La cannabis light è ormai un trend incontestabile. Da quando è stata legalizzata con la legge 242/2016, ha portato alla creazione di un mercato nuovo fatto di coltivatori, laboratori, grossisti e vere e proprie catene di rivenditori. Smart shop, grow shop, seed shop ed hemp shop sono ovunque, ma non sono i soli a vendere la cosiddetta erba legale. Le infiorescenze legali di canapa light sono vendute in molti tabaccai e in esercizi commerciali di vario genere, ma sopratutto online. È il web la terra promessa della marijuana light: su Internet si hanno a disposizione moltissime varietà, ampliando di molto le possibilità di scelta. Soprattutto per chi non vive nelle grandi città. In questo articolo vi racconteremo:
- Che cos'è la cannabis light
- Come fa ad essere legale?
- Cannabis light: dove comprarla
- I distributori automatici
- Cannabusinness: come faccio a diventare un rivenditore?
Cos'è la cannabis light
Per chi ancora non lo sapesse, la cannabis light è una versione “leggera” della marijuana tradizionale. Ottenuta da piante femmine di canapa sativa, selezionate per l'alta concentrazione di CBD e la quasi totale assenza di THC (con un valore di Thc molto basso).
Il THC infatti è il principio attivo che rende illegale la pianta di marijuana per la nostra legislazione, a causa dei suoi effetti psicoattivi.
L'assenza di questo principio attivo, in favore di una maggior concentrazione di CBD, cambia completamente l'impatto della marijuana sull'organismo, e sulla legge.
Il CBD è una sostanza preziosa, famosa per i suoi effetti positivi sul corpo e sulla mente. È un rimedio naturale contro moltissimi disturbi come l'insonnia, l'ansia e alcuni problemi legati alla sfera sessuale e alimentare.
È inoltre ricco di antiossidanti e di sostanze fondamentali per l'organismo.
Come fa ad essere legale?
Prima di cominciare vi sveliamo una grande verità. La coltivazione della canapa non è sempre stata illegale. Negli anni 50 l'Italia era il secondo produttore al mondo dopo l'Unione sovietica.
La varietà “Carmagnola” forniva la miglior fibra in assoluto, con rese per ettaro maggiori che in ogni altro Paese. Per secoli l’Italia ha esportato canapa. Da sempre la varietà italiana è stata riconosciuta come quella di miglior qualità per la produzione di fibra tessile per indumenti.
Prima dell’arrivo delle sigarette americane, alla fine della guerra, l’uso di canapa sostituiva addirittura il tabacco tra gli italiani più poveri.
Fino a quando il suo utilizzo è stato circoscritto la cannabis non ha rappresentato un problema. Ma quando – negli anni sessanta – è diventata il simbolo dei giovani ribelli, il governo iniziò la sua battaglia proibizionista contro la marijuana. Questa battaglia è ancora in corso per quanto riguarda la marijuana tradizionale, che è ancora considerata una sostanza illegale.
Nel gennaio del 2018 invece è successo qualcosa: con la legge 242/2016 vengono rese legali “le coltivazioni di canapa delle varietà ammesse iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole. Ai sensi dell’articolo 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002. Le quali non rientrano nell’ambito di applicazione del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope”. In poche parole, si tratta della possibilità di coltivare piante di canapa industriale, utilizzabili poi per una serie di applicazioni: alimentari, cosmetiche e terapeutiche.
Si tratta di una legge che non permette il consumo della sostanza a scopo ricreativo. Ma che ha di fatto reso possibile anche in Italia la commercializzazione delle infiorescenze ottenute a partire dalle coltivazioni legali.
Cannabis light : dove comprarla
La cannabis light vanta una distribuzione capillare ormai su quasi tutto il territorio nazionale. Continuano a nascere catene di rivenditori che sono diventate veri e proprio brand, con tanto di fan e merchandising, e il commercio impazza anche sul web.
