Il fumo è la prima causa di morte evitabile in tutto l’Occidente. Nonostante uccida ogni anno più di 80 mila persone soltanto in Italia, 10,9 milioni di nostri connazionali continuano a fumare almeno una sigaretta al giorno, ma circa il 30% dei tabagisti italiani ha provato diverse volte a smettere di fumare senza successo.
La lotta al fumo di sigaretta è ormai combattuta su moltissimi fronti e su campi di battaglia fino ad ora inesplorati. Fino a qualche anno fa, se si era in cerca di un supporto per smettere di fumare, non si avevano moltissime opzioni a disposizione, ma oggi è tutto diverso. Vediamo insieme quali sono i metodi considerati socialmente e clinicamente accettabili per smettere di fumare.
- La «terapia sostitutiva della nicotina» consiste nell’utilizzare dispositivi con un basso contenuto di nicotina (caramelle, cerotti, inalatori o gomme da masticare) tali da attenuare i sintomi dell’astinenza. In pratica, l’obiettivo è quello di fornire all’organismo una piccola quantità di nicotina per compensare la dose quotidiana che viene a mancare, attraverso prodotti presenti sul mercato e reperibili senza ricetta medica.
- La disassuefazione è la terapia farmacologica a base di bupropione - medicinale antidepressivo in grado di diminuire l’intensità del desiderio di nicotina e i sintomi di astinenza - o di vareniclina - farmaco agonista della nicotina, in grado di ridurre il desiderio di fumare. Oltre alla dipendenza fisica, questi farmaci provano a trattare anche la dipendenza psicologica.
- Frequentare un gruppo di supporto o un centro antifumo può essere una buona idea, soprattutto per coloro che hanno bisogno di rafforzare le proprie motivazioni grazie alla forza di chi che vive una situazione simile.
- Le sigarette elettroniche si sono da tempo aggiunte al gotha dei presidi antifumo più diffusi, soprattutto perché permettono all'utilizzatore di ridurre gradualmente la quantità di nicotina assunta, senza però rinunciare al gesto di fumare. Tuttavia non ci sono ancora linee guida ufficiali dal punto di vista sanitario.
Usare cannabis per non usare tabacco
Anche la cannabis è un valido alleato per dire addio per sempre al fumo di sigaretta. Considerata per anni una droga di passaggio - una sostanza stupefacente leggera che presto cede il passo a droghe più pesanti – la marijuana continua a riservare molte sorprese. Ci sono diversi studi scientifici che hanno ottenuto risultati incoraggianti nella lotta alle dipendenze da fumo: la verità è che il vaporizzatore può aiutarti a smettere di fumare.
Vogliamo condividere con voi i risultati di uno studio pilota, condotto dalla professoressa Clelia Morgan, della facoltà di Farmacologia dello University College of London, che ha evidenziato la validità di inalazioni a base di CBD per smettere di fumare. L’analisi è stata condotta su un gruppo di 24 fumatori decisi a smettere, ognuno dotato di un inalatore. Dodici fumatori ne hanno ricevuto uno che somministra il CBD, gli altri dodici uno a base di placebo. È stato detto loro di vaporizzare per non fumare: dovevano cioè utilizzare il vaporizzatore ogni volta che avessero sentito la voglia di fumare.
Nel corso di una sola settimana di analisi, i fumatori trattati con placebo non hanno mostrato differenze nel numero di sigarette fumate. Al contrario, quelli trattati con CBD hanno ridotto significativamente il numero di sigarette fumate, circa il 40% per cento in meno nel corso del trattamento. Non solo, l’inalazione di CBD deve essere stata di grande aiuto per loro perché, anche dopo la fine della prima fase dello studio, alcuni pazienti hanno ridotto significativamente l’uso delle sigarette.
Si tratta comunque di uno studio condotto su un campione ridotto, ma questi dati - combinati con la forte logica preclinica che ha dato vita al progetto - suggeriscono che il CBD costituisca un ottimo principio attivo da utilizzare nelle terapie contro la dipendenza dalla nicotina. Inoltre i vaporizzatori aiutano il paziente a conservare la gestualità che lo accompagna da anni, aiutandolo anche psicologicamente a vivere il passaggio senza stress.
