Particola di una foglia di cannabis

La fase vegetativa della Cannabis

In questo articolo vi racconteremo come affrontare al meglio la fase vegetativa della cannabis. Molti credono che questo periodo di crescita sia poco importante ma non è affatto così. Hai mai visto un campo di cannabis con dei fiori incredibili?

Se li hai visti è perché la fase vegetativa è stata eseguita scrupolosamente, seguendo parametri molto importanti per la coltivazione della marijuana. Leggi tutto l'articolo per scoprire come si coltiva la cannabis in modo corretto, i trucchi e i segreti per affrontare al meglio il tuo raccolto. Nello specifico parleremo di:

  1. Quali sono i fattori più importanti?
  2. Il substrato
  3. I nutrienti
  4. La luce
  5. L'irrigazione

Cannabis light

La fase vegetativa è il momento in cui la pianta di Cannabis passa dall'essere una plantula esile, dall'aspetto molto delicato, a presentarsi come un vero albero. La piantina è appena nata dal seme, che si è aperto rivelando un piccolo germoglio fogliato, che sembra davvero indifeso.

La piantina cresce e si irrobustisce, si riempie di foglie via via sempre più grandi, che le permetteranno di assorbire più luce possibile durante la fotosintesi. Il fusto si fa più robusto e si riempie di peletti e il germoglio di solo un paio di settimane prima è solo un ricordo.

Molti coltivatori alle prime armi pensano che la fase vegetativa sia meno importante della fioritura, ma si sbagliano. Il percorso di crescita della pianta è un ciclo, e se una delle sue fasi non è andata come previsto, inevitabilmente ne risentiranno anche le successive.

Una pianta che ha avuto una crescita accidentata si sviluppa molto meno e, di conseguenza, non produrrà i raccolti imponenti che avrebbe potuto dare.  

Quali sono i fattori più importanti?

La buona riuscita della fase di crescita di una pianta di Cannabis è legata alla stabilità di alcuni parametri: è importante che il suolo in cui si sviluppano le radici sia quello più adatto alla pianta.

Che le variazioni di luce siano costanti, che le piante dispongano di abbastanza ossigeno e che vengano forniti l'acqua e tutti i nutrimenti adeguati.

Bisogna quindi tenere costantemente sotto controllo questi fattori. Per fare un esempio sulla coltivazione indoor, se all'interno del locale da coltivazione dovesse presentarsi una carenza di ossigeno, perché l'estrazione di aria è insufficiente o assente, il potenziale di crescita delle piante ne risentirebbe.

Cannabis light coltivazione

Il substrato

Il substrato è importantissimo, perché è il luogo in cui nascono e si sviluppano le radici della pianta, fondamentali per la sua esistenza e per la sua crescita.

Substrati diversi possono offrire velocità di crescita differenti. I più diffusi sono la terra, il cocco e l'acqua. Non ce n'è uno migliore in assoluto, ciascuno ha le proprie qualità, pregi e difetti.

La terra consente una crescita rapida solamente a condizione che sia adeguatamente aerata e di struttura leggera: alle radici serve ossigeno e si sviluppano meglio quando crescono in un substrato leggero e arioso.

Ad esempio, se la terra è stata compattata ne conterrà meno, con grosse conseguenze sullo sviluppo della pianta. Il vantaggio di far crescere la propria pianta nel terriccio è che si può ritardare l'uso di nutrenti liquidi.

La terra contiene molte sostanze nutritive e ciò permette di non dover aggiungere alimenti liquidi così presto. Iniziare bene è fondamentale, perciò il terriccio è il substrato perfetto per i coltivatori principianti.

Il cocco è un substrato da coltivazione ancora più aerato. Garantisce una partenza eccellente, perché le radici si sviluppano molto velocemente grazie all'abbondanza di ossigeno contenuto nelle fibre di cocco.

La pianta di conseguenza sarà più forte e crescerà prima.

L'inconveniente del cocco è che non contiene sostanze nutritive, quindi bisogna cominciare molto presto a somministrare nutrimenti liquidi alla pianta.

Cannabis lightIl cocco tende ad assorbire i sali dei nutrienti che si somministrano alla pianta e, a un certo punto, la pianta potrebbe smettere di assorbirli correttamente se la quantità di fertilizzanti è stata troppo abbondante.

È raro, ma può accadere. In questo caso bisognerà sciacquare il substrato, dando alla pianta più acqua del necessario, di modo che l'acqua non assorbita “sciacqui” le fibre di cocco.

Il cocco quindi, pur non essendo difficile da usare, non è consigliato ai coltivatori poco esperti.

Utilizzare l'acqua come substrato, e cioè coltivare la Cannabis con l'idroponica, consente una crescita molto veloce, ma la posta in gioco è alta.

È un sistema molto laborioso, che richiede l'utilizzo di molti congegni elettrici, che espongono continuamente le piante al rischio di guasti o blackout.

L'acqua in cui le radici sono immerse le fa sviluppare molto velocemente, grazie alla grande quantità di ossigeno in esso contenuta, ma bisogna essere molto accorti.

Se siete alle prime armi, meglio evitare.

I nutrienti

Durante il periodo di crescita, le piante hanno un bisogno di ricevere molte sostanze nutritive, in particolare azoto e potassio.

È facile accorgersi se si sta sbagliando qualcosa: se hanno una carenza di azoto o potassio, le piante ingialliscono velocemente.