Che si tratti di rivenditori fisici o di negozi online, cambia poco. Il prodotto è ormai richiesto, ha un suo target di riferimento ed è protagonista di un trend in perenne crescita.
I negozi non hanno bisogno di particolari autorizzazioni per aprire i battenti, dal momento che il prodotto non è sottoposto a monopolio.
Perciò può essere distribuito liberamente al pari di un qualsiasi altro prodotto. I prodotti a base di cannabis light sono moltissimi. Si va dagli integratori alimentari – semi, farine, prodotti derivati e olio di canapa a base di cbd – ai prodotti cosmetici, fino alle infiorescenze vere e proprie.
Ne esistono di moltissime varietà, con diverse combinazioni di THC e CBD e diverse finalità di utilizzo. Le infiorescenze di canapa, tuttavia, non sono vendute per uso ricreativo, cioè per essere fumate.
Le confezioni – secondo la legge – devono essere vendute sigillate e tali devono restare, dal momento che la loro vendita è esplicitamente consentita solo per collezionismo e ricerca scientifica.
I distributori automatici
L'ultima frontiera della distribuzione dell'erba legale sono i distributori automatici. Sono macchinari più o meno grandi, a seconda del modello, simili a quelli utilizzati per la vendita delle sigarette o dei preservativi.
Questi dispositivi permettono di acquistare la propria confezione di marijuana light anche nei weekend o a tarda sera, quando i negozi sono chiusi. E in maniera anonima.
L'erba legale non può essere venduta ai minorenni. Il divieto vale anche per la vendita H24: per completare l'acquisto occorre inserire un documento che attesti la maggiore età dell'acquirente.
Nessun rischio per i giovani quindi, o comunque, non un rischio maggiore di quello esistente per i distributori di sigarette. Recentemente la cassazione ha disposto una sorta “zona rossa” intorno agli edifici scolastici, all'interno della quale non potranno essere aperte nuove rivendite di cannabis light.
Il cannabusiness : come faccio a diventare un rivenditore?
Aprire un grow shop oggi è di certo un buon investimento.
Per quanto dall'esterno possa sembrare un business come gli altri, quello della cannabis light è un mercato particolare. Aprire un grow shop non è come aprire un negozio qualsiasi.
Ma si tratta di diventare un punto di riferimento per i consumatori della zona, un avamposto al proibizionismo, un circolo in cui fare anche informazione.
Il primo consiglio che ci sentiamo di dare a chi voglia intraprendere questo percorso è di fare le cose per bene. Diventare un rivenditore di cannabis light non è un modo per aggirare le norme che regolano e puniscono la diffusione di sostanze considerate stupefacenti.
Le procedure burocratiche per aprire un grow shop, invece, sono simili a quelle necessarie per qualsiasi altra attività commerciale.
Dopo aver trovato la sede e aver scelto la gamma di prodotti da vendere e i relativi rifornitori, sarete pronti per aprire la vostra attività. Naturalmente la location deve essere a norma su igiene, agibilità, impiantistica, urbanistica e sicurezza.
Sebbene non sia ottimale avere una sterminata varietà di prodotti diversi, per il rischio di non conoscerli al meglio e di non poter dare consigli mirati ai propri clienti, è un passaggio obbligato all'inizio dell'attività.
Offrire un'ampia gamma di prodotti è un modo per fare una piccola indagine di mercato direttamente sul campo. Per imparare a conoscere il vostro target e capire su cosa puntare e cosa evitare.
È molto importante presentare la certificazione che attesti che i prodotti venduti all'interno del negozio rispettano le normative italiane attuali in materia di canapa industriale. La normativa su questo tema è in continuo aggiornamento.
Prima di aprire un grow shop vi consigliamo di rivolgervi allo Sportello Unico per le Attività Produttive del vostro Comune. Chiedendo tutte le informazioni su adempimenti e limiti per l’apertura di questa attività.
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