Smettere di uscire sul balcone per fumare: i pro della vaporizzazione
Alcuni tabagisti diventano ex fumatori ancor prima di smettere, iniziano a odiare l'odore e il sapore delle sigarette molto prima di riuscire a liberarsene sul serio. Si tratta di meccanismi che il nostro corpo mette in atto per supportarci nella dura battaglia contro la nicotina, che non può assolutamente essere combattuta senza eliminare del tutto la combustione dalla propria routine. Molti ex fumatori raccontano di aver dovuto combattere più la dipendenza dal gesto che da quella vera e propria contro la nicotina. C'è qualcosa che che coniuga il gesto di fumare con l'assenza di sostanze cancerogene, sapete cos'è? Un vaporizzatore portatile, ovvio!
Se vuoi continuare a fumare senza dover uscire sul balcone e affrontare il freddo polare come il sole cocente, scegli di vaporizzare marijuana: sarà un vero e proprio cambio di rotta. Il vaporizzatore soddisfa la psiche del fumatore incallito, sia perché ha una forma che può ricordare quella di una sigaretta, sia perché ormai i migliori vaporizzatori generano un vapore che potrebbe essere davvero scambiato con quello “originale”. Il vapore che, dalla camera di combustione, viene aspirato dal fumatore è caldo e denso come quello di una sigaretta, anzi è molto meglio, perché non puzza e non fa male.
Chi vaporizza cannabis light per smettere di fumare sceglie di agire su due fronti: da un lato conserva la gestualità e le sensazioni di cui abbiamo già parlato, dall'altro sceglie di assumere uno dei principi attivi migliori della pianta di cannabis, il CBD, che interrompe i processi neurocognitivi legati al meccanismo della ricompensa, alla base delle dipendenze da sostanze.
Ovviamente vaporizzare è un'ottima scelta anche per chi fuma solo erba: scegliendo di usare i vaporizzatori per erba si può dire del tutto alla combustione. I vaporizzatori generano un vapore molto discreto che non attrae le attenzioni di vicini e passanti e vi permetterà di gustare la vostra ganja ovunque vogliate, anche se avete scelto erbe aromatiche dall'odore molto intenso. Certo cambierà un po' il metodo di assunzione e bisognerà dire addio ad accendino, cartine e filtri, ma i vantaggi renderanno la vecchia routine solo un lontano ricordo.
Le temperature a cui evaporano i cannabinoidi
La lunga durata della batteria, la scocca di acciaio inox e il riscaldamento rapido in 30 secondi rendono i vaporizzatori per cannabis light la migliore alternativa alle sigarette, alle sigarette elettroniche e alla combustione in generale.
Oltre a questi vantaggi, ce n'è un altro che vogliamo svelarvi. Con la combustione i cannabinoidi contenuti nella cannabis vengono “bruciati”, perché sottoposti a temperature molto superiori a quelle necessarie per la corretta estrazione del principio attivo. Con la vaporizzazione, invece, si ha la possibilità di settare la temperatura consigliata per l'estrazione di un determinato cannabinoide, per ottenere il meglio dalla propria infiorescenza. Questo aspetto rende la vaporizzazione molto consigliata nei pazienti oncologici e in tutti coloro che utilizzano la cannabis a scopo terapeutico.
La scienza ha dimostrato che vaporizzare rende la cannabis più efficace di circa il 30% proprio grazie alla possibilità di scegliere la temperatura di vaporizzazione. Se, ad esempio, avete bisogno di assumere principalmente CBD, dovrete impostare la temperatura del vaporizzatore intorno ai 160-180° per vaporizzare tutto il cannabidiolo presente nella vostra cannabis.
Insieme al CBD vaporizzare anche il beta-cariofillene, una sostanza benefica con proprietà antisettiche, antibatteriche, antimicotiche, anti-tumorali, anti-infiammatorie e ansiolitiche, dall'aroma di chiodi di garofano o pepe nero.
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