Se si usa la terra, questa fase andrà liscia come l'olio, perché il terriccio adatto alla coltivazione della Cannabis contiene già nutrienti sufficienti per tre/quattro settimane.

Non occorrerà quindi aggiungere fertilizzanti fino al periodo di fioritura.

Più la pianta diventa grande, maggiore sarà il fabbisogno di fertilizzante; potrà succedere che a un certo punto la pianta manifesti una carenza di nutrienti attraverso le già citate macchie gialle.

Il dosaggio dell'acqua fertilizzata dovrà essere incrementato, oppure dovrete somministrare più frequentemente i nutrimenti.

Cannabis light

La luce

Per quanto riguarda la coltivazione indoor, la maggior parte dei coltivatori sono abituati a sottoporre le proprie piante di Cannabis ad un fotoperiodo di 18 ore di luce e 6 di buio. 

Usando lampade HID controllate da un timer. Usare un temporizzatore è fondamentale, perché un fotoperiodo irregolare causa forte stress alle piante, che non avrebbero più modo di capire quando crescere e quando fiorire, con il rischio di farle diventare ermafroditi.

L'alternanza è importantissima, perché luce e buio influenzano il ciclo di vita della pianta.

Durante le ore diurne avviene la fotosintesi: attraverso la clorofilla la pianta assorbe la luce e converte l’energia luminosa in energia chimica.

Al contrario, durante le ore di buio la pianta esegue solo la respirazione cellulare prendendo ossigeno e rilasciando biossido di carbonio, essenziale per il metabolismo della cellula.

L’equilibrio tra questi due processi è essenziale per il corretto sviluppo della pianta.

Per quanto riguarda il tipo o la qualità della luce per la fase di crescita, ci sono diverse opzioni.

  • Lampade ioduro metallici da 250, 400 e 600W, CFL a bassa potenza;
  • lampade miste
  • pannelli a LED
  • l'illuminazione LEC o CHM.

Se non c’è motivo di accelerare il processo di crescita, è meglio utilizzare lampade a risparmio energetico come CFL a 250W, che sono lampade a luce bianca e fredda, che non producono calore e riducono in modo significativo le spese.

Se invece abbiamo fretta di farle crescere e vogliamo risparmiare tempo nella fase di crescita, utilizzeremo lampadine HM a luce bianca con una potenza di 400W – 600W. Queste lampadine accelerano il processo di crescita ma producono più calore.

Si possono anche usare bulbi HPS misti di 400W – 600W, che combinano gli spettri necessari per la crescita e la fioritura delle piante di marijuana.

Non sarà necessario sostituire la lampada per far entrare la pianta in fioritura, ma bisognerà semplicemente modificare il fotoperiodo, con 12 ore di luce e a 12 di buio.

Più la luce è potente, più produce calore.

È un aspetto da non sottovalutare, perché le piante devono  vivere tra 22 e 26 gradi nelle ore di luce, e tra 18 e 22 gradi nelle ore di buio.

Bisognerà quindi prestare molta attenzione alla temperatura e munirsi di un buon impianto di ventilazione e di estrazione o, viceversa, usando riscaldamenti o aria condizionata.

Se l’ambiente di coltivazione è molto secco, potrebbe anche essere necessario un umidificatore; nella fase di crescita, si consiglia che i valori di umidità relativa siano entro il 60% / 70%.

Cannabis light

L'irrigazione

Il fabbisogno d'acqua segue proporzionalmente la crescita della pianta, ed aumenta all'aumentare delle sue dimensioni.

La quantità e la frequenza di irrigazione aumentano con il passare delle settimane. È molto importante essere vigili e rispondere a questa crescente richiesta d'acqua, specialmente nelle colture con fibra di cocco.

La temperatura ideale dell’acqua di irrigazione dovrebbe essere di circa 22 gradi.

Controllare il pH (coefficiente che indica l’acidità o alcalinità dell’acqua) e CE (elettro-conduttività o livello di sali disciolti) dell’acqua di irrigazione sono fattori da considerare, perché da esse dipende la miglior assimilazione delle sostanze nutritive della pianta.

Il pH consigliato dell’acqua di irrigazione per una coltura di marijuana nel suolo è tra 6 e 6.8. Il CE dell’acqua deve essere di circa 0,4-1,2 milliSiemens (dipende dal tipo di terreno utilizzato e dalla quantità di fertilizzante che contiene).

In cocco e idroponica utilizzeremo un pH più basso, circa 5,5-6 e un CE leggermente più alto, tra 1,4 e 1,6.

La marijuana è una pianta che predilige innaffiature abbondanti, ma non troppo frequenti. Un ottimo sistema per irrigare le piante di Cannabis è aggiungere acqua nelle parti inferiori del suo substrato. In questo modo si riusciranno a controllare con maggiore precisione le esigenze idriche delle piante.

Un modo facile per farlo prevede di riporre i vasi in un contenitore pieno d'acqua, cosicché l'acqua venga assorbita e spinta verso l'alto, dove le radici avranno il compito di assimilarla.

Le radici delle piante assorbono acqua secondo il principio dell'osmosi: cercano costantemente l'equilibrio tra la quantità d'acqua contenuta nelle radici e quella presente nel substrato esterno.

Una volta raggiunto l'equilibrio, le piante interrompono il processo d'assorbimento. Irrigare le piante dalla parte inferiore stimola le radici a crescere maggiormente e a svilupparsi verso il basso, alla ricerca d'acqua, favorendo uno sviluppo molto più sano.

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