può contenere fino allo 0,2% di THC, quantità che esclude il manifestarsi di effetti psicoattivi, garantendo il rilassamento dovuto al CBD e nessun altro effetto collaterale. 


Legalizzazione: più qualità, meno criminalità 

Il proibizionismo ha avuto molte conseguenze. Nel relazione annuale del 2015, la DNA - Direzione Nazionale Antimafia – affermava che la cancellazione del reato di produzione e vendita di droghe leggere – che rappresenta più della metà del mercato degli stupefacenti – genererebbe un risparmio di quasi 800 milioni di euro, in seguito alle minori spese tra magistratura, istituti di detenzione, ordine pubblico e sicurezza. Si tratta di un'enorme quantità di denaro, che potrebbe essere utilizzata nel contrasto delle droghe pesanti, come cocaina, eroina e droghe sintetiche. 

C'è un altro dato molto importante, ed è una stima del “fatturato” del mercato nero della cannabis: secondo la Direzione Nazionale Antimafia ammonta a circa 30 miliardi di euro l’anno, pari a circa il 2% del Pil nazionale. Più della metà di questo importo è legata alla vendita di sola marijuana e suoi derivati. Fermare il proibizionismo e legalizzare la marijuana sarebbe una mossa storica per combattere con successo la criminalità organizzata. 


E nel resto d'Europa?

I paesi in cui la vendita della cannabis è legale, ma sottoposta a restrizioni, sono moltissimi. 

L'Olanda non si è dotata di una normativa che permetta la produzione e la vendita di cannabis, ma ne è consentita la produzione, la vendita e il consumo con restrizioni che riguardano le modalità e il luogo dell'assunzione: la cannabis può essere venduta e consumata solo all'interno dei coffee shop, mentre è vietato fumare in luoghi pubblici. 

Oltre all'Italia, anche altri stati hanno legalizzato la cannabis con alcune restrizioni sulle percentuali di principio attivo e sulle quantità. In Belgio il consumo a scopo personale è illegale, ma è tollerato il possesso fino a 3 grammi di cannabis

In Repubblica Ceca è possibile detenere fino a 15 grammi di marijuana e 5 grammi di hashish a scopo ricreativo, grazie alla depenalizzazione dei consumi, mentre è possibile acquistare e consumare la marijuana medica dietro prescrizione.

In Germania sono legalizzate la vendita e il consumo di cannabis a scopi terapeutici dietro prescrizione medica, compresa la coltivazione privata controllata dallo Stato.

Anche in Spagna la canapa è di fatto depenalizzata, con limiti per il possesso fissati a 40 grammi, ma il consumo è consentito solamente in privato, nella propria abitazione o all’interno di club autorizzati dallo Stato. Rimangono vietate la vendita, il commercio, il trasporto e il consumo della canapa in tutti i luoghi pubblici.

In Francia l’uso personale a scopo ricreativo della marijuana è vietato dalla legge, tuttavia è permesso il consumo della cannabis light, la canapa con basse percentuali di THC, acquistabile nei negozi specializzati.

Infine in Inghilterra è legale comprare e consumare cannabis per uso terapeutico, ma l’offerta è ancora piuttosto limitata, mentre è illegale l’uso a scopo ricreativo.


Il Lussemburgo come la California 

Il Lussemburgo sarà il primo stato europeo a legalizzare la cannabis per uso ricreativo. Il governo del piccolo stato europeo ha iniziato l’iter per la legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo, diventando di fatto il primo stato dell'unione a consentire la vendita e il consumo di droghe leggere. A differenza dell'Olanda, in cui manca una disciplina definita e si sfrutta un vuoto normativo per consentire la vendita e il consumo di cannabis in aree apposite, il Lussemburgo si doterebbe di una normativa dettagliata sull'utilizzo di droghe leggere, riconoscendone l'importanza.

Il vice Primo Ministro ammette che le politiche lussemburghesi sulle droghe non hanno funzionato; al contrario il proibizionismo le “le ha rese solo più interessanti agli occhi dei più giovani”. 

La nuova normativa permetterà il consumo di droghe a uso ricreativo a tutti i cittadini con più di 18 anni, mentre saranno esclusi i non residenti. Lo stato regolerà la produzione e la distribuzione attraverso un ente dedicato. L’iter legislativo dovrebbe alla fine dell’anno e concludersi entro il 2020. 


San Marino sarà il nostro Lussemburgo?

Alla fine di settembre il Consiglio Grande e Generale del piccolissimo stato romagnolo ha approvato un’istanza presentata da un gruppo di cittadini per «chiedere di regolamentare l’uso della cannabis a scopo ricreativo». Tradotto: qualora l’iter legislativo dovesse essere completato, nella Repubblica del Titano si potrà coltivare cannabis, lavorare e trasformare la pianta «al fine di ottenerne i derivati», venderli e consumarli a scopo ludico in ogni luogo non pubblico e in appositi locali «sul modello dei coffeeshop olandesi», per l’appunto.

Una vera e propria rivoluzione, specie se si considera che la Repubblica di San Marino è uno degli stati con le politiche in materia di cannabis più proibizionistiche in Europa. Bisognerà aspettare e tenere sotto controllo l'attività dei politici del luogo, che potrebbero osteggiare il percorso intrapreso da una parte del parlamento.

La nuova regolamentazione è ancora lontana da entrare in vigore, e non è detto che vedrà la luce nei termini fin qui descritti. Entro sei mesi il ministro dovrebbe riferire in Commissione consiliare, e solo in caso di parere favorevole potrebbe avere inizio l’iter per la legalizzazione. 

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