Gran parte delle persone che fanno uso uso di cannabis o di marijuana light, a un certo punto si sono fatte questa domanda. Meglio coltivare o comprare erba? In questo articolo cercheremo insieme le risposte, nello specifico vedremo:
- Differenze tra cannabis e cannabis light
- Coltivare cannabis cosa rischio
- Coltivare cannabis light cosa rischio
- Comprare cannabis cosa rischio
- Comprare cannabis light cosa rischio
- Coltivare o comprare?
Differenze tra cannabis e cannabis light
Gran parte delle persone che sanno poco sull’argomento associano alla cannabis solo l’effetto psicotropo del THC. La cannabis per così dire “normale” contiene in quantità più o meno elevate (dal 10 a più del 30%) di tetracannabiniolo o THC, un cannabinoide utilizzato sia per le sue qualità terapeutiche che per quelle ricreative.
Il suo effetto psicotropo infatti, più o meno intenso a seconda delle varietà, è quello che procura “lo sballo” che altera, seppur in modo naturale, i nostri sensi e le nostre percezioni.
Le piante di cannabis però contengono diversi cannabinoidi, molti dei quali senza alcun effetto psicotropo e psicoattivo, ma con grandi proprietà benefiche e terapeutiche. Uno dei migliori è il cannabidiolo o CBD, un cannabinoide completamente privo di effetto psicotropo, quindi niente “sballo”, niente ansia, niente che possa sfuggire dal vostro controllo.
È il principio attivo alla base delle infiorescenze di cannabis sativa, assolutamente legale purché la pianta abbia limiti di THC inferiori allo 0,2%. La cosiddetta marijuana legale.
Solo alcune varianti della cannabis terapeutica possono avere livelli di THC superiori e possono essere utilizzate: “…solo nel caso di dolore cronico e quello associato a sclerosi multipla oltre che a lesioni del midollo spinale; alla nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV; come stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; l’effetto ipotensivo nel glaucoma; la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette”.
Così afferma il decreto ministeriale del Novembre 2015, precisando che in questi casi è necessaria la prescrizione medica previa diagnosi specialistica.
Riassumendo:
- Cannabis: contiene alti livelli di THC, ha proprietà terapeutiche ma ha anche un potente effetto psicotropo: “sballa”. Non è legale in Italia e in molti altri paesi del mondo.
- Cannabis light: contiene alti livelli di CBD e un contenuto di THC inferiore allo 0,2%. Ha proprietà terapeutiche ma nessun effetto psicotropo: “non sballa”. È legale in Italia e in molti altri paesi del mondo.
- Cannabis terapeutica: contiene CBD e THC. Il THC può essere superiore al limite previsto dalla legge per la cannabis light. Deve essere prescritta da un medico specialista dopo un’accurata diagnosi.
Coltivare cannabis: cosa rischio?
Con la sentenza epocale del dicembre scorso, c’è stato sicuramente un sensibile passo avanti sul tema della coltivazione di marijuana. Le sezioni unite penali della Cassazione deliberano che: “non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica. Attività di coltivazione che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore".
Questo significa che coltivare una piantina di marijuana sul proprio balconcino non dovrebbe portare alcuna complicazione, ma siamo proprio sicuri che sia così?
Prima di tutto, non ci sono specifiche in merito alla grandezza di queste piante e soprattutto al contenuto di THC ammissibile, quindi capirete bene che il concetto di modesto quantitativo diventa soggettivo. In più si tratta di una sentenza della Cassazione, non di una legge, perciò nonostante faccia ben sperare in un nuovo percorso normativo, nulla allo stato attuale ci garantisce di non incappare in problemi.
Coltivare cannabis ad alto contenuto di THC è rischioso in Italia così come in altri molti paesi in cui la legalizzazione di questo principio attivo è ancora un miraggio lontano.
Coltivare cannabis light: cosa rischio?
Se volessimo lanciarci in un esperimento botanico con dei semi di cannabis o addirittura pensare a un ipotetico business, la cannabis light è sicuramente la scelta migliore.
In Italia e in molti altri paesi, è possibile coltivare canapa industriale e marijuana light, purché i livelli di THC contenuti nelle piante di cannabis siano inferiori o pari allo 0,2%.
Nel caso in cui i livelli di THC superino questa percentuale, le piante devono essere segnalate per dei campionamenti. Se la percentuale resta inferiore o pari allo 0, 6%, nulla verrà imputato al coltivatore. In caso contrario le piante di cannabis non rientrano più nel contenuto di THC previsto dalla legge e quindi non si è più nella sfera del legale.
È molto importante al momento dell’acquisto dei semi, assicurarsi che siano certificati e con un quantitativo di THC uguale o inferiore al limite previsto dalla legge. L’acquisto dei semi è delicato, non fatelo alla cieca e se avete qualsiasi dubbio fate campionare voi una parte della vostra pianta prima che se ne occupi qualcun altro. Bisogna poi assolutamente conservare i cartellini dei semi acquistati, che devono appartenere alla tabella dei semi certificati. A parte la questione legale, sappiate che coltivare marijuana light è impegnativo, richiede cure e costanza.
