In questo articolo vi parleremo della Cannabis Terapeutica. Molte volte si creano dei disguidi, delle incomprensioni e non si capisce che differenza c'è, per esempio tra Cannabis ricreativa e Cannabis Terapeutica. Le differenze, le affinità tra due "versioni" di utilizzo di questa pianta. Nello specifico vi racconteremo di:
- Diffusione mondiale, diffusione globale
- OMS: la Cannabis non fa più paura
- Uso terapeutico in Italia
- Sviluppi legislativi in Italia
- Cure con la canapa Sativa
- Studi e nuovi esiti
Diffusione mondiale, diffusione legale
Negli ultimi anni la percezione delle possibilità di utilizzo della cannabis in materia di salute e benessere individuale è mutata velocemente. Fino a poco tempo fa la cannabis era relegata allo status di droga leggera di ampio consumo (secondo uno studio dell’OMS del 2015, nel mondo circa 181 milioni di persone ne fanno uso).
Oggi una più approfondita analisi scientifica e una maggiore conoscenza delle proprietà ne ha permesso una diffusione legale a fini terapeutici in buona parte dell’Occidente. Un’analisi condotta presso la University of Michigan, pubblicata nel gennaio scorso, ha attestato la sempre maggiore frequenza con cui i pazienti statunitensi ricorrono alle proprietà della pianta. Su prescrizione medica, soprattutto al fine di lenire il dolore cronico.
OMS: la cannabis non fa paura
È di questi giorni la diffusione della nota con cui l’Organizzazione Mondiale della Salute ha espresso il proprio parere in merito alla modifica dello status della cannabis.
L’OMS ha inviato all’Onu una raccomandazione con cui si esorta la rimozione della cannabis dal novero delle sostanze più pericolose e la volontà di favorire l’uso terapeutico.
La presa di posizione della massima autorità sanitaria mondiale rappresenta un passo importante per il futuro della legislazione in ambito nazionale e globale. I decisori politici dovranno tenere conto delle raccomandazioni recepite dalla Commission on Narcotics Drug (CND) e procedere alla modifica delle tabelle delle Convenzioni.
Uso terapeutico in Italia
Nel nostro paese l’uso terapeutico è legale dal 2013 per le regioni che ne hanno regolamentato l’utilizzo. Dal gennaio 2017 è stata legalizzata la produzione di Stato della cannabis terapeutica (Fm2) da parte dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. E può essere prodotta solamente lì.
Finora, le malattie per le quali è ammessa la terapia di base previa prescrizione medica sono sei. La cura del dolore cronico. La cura del dolore per persone affette da sclerosi multipla e lesioni del midollo spinale. Il contrasto alla nausea da chemioterapia, radioterapia, terapie contro l’HIV.
La stimolazione dell’appetito nei casi di perdita patologica di peso e per i pazienti oncologici, malati di Aids e anoressici. La cura del glaucoma. La riduzione dei movimenti involontari determinati dalla sindrome di Tourette.
I medici possono prescrivere i cannabinoidi per uso medico anche per casi diversi, secondo coscienza. Tuttavia il trattamento con la cannabis a scopo terapeutico resta una scelta riservata a quei pazienti che non hanno ottenuto risultati con i protocolli standard. Nel caso in cui le terapie convenzionali abbiano prodotto effetti collaterali o non siano tollerate dall’organismo.
La coltivazione in Italia è stata liberalizzata nel 2016, mentre la legiferazione per l’uso ricreativo è a tutt’oggi ferma al dibattito politico.
Secondo il ministero della Salute: «Il 2019 dovrebbe finalmente segnare l’anno della svolta per i pazienti in trattamento. Poiché per la prima volta le disponibilità effettive dovrebbero superare la tonnellata, a fronte dei 350 chilogrammi del 2017 e dei circa 600 chilogrammi del 2018. Rispondendo in maniera più adeguata alle aumentate richieste di prescrizioni mediche. Le associazioni dei pazienti segnalano da tempo i ritardi, i disservizi e una diffusa mancanza di scorte in farmacia».
Sviluppi legislativi in Italia
Nel 2017 la Camera ha approvato la legge che sistematizza e uniforma le procedure per la prescrizione di farmaci a base di cannabis, nella quale è prevista la regolamentazione delle differenze per regione. E difformità di trattamento per tipologia di paziente.
Intanto la Suprema Corte, con la decisione depositata il 31 gennaio scorso, ha definitivamente sancito la legalità della vendita della «cannabis light» e dell’uso dei prodotti realizzati con essa e messi in commercio. Per cannabis light si intende la canapa sativa, pianta con una bassissima concentrazione di THC. Le condizioni che ne rendono legali la coltivazione, la vendita e il possesso sono che il contenuto si aggiri intorno allo 0,2% e non superi lo 0,6.
Cure con la canapa sativa
Particolare virtù della canapa sativa è fornita dalle infiorescenze, ricche di cannabidiolo e a basso contenuto di THC. L’utilizzo della cannabis light non crea alcun effetto psicotropo per via del basso contenuto di THC e dell’azione contrastante del CBD. I principi attivi più importanti.
Il CBD è in grado di attenuare il dolore e alleviare i sintomi di due stati ansiosi (disturbo post-traumatico da stress e disturbo ossessivo compulsivo). Sono varie le modalità di utilizzo delle infiorescenze della Cannabis light.
Il cannabidiolo, specialmente sotto forma di olio, è utilizzato per combattere le sensazioni di rigetto. È un antiemetico che ha il vantaggio di non avere il sapore sgradevole degli antiemetici più comuni.
La cannabis è utilizzata in molti Paesi per contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia in alcuni pazienti. In ognuno di questi casi, è naturalmente imprescindibile il confronto con il proprio medico, e l’eventuale avvio di una terapia costantemente monitorata da uno specialista.
Studi e nuovi esiti
La discussione incentrata sui possibili usi e gli effetti concreti che la cannabis sativa produce alimenta un dibattito scientifico molto ampio. Studi incoraggianti hanno trattato i benefici che i cannabinoidi potrebbero portare a disturbi come quello bipolare e altre psicosi come la schizofrenia. Il livello di efficacia del potenziale terapeutico del CBD è anche stato messo in esame per malattie reumatiche e i disturbi endocrini.
Il cannabidiolo è efficace contro gli stati convulsivi, e viene impiegato nella sperimentazione di inibitori, alla proliferazione delle cellule cancerogene.
Questa panoramica sugli effetti comprovati scientificamente, quelli in fase di studio e quelli in attesa del vaglio degli organismi preposti, rende palese l’importanza di un confronto con il proprio medico. Per qualunque iniziativa volta all’impiego della cannabis ad uso terapeutico, specie in presenza di patologie e situazioni di salute particolarmente delicate.
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