Coltivando una o due piantine in casa per poi magari sperimentare anche con la creazione di tisane, decotti o saponi a base di foglia di marijuana, vi divertirete un mondo. Se l’idea è invece quella di avviare una coltivazione industriale o comunque più consistente, avrete bisogno di tempo, studio e dedizione.
Comprare cannabis: cosa rischio?
In Italia, così come in altri paesi europei e non, è vietato vendere cannabis, perciò non è legale neanche acquistarla. Bisogna capire di quali quantità stiamo parlando, se si tratta di piccole quantità per uso personale, se non abbiamo in casa qualcosa che segnali attività di spaccio come un bilancino, non dovremmo avere particolari problemi.
Si…ma si mi beccano con delle cime in tasca? Le cime possono essere requisite e potrebbe anche scattare una segnalazione con un invito a colloquio psicologico. Se si tratta di quantità maggiori il rischio sale.
Oltre alla questione legale, che di solito interessa più chi vende che chi compra, c’è la questione della qualità.
Comprare marijuana non è come comprare della frutta, sfortunatamente non possiamo toccare, annusare o addirittura provare le cime come faremmo con dei datterini al mercato (anzi, dati i tempi duri, è meglio dire come un tempo avremmo fatto). Il rischio di ritrovarsi con in mano un trito di foglie di maria secche c’è e non può essere ignorato.
Nel caso scegliate di comprare cannabis, acquistate solo piccole quantità, possibilmente da qualcuno di cui vi fidate, che lavori solo per sé stesso e non per delle organizzazioni criminali e che magari possa garantirvi di coltivare cannabis in modo totalmente naturale e biologico
Comprare cannabis light: cosa rischio?
Uno dei vantaggi del comprare marijuana light è l’assenza di rischio dal punto di vista legale. Abbiamo detto che vendere cannabis light con un quantitativo di THC inferiore allo 0, 2 % è perfettamente legale.
Va da sé che lo è anche acquistarla e consumarla. È altrettanto legale comprare cannabis online e ricevere erba legale a domicilio, un trend che ha spopolato soprattutto quest’anno e continua ad avere un grande successo.
Dal punto di vista legale, per il consumatore non c’è davvero alcun rischio di cui tenere conto. Piuttosto bisognerà diventare bravi nel riconoscere la marijuana light di qualità.
Le cime devono essere piene, compatte e ricche di tricomi, l’aroma intenso ma naturale, il retrogusto piacevole ma non eccessivamente forte e gli effetti rilassanti e distensivi a garanzia di un elevato contenuto di CBD. Inoltre, è importante cercare di individuare coltivazioni biologiche certificate in modo da non assumere prodotti che contengono pesticidi e metalli pesanti.
Coltivare o comprare?
Se si parla di cannabis, coltivarla non è consigliabile perché in questo periodo storico è illegale. Speriamo tutti che la sentenza della Cassazione del Dicembre 2019 porti dei cambiamenti positivi, anche perché, come sostiene Roberto Saviano in questo articolo, legalizzare la cannabis non significherebbe far avvicinare i consumatori di droghe leggere ad altre droghe più pesanti, al contrario significherebbe semplicemente consentire loro di utilizzarle senza sanzioni. Contemporaneamente una svolta di questo tipo aiuterebbe il paese anche dal punto di vista del controllo della criminalità organizzata, che al momento detiene anche il monopolio della cannabis.
Comprare marijuana, purché in piccole quantità e solo per uso personale, è una scelta da prendere in considerazione purché abbiate qualcuno di cui vi fidate davvero e sappiate come cura e gestisce la sua coltivazione di marijuana. L’ideale sarebbe conoscere un piccolo coltivatore che fa tutto da sé, in modo da non incentivare e supportare con i propri soldi le varie organizzazioni criminali.
Per restare invece nella legalità, è possibile coltivare cannabis light. Come dicevamo però, a meno che non si parli di pochissime piantine, si tratta di un lavoro vero e proprio, che richiede costanza, passione e soprattutto tempo.
Se non ne avete vi conviene decisamente comprare cannabis light, avendo cura di selezionare un’azienda che offra i migliori prodotti ad alto contenuto di CBD, provenienti da una coltivazione naturale, biologica e certificata. E questo lo si può fare sia per i negozi fisici sia online.
Per noi di Terre di Cannabis, questa è una vera e propria missione e…spediamo la nostra erba legale a domicilio, semi di canapa e tanto altro in completo anonimato.
Se l'articolo è stato di tuo interesse condividilo sui social con il resto della Community, ogni singolo share ci aiuta a sostenere il nostro Blog e a tenervi informati a 360° sul mondo della Cannabis.
Potrebbe interessarti